Martedì 25 novembre 1997 - Wien, Ernst Happel Stadion - Rapid Wien-Lazio 0-2

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25 novembre 1997 - 2.759 - Coppa UEFA 1997/98 - Ottavi di finale, gara d'andata

RAPID WIEN: Hedl, Schoettel, Jerkan, Ratajczyk, Prosenik, Zingler, Wagner (73' Penksa), Freund, Wimmer, Stumpf, Ipoua. A disposizione: Koch, Gruner, Briza, Pfeifer, Hirsch, Breitenfelder. Allenatore: Dokupil.

LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, G.Lopez, Favalli, Fuser (88' Venturin), Almeyda, Marcolin, Nedved, Casiraghi, R.Mancini. A disposizione: Ballotta, Negro, Gottardi, Chamot, Rambaudi, Signori. Allenatore: Eriksson.

Arbitro: Sig. Malo Pereira (Portogallo).

Marcatori: 38' Casiraghi, 61' Mancini.

Note: espulsi al 56' Freund e al 63' Mancini per doppia ammonizione. Ammoniti: Schoettel e Ipoua. Calci d'angolo: 6-6.

Spettatori: 35.000 circa.

Il biglietto della partita
Pierluigi Casiraghi porta in vantaggio i biancocelesti
Roberto Mancini scocca il tiro del raddoppio laziale
Lopez in azione
Un altro fotogramma della rete del bomber brianzolo
Un'altra immagine del gol di Roberto Mancini
Roberto Mancini festeggiato dopo la marcatura
Nedved in azione
Lo sfogo di Signori a fine partita

Un'ottima prestazione corale della Lazio a Vienna pone una seria ipoteca per il passaggio del turno. Gli undici di Eriksson, che deve rinunciare all'infortunato Jugovic per Marcolin, partono subito forte con Casiraghi, ma è il Rapid Wien ad avere la prima vera occasione da gol con un tiro di Stumpf che coglie la traversa a Marchegiani battuto. La Lazio riesce subito a reagire ed alla metà del primo tempo costringe Jerkan ad un salvataggio sulla linea di porta a seguito di un pallonetto di Almeyda sul portiere Hedl. I biancocelesti sono padroni del campo e passano in vantaggio al 38' con Casiraghi che trasforma in rete un'infelice respinta del portiere austriaco su cross di Mancini.

Nel secondo tempo viene espulso Freund per fallo di mano (somma di ammonizioni) e per la Lazio diventa facile controllare la gara. Al minuto 61 Mancini, imbeccato da un ispirato Almeyda, scatta sul filo del fuorigioco e batte Hedl in uscita segnando il secondo gol che chiude la partita. Lo stesso Mancini verrà poi espulso nel finale per fallo su Prosenik.


La Gazzetta dello Sport titola: "Ottima prova della squadra di Eriksson. La Lazio corre sul velluto. Casiraghi-Mancini sono di nuovo micidiali: Vienna è espugnata. Gli austriaci pericolosi nel primo tempo quando colpiscono la traversa. Il gol di Casiraghi dopo una papera del portiere del Rapid. Mancini dopo il raddoppio viene espulso per doppia ammonizione".

Continua la "rosea": Cartolina dal Prater: un gol di Casiraghi, un gol di Mancini con tanti saluti al Rapid e pure alle polemiche del caso Signori. La Lazio continua a procedere col vento in... coppa, e pazienza se il rotondo successo colto in Austria con chiari meriti e l'indispensabile lasciapassare della dea bendata, probabilmente impedirà di riempire l'Olimpico fra due settimane. Tanto ci pensa mamma tv alle casse sociali. Il Rapid non sarà una squadra di fenomeni, però nel primo tempo il suo schieramento tattico pone un serio problema ai centrocampisti laziali, che sono in inferiorità numerica. Per ovviare all'inconveniente ci vorrebbe l'avanzamento di Favalli o Pancaro, ma tale contromossa viene impedita dalla posizione delle due punte, Ipoua e Stumpf, che partono sempre molto larghe per favorire gli inserimenti da dietro di Wagner (soprattutto), Prosenik e Freund. Il povero Almeyda viene regolarmente preso in mezzo e quindi il meccanismo difensivo della formazione italiana in avvio non pare a tenuta stagna. Nel momento più delicato (16'), la sorte viene in soccorso dei laziali. Su angolo da destra, Marchegiani sbaglia l'uscita e dal rimpallo in mezzo all'area il pallone plana sul destro di Stumpf, che da sette metri e a porta vuota ci fa la grazia di spedire un missile giusto sulla traversa, la palla rimbalza e non c'è bisogno del replay per vedere che non sarà oggetto di moviola.

