Domenica 6 luglio 1958 - Napoli, Partenopeo - Napoli-Lazio 0-4

Da LazioWiki.

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

6 luglio 1958 - Coppa Italia 1957/58 - V turno

NAPOLI: Benvenuti (46' Palestini), Comaschi, Del Bene, Assardo, Greco (II), Posio, Storchi, Bertucco, Molinari, Pesaola, Gasperini. All. Amadei.

LAZIO: Cei (46' Giglietti), Lo Buono, Del Gratta, Carradori, Pinardi, Pozzan, Bizzarri, Burini, Tozzi, Fumagalli, Prini. All. Bernardini.

Arbitro: sig. Lo Bello di Siracusa.

Marcatori: 13' Burini (rig), 18' Pozzan, 42' Burini, 59' Bizzarri

Note: entrambe le squadre hanno sostituito i portieri nella ripresa; al 62' il giovanissimo Giglietti ha parato un calcio di rigore calciato da Pesaola e concesso da Lo Bello per uno sgambetto in area di Pinardi ai danni di Posio; calci d'angolo 9-2 in favore del Napoli.

Spettatori: 3.000 circa.

Giglietti para il rigore calciato dal "Petisso" Pesaola

Il Corriere dello Sport titola: Alla Lazio sono bastati quarantacinque minuti soltanto.

E sullo stesso quotidiano Agostino Panico scrive: La Coppa Italia non poteva terminare in modo peggiore per il Napoli. A parte la secca e pesante sconfitta e la mortificazione di altri due o tre pali che hanno evitato alla squadra azzurra, oggi in maglia rossa, altrettanti goals e l’esibizione decisamente scadente ed inconsistente della prima linea, nel finale s’è verificata un’ulteriore situazione incresciosa ed originale: l’incontro è terminato al 42’ della ripresa perché Lo Bello, avendo un difensore laziale calciato nei distinti un pallone, questo veniva catturato da un gruppo di sostenitori locali che in segno di protesta lo sequestravano, fischiava anticipatamente il termine senza attendere che la società partenopea portasse il pallone di riserva in campo. La Lazio ha comunque sovrastato tecnicamente ed organicamente il Napoli, tutto l’incontro è vissuto solo per le continue, a volte anche eccessivamente irritanti, piroette di Pesaola, data l’assoluta inconsistenza tecnica dei vari Stocchi, Molinari e Gasperini, che hanno fatto la figura del topo nelle grinfie di un gatto che non vuole infierire, ma semplicemente divertirsi. Lo stesso Bertucco che avrebbe dovuto collaborare con Pesaola ha avuto una giornata nerissima ed ha offerto un contributo decisamente scarso alla già scadente prima linea. Mediana e difesa laziale hanno innalzato a centro campo una diga insormontabile che ha fermato sul nascere ogni iniziativa dell’attacco azzurro e la difesa partenopea è stata costretta a salvarsi il più delle volte con grande affanno ed in altre occasioni ha usufruito dell’alleanza della buona sorte sotto forma di pali o di facili occasioni mancate dagli artiglieri biancazzurri. Al 13’ Fumagalli, lanciato da Tozzi, si è infilato in area da sinistra, seguito da Assardo, ma l’esordiente napoletano l’ha ingenuamente atterrato da dietro, rigore indiscutibile che Burini trasformava dopo aver spiazzato Benvenuti con una finta. Il secondo gol è venuto per un fallo, cinque metri fuori dell’area, di Greco II su Tozzi; la punizione, battuta con un tocco abile e preciso da Prini, veniva magistralmente deviata da Pozzan che l’indirizzava nell’angolo alto; il terzo gol avveniva allo scadere del tempo dopo che Fumagalli e Tozzi avevano spedito fuori innumerevoli e facili occasioni e Prini aveva colpito la base del palo con Benvenuti fuori causa: l’azione partiva da Bizzarri e proseguiva con Tozzi che poi invitava Burini al tiro.

Il Giornale d’Italia riporta: La Lazio vincendo a Napoli è finalista di Coppa. Rapito il pallone ma il risultato non cambia. Lo Bello ha fischiato la fine senza recuperare il tempo perduto per colpa degli spettatori. Facile compito per i biancazzurri particolarmente efficaci nelle due ali. La Lazio ha praticamente vinto sul terreno del Vomero il girone H della Coppa Italia. La vittoria della squadra di Bernardini era data per scontata sin dalla vigilia ed in effetti si è rivelata più facile del previsto. Ha confermato e corroborato tutta una serie di belle prestazioni, ed il Napoli, privo di alcuni titolari, è apparso rassegnato. La Lazio avrebbe potuto vincere con uno scarto maggiore, ma dopo il 3-0 realizzato nel primo tempo i biancazzurri non hanno insistito consentendo, ad inizio ripresa, che i napoletani, punti nell’orgoglio, esaurissero la loro reazione, peraltro sterile e per nulla convincente. Infatti erano ancora gli ospiti, dopo una serie di ripetuti attacchi, a realizzare la quarta rete. Artefici del successo sono state le due ali, Bizzarri e Prini, che Bernardini ha portato con sè dalla Fiorentina, due ali che i terzini napoletani non hanno saputo controllare e che in effetti hanno creato le azioni da gol. La prima rete al 13’, su calcio di rigore, realizzata da Burini è venuta in conseguenza di un fallo ai danni di Prini, lanciato a rete; il gol di testa di Pozzan al 18’, conseguente di una punizione calciata magistralmente da Prini, ed il gol di Burini era iniziato da un servizio di Bizzarri per Tozzi, ma il brasiliano al momento del tiro preferiva appoggiare a Burini che segnava centrando l’angolo alto sulla sinistra del portiere napoletano; la rete di Bizzarri nella ripresa avveniva con un tiro improvviso dello stesso da fuori area. Alla resa dei conti la difesa napoletana si è dimostrata incapace di contenere gli attacchi laziali, insistenti nel primo tempo e rinnovatisi solo a tratti nella ripresa. Il quadrilatero laziale, senza svolgere un gioco ortodosso, ha costituito a metà campo una vera trappola per le offensive in contropiede dei napoletani, rilanciando a sua volta i propri attaccanti. A fine incontro Bernardini appariva soddisfatto, in fondo non avrebbe potuto chiedere di più a giocatori che risentono ancora di un campionato difficile. La Lazio, lasciando da parte ogni forma di spettacolo, ha saputo ben impostare le sue trame di gioco riducendole al minimo indispensabile, tanto quanto bastasse con passaggi lunghi di arrivare sotto la rete avversaria, un gioco redditizio. Buona la prova di Cei, che ha giocato solo nel primo tempo, quando i napoletani hanno tirato poco e male in porta. Senza infamia i due terzini Lo Buono e Del Gratta, i cui avversari diretti non erano di grande levatura né tecnicamente né agonisticamente. Capitan Carradori si è battuto con impegno, scendendo spesso a rete; oscuro il gioco di Fumagalli che ha sprecato almeno un paio di reti, ma prezioso nelle puntate offensive. Sul quattro a zero per gli ospiti il Napoli usufruiva di un calcio di rigore, assegnato per uno sgambetto da parte di Lo Buono, ma il giovanissimo Giglietti è riuscito a deviare il tiro di Pesaola. Sul finire la partita era diventata noiosa e quando un difensore laziale spediva una palla sui distinti, Lo Bello, visto che gli spettatori indugiavano a rispedire il pallone in campo, fischiava la fine dell’incontro senza recuperare. Negli spogliatoi si giustificava di essere febbricitante a causa di un forte mal di denti e che comunque il risultato per il Totocalcio era quello acquisito sul campo.