Giovedì 1 giugno 1967 - Torino, stadio Comunale - Juventus-Lazio 2-1
1 giugno 1967 - 34 - Campionato di Serie A 1966/67 - XXXIV^ Giornata
JUVENTUS: Anzolin, Gori, Leoncini, Bercellino (I), Castano, Salvadore, Favalli, Del Sol, Zigoni, Cinesinho, Menichelli. All. Heriberto Herrera.
LAZIO: Cei, Zanetti, Masiello, Carosi, Pagni, Castelletti, Di Pucchio, Burlando, Morrone, Marchesi, Sassaroli. All. Neri.
Arbitro: Sig. Monti (Ancona).
Marcatori: 47' Bercellino (I), 62' Zigoni, 87' Di Pucchio (rig).
Note: pomeriggio di sole, terreno in discrete condizioni. Esordio in serie A per Claudio Di Pucchio classe 1944. Infortuni per Bercellino (I), Salvadore e Marchesi (frattura del polso). Tremila tifosi della Lazio al seguito.
Spettatori: 35.000 circa con 22.000 paganti per un incasso di circa £. 24.000.000.
Ultimi palpitanti novanta minuti di gioco per stabilire le sorti del Campionato, anche se alla vigilia in molti pronosticano l'appendice di qualche spareggio. Per lo scudetto, l'Inter capolista, reduce da una cocente sconfitta in finale di Coppa dei Campioni a Lisbona contro il Celtic, è impegnata a Mantova; la Juve, che la segue a una lunghezza in classifica, ospita una Lazio assetata di punti per evitare la retrocessione. Con i biancocelesti lottano il Brescia, il L.R.Vicenza e la S.P.A.L., impegnate tra le mura amiche rispettivamente con Cagliari, Bologna e Venezia, squadre che non hanno più nulla da chiedere al Campionato. Sorprese all'annuncio delle formazioni: la Lazio schiera il giovane debuttante Di Pucchio al posto di D'Amato con il compito di francobollare a metà campo il temibile Cinesinho; Heriberto Herrera consegna la casacca numero 9 a Zigoni preferendolo a De Paoli. Al pronti e via subito Juve pericolosa con una staffilata di Menichelli che si perde di non molto sulla traversa. Lazio raccolta in difesa con capitan Pagni su Zigoni, i terzini sulle ali, Castelletti libero e Marchesi su Del Sol. In avanti Morrone e Sassaroli partono sempre dalla linea di metà campo. La Juve approfitta del timore laziale ad offendere e avanza i propri difensori. Al 10' Gori spara dal limite con pallone fuori di una spanna. Ci prova quindi Leoncini, ma senza molta fortuna. Al 17' fallo involontario di mani in area di Masiello e Monti giustamente lascia continuare. Cinesinho e Del Sol imperversano, ma i centrocampisti romani, schierati in attesa al limite della propria area, si difendono con ordine. Juve irretita e allora Cinesinho ci prova da lontano, ma il suo pallonetto è molto alto sopra la traversa di Cei. Al 41', a seguito di una punizione, Bercellino (I) manca la deviazione e cadendo a terra s'infortuna. Al riposo si va con un pareggio che conforta. Fermo "Tutto il Calcio minuto per minuto" (non in onda per regolamento già da tre turni) ci si affida al telefono della sala stampa per sapere gli altri risultati. L'Inter impatta al Martelli, il Brescia soccombe di misura con il Cagliari, Vicenza e Bologna sono a reti bianche, la S.P.A.L. perde con il Venezia. Al termine della prima frazione l'Inter sarebbe così Campione d'Italia e la S.P.A.L. retrocessa. Ma già nei primi minuti dei secondi tempi la situazione cambia radicalmente. A Torino la Juve sblocca il risultato. E' Bercellino (I), il quale infortunatosi al ginocchio è avanzato in avanti, a risolvere una confusa mischia in area a seguito di un calcio d'angolo. Il numero 4 corregge di testa in rete da due passi un pallone svirgolato da Favalli. Al 49' a Mantova, una clamorosa papera di Giuliano Sarti