Mercoledì 4 agosto 2021 - Marienfeld, campo Hotel-Residence Klosterpforte - Lazio-Meppen 1-1

Da LazioWiki.

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4 agosto 2021 - Marienfeld (Germania), campo Hotel-Residence Klosterpforte - Amichevole - inizio ore 18.30


LAZIO: Strakosha, Marusic (46' Lazzari), Luiz Felipe (46' Patric), Radu (46' Acerbi), Hysaj (60' Kamenovic), Milinkovic (60' Akpa Akpro), Leiva (60' Escalante), Luis Alberto (46' Cataldi), Felipe Anderson (60' Romero), Muriqi (46' Immobile), Raul Moro (60' Correa). A disposizione: Reina, Adamonis, Vavro, Jony, André Anderson, Caicedo. Allenatore: Sarri.

MEPPEN: Harsman, Jesgarzewski (66' Ballmert), Osée (64' Käuper, 83' Klöpper), Fedl, Al-Hazaimeh (54' Bünning), Evseev (77' Benke), Egerer, Dombrowa (66' Faßbender), Ametov (77' Hoffmann), Krüger (83' Ideler), Guder (77' Holt). A disposizione: Punt. Allenatore: Schmitt.

Arbitro: sig. Exner - Assistenti sigg. Maibaum e Westerhoff.

Marcatori: 14' Dombrowa, 19' Muriqi.

Note: espulso al 90' Correa per doppia ammonizione. Ammonito al 49' Lazzari ed al 90' Correa. All'87' Immobile ha fallito un calcio di rigore.

Spettatori: -.


Una fase di gioco
Ciro Immobile in azione
Foto Fotonotizia
Jean Daniel Akpa Akpro
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Luka Romero
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Joaquin Correa
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Manuel Lazzari
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Luis Alberto
Foto Fotonotizia
Raul Moro
Foto Fotonotizia
Adam Marusic
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Sergej Milinkovic-Savic
Foto Fotonotizia

La Gazzetta dello Sport online titola: "Lazio, 1-1 col Meppen: un altro pareggio contro una squadra di terza serie. Sarri recupera lo svantaggio grazie a un gol di Muriqi. Anche contro il Padova era finita con lo stesso punteggio".

Continua la "rosea": Un altro deludente pareggio per la Lazio contro una squadra di Serie C. I biancocelesti non sono andati oltre l’1-1 contro il Meppen, onesta formazione di terza divisione tedesca nell’amichevole giocata questo pomeriggio a Marienfeld. Lo stesso punteggio dell’ultima amichevole disputata dalla Lazio ad Auronzo di Cadore, contro il Padova, altra formazione di Serie C. Se un passo falso ci poteva pure stare (si era al termine del primo ritiro e le gambe erano appesantite), questo secondo stop non può non suonare come un campanello d’allarme. Anche perché, al di là del punteggio finale, la Lazio è apparsa stanca e abulica e pure distratta in parecchi frangenti. La partita. La formazione di Sarri è andata sotto dopo appena un quarto d’ora (gol di Kruger che ha sfruttato un errore in disimpegno di Luiz Felipe), ha poi pareggiato grazie a Muriqi una decina di minuti più tardi (comodo tocco su cross di Felipe Anderson), ma poi non è riuscita a completare la rimonta. Per il gioco decisamente approssimativo, ma anche per l’imprecisione dei suoi giocatori nelle poche occasioni create: Muriqi ha colpito la traversa a porta spalancata, Luis Alberto ha mandato fuori da posizione favorevolissima (anche perché ha voluto colpire la palla di tacco anziché cercare una soluzione più semplice). E poi nella ripresa Immobile (alla prima uscita stagionale) ha fallito un rigore, che si era conquistato Correa (anche lui alla prima di questa estate). L’argentino (altra nota negativa della giornata) è stato espulso nel finale per doppia ammonizione. La prima per un fallo di gioco, la seconda per proteste. Inevitabile ricollegare il suo nervosismo alla situazione che sta vivendo. Ha chiesto di essere ceduto, ma il suo trasferimento non s'è ancora concretizzato.


