Domenica 1 febbraio 1953 - Roma, stadio Torino – Lazio-Novara 1-3
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1 febbraio 1953 - Campionato di Serie A 1952/53 - XIX giornata
LAZIO: Sentimenti (IV), Montanari, Sentimenti (V), Alzani, Malacarne, Bergamo, Puccinelli, Bredesen, Bettolini, Fuin, Caprile. All. Bigogno.
NOVARA: Cernuschi, Pombia, De Togni, Feccia, Molina, Baira, Renica, Janda, Piola, Miglioli, Savioni. All. Senkey.
Arbitro: sig. Marchese di Napoli.
Marcatori: 32' Piola, 60' Savioni, 77' Sentimenti (IV) (rig), 85' Piola.
Note: giornata serena, ma fredda. Terreno discreto. Infortunio a Fuin costretto a lasciare il campo all'11' della ripresa. Espulso Bergamo al 18' della ripresa.
Spettatori: 15.000 circa.
La Lazio, ridotta in nove uomini dopo un'ora di gioco, deve arrendersi al suo grande "ex": l'immarcescibile Silvio Piola segna una doppietta, sfruttando il suo senso della posizione e la sua classe innata, appena offuscata da un logico logorìo fisico che lo rende più lento. Il Novara passa con una tattica di gioco piuttosto semplice: essenzialità e rudezze. Ed ecco che entra quindi in gioco l'arbitro, Marchese di Napoli (con il Napoli squadra a diretto contatto con la Lazio in classifica, la scelta non è piaciuta né alla dirigenza né alla tifoseria): che ha permesso a Molina e compagni entrate durissime, di cui ha fatto le spese per esempio Fuin colpito al naso e costretto a uscire sanguinante, e poi ha punito con l'espulsione Bergamo per un contrasto apparso ai più davvero veniale. Si tratta di due episodi chiave perché la Lazio, in giornata tutt'altro che eccelsa, con i soli Alzani, Puccinelli e Bettolini almeno reattivi, si era ritrovata sotto di un gol per un pasticcio difensivo: punizione di Feccia, testa di Piola verso Miglioli, contrasto con un difensore laziale e pallone che caramobola sul destro del grande Silvio, che stavolta non perdona dal basso in alto. Con un Bredesen in difficoltà per una spalla fuori uso, Cernuschi ha dovuto parare tanto ma senza che la squadra di casa desse l'impressione di poter pareggiare. Due minuti dopo l'espulsione di Bergamo, la Lazio è crollata ancora su iniziativa di Miglioli e Savioni, che hanno portato lo scompiglio in area avversaria: a depositare il pallone in rete è stato alla fine il promettente Savioni. C'è voluto un energico intervento del guardalinee per convincere poi il riottoso arbitro napoletano a concedere il rigore per un fallo di mano in area di Feccia, che era sfuggito al direttore di gara: Sentimenti (IV) ha insaccato con una gran botta angolata. Ma la Lazio non aveva più la forza per ribaltare il risultato, il Novara così ha prima sfiorato il terzo gol cogliendo l'incrocio con Savioni, poi Piola ha chiuso il match in gloria (e tra gli applausi) insaccando di sinistro al volo tra palo e portiere su cross del solito scatenato Savioni. Una sconfitta che brucia.