su innocuo cross di Di Giacomo, porta in vantaggio i virgiliani. A questo punto scudetto alla Juventus e spareggio tra Lazio e S.P.A.L per evitare la B. La Juve, gasata dalle notizie che arrivano,si lancia in avanti e prima Menichelli e poi Leoncini vanno vicini al raddoppio. La Lazio è "groggy" e non tenta neanche una sortita in avanti. Favalli sfugge per la prima volta al suo controllore Masiello e manca di poco il bersaglio. E' il prologo al 2-0. Imperdonabile leggerezza di Sassaroli che raccolto il pallone da Cei, per il pressing di un avversario torna verso la sua porta trascinandosi il pallone in angolo. Dalla battuta di Cinesinho imperioso colpo di testa di Zigoni che anticipa tutti e mette dentro. Nel frattempo un goal di Reja ha riportato in parità la S.P.A.L. e quindi per la Lazio, trascorsa un'ora di gioco, è serie B. La Juve si accontenta di controllare il match, confidando che a Mantova nulla cambi del tabellino. La squadra di Neri non tenta nulla, perdendo anche Marchesi costretto ad abbandonare il terreno di gioco per un brutto infortunio. Si spera solo ormai in qualche buona notizia da lontano, ma il miracolo non accade. La S.P.A.L. passa in vantaggio con Dell'Omodarme e arrotonda poi con Capello. A tre dal termine imprevisto arriva il goal della Lazio. Su cross di Morrone Castano tocca involontariamente di mano. Malgrado le giustificate proteste bianconere, Monti assegna il rigore. Uscito il rigorista Marchesi tocca al giovane Di Pucchio la battuta dagli undici metri. Trasformazione impeccabile con violento tiro a mezz'altezza vicino al palo di Anzolin. Non succede più nulla negli ultimi tre minuti di gioco e al fischio di chiusura tutti al Comunale attendono le notizie dagli altri campi. L'Inter non recupera a Mantova, il Vicenza chiude a reti bianche una troppo sonnacchiosa partita col Bologna, il Brescia è sconfitto dal Cagliari, la S.P.A.L. vince di misura sul Venezia. Non ci saranno i paventati spareggi: lo scudetto va alla Juve e la Lazio scende nella serie cadetta. Quando le notizie sono definitive i tifosi bianconeri invadono euforici il campo di gioco mentre i tremila tifosi laziali, in lacrime, ripiegano le loro bandiere. Stessa scena allo Stadio Flaminio di Roma dove migliaia di tifosi biancocelesti nell'area dei parcheggi hanno seguito i risultati con un avventuroso collegamento telefonico irradiato da alcuni altoparlanti. Per la seconda volta nella sua storia il club conosce l'amarezza della retrocessione. Tante le cause del verdetto. Da una campagna acquisti voluminosa si attendevano ben altri risultati. La cessione di Governato ha privato la squadra del suo regista che né Mereghetti (letteralmente "evaporato" dopo due amichevoli estive), né il lunatico e sfortunato Bartu hanno saputo degnamente sostituire. Senza un vero regista per buoni due terzi di Campionato, la Lazio si è arrangiata con il solo movimento dei suoi cursori. In avanti poi i numeri sono impietosi. Con venti reti realizzate la Lazio ha avuto il peggior attacco della massima serie. Appena 4 goal per Bagatti e Morrone acquistati a suon di milioni l'estate precedente. La difesa invece non ha sfigurato con 35 reti subite (ma ben cinque delle stesse incassate nel debutto di Firenze). Tanti gli episodi di cui rammaricarsi a cominciare dalle due partite sfortunatissime con il Cagliari ad esempio, ma soprattutto per la fatale sconfitta interna col Brescia sul finire del Campionato con le "Rondinelle" che nella classifica finale sono sopra di un punto.