Dalla Gazzetta dello Sport edizione cartacea:

Poco gioco e nervi tesi. Ma che cosa succede alla Lazio? Due pareggi con squadre di terza serie ed è allarme. Sarri chiede un gioco più dispendioso. Ci sono malumori e casi irrisolti, vedi Correa e Luis Alberto. E il mercato bloccato complica tutto. Correa espulso ieri, Luis Alberto quasi col Padova. Il primo aspetta con ansia di essere ceduto, il secondo continua ad avere un rapporto conflittuale con la società: sono due problemi da risolvere.

Adesso il campanello d’allarme non può non suonare. Perché se è vero che il calcio d’estate non è mai da prendere troppo sul serio, non si può neppure ignorarne i responsi. Specie, poi, se arrivano due pareggi consecutivi contro squadre di Serie C. È il caso della Lazio di Sarri che, dopo non essere andata oltre l’1-1 con il Padova (Serie C), ieri ha ottenuto lo stesso punteggio con il Meppen (terza divisione tedesca). Una doppia stecca che tra l’altro rispecchia fedelmente quanto visto sul campo: le due avversarie hanno ampiamente meritato il sorprendente risultato ottenuto. Qualcosa (anzi più di qualcosa) non va nel progetto Sarri. Il tempo per rimediare c’è. Ma i nodi da sciogliere non sono pochi. Gioco dispendioso. Il gioco, innanzitutto. Che latita. Contro la Triestina la Lazio aveva entusiasmato, ma solo nella prima frazione di gioco. Sembrava l’inizio di un percorso luminoso. Ma quel lampo si è smarrito già nella ripresa della stessa gara e poi nelle due successive. Nelle quali la Lazio ha trotterellato, esprimendosi con una stucchevole sufficienza. L’impressione è che la squadra faccia fatica a metabolizzare i meccanismi di Sarri. Che abbia avuto una sorta di crisi di rigetto.

Per anni (i cinque di Inzaghi) è stata abituata a giocare puntando sulle fiammate improvvise (sulle fasce o per vie centrali). Adesso è chiamata ad una manovra avvolgente a ritmi sempre alti, che fa una tremenda fatica a sostenere. Difesa alta. Chiaro che c’è l’attenuante dei carichi di lavoro e delle gambe pesanti. Sarri non ha fatto sconti durante il ritiro di Auronzo. E anche a Marienfeld sta "torchiando" i giocatori. Ma, per quanto importante, questo elemento non basta da solo a spiegare i passaggi a vuoto. C’è anche un problema tattico. Sarri vuole una difesa molta alta. L’esatto opposto di quanto accadeva con Inzaghi. E questo cambiamento radicale la formazione biancoceleste non lo ha ancora digerito. Due gol incassati contro la Triestina (e qualche altra occasione concessa), un gol al passivo sia col Padova sia col Meppen e in entrambi casi a inizio gara, sul punteggio di 0-0. Sono segnali evidenti che la fase difensiva vada registrata meglio. Ma il dubbio che fa capolino è se i giocatori siano realmente convinti di questa svolta tattica. Lacune in organico Sarri, ovviamente, non è affatto contento. Durante il test col Padova aveva spesso sbraitato, ieri è rimasto più tranquillo, ma solo esternamente.

Il problema è che sta portando avanti un progetto a cui mancano ancora troppi tasselli. Il mercato è incompleto e i nazionali sono arrivati solo da pochi giorni. Immobile (come Acerbi e Correa) ha giocato solo ieri la prima partita e ha subito "tradito" il nuovo tecnico, facendosi parare un rigore nel secondo tempo. Più in generale la coperta è corta in tutti i settori. Tra rincalzi che non sembrano all’altezza dei titolari (problema che è una costante degli ultimi anni) e ruoli che sono scoperti anche nelle prime scelte. Mercato bloccato. Il rischio è che questo problema si trascini ancora a lungo perché in questo momento il mercato è bloccato dall’indice di liquidità. Che non permette al club di effettuare operazioni (e neppure di formalizzare quelle già concluse) se prima non cede qualche giocatore. Non è solo una questione di attesa (ma già questo crea danni perché Sarri non può lavorare con quella che nelle sue intenzioni sarà la squadra titolare), il problema è che, in questa situazione di stallo, gli obiettivi sfumano. È successo con Brandt, poi anche con Brekalo e Kostic. Resiste Basic, ma è fondato il timore che i continui rinvii complichino pure questa pista.

