Domenica 6 novembre 1983 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Avellino 2-1
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6 novembre 1983 - 2183 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1983/84 - VIII giornata
Lazio: Orsi, Podavini, Filisetti, Manfredonia, Batista, Spinozzi, Meluso (61' D'Amico), Vinazzani, Giordano, Laudrup, Marini (89' Cupini). A disp. Ielpo, Miele, Piraccini. All. Morrone.
Avellino: Zaninelli, Osti (68' Maiellaro), Vullo, Schiavi (82' Lucci), Favero, Biagini, Barbadillo, Tagliaferri, Bertoneri, Colomba, Limido. A disp. Paradisi, De Napoli, Salomoni. All. Veneranda.
Arbitro: Paparesta (Bari).
Marcatori: 26’ Meluso, 31' Meluso, 43' Bertoneri.
Note: giornata serena, terreno buono. Ammoniti Vinazzani, Barbadillo e Bertoneri. Esordio in serie A per Fernando Orsi classe 1959 e Settimio Lucci classe 1965.
Spettatori: 41.907 (17.357 abbonati). Incasso £. 441.941.000.
La Lazio è riuscita a conquistare con la forza della disperazione due preziosi punti che le consentono di abbandonare l'ultima posizione in classifica. Tuttavia il successo, molto sofferto, non ha cancellato i problemi per la formazione di Morrone. Il tecnico biancoceleste ha provato nuove soluzioni schierando il giovane Meluso accanto a Giordano, con Laudrup in posizione leggermente arretrata. La novità ha cambiato solo in parte il volto della linea attaccante. A beneficiarne è stato Laudrup che ha avuto la possibilità di sfruttare meglio le sue caratteristiche. Troppo poco per l'auspicato salto di qualità che non si è visto. Fortunatamente i biancocclesti hanno potuto sfruttare la buona vena di Batista ma soprattutto di Vinazzani, il migliore in campo, che è stato praticamente l'unico giocatore laziale a ispirare le poche manovre di un certo rilievo.
Chi è mancato clamorosamente all'appuntamento è stato Giordano. Il centravanti sta attraversando un periodo nero, accentuato dalla voglia di strafare che lo ha portato a sbagliare anche i palloni più facili. Da censurare anche il suo egoismo. Durante la ripresa, in una fase di gioco assai favorevole, Giordano avrebbe potuto comodamente passare la palla a Laudrup scattato verso l'area avversaria. Il centravanti ha completamente ignorato il danese, dando l'impressione di averlo fatto di proposito, scatenando la reazione del pubblico chi ha fischiato sonoramente il suo beniamino.
Contro un Avellino che, sceso in campo con l'unica punta Barbadillo, non nascondeva il chiaro proposito di puntare sullo zero a zero, anche la difesa della Lazio ha trovato la maniera per destare grosse perplessità. L'inizio della partita, nel complesso piuttosto brutta, aveva presentato una Lazio abbastanza decisa a infrangere il «muro» degli irpini. Ma il primo pericolo era per la porta difesa da Orsi, schierato al posto di Cacciatori che non aveva smaltito in tempo una distorsione al collo del piede destro. Al 14' Barbadillo pescava alla perfezione Bertoneri. Pronto il colpo di testa ma altrettanto tempestiva la parata del portiere biancoceleste. La Lazio insisteva nella sua caotica offensiva e al 26' riusciva a passare con una rete di Meluso, siglata in maniera molto confusa. Marini batteva un calcio di punizione dalla destra, la palla passava fra una selva di gambe, Meluso la spingeva in rete.
L'Avellino non aveva neppure il tempo di riorganizzarsi. Cinque minuti più tardi Batista effettuava un cross molto teso sul quale si gettava Meluso centrando il bersaglio da corta distanza. A quel punto sembrava che la Lazio non avesse più problemi per condurre in porto tranquillamente il successo. Invece cominciavano i guai per i biancocelesti apparsi timorosi e disordinati. Tagliaferri, a porta sguarnita, falliva una clamorosa occasione, facendosi respingere un tiro fiacco da Giordano appostato sulla linea. Subito dopo, su un magnifico suggerimento di Laudrup, Meluso mancava banalmente la terza rete. Infatti al 43' il contropiede iniziato da Tagliaferri si concludeva sul piede di Bertoneri che infilava di precisione. Nella ripresa l'Avellino prendeva in mano le redini del confronto, mentre aumentavano la confusione e la paura fra i biancocelesti. Gli uomini di Veneranda, abbandonato lo schieramento prudente, si gettavano in avanti con rapide manovre in cui spiccavano Barbadillo, Tagliaferri e soprattutto Bertoneri.
Un risultato di parità non avrebbe fatto gridare allo scandalo. La Lazio, pur con qualche affanno, riusciva ad arginare gli avversari.
Il primo ad augurarsi che la Lazio, dopo la battaglia vinta contro l'Avellino, abbia voltato pagina è il suo primo tifoso, Giorgio Chinaglia. Parte stamane per gli Stati Uniti, «nuovamente fiducioso». Rientrerà fra una decina di giorni, in tempo, quindi, per assistere alla difficile trasferta di Torino, che vedrà i biancazzurri impegnati con i granata di Bersellini. «Ho sofferto moltissimo - confessa il presidente - sopratutto nella ripresa. Nel primo tempo ho visto una Lazio trasformata, con un grande carattere. In campo c'erano undici leoni, decisi a riscattarsi coi loro tifosi. Il merito è di Morrone che ha saputo ricaricare la squadra. Questi due punti ci danno un po' di respiro. Il gol subito al 43' ci ha innervosito. Dopo l'intervallo abbiamo rischiato di farci raggiungere, lasciando spesso l'iniziativa agli avversari».
«Siamo in grado di risalire, di arrivare al posto in classifica che ci compete. Abbiamo però sofferto troppo - ammette Morrone - La rete del due a uno è scaturita da una ingenuità della difesa ed ha finito per rimettere in discussione una vittoria che la Lazio ha comunque strameritato».
Fonte: La Stampa