Mercoledì 26 agosto 1987 - Roma, stadio Flaminio - Lazio-Juventus 1-1 (3-5 d.c.r.)

Da LazioWiki.

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Coppa Italia 1987/88 - Gara 2 girone 8 - Lazio-Juventus 1-1 (3-5 rig) - Calcio d'inizio ore 20,30

LAZIO: Martina, Acerbis, Beruatto, Esposito (89' Caso), Gregucci, Marino, Savino (89' Nigro), Camolese, Galderisi, Pin, Monelli. A disp. Salafia, Foschi, Muro. All. Fascetti.

JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini (77' Vignola), Brio, Tricella, Mauro (II), Magrin, Buso, De Agostini, Alessio. All. Marchesi.

Arbitro: Casarin (Milano).

Marcatori: 2' Galderisi, 51' Mauro (II).

Note: ammonito V.Esposito. La Lazio si aggiudica 1 punto dei 3 in palio, i restanti 2 vanno alla Juventus per aver prevalso ai calci di rigore.

Spettatori: 30.000 circa di cui 25.758 paganti, incasso £. 494.497.000.

Sequenza rigori: Galderisi (r), Magrin (r), Monelli (r), Vignola (r), G.Pin (palo), De Agostini (r), Caso (palo), Brio (r).

Una fase della gara
Il biglietto della partita
Il goal di Galderisi
Risultati e classifica del girone 8
Muro sospeso dalla prima squadra, da La Gazzetta dello Sport
Le scuse del fantasista napoletano, da La Gazzetta dello Sport

In molti lo avevano sognato così l'esordio interno della Lazio, il primo appuntamento casalingo con i punti che contano. Infelice solo l'epilogo dal dischetto, con una sconfitta che certo Pin e compagni non avevano meritato perché è stata la Juventus a costringere ai rigori la Lazio e non viceversa. La magia si è infranta contro lo stesso legno, quello destro della porta di Tacconi, dove sono finiti i palloni calciati dal dischetto da Pin e poi da Caso (entrato appunto per calciarlo), mentre non fallivano i cecchini di Marchesi.

In salita dopo appena due minuti, i bianconeri hanno incontrato difficoltà insormontabili nella gagliardia atletica degli undici biancocelesti, che hanno trovato in questo big match motivazioni giuste, distribuendo al meglio le energie. Il vantaggio era arrivato a taccuini immacolati. Pin aveva conquistato palla dalle retrovie, scambiando poi sulla sinistra con Beruatto che aveva chiuso di tacco il triangolo: lucidissimo il regista biancoceleste nello smarcare in verticale Galderisi, straordinariamente preciso il diagonale di sinistro in corsa del centravanti che gonfiava la rete proprio sotto l'incrocio.

Fascetti, rinunciando a Muro, ha adottato la tattica dell'uomo contro uomo in ogni parte del campo: solo Camolese ed Esposito si sono a volte scambiati l'avversario, Magrin o De Agostini. Pin si sacrificava su Bonini, Mauro provava a portarsi sulla destra il mancino Beruatto, Monelli faceva il pendolare per limitare la portata aerea di Brio. Solo due tentativi di Magrin nel primo tempo, uno parato a fatica da Martina, l'altro sfilato a lato di poco.

Ma a inizio ripresa gli ospiti si sono riportati in parità: un colossale buco difensivo permetteva a Mauro di scaraventare a colpo sicuro alle spalle di Martina un pallone conquistato sulla trequarti da Tricella, offerto per il cross a Cabrini e allungato intelligentemente di testa da Alessio. L'ex avellinese ha poi sfiorato un immeritato sorpasso calciando sul portiere biancoceleste.

Poi è stata la Lazio a dominare il campo fino al termine: mano galeotta di Cabrini in area punibile col rigore, Tacconi protagonista su punizione angolatissima di Pin, il migliore in campo, e poi a terra su Monelli. Due cross tagliati, uno di Beruatto e l'altro di Galderisi, non sono stati raccolti per un niente dai compagni a centroarea. Da mangiarsi le mani vista la beffa finale dal dischetto.