Nervosismo strisciante. E poi, come sempre accade in casi del genere, è facile che a qualcuno saltino i nervi. Ieri è toccato a Correa, che nel finale è stato espulso per doppia ammonizione. Decisione molto fiscale da parte dell’arbitro, ma che l’argentino - che ha vuole andar via e lo ha detto a chiare lettere - non sia tranquillo è evidente. Contro il Padova era stato Luis Alberto a rischiare lo stesso provvedimento. Ha spinto e fatto cadere un avversario dopo un fallo subito, cavandosela con un giallo. Lo spagnolo si era presentato in ritiro con una settimana di ritardo. Il caso è rientrato, ma evidentemente il giocatore continua ad essere poco sereno.


► Il Corriere dello Sport titola: "Ciro manca il bersaglio ma ripartirà da capitano. Entra nella ripresa, sbaglia un gol e un rigore. La Lazio lo ha eletto: gli tocca la fascia e raccoglierà l’eredità di Lulic. Milinkovic vice. Debutto stagionale di Immobile rientrato dalle vacanze post Wembley".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Centocinquanta gol in cinque anni, una media di 30 a stagione, Scarpa d’Oro nel 2020 e centravanti dell’Italia campione d’Europa a Wembley. Ciro Immobile a Formello è stato molto più di quanto raccontano numeri e trofei, testimoniando il percorso di un realizzatore che alla prossima rete in Serie A entrerà nella top 20 di tutti i tempi del nostro calcio. Ha sposato la società, la città, i tifosi. Leader e trascinatore, ha guidato la Lazio verso la rinascita, i primi posti della classifica e il ritorno in Champions. L'uomo simbolo dell’ultimo quinquennio targato Inzaghi. Ora diventerà il capitano del Comandante, raccogliendo l’eredità di Lulic, l’eroe del 26 maggio 2013 andato in pensione. Un’elezione naturale, scontata, voluta dal gruppo e da Sarri, che per conoscerlo non ha avuto bisogno di volare in Grecia e salire su uno yacht, come accadde appena ingaggiato dalla Juve con Ronaldo. Lo aveva contattato al telefono durante l’Europeo, lo ha visto per la prima volta sabato scorso, quando Ciro è rientrato a Formello dalle vacanze. Ovvio consegnargli la fascia appena mollata da Senad Lulic.

Precedenti. Immobile e Parolo, l’altro senatore che si è appena separato dalla Lazio, erano stati eletti da Inzaghi capitani in pectore. Simone ne aveva tre a cui appoggiarsi per costruire il suo percorso di costante crescita, facendo uscire dal limbo la società biancoceleste. Sarebbe stato innaturale sovvertire l’ordine gerarchico e neppure c’è bisogno dei gradi per essere considerato un riferimento all’interno dello spogliatoio. Milinkovic, che era stato acquistato da Lotito e Tare nell’estate 2015 e vanta un’anzianità di servizio superiore di un anno, sarà il vice. Lucas Leiva il terzo. Stefan Radu, ribattezzato il Boss, come si sa non ha mai voluto portare la fascia. Disse no anche quando era appena uscito di scena Mauri e Pioli, con la spinta decisiva della società, la consegnò a Biglia piuttosto che a Candreva. Staffetta. L’elezione di Ciro era nell’aria. L’ultimo passaggio formale, con il pieno consenso dello spogliatoio e di Milinkovic, che non ne ha mai fatto una questione di principio, si è consumato nel ritiro tedesco di Marienfeld. E ieri se n’è avuta la riprova dopo l’intervallo, quando Immobile è stato sganciato da Sarri al posto di Muriqi e Sergej gli ha consegnato la fascia. Stava per scattare il secondo tempo dell’amichevole con il Meppen, squadra tedesca di terza serie, già rodata da tre giornate di campionato. E’ finita 1-1 e non è bastato l’ingresso del centravanti azzurro per ribaltare il risultato, consentendo alla Lazio di vincere. Ciro, per la verità, non è riuscito a sfruttare due buone occasioni per griffare il suo debutto con il Comandante.

