Domenica 2 ottobre 1977 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 3-0
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2 ottobre 1977 - 1941 - Campionato di Serie A 1977/78 - IV giornata
LAZIO: Garella, Ammoniaci, Ghedin, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli, Giordano, Lopez, Badiani. A disp.: Avagliano, Pighin, Clerici. All. Vinicio.
JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Gentile, Furino, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Boninsegna (53' Virdis), Benetti, Bettega. A disp.: Alessandrelli, Cabrini. All. Trapattoni.
Arbitro: sig. Michelotti (Parma).
Marcatori: 3' Garlaschelli, 55' Giordano, 67' Giordano.
Note: ammoniti Gentile per fallo su Agostinelli, Ammoniaci per fallo su Causio e Causio per proteste. Nella ripresa cartellino giallo per Garlaschelli e Tardelli.
Spettatori: circa 65.000, di cui 46.545 paganti, per un incasso di 198.298.400 lire.
Una festa... una festa grande. I bagliori dei tre gol vincenti segnati dalla Lazio alla Juventus c'entrano pure. La festa è stata grande, perché sconfitta è uscita la strategia della violenza, il teppismo organizzato. I sessantacinquemila assiepati sugli spalti non hanno mai permesso — neppure nei momenti più caldi della partita — che si degenerasse. Qualche scoppio di mortaretti, qualche grido irripetibile, ma niente di più. E' festa grande è stata anche in campo, grazie alla Lazio che ha sciorinato un gioco di ottima caratura. Quasi quasi — ci si è chiesti ad un certo punto — che le parti si siano invertite? Che la Lazio sia la Juventus e viceversa? Ed il calcio vero, quello giocato si è riconfermato il più bello spettacolo del mondo. Gli « inquinamenti » di varia natura lo sviliscono, a volte (e ne abbiamo parlato fino alla noia), ma l'incontro di è stato veramente qualcosa che vale. Per tanti motivi. Intanto da notare subito che i gol sono venuti da Giordano (due) e Garlaschelli, elementi passati sotto le forche caudine dei tentennamenti di Vinicio. Che questa non Lazio può fare a meno dell'apporto dei due giocatori, che già contro il Boavista avevano siglato tre e due reti. Le incognite della vigilia erano tante. Juventus, prima della classe, incuteva rispetto e per i biancazzurri si trattava sul serio di superare l'esame vero. Il dieci con lode complessivo la Lazio lo ha meritato. Vinicio anche lui, non foss'altro perché ha capito, si è convinto che il ruolo di Clerici e Boccolini deve restare quello di sostituti dei titolari, al di là e al di sopra di uno spirito di parte, delle reazioni epidermiche che si possono avere per questa vittoria, il vero dice che la è stata tatticamente e strategicamente superiore. Verità vuote pure che si riconosca che la Juventus è apparsa l'ombra della squadra che avevamo ammirato a Napoli. Anche allora scompensi erano emersi. e lo avevamo sottolineato, ma così « scucita », talvolta remissiva non ci era mai capitato di vederla. Fin dalla vigilia era logico che la chiave dell'incontro risiedesse nel centrocampo. Vinicio aveva schierato Ghedin terzino (si fa per dire), mentre "Totonno" Lopez aveva assunto il ruolo di D'Amico. La posizione avanzata del centrocampista ha costretto Trapattoni a sacrificare Furino. Forse si aspettava Cordova in quella posizione. « Ciccio» ha invece giostrato arretrato, coprendo la zona di Lopez, figurando poco ma fornendo una buona fetta di contributo all'edificio biancazzurro. Il barese e Cordova hanno poi rotto l'equilibrio del centrocampo bianconero, scambiandosi a turno gli avversari (e Benetti) cosicché si può affermare che al tirar delle somme la tecnica, il fioretto l'ha vinta sulla forza, sulla sciabola. Il paragone non è gratuito, perché i due bianconeri hanno dovuto spesso affidarsi a scorrettezze per vincere qualche duello. Ma se ha meritato la palma del migliore per visione di gioco, tempismo, padronanza di palla, felici intuizioni (è andato anche vicino al gol: peccato che al 4' della ripresa abbia tirato addosso a Zoff), Ghedin non è stato da meno. I tre gol sono partiti tutti su impostazione del terzino. Ma non è stato soltanto questo il suo grosso merito. Il premio più vistoso gli è venuto dall'aver annullato prima Boninsegna e poi Virdis, che gli è subentrato. Forse il gol di Garlaschelli è tenuto troppo presto (al 3') a rompere le uova nel paniere bianconero. Ma vivaddio per tutto il primo tempo non c'è stato un tiro in porta degno di questo nome da parte dei campioni. La rete a centrocampo ha funzionato alla perfezione, e i bianconeri sono stati spesso presi nelle loro maglie. Ma il compito laziale è stato facilitato dalla stolta reazione juventina. A testa bassa... e giù a caricare. Dove era finito Causio costruttore e trascinatore intelligente? Dove il Tardelli tutto foga ma anche ricco di discernimento? Che costrutto avevano anche quei fallacci di entrambi, col sovrappiù di quelli di Gentile? La «Vecchia signora» ha mostrato la corda e non soltanto sul piano fisico, ma persino su quello del "savoir faire". Un momento di riflessione si impone per Trapattoni, ma la stessa cosa dovrà fare Bearzot. Se il delicato momento che stanno attraversando Juventus e Torino, si dovesse riverberare sulla Nazionale, sarebbero dolori. Il mondiale con la Finlandia è alle porte (il 15 ottobre a Torino), ma le verifiche possono già venire nell'amichevole che la Nazionale giocherà l'8 ottobre con la Germania Ovest. Stupisce poi che Bettega si sia fatto vivo, sul serio, in area solamente al 21' della ripresa con un colpo di testa che Garella è stato bravo a neutralizzare in presa. Ma forse ciò è dipeso dal fatto di essersi trovato di fronte un Manfredonia « miracoloso » e che sta tornando ai livelli ottimali della passata stagione. Il che, è probabile, gli frutterà la chiamata per i « mondiali » d'Argentina del 1978. Detto dei meriti degli uni, resi più vistosi dai demeriti altrui, passiamo, in rapida sintesi, alla sequenza dei gol. Al 3' Ghedin porge a Lopez; « Totonno » si vede aprire il varco da Garlaschelli, stringe al centro poi crossa per l'ala sinistra rapidamente buttatasi in area. Mezza girata al volo e gol di destro, con Zoff fuori causa. La Lazio da questo momento in poi, stringe le maglie del centrocampo e il filtro funziona. In pratica agisce in contropiede. I bianconeri reagiscono blandamente. I laziali vanno vicini al raddoppio al 28': Lopez vince un tackle con tre avversari, lancia per Ammoniaci: gran botta e Zoff respinge con i piedi. Al 4' della ripresa l'occasione per Lopez. Al 10' il raddoppio che mette praticamente al sicuro il risultato: Cordova per Ghedin, perfetto cross e Giordano, al volo, di sinistro, fulmina l'esterrefatto Zoff (un gol da nazionale altro che storie). Al 21', premio al miglior gioco laziale, con la terza rete-beffa di Giordano. Cross di Ghedin, su rovesciamento di fronte. Morini fallisce l'incornata, palla sui piedi del centravanti laziale che aspetta che Zoff esca dai pali per poi beffarlo con un pallonetto, alla sua destra.
Fonte: l'Unità
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