Questa, ad ogni modo, è la sola azione realmente pericolosa dei primi 45' costruita dagli austriaci, perché i due tiri neutralizzati da Marchegiani al 10' e al 25' sono troppo centrali per poter rappresentare un'insidia reale. La Lazio, invece, riesce a replicare con incisività. Di Casiraghi, ad esempio, è la prima palla gol della gara (10') respinta di piede dal portiere (bellissimo l'assist di Nedved) e sempre da un'irruzione del Bisontino, anticipata di un soffio da Hedl, l'argentino Almeyda delizia la platea con un pallonetto di prima intenzione dai trentacinque metri, respinto giusto sulla linea dal centrale croato Jerkan (bell'amico che ho, avrà commentato a casa Boksic). Così che il gol del vantaggio stupisce soltanto per l'inatteso omaggio recapitato a Casiraghi dal portiere austriaco. Sull'innocuo cross di Mancini, il malcapitato Hedl è in netto anticipo su tutti, potrebbe quindi controllare senza assilli e invece riesce ad impappinarsi nella comoda parata bassa. Così il pallone gli sfugge di mano e a quel punto il Bisontino può caricare: rapido tocco laterale per impedire qualsiasi tentativo di recupero di Hedl, scatto e conclusione in diagonale da posizione molto angolata. Prodezza che i tremila tifosi della Lazio assiepati in curva si godono da pochi metri: tripudio biancoceleste. Il Rapid smaltisce il trauma in cinque minuti, però Almeyda riesce a chiudere il corridoio nel quale Ipoua aveva smarcato Wagner. Così la Lazio va al riposo in vantaggio di un gol. E dopo dieci minuti della ripresa i biancocelesti vanno pure in vantaggio numerico poiché l'arbitro espelle Freund, già ammonito, reo di un fallo di mani.

La squadra di Eriksson approfitta subito della situazione. Su rinvio dal fondo, Almeyda di testa riesce a spedire Mancini solo soletto in area. L'attaccante dribbla il tentativo di recupero di Schoettel e di sinistro spara centralmente. Se il portiere fosse rimasto fermo l'avrebbe presa, invece Hedl si lancia a destra e quindi tocca appena. Risultato al sicuro. Ad impedire alla Lazio di chiudere con la marcia trionfale di Radeztsky (e d'altra parte manca ancora un mese al concerto di Capodanno) ci pensa l'arbitro che sotto una veemente contestazione del pubblico austriaco punisce con la seconda ammonizione Mancini, ristabilendo la parità in campo. Anche così, comunque, il Rapid Vienna non impensierisce la Lazio, che anzi sfiora il tris al 30' con una bordata di Favalli respinta dal palo.


Il Corriere della Sera titola: "Battuto il Rapid, ipotecata la qualificazione. Unica nota negativa: l'ex sampdoriano si fa espellere per doppia ammonizione. Casiraghi & Mancini, la coppia è giusta. Gli attaccanti segnano e trascinano la Lazio a Vienna dando ragione alle scelte di Eriksson".

L'articolo così prosegue: Riapre sul Danubio la premiata ditta Casiraghi-Mancini e il Rapid, inguaiato da un portiere tragicomico, è praticamente già fuori. La Lazio non è niente male pure in senso collettivo e dimostra di poter esplodere ovunque rassicurante, senza viltà tattiche, senza murare nel blocco psicologico risorse spesso scambiate per dispersive manie di grandezza. In campo europeo non fatica ad esibire compattezza; gli ostacoli da scavalcare d'urgenza provocano la combustione dell'orgoglio di gruppo, come capita qui al Prater, davanti ai ferrovieri viennesi impiombati da una fragilità nel contenimento troppo sofferta per non ripercuotersi sui loro elementari schemi d'assalto, tipo palla lunga e pedalare. Il Rapid tradisce apprensione, quasi paventasse di raccorciare presto le speranze d'avanzata. Tre marcatori (Schoettel, Ratajczyk e il libero Jerkan) fiondati sull'abbinamento Mancini-Casiraghi e ai lati l'abbottonatura stretta dei centrocampisti ridotti terzini: Prosenik fra i piedi dello svariante Nedved, Wimmer all'inseguimento di Fuser, Zingler e Wagner ai raddoppi distruttivi. Tutto inutile se il portiere alleato ti terrorizza, "spaperando" ogni volta che viene chiamato in causa. La Lazio ne approfitta, pure se dapprima evidenzia qualche sbandamento, lasciando all'irrompente Stumpf l'opportunità di scaricare contro la traversa gli sviluppi d'un corner malamente valutato da Marchegiani.