Doppio errore. Un gol fallito in velocità, dopo aver dribblato il portiere in uscita e con la porta spalancata: azione tipica e ideale in profondità, innescata dal lancio immediato di Cataldi. A dieci minuti dal novantesimo, si è aggiunto il rigore (guadagnato da Correa con uno slalom in area) e sbagliato. Harsman, il portiere tedesco, ha intuito e in tuffo è riuscito a respingere il piatto destro non troppo angolato da Immobile. Poco male. Motore arrugginito dalle vacanze e dal sole di Ibiza, dove era andato ad abbronzarsi con il suo amico Insigne dopo il trionfo di Wembley. Mancano due settimane all’avvio del campionato, ci sarà tempo e modo per migliorare la condizione. Non dovrebbe essere complicato ritrovare il ritmo. Sarri sta accelerando i tempi. Ciro, come Acerbi e Correa, è entrato sabato scorso nel gruppo e da subito ha cominciato a sostenere lo stesso lavoro della Lazio rientrata dal ritiro di Auronzo.


Il Messaggero titola: "Sarri ritrova Ciro ma la Lazio stenta. Un altro 1-1 contro il Meppen dopo quello con il Padova. Gol di Muriqi. Immobile spreca un rigore, Correa espulso".

Prosegue il quotidiano romano: Altro passo indietro. Sarri urla e riprende in continuazione i suoi. Col Meppen, formazione di serie C tedesca, f‌inisce 1-1 come col Padova nell'ultima uscita ad Auronzo. Un risultato deludente, ma soprattutto una squadra lenta, ansiosa e prevedibile. Forse troppo preoccupata di fare le cose che chiede il tecnico. Nella velocità del pallone, di stare alti in difesa e compatti tra i reparti. "Riprendete le posizioni, le posizioni", urla in continuazione l'allenatore, soprattutto nei confronti di Milinkovic e Luis Alberto. Riprende soprattutto lo spagnolo che, a porta vuota, ha tentato il colpo di tacco, mandando la palla fuori. E' su tutte le furie, il toscano. Oppure quando Mau richiama Felipe Anderson, reo di aver tenuto troppo la palla tra i piedi. Non bene, insomma. Qualcosa si è visto, come l’impegno e una certa "verve" di Muriqi lì davanti nel primo tempo, ma è davvero troppo poco. Anche perché all'inizio del campionato mancano appena sedici giorni. Non proprio tanti. E la situazione, notando quanto si è intravisto ieri, non sembra essere un aspetto positivo. Ma il tempo per rimettere le cose in ordine c’è.

Sciupona. I big appena rientrati in gruppo hanno fatto il loro ingresso in campo nel secondo tempo. Per loro l’attenuante di essere appena tornati dalle vacanze e di aver lavorato da soli quattro giorni. Correa (espulso nel f‌inale per doppia ammonizione per qualche parola di troppo, una decisione esagerata anche perché l’argentino non era affatto nervoso, tutt'altro) si è impegnato sulla fascia esterna, Immobile lo stesso, anche se l'attaccante napoletano si è divorato due gol davvero semplici. Non solo. Re Ciro ha anche fallito un rigore a quattro minuti dalla f‌ine. La vittoria non avrebbe cambiato nulla, solo reso meno amaro questo test, con una formazione, il Meppen, che ha giocato in modo forse troppo ruvido per essere un’amichevole. La Lazio va a sprazzi, con alcune buone individualità, ma è troppo disordinata ancora. Da dimenticare la rete dello svantaggio dopo 14’, tutta sulle spalle di Luiz Felipe che, distrattamente, ha consegnato il pallone a Kruger che si è involato in area, battendo Strakosha. La riposta quattro minuti dopo con Muriqi che pareggia con un bel colpo di testa su assist di Felipe Anderson. Tamponi. La forte sensazione è che ci siano giocatori non all’altezza della situazione. Sarri è in pressing su Tare, che sta cercando di portare Basic (imminente il suo arrivo) e Kostic (anche lui bloccato dopo l'incontro con l'agente Ramadani), ma deve uscire qualcuno oltre Kamenovic (extra) in prestito. Gli indiziati sono Correa, Everton e Inter (in gran risalita) e Muriqi, sul quale ci sono Valencia e Eintracht. Caso tamponi: fissata per il 7 settembre l'udienza dinnanzi al Collegio di Garanzia presso il Coni per Lotito (lo difenderà il prof. Vaccarella con una sentenza sui "tonni rossi") e i medici Rodia e Pulcini.



La formazione del primo tempo:
Strakosha, Hysaj, Luiz Felipe, Muriqi, Milinkovic-Savic, Luis Alberto;
Felipe Anderson, Leiva, Radu, Raul Moro, Marusic
La formazione del primo tempo in grafica




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