Olimpicus - Ritorno al 1980: il plot di un racconto che non sarà mai scritto

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L'odierna (2016) linea "A" della Metropolitana di Roma
La linea "A" della Metropolitana di Roma negli anni '80
Un momento del derby del 2 marzo 1980 riportato nel racconto di Olimpicus
L'inaugurazione della linea "A" della Metropolitana di Roma sul Messaggero del 17 febbraio 1980

OlimpicusEagle.jpg RUBRICA LETTERARIA "I racconti di Olimpia" di Olimpicus per LazioWiki



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RITORNO AL 1980: IL PLOT DI UN RACCONTO CHE NON SARA' MAI SCRITTO

Protagonista del racconto è Ennio, un cinquantenne di Roma, divorziato, sfiduciato, schifato della realtà sociale e politica del suo Paese, libero professionista ma con una situazione economica al limite della povertà. Egli non ha parenti, i genitori sono morti da diversi anni. Ha pochissimi amici e una donna, che l'aiuta a tirare avanti lavorando come cameriera in una pensione del centro. Da un paio di settimane, al povero Ennio hanno diagnosticato un tumore al cervello. Un mattino di lunedì 18 marzo 2013, alle ore 7, prende la metropolitana che lo deve portare al lavoro: fa il correttore di bozze presso una casa editrice. Non ha detto nulla a nessuno del suo male, preannunciato da allucinazioni diurne. Mentre ha la mente distratta in cupi pensieri, improvvisamente uno slittamento lo fa piombare, all'interno della sudicia carrozza in cui viaggia, in un'altra dimensione temporale. Per prima cosa, Ennio si accorge della carrozza della metro, diventata più pulita, poi emergono gli altri cambiamenti: le persone attorno a lui hanno i capelli lunghi, vestono abiti colorati, in generale sono più giovani di età, e sono tutti italiani. Esce subito dalla carrozza alla prima fermata e, osservandosi nel riflesso del vetro di una pubblicità murale, realizza che anche lui non è più lo stesso uomo: dimostra trent'anni di meno, gli abiti gli stanno flosci, da 75 è passato a 63 chilogrammi e, praticamente, è un teenager. Esce alla luce del sole, tutto è mutato! La città è più luminosa, l'aria migliore e meno carica di smog. Le automobili sono più piccole: le auto degli anni settanta. Va all'edicola più vicina per avere una conferma a quello che, col cuore più che con la mente, ha già accettato. La copia de "la Repubblica" porta una data: martedì 18 marzo 1980.

Trascorre l'intera giornata vagando per le strade. Fa varie esperienze che non provava da anni. Capisce che non deve, per evitare di violare il principio di causalità, incontrare il sé stesso del 1980. Però è mattino, e quindi il suo alter-ego sta presumibilmente all'università, a frequentare le lezioni di filosofia: non c'è pericolo d'incontrarlo. Allora va nel suo quartiere di ragazzo, all'Aurelio. Vede in giro uno dei vecchi amici, col quale si intrattiene a parlare. I vestiti che indossa, per un caso fortunato, sono tali da farlo passare inosservato. Però ha nella tasca della giacca degli oggetti fuori tempo: uno è il telefonino. Prova a fare una telefonata alla sua donna (chissà, forse gli risponderà dal futuro...), ma il cellulare è come morto. In tasca ha un giornalino metropolitano del 2013, tutto a colori. Pure il suo portafoglio reca tracce del futuro: trenta euro, la patente plastificata, la tessera della biblioteca nazionale, il biglietto timbrato della metro. Tutti quegli oggetti sono sopravvissuti al salto temporale. E' sopravvissuto anche il suo orologio Omega anni quaranta, un ricordo del padre, che a metà giornata vende a un gioielliere per procurarsi i soldi necessari a vivere nel 1980. Dopo varie avventure nel suo nuovo tempo, alle otto di sera, mentre viaggia in metropolitana per andare ad un cinema di periferia a vedere un film che aveva mancato trentatré anni prima, avviene di nuovo lo slittamento temporale. Ennio ritorna al suo tempo presente. Non se l'aspettava. E' il 18 marzo 2013. Ricorda quello che è successo nei dettagli. In tasca, per provare l'esperienza incredibile che ha fatto, ha pochi oggetti: biglietti dei servizi di trasporto pubblici, la cialda mezzo sbriciolata di un cono comprato alla gelateria Fassi in via Principe Eugenio, in un quartiere Esquilino ancora sgombro di negozi cinesi, un giornale spiegazzato e altre cose di nessun conto.

