Domenica 20 novembre 1977 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 0-0
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20 novembre 1977 - 1947 - Campionato di Serie A 1977/78 - VIII giornata
ROMA: P.Conti, Peccenini, Chinellato, Boni, Santarini, Menichini, B.Conti, Di Bartolomei, Casaroli, De Sisti, Sperotto. A disp.: Tancredi, Maggiora, Scarnecchia. All. Giagnoni.
LAZIO: Garella, Martini L., Ghedin, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli, Giordano, D'Amico (54' Lopez), Badiani. A disp.: Avagliano, Clerici. All. Vinicio.
Arbitro: sig. Agnolin (Bassano del Grappa).
Note: giornata serena, ma temperatura rigida. Terreno in buone condizioni. Angoli 7-7.
Spettatori: 80.000 circa (59.914 paganti). 300 milioni d'incasso.
Senza gioco, senza gol, senza emozioni, quasi senza niente. E' un « derby alla camomilla ». Tutto tranquillo, se si escludono piccoli incidenti successi due ore prima della gara. Soltanto il pubblico merita un elogio: ottantamila i presenti, circa trecento milioni d'incasso compresi gli abbonati, fumogeni colorati, cori, canti d'allegria e tifo policromo. E' un pubblico stupendo. Meriterebbe due squadre di ben altra levatura. Invece Roma e Lazio si affrontano per non farsi male. Basta pensare che trascorrono i novanta minuti senza un incidente. Si fa male D'Amico ma è infortunio « personale ». Nessuno lo contrasta, cade e rimane a terra. L'arbitro Agnolin non deve mai intervenire. Non c'è neppure un ammonito. In sostanza manca la grinta, si gioca al piccolo trotto, con una ricerca tattica di estrema prudenza. Gli uni e gli altri, romanisti e laziali, non vogliono rischi. Si guardano, si complimentano, aspettano il fischio finale.
Ma è vero calcio ? Un derby poco combattuto non piace a nessuno, e piace pochino specialmente questo incontro Roma-Lazio data la carenza di classe e di ritmo. La Roma cerca di controllare la partita con un arroccamento intelligente. Lascia in avanti i soli Casaroli e Sperotto, ala sinistra il primo, centroavanti il secondo. Ma i due sono veramente poca cosa. Non hanno iniziativa, devono toccare tre quattro volte la palla prima di giocarla, non spiccano per estro e fantasia. Si attende Bruno Conti che ci viene presentato come in gran forma, ma l'ala giallorossa si perde in personalismi assurdi, non entra mai nel vivo dell'azione, tenta l'assolo anche a costo di sbagliare. E Di Bartolomei ? Dotato di forte tiro, viene sacrificato da Giagnoni in zona di copertura a fianco di De Sisti, che praticamente sta a guardia di una difesa piuttosto fragile. Boni accusa scompensi dinamici impressionanti, Chinellato improvvisa.
Peccenini è titubante. Menichini guarda Giordano con la grinta di sempre. Fa bene e male allo stesso tempo. Garella è un portiere strano. Bravo in porta, pericoloso nelle uscite. Ne combina di tutti i colori facendo tremare i suoi tifosi. La Lazio parte baldanzosa. Ha il diritto della classe, si fa per dire, Cordova. I tre « gioielli » Manfredonia, Giordano e Agostinelli con l'aggiunta di D'Amico, dovrebbero costituire un potenziale tecnico notevole. Forse c'è anche intenzione di combattere, ma la narcosi generