Sabato 26 luglio 1997 - Moena, stadio Comunale - Lazio-Venezia 2-2

Da LazioWiki.

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26 luglio 1997 - Amichevoli precampionato 1997/98

LAZIO: Marchegiani (58' Ballotta), Negro, Favalli, Lopez (58' Gottardi), Grandoni, Fuser, Jugovic, Nedved (69' Marcolin), Mancini, Casiraghi (46' Boksic), Signori (58' Rambaudi). Allenatore: Eriksson.

VENEZIA: Gregori (46' Bandieri), Dal Canto (46' Marangon), Brioschi (46' Filippini), Luppi, Iachini (46' Ballarin), Pavan (46' Baldi), Schowoch (46' Antonioli), Miceli (46' Polete), Zironelli (46' Cento), Cossato (65' Schwoch), Pedone (46' Ginestra).

Arbitro: Sig. Spinelli.

Marcatori: 11' Signori, 30' Mancini (aut), 53' Signori, 82' Schwoch (rig).

Note:

Spettatori: 4.000 circa.



La formazione iniziale: Negro, Casiraghi, Lopez, Marchegiani, Mancini; Fuser, Favalli, Grandoni, Jugovic, Nedved, Signori



La Gazzetta dello Sport titola: "Il Venezia impegna la squadra di Eriksson e conquista il pareggio. Poca Lazio, ma tanto Signori. Doppietta per il capitano, Mancini sta a centrocampo e fa anche un'autorete. La squadra di Novellino è già in clima campionato, la Lazio soffre e non è al meglio. Ma l'esordio del cannoniere e capitano copre un po' tutto, partita spigolosa e difficile, traversa di Jugovic. Tra i lagunari il solito grande Schwoch si procura e trasforma un rigore".

Continua la "rosea": Due lampi nel buio e mago Signori tira fuori dal cilindro la prima doppietta. Come un illusionista il capitano copre il trucco, quello di una Lazio lavori-in-corso. Bene il Venezia di Novellino, già in clima campionato. E in effetti di amichevole non si può parlare: botte, battibecchi, bestemmie mal controllati da un arbitro inesperto e impreciso anche nell'applicazione delle nuove regole sul portiere. Dunque una partita dura e spigolosa che non è piaciuta neanche a Eriksson. E allora meglio parlare delle magie di un Signori al suo esordio stagionale. Beppe fisicamente non è al meglio e si vede, ma il vizio del gol quello non lo perde mai. In meno di un'ora ha toccato una decina di palloni, due in area: tanto è bastato per la prima doppietta. L'opportunismo del biondino ha fatto la differenza all'inizio dei due tempi. Dopo solo 11' è riuscito a sfruttare un'incertezza di Brioschi e col sinistro ha fiondato in rete, nell'unico tiro in porta della Lazio nella prima prima frazione. Nella ripresa si è avventato come un rapace sulla corta respinta di Bandieri su diagonale di Fuser. Poca Lazio, però, a parte questi guizzi.

Infatti la squadra di Eriksson non è riuscita a creare mai una limpida palla-gol, per via anche dell'aggressività del centrocampo del Venezia. I lanci lunghi per le punte Cossato e Schwoch, abili nello smarcarsi da una difesa laziale un po' imballata, hanno fatto il resto. Per cui è stata proprio la squadra veneta a rendersi più pericolosa con gli attaccanti ed in un'occasione è stato bravo Marchegiani su Cossato. Il primo pareggio è arrivato per una grave disattenzione della Lazio su calcio d'angolo. Infatti Iachini (poi ammonito: che botte) ha potuto calciare indisturbato dal limite, Marchegiani si è allungato per respingere, ma il pallone ha incocciato uno stinco di Mancini rotolando in rete. Al di là dello sfortunato autogol, ieri si è visto un Mancini a volte più sulla linea dei centrocampisti data la consistenza dell'avversario. Qualche numero dei suoi non l'ha fatto mancare all'appassionata platea, però sul piano della quantità e della qualità contro il Venezia la Lazio non è riuscita a produrre un gioco all'altezza delle aspettative. E una traversa su tiro da fuori di Jugovic è troppo poco per farci cambiare idea. Così alla fine c'è stato il meritato 2-2, ad opera dello scatenato Schwoch che si è procurato un rigore realizzandolo. Per vedere di meglio occorrerà attendere il debutto all'Olimpico il 2 agosto.


Sempre tratte dalla "rosea", alcune dichiarazioni post-gara:

La salute prima di tutto. Beppe Signori ha un altro motivo per esser soddisfatto, prima della sua doppietta. "Sono contento per non essermi fatto male. Sarebbe stato un disastro. Se poi sono arrivati anche due gol, meglio così". Il capitano però non si esalta perché sa che la Lazio non ha giocato bene: "Ma in questo periodo è così. Tutti siamo un po' imballati e abbiamo sofferto anche in difesa qualche volta. Però abbiamo cercato i movimenti, gli automatismi e questo serve per andare avanti. Del resto mi preoccuperei se già adesso la Lazio girasse al massimo". Mancini ieri ha giocato a volte più arretrato: "Roberto è il più centrocampista delle 4 punte. Ma vuol dir poco perché a lui piace svariare anche più avanti degli altri due attaccanti. Ecco, quello che ci chiede Eriksson è proprio un movimento continuo, che dia meno punti di riferimento alle difese avversarie". Da venerdì è giunto in ritiro il presidente Zoff e ieri mattina sul campo di Vigo sono apparsi striscioni a lui inneggianti e contro Zeman.

