Domenica 11 maggio 1980 - Roma, stadio Olimpico – Lazio-Milan 0-2
11 maggio 1980 - 2041 - Campionato di Serie A 1979/80 - XXX giornata
LAZIO: Avagliano, Tassotti, Pochesci, Perrone, Pighin, Citterio, Todesco, Zucchini (46' Pesce), D'Amico, Scarsella, Cenci. A disp. Budoni, Campilongo. All. Lovati.
MILAN: Rigamonti, Minoia, Maldera (III), De Vecchi, Collovati, Baresi (II), Novellino, Buriani, Carotti, Romano, Galluzzo (81' Capello). A disp. Navazzotti, D'Oriano. All. Giacomini.
Arbitro: Patrussi (Ravenna).
Marcatori: 9' Galluzzo, 80' Carotti.
Note: ammonito Tassotti per scorrettezze. Esordio in serie A per Salvatore Pesce classe 1961.
Spettatori: 35.000 circa di cui 12.835 paganti per un incasso di £. 51.127.500.
Con l'ineccepibile successo per due a zero, conquistato contro la Lazio all'Olimpico, il Milan si è congedato dal campionato di serie A per affrontare un periodo carico di timori che non potranno essere cancellati sul campo dalla bravura dei giocatori. «Non eravamo concentratissimi - ha confessato Giacomini dopo la gara - ci sono ancora tanti fatti in sospeso che non ci rendono tranquilli. Devo dire, però, che la nostra prova è stata sufficiente. Abbiamo giocato unicamente puntando alla vittoria per ottenere un posto in Coppa Uefa. Era questo il mio dovere di allenatore». Pensate quindi di restare nella serie maggiore? «Io mi occupo solo di problemi tecnici. Per altri argomenti rivolgetevi a Rivera».
I giornalisti che hanno seguito il consiglio di Giacomini, dopo poche battute con l'ex «golden boy», hanno preferito abbandonare rapidamente il dialogo. Con le sue battutine ironiche, espresse con sorrisetti di personale compiacimento, il signor Rivera deve aver consolidato nella sua mente l'idea che il giornalista è una specie di sottosviluppato mentale. Nessuno si aspettava grandi rivelazioni, ma solo di conoscere quali sensazioni sul piano umano, emotivo, poteva aver suscitato l'ultima gara di campionato proprio con la Lazio (la partita di andata accese la miccia sotto la polveriera degli incontri truccati) e conoscere il suo stato d'animo all'inizio di una settimana in cui si potrebbe decidere il destino del Milan. Le risposte, avvolte in una atmosfera «da presa per il bavero», praticamente non ci sono state. Meglio, quindi, passare senz'altro al commento della partita che non è stata minimamente influenzata, anche sul fronte laziale, dai malinconici episodi accaduti all'andata.
II Milan, imbottito anch'esso di giovani, come la squadra di Lovati, ha praticamente dominato per tutto il primo tempo. Carotti, Romano, Galluzzo, a cui si univano esperienza e bravura di Collovati, Baresi, Buriani, Maldera, non incontravano eccessive difficoltà nell'imporre fin dai primi minuti una chiara superiorità. I giovani di Lovati, che per la verità non hanno demeritato, con riferimento specifico per Scarsella, Cenci, Todesco e Perrone, sono apparsi però più soggiogati sul piano psicologico che su quello tecnico. Con una condotta di gara eccessivamente timorosa, la Lazio ha lasciato ai rossoneri la possibilità di sbizzarrirsi in agevoli manovre d'attacco. Inevitabile, quindi, il gol del vantaggio milanista che giungeva puntualmente al 9' di gioco con una deviazione in rete di Galluzzo, su tiro di Novellino. La Lazio replicava con qualche fiammata in cui si distingueva l'attaccante Todesco.
Ma non dava l'impressione di poter sviluppare un tipo di gioco da poter mettere in imbarazzo l'avversaria. Il Milan, dal canto suo, continuava a marciare con tono sicuro fornendo la sensazione della squadra che poteva andare ancora in gol quando lo avesse voluto. Ma il minimo vantaggio di una rete, con cui la compagine di Giacomini chiudeva il primo tempo, nella ripresa infondeva coraggio ai laziali. Cresceva di tono Scarsella, Todesco e Cenci diventavano più autorevoli, anche per l'inserimento del giovane Pesce, al posto di uno spento Zucchini. Intanto anche Perrone e Tassotti lasciavano meno libertà agli attaccanti rossoneri. Per una buona mezz'ora sono stati gli uomini di Lovati, anche se con poca fortuna, a condurre la danza contro un Milan chiaramente frastornato. Ma alle buone intenzioni, i biancocelesti non riuscivano a far seguire la sostanza del pallone scagliato in gol. La cosa è invece riuscita ai rossoneri per la seconda volta al 79' con Carotti. legittimando tutto sommato il successo. «I miei hanno dimostrato di essere puledri di razza - si è consolato mestamente Lovati - ma con scarsa esperienza».
Fonte: La Stampa
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