La Gazzetta dello Sport titola: “Ai rigori spunta la Juve – I bianconeri in formazione di emergenza rimediano i due punti – Galderisi fa scattare la Lazio e Mauro la riprende – All’inizio arrembante dei padroni di casa fa seguito la reazione dei bianconeri che agguantano il pareggio con Mauro – Ai rigori sbagliano Pin e Caso per i laziali, tutti a segno gli juventini”.

Flaminio stipato fino all’inverosimile, specie nelle curve e traboccante di passione biancazzurra. A sostenere la Juve, sull’altro piatto della bilancia, ce n’è uno, ma buono. L’avvocato Gianni Agnelli che fa un’improvvisata sbucando all’ultimo istante in tribuna d’onore, accompagnato dall’immancabile Montezemolo.

Neanche il tempo di sistemarsi in poltrona che l’avvocato deve sorbirsi il gol della Lazio, architettato con estrema perfidia da due ex juventini. Pin conquista palla alla “trequarti”, finta l’allungo su Beruatto che gli aveva ceduto il pallone ed era scattato in avanti sulla fascia, ma poi fa filtrare un’intelligente palla in verticale sulla quale si avventa Galderisi: la difesa bianconera si fa sorprendere, il piccolo centravanti s’infila in una “corsia preferenziale” e di sinistro scarica in corsa un diagonale alto che fa secco Tacconi. Non sono passati che due minuti e il Flaminio è una bolgia.

La reazione della Juve tarda a venire, anche perché la squadra mostra di non riuscire a orchestrare una valida azione di attacco, mentre la Lazio, ora che è in vantaggio e gioca sull’entusiasmo, può attivare maggiormente il contropiede. E infatti Tacconi è chiamato più volte in causa, mentre Martina rimane a lungo inoperoso. Deve uscire di pugno solo al 19’ per anticipare Cabrini su cross di De Agostini. Pericolo per la porta laziale al 25’: Magrin ci prova da circa trenta metri con una punizione a effetto che per di più rimbalza davanti a Martina: il portiere si lascia sfuggire clamorosamente il pallone, ma nessuno dei bianconeri è pronto ad approfittarne.

La Lazio ora cerca di controllare la partita, ma quando parte in attacco lo fa con disimpegni veloci, facendo viaggiare la palla di prima, mentre il difetto della Juve è di avere troppi uomini che tentano improbabili dribbling, lo spunto personale insistito. Un segno ulteriore che l’intesa non è ancora perfezionata. Altra punizione di Magrin molto pericolosa al 34’, con palla che sibila vicino al palo sinistro di Martina. Ma solo su calci piazzati la Juve riesce a produrre qualcosa in fase offensiva. Nonostante generosamente spinga indietro la Lazio nella sua metà campo. Fine del tempo.

Si riparte, ma non sembra che la scena cambi: la Juve arranca in sofferte offensive che non trovano mai un briciolo di inventiva e la Lazio si copre arretrando con tutti i suoi uomini, per poi rovesciare il fronte con qualche alleggerimento. Ma all’improvviso, da un’azione che non sembra sortire nulla d’importante, la Juve agguanta il pareggio. Cabrini, pescato da Tricella sulla sinistra, crossa. Alessio di testa alza il pallone. Buso non ce la fa ad agganciarlo, ma è un bene per la Juve perché viene servito dopo il rimbalzo Mauro, completamente dimenticato dagli avversari in piena area di rigore, un po’ spostato sulla destra. Comodo rasoterra e gol. Siamo al 6’, vedremo ora chi riuscirà a cambiar marcia.

E’ la Juve che appare più frizzante, al 14’ un cross di Mauro raggiunge Buso al centro dell’area laziale, di testa smistamento ad Alessio che tenta il tocco di fino. Martina salva in due tempi. Ma pian piano anche la Lazio viene fuori. Prima c’è un errore di Esposito che tira alto da buona posizione e poi al 22’, su punizione di Pin pericolosissima, Tacconi è molto bravo a salvarsi in tuffo. La palla respinta viene poi allontanata dalla difesa. Qualche sconsiderato fa temere il peggio. Comincia a volare un po’ di tutto dagli spalti e Casarin è impegnato a liberare il terreno di gioco da arance e bottiglie. Al 27’ Camolese mette giù Alessio a dieci metri dall’area laziale. Tenta questa volta Cabrini, pallone altro che sfiora la traversa.

