Domenica 25 gennaio 1976 - Milano, stadio San Siro - Milan-Lazio 3-0
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25 gennaio 1976 - 1875 - Campionato di Serie A 1975/76 - XIV giornata
MILAN: Albertosi, Sabadini, Maldera (III), Turone, Bet, Benetti, Gorin (I), Bigon (77' Scala N.), Calloni, Rivera, Chiarugi. (12 Tancredi, 14 Anquilletti). All. Trapattoni.
LAZIO: F.Pulici, Ammoniaci, Petrelli (76' Giordano), Wilson, Ghedin, Martini, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Lopez, Badiani. (12 Moriggi, 14 Polentes). All. Maestrelli.
Arbitro: sig. Gialluisi di Barletta.
Marcatori: 60' Benetti (rig), 62' Calloni, 88' Rivera.
Note: giornata soleggiata, ma fredda. Terreno in discrete condizioni. Angoli 5-5.
Spettatori: 38.000 circa di cui 23.141 paganti e 15.000 abbonati per un incasso di £. 64.479.500.
La Lazio si arrende, come era prevedibile, alla superiorità del Milan e precipita al terz'ultimo posto solitario in classifica. Non è certo a San Siro che bisogna fare i punti necessari per la salvezza, vista la netta disparità dei valori in campo, ma l'arrendevolezza dei biancazzurri, apparsi senza un gioco e con le gambe pesanti, preoccupa non poco Maestrelli chiamato a risollevare una situazione quanto mai complicata. Le colpe della sconcertante campagna acquisti condotta da Corsini, in accordo con la Società, si stanno facendo sentire. Poco o nulla è rimasto di quella meravigliosa squadra che, per tre anni, è stata fulgida protagonista del Campionato italiano. Dopo un primo tempo dove solo l'imprecisione dei rossoneri non ha provocato grossi danni alla difesa biancazzurra, la Lazio, forse illusa dalla possibilità di portare a casa un prezioso punto, subisce un micidiale uno-due nel giro di 180 secondi. Al 59' Wilson respinge di mano un tiro che sarebbe terminato in rete, sostituendo Pulici ormai battuto. L'arbitro Gialluisi non può far altro che fischiare un sacrosanto rigore che Benetti realizza sulla sinistra spiazzando l'estremo difensore laziale. Due minuti più tardi è Calloni ad anticipare Ghedin ed a siglare il raddoppio rossonero. I biancazzurri protestano asserendo che il milanista si trovi in fuorigioco al momento del passaggio (poi confermato dai filmati), ma per l'arbitro il goal è regolare e la marcatura è convalidata.
I biancazzurri ormai hanno le gambe tagliate e Maestrelli prova a dare più incisività all'attacco inserendo il giovane Giordano al posto di uno spento Petrelli, ma il risultato non lo premia. Sono infatti pochi i palloni giocabili verso le punte perché il centrocampo è soverchiato dai milanesi. A due minuti dalla fine il Milan realizza la terza rete grazie ad una perla di Rivera che torna al goal dopo un lungo periodo. Il "Golden Boy" si trova faccia a faccia con Pulici, si porta il pallone sul destro e, con una finezza calibrata al millimetro, fa planare la sfera nell'angolino opposto a fil di palo. Pulici, scavalcato, prova una disperata rincorsa, incredulo dal numero del giocatore rossonero, ma inutilmente. La gara finisce qui. Vittoria netta e meritata dei lombardi con la Lazio che si lecca le ferite pensando allo scontro, ormai quasi decisivo, con il Como, per la permanenza nella massima serie.
Dopo un esame della situazione con il cd. della Lazio, Maestrelli ha avuto un colloquio con i giocatori per invitarli al massimo impegno onde sfuggire ad una situazione di classifica che si sta facendo sempre più grave. La Lazio fin da domani andrà in ritiro in un albergo. Con i suoi lodevoli tentativi, Maestrelli ribadisce la sua dedizione ai doveri di allenatore. Ma, dietro la facciata di un rinnovato ottimismo, si sviluppa violenta la polemica. Lenzini non ha gradito le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Maestrelli e da Wilson alla «Domenica sportiva». In particolare il presidente, riferendosi alle critiche sulla campagna acquisti sbagliata, ha detto che la colpa è stata di Chinaglia: «Se non se ne fosse andato in America - ha dichiarato Lenzini - non avremmo venduto Frustalupi». Giorgio Chinaglia, seguendo il suo istinto esuberante, stava per preparare una risposta «pepata», frenata in tempo dall'intervento di Maestrelli che è riuscito a calmare il giocatore prima che questi si incontrasse con i giornalisti. Tuttavia il centravanti, pur seguendo il consiglio del trainer, ha risposto pacatamente ma con argomenti pungenti al presidente: «Nel bene e nel male si tira sempre in ballo il mio nome. Forse ho potuto condizionare la società nell'acquisto del mio sostituto. Ma non credo che la squadra sia stata rivoluzionata per colpa mia».
Fonte: La Stampa