Passa la settimana nel 2013: la solita routine, ma accesa da molte domande senza risposta sul mistero del suo viaggio nel tempo. Inutile e pericoloso parlarne a qualcuno, lo prenderebbero per matto o gli consiglierebbero un medico per l'esaurimento nervoso. Non dice niente neanche alla sua donna. Il lunedì mattina del 25 marzo 2013, mentre viaggia sulla linea A della metropolitana per recarsi al lavoro, avviene lo slittamento temporale. Il fatto lo sorprende ancora, seppure l'avesse sperato. Non sapeva, però, se e quando sarebbe successo. Questa volta dà un'occhiata all'orologio che ha al polso - uno smilzo Vetta tirato fuori da un cassetto, regalo della madre per il primo esame universitario superato - e nota l'ora: le 7 e 7 minuti. Il giornale che sta leggendo un tizio seduto davanti a lui porta la data di lunedì 10 marzo 1980. Ennio trascorre un'altra giornata nel passato. Si diverte un mondo. Si sente una specie di alieno. Ma un alieno che ha vissuto quel tempo e quello spazio e che si sa muovere bene. La sera, mentre sta seduto nel buio di un cinema, in un istante il suo corpo viene trasportato dentro la carrozza della metropolitana. Capisce che sta per arrivare il salto in avanti e, in effetti, lo compie: ritorna al 25 marzo 2013. Controlla istintivamente l'orologio: segna le 20 e 04. Più tardi, fa un po' di conti e realizza che il viaggio nel passato è durato esattamente 777 minuti. Probabilmente, anche la volta precedente aveva avuto quella medesima estensione. Nei giorni seguenti, analizza la situazione e si prepara per il salto. Prevede che avverrà il lunedì primo aprile alle ore 7 e 7. E sempre sulla linea A. Si prepara per l'evento. Avverte la sua donna che ritornerà tardi perché ha "casini sul lavoro". Tra le altre cose, è andato alla biblioteca nazionale e si è documentato sugli eventi della domenica del 2 marzo 1980.

Conosce un episodio criminale di quel giorno. Sa tutti i risultati delle partite di calcio, si è annotato su un block-notes quelli delle corse ippiche. Il salto arriva nelle modalità previste. Ennio viene trasportato in quello che è ora "il suo 1980". Verso mezzogiorno, si reca all'agenzia di corse che frequentava da ragazzo e piazza le puntate vincenti sui cavalli. Da Ernesto, l'allibratore clandestino per il calcio che conosce bene, gioca martingale pazzesche. Poi va in taxi allo stadio per assistere al derby Roma-Lazio, una partita della quale, in realtà, sa già ogni cosa: vinceranno i giallorossi con una rete di Paolo Giovannelli a pochi minuti dal termine. Se la gode come fosse una pièce teatrale. Stupisce un suo occasionale vicino di posto preconizzando con precisione le azioni dei tre gol dell'incontro. Si accorge che il suo cuore tifa sempre Lazio dalla puntura di amarezza e delusione che sente al gol finale: quel che è stato non si può cambiare. Ma lui non s'era giocato il due a uno della Roma. La sera, siede su una panchina di Villa Borghese quando, dopo 777 minuti di permanenza nel passato, avviene lo slittamento nello spazio-tempo. Stesso procedimento: carrozza 1980 e carrozza 2013. Questa volta, ha approfittato della giornata di vacanza dalle sue miserie di uomo fallito per acquistare, con le lirette vinte ai cavalli, alcune cose preziose. Tra queste, il primo numero de L'Uomo Ragno, comprato al baracchino di fumetti usati del quartiere. C'è dentro pure il poster e se lo rivende realizzando un bel guadagno in euro. La quarta visita al passato cade il lunedì 8 aprile 2013, alias sabato 22 febbraio 1980.

Ennio si è ormai assuefatto alle sue scorrerie avanti e indietro nella quarta dimensione. Nel tempo passato è giovane e ha il vantaggio di conoscere il futuro: le martingale azzeccate sul calcio l'hanno reso subito molto popolare all'agenzia ippica. Nel tempo presente si sta arricchendo con il commercio vintage. Stavolta ha programmato un viaggio in aereo a Milano per convincere il Berlusconi del 1980 a dedicarsi ad una intrapresa che lo distolga dalle Tv private: lo sviluppo del business dei computer coi microchip al silicio. Il tentativo purtroppo fallisce. Ennio s'accorge, una volta di più, che è inutile cercare d'interferire sul passato per migliorare il futuro. C'è come un sistema interno (ad esempio, la tecnologia informatica 2013 che nel 1980 non funziona) che impedisce di mutare quel che è già stato. Gli sono aumentati, nel frattempo, i mal di testa: il male sta avanzando nel suo corpo logoro e stanco del ventunesimo secolo. Quando vive nel passato, invece, la sua forma fisica è perfetta, la mente è lucida, l'umore è alto. Il Viaggiatore nel Tempo sa che la linea A della metropolitana di Roma è stata inaugurata il 16 febbraio 1980. Teme quello che gli potrà accadere tornando oltre quella data; cosa che appare inevitabile, visto il carattere retrogrado dei suoi viaggi. L'ultimo suo salto, il quinto, compiuto il venerdì del 15 aprile 2013 e corrispondente al venerdì 14 febbraio 1980, San Valentino, lo porta in un tunnel della metro mai visto prima: è il tunnel che ha come unica via di uscita la bocca di Dio.



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