Ora la gara si fa più equilibrata come predominio territoriale. Entrambe le squadre cercano di puntare alla vittoria nei novanta minuti, anche se il gioco non è un granché. Al 31’ Savino spara un diagonale sul quale Tacconi si salva in due tempi e un minuto dopo un cross di Beruatto crea problemi nella difesa bianconera, che non sembra impeccabile. A questo punto Marchesi fa uscire Bonini e manda in campo Vignola. Al 41’ cross di Alessio da destra e Martina, in uscita bassa, anticipa Buso. Ora le squadre appaiono stanche e si arrendono alla fatalità dei rigori. Fascetti ad un minuto dalla fine fa uscire contemporaneamente Savino ed Esposito e manda in campo Caso e Nigro, due piedi buoni per i rigori. Ultima emozione per un ‘incursione di Galderisi e Casarin fischia la fine.

Comincia l’altalena dei rigori. Sul dischetto per prima la Lazio con Galderisi, diagonale a mezz’altezza che Tacconi intuisce ma non riesce a fermare; per la Juve esordisce Magrin, tra un subisso di fischi spiazza Martina. 1-1. Ora è la volta di Monelli che con un tocco dolce spiazza Tacconi rasoterra vicino al palo destro: 2-1 per la Lazio. Ora c’è Vignola sul dischetto: lunga rincorsa e sinistro che Martina sfiora ma non riesce a respingere. Brivido, ma comunque è 2-2. Ora è la volta di Pin, ma la vendetta dell’ex questa volta fallisce: palla forte contro il palo, mentre De Agostini subito dopo non si scompone e spiazza Martina: 3-2 per la Juve. Caso tenta di metterci una pezza, ma colpisce lo stesso palo nello stesso punto di Pin. Adesso alla Juve basta che Brio non sbagli per aggiudicarsi la partita. Lo stopper tira con molta decisione e buca Martina: 4-2 per i bianconeri, che la Lazio non può sovvertire e Casarin manda tutti negli spogliatoi.

Una partita che gli juventini hanno fatto loro per il rotto della cuffia, dovendosi accontentare però solo di due punti. Comunque, ieri sera a Roma la squadra di Marchesi ha mostrato di avere non pochi problemi a centrocampo, problemi che al 3’ forse Laudrup e Rush avevano celato. La Lazio dal canto suo ha mostrato discrete chanches, specie sull’asse Pin-Galderisi. In due gare è incappata due volte nei rigori: in un caso ha vinto, nell’altro ha perso. Ma ciò che più conta è il fatto che la squadra abbia dimostrato proprio contro un avversario di grande valore confortanti progressi.

Il quotidiano milanese dà notizia di un provvedimento disciplinare, richiesto alla società dal tecnico Fascetti, per il calciatore Ciro Muro: “Esplode un caso Muro”.

Roma – Ammutinamento di Muro. Il centrocampista della Lazio, lasciato in panchina contro la Juve, a tre minuti dalla conclusione è stato fatto “scaldare” da Fascetti: “Si prepari!”. La risposta è stata decisa: “In campo non ci vado per tirare i rigori”. Fascetti, che non ha un carattere adatto ai compromessi, gli ha risposto secco: “Allora può anche andarsene a casa per 15 giorni”. E la stagione laziale comincia con un caso difficile.

Il giorno dopo la notizia della sospensione: “La Lazio sospende il ribelle Muro – Mercoledì sera il giocatore non aveva gradito la scelta del tecnico di farlo scendere in campo solo per battere i rigori contro la Juve e costringendo Fascetti a mandarlo negli spogliatoi – Il provvedimento a tempo indeterminato (Muro si allenerà con la Primavera) è stato preso dalla società su richiesta dell’allenatore.