Non è serata di portieri strepitosi, ma Hedl preannuncia presto il disastro, salvandosi chissà come di stinco da un'esecuzione ravvicinata di Casiraghi, dopo aver tardato a balzare fuori sul lancio griffato Nedved. Poi l'incubo rappresentato dal Tyson biancoceleste lo frastorna in maniera umoristica: gli piomba addosso a valanga e sullo slancio prosegue come impazzito spostando di piede la palla all'attenzione d'Almeyda, che dal limite tenta l'arguta parabola nella porta sguarnita. Jerkan si evita lo smacco. Disastro rinviato, perché basta un rapido contropiede Marcolin-Almeyda-Mancini e ci risiamo. Crossa in corsa da destra il "Mancio" e la presa di Hedl è da amico del giaguaro. Così Casiraghi gli soffia palla, si defila radioso e fissa il vantaggio di destrezza. Ormai è uno scherzo insistere per gli erikssoniani. L'irrigidimento pressoché totale degli austriaci porta unicamente Stumpf, scollegato dall'altra punta Ipoua, ad improvvisarsi propositore di mezzo, dove tanto Almeyda quanto Marcolin (vice Jugovic di circostanza) ora verticalizzano meglio i capovolgimenti biancocelesti. Questo è un 4-4-2 laziale organizzato nell'aggressione, non disposto ad accettare la prospettiva di gestire il blitz di misura, senza determinare altri pericoli. E Freund picchia Mancini fino all'espulsione. E sei minuti dopo, ispiratore lo scatenato Almeyda, l'artista di Jesi azzecca il numero del raddoppio: dribbling di destro ad evitare Jerkan e sinistro caricato per la botta vincente.

Il finanziere Cragnotti gongola, l'ingresso nei quarti Uefa appare già scontato mentre Signori smette di riscaldarsi e torna seduto. Certo, in un raptus di bullaggine Mancini, già ammonito, sgambetta da dietro Prosenik incappando nel cartellino rosso. Manchevolezza che Eriksson comunque gli perdona. La coppia d'attacco, almeno in Europa funziona. Il resto arriverà.


Sempre tratte dalla "rosea", alcune dichiarazioni post-gara:

Lo scatto nervoso negli spogliatoi, a fine gara, con compagni e dirigenti che cercano di calmarlo. Per Beppe Signori ancora una serata da dimenticare. Il suo umore stride con quello di una squadra che ha conquistato una vittoria convincente. Lo stesso Eriksson appare dispiaciuto ed ammette lo sfogo del giocatore: "Anche se io non ho parlato ancora con lui. Peccato, perché nel secondo tempo volevo inserire Signori, lo vedevo caricatissimo ed ero convinto che avrebbe anche segnato un gol. Ma purtroppo l'espulsione di Mancini ha cambiato le cose, ed a quel punto non ho potuto più mandarlo in campo. Sicuramente lui è triste in questo momento, ma si può capire e va rispettato". Eriksson, però, ha avuto ragione sugli attaccanti, visto che hanno segnato i due titolari: "Non è un grande problema, anche se può diventarlo visto i pochi spazi che rischiano di esserci per quattro attaccanti. Preferisco però trovarmi sempre in queste difficoltà e poi prendermi queste soddisfazioni. Sì perché stasera abbiamo giocato bene, controllando la partita e nel secondo tempo avremmo potuto segnare ancora di più, ma va bene anche così. Nel ritorno siamo sicuramente favoriti".

Poi il tecnico analizza più approfonditamente la gara: "Il primo tempo è stato più equilibrato, abbiamo sofferto un po' sui calci d'angolo. Ma siamo stati bravi a pressare alto rubando diversi palloni e comunque impedendo ai nostri avversari di avanzare pericolosamente. Poi nella ripresa abbiamo sfruttato meglio gli spazi che si creavano. Sono molto soddisfatto di questa prova, la squadra ancora una volta ha saputo ben comportarsi nelle Coppe. Ora aspetto più continuità in campionato". Euforico Sergio Cragnotti, che al gol di Casiraghi è saltato in tribuna d'onore in sintonia con la curva dei tifosi laziali: "Bravissimi, sono stati tutti bravissimi - dice concitato a fine partita -. E' valsa proprio la pena venire sin qui, prendere questo freddo ma anche riempirsi di gioia per una grande prestazione. Complimenti al collettivo, impeccabile dal primo minuto. Mai ho avuto l'impressione che il risultato potesse essere in bilico. Casiraghi è stato un vero trascinatore ed il suo gol è stato un capolavoro di opportunismo. Bello anche il raddoppio di Mancini. E mi è piaciuto molto a centrocampo Almeyda, un vero leone". E Signori? Il patron della Lazio sorride ed allarga le braccia, vuole godersi questo successo europeo rimandando i problemi. Cragnotti aggiunge l'ultimo commento che è quasi un monito: "La squadra sinora è stata impeccabile in Uefa. Speriamo di continuare così anche in Italia, perché partite come quelle di Napoli in Coppa non vorrei più vederne".

Sul concetto concorda Gigi Casiraghi, grande protagonista della serata: "Al ritorno dipenderà solo da noi. Se non commetteremo gli stessi errori fatti a Napoli in Coppa Italia passeremo tranquillamente il turno. Insomma, solo noi possiamo complicarci la vita, con tutto il rispetto per i nostri avversari". Il centravanti ormai parla con la sicurezza di chi in questa squadra sta prendendosi le responsabilità, non solo con i gol segnati. Euforico anche il commento di Fuser, uno dei migliori: "Grande partita, la nostra è stata una prova esaltante. Adesso dobbiamo continuare così". In casa Lazio nella serata di festa, nessuno dimentica gli scivoloni che hanno sinora macchiato la stagione, specie in campionato. Gli errori saranno serviti da insegnamento? Domenica contro l'Udinese la prima risposta.




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