Signori: "Il calcio è fatto di scelte, e qualcuno ha fatto quella sbagliata. Logico che ai tifosi non sia andato giù il passaggio di Zeman alla Roma". Ma il tecnico boemo ormai è il passato, registriamo il parere di un Eriksson leggermente contrariato: "La partita non mi è piaciuta, tante botte. Forse però così è meglio perché abbiamo trovato il clima da campionato. La Lazio può fare molto meglio. Abbiamo subito i gol per disattenzione, specie il primo. E' vero non abbiamo fatto una gran partita, ma non sono preoccupato perché abbiamo ancora un mese di lavoro". Pancaro al suo primo allenamento ieri mattina ha preso una botta (indisponibile come Buso) e nella ripresa il tecnico ha voluto provare Favalli da centrale: "Credo possa farlo, ha anche ricoperto questo ruolo nella Cremonese". Eriksson poi saluta così la doppietta di Signori: "Beppe è questo, lo sappiamo. Ed io conto molto sui giocatori come lui ed altri che possono risolvere da soli una partita".


Dal Corriere della Sera:

Finalmente Signori. Dopo tanta attesa, ieri pomeriggio il capitano della Lazio è sceso in campo contro il Venezia a Moena. Bloccato da problemi fisici di poco conto, che comunque avevano indotto Eriksson a non rischiarlo nelle due precedenti amichevoli, Signori è riapparso al fianco di Casiraghi e con alle spalle Mancini, mentre Boksic, assolutamente strepitoso contro il Trento pochi giorni fa, è andato inizialmente in panchina. Il capitano biancoceleste si è subito presentato con una bella doppietta. La prima rete, l'ha realizzata dopo soltanto undici minuti. Lancio di Mancini, palla "spizzata" dalla difesa del Venezia e sul rimbalzo strano si è avventato Signori che di sinistro ha battuto l'ex romanista Gregori. Un gol di rapina, da grande opportunista qual è sempre stato l'attaccante. Tuttavia la Lazio nel primo tempo non è riuscita a brillare, messa in difficoltà da un Venezia più avanti come condizione fisica e niente affatto incline a giocare una partita "comoda". Gli scontri fisici, infatti, hanno caratterizzato quest'amichevole che si è finita comunque col rivelare un buon test per la squadra di Eriksson.

La Lazio ha incontrato qualche problema in fase di sviluppo del gioco, e ha utilizzato Mancini in una posizione più arretrata rispetto a quella in cui è abituato a giocare l'ex sampdoriano. Ci ha pensato però Signori a svegliare dal torpore la squadra biancoceleste. Subìto il pareggio alla mezz'ora, causa un autogol di Mancini (tiro di Iachini, respinta corta di Marchegiani, stinco del fantasista e palla in rete), la Lazio ha ristabilito il vantaggio con il suo capitano all'8' della ripresa. Quindi Eriksson ha cominciato la girandola delle sostituzioni (niente Pancaro, leggermente infortunato). A 8' dalla fine, però, la beffa. Schwoch, su rigore, realizzava il gol del pareggio.


Da la Repubblica:

Chi cerca Signori, trova. Ad esempio un bomber che sfrutta in rete le due sole vere occasioni capitate alla Lazio in 90 minuti. Oppure un attaccante che a Moena è vivace, aggressivo, pungente. E' un goleador vero, al suo esordio nella nuova stagione, ma che contro il Venezia ha rappresentato anche un rammarico. Già, perché se è da campioni segnare nelle due sole occasioni da rete, chissà cosa avrebbe combinato se la sua spalla, Gigi Casiraghi, avesse davvero svolto quel ruolo anziché vagare senza convinzione. E se magari Mancini fosse stato più illuminante, magari come quello visto giovedì a Trento. Eriksson comunque al termine della partita è soddisfatto del suo biondo goleador. Meno di quello che la squadra ha fatto vedere. "Non è stata una bella partita. Per essere un'amichevole poi è stata fin troppo dura. Dobbiamo migliorare l'intesa, nel gioco qualcosa ci riesce bene, e qualcos'altro meno". Al fischio d'inizio dunque la Lazio presenta la novità tanto attesa, Beppe Signori. Ma non è stata la sola. Lopez sostituisce Nesta, vittima di un'infiammazione ai tendini, in mezzo alla difesa. Nella ripresa, l'ex vicentino sarà a sua volta sostituito da Gottardi, con Favalli che va a fare, con molta apprensione il libero. Buso è fuori per una contrattura e il neoarrivato, il cagliaritano Pancaro, resta in panchina perché ha i muscoli un po' indolenziti.

Per la Lazio l'inizio è spumeggiante, e Signori dopo appena 11' sblocca il risultato grazie anche a due svarioni difensivi di Dal Canto e Pavan. Il Venezia però si dimostra ordinato e tranquillo, pressante a centrocampo e più determinato a cercare il clima agonistico. La Lazio soffre il ritmo, e al 29' i veneti pareggiano grazie a un'autorete di Mancini dopo che Marchegiani in tuffo aveva smanacciato un forte tiro di Iachini da centro area. Dieci minuti dopo Marchegiani fa sfoggio di bravura deviando in splendido tuffo in corner un forte tiro al volo di Cossato ben servito in area di testa da Zironelli. Sì, la Lazio arranca ma all'inizio della ripresa, al 53', ritorna in vantaggio con Signori, lesto a mettere in rete una corta respinta del portiere veneziano su tiro di Fuser. Come nel primo tempo però la Lazio sembra soffrire della sindrome da vittoria, e il Venezia ritorna padrone del gioco. Al 72' l'arbitro benevolmente sorvola su un fallo in area di Favalli su Schowch. Quando però, al 79', è Ballotta a stendere il pericoloso centravanti veneziano, il rigore è inevitabile, che lo stesso Schowch trasforma per il meritato pareggio.




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