Roma – La Lazio ha multato e sospeso Muro, il centrocampista acquistato nella scorsa estate dal Napoli, a tempo indeterminato. Il provvedimento, sollecitato dal tecnico Fascetti, è stato preso ieri dal presidente Calleri. Muro da oggi dovrà allenarsi con la squadra “primavera”.

I fatti – Ad un minuto dal termine della gara contro la Juventus, mercoledì sera, Fascetti invita i panchinari Caso, Nigro e Muro a prepararsi per entrare. Sono, i tre, specialisti dei tiri dal dischetto, il risultato è di parità e Fascetti vuole giocarsi sino in fondo le carte a sua disposizione. Muro, accigliato per l’iniziale esclusione, si muove controvoglia. Fascetti lo riprende: “Allora, ci si scalda così?”. L’ex napoletano sembra non capire. Dopo un paio di mnuti il tecnico lo invita a tornare in panchina. “Preferirei andare negli spogliatoi – dice a quel punto Muro (il racconto è di Fascetti stesso n.d.r.) – Posso?”. Secca la risposta del tecnico: “No, vai a casa”.

Il giorno dopo – Andatura ciondolante, pantalone beige, camicia casual, testa bassa. Muro arriva a Tor di Quinto da Capena, con il pullman della società. Sono le 10 circa di ieri mattina. Un saluto ai cronisti in attesa, pochissima voglia di parlare e di commentare l’accaduto. Arriva Regalia, il direttore sportivo della Lazio. Muro sale sulla sua auto, i due vanno dal presidente Calleri. Il centrocampista torna con un taxi al Maestrelli un’ora dopo. S’infila nello spogliatoio, ne esce qualche minuto più tardi, una grossa valigia in mano, ancora nessuna voglia di parlare. E’ preoccupato per la salute di un fratello rimasto vittima nei giorni scorsi di un grave incidente. “Hanno ragione…”, sussurra mentre si allontana. Nei pressi c’è Fascetti. I due non si parlano. Il tecnico non sembra particolarmente teso, racconta brevemente i fatti della sera precedente, si limita a confidare che “se Muro è questo non mi serve”. Si viene a sapere, intanto, che qualche giorno fa c’è stato un precedente con Muro nelle vesti di protagonista negativo. L’”ammutinamento” di mercoledì sera, quindi, è stata la classica goccia che ha fatto precipitare la situazione.

Il presidente – Gian Marco Calleri, rintracciato telefonicamente, spiega i motivi della sospensione: Fascetti ha proposto un certo provvedimento che la società ha pienamente condiviso. Quando Muro è venuto a parlare con me è sembrato conscio dell’errore commesso, ha capito di avere sbagliato. Era quasi distrutto, anche per i problemi legati al fratello. Posso capirlo, ma nessuno deve permettersi di criticare il nostro allenatore”.

La Gazzetta dello Sport del 29 agosto: "Muro si scusa con Fascetti ma resterà lo stesso fuori squadra".

Muro, il centrocampista laziale sospeso giovedì a tempo indeterminato dalla società, ieri pomeriggio si è recato a Tor di Quinto per chiarire la situazione e chiedere scusa al tecnico Fascetti. Una vigorosa stretta di mano ha sancito la “tregua”, visto che il provvedimento resta. “Scusatemi ma non ho nulla da dichiarare – ha detto alla fine Muro – per ora non posso parlare”. Probabilmente attende un colloquio con il presidente Calleri per conoscere con esattezza il proprio futuro.

Fascetti si è mostrato soddisfatto, ma ha precisato che nella sostanza non cambia nulla. Ed il tecnico ha continuato a parlare di punizione per quindici giorni, mentre in sede si ribadisce il “tempo indeterminato”. Muro oggi, con la Primavera impegnata fuori Roma, si allenerà a Tor di Quinto: alle 8,30 scenderà in campo con il prof. Sassi, preparatore atletico della Lazio, poi lascerà spazio al resto della squadra, impegnata domani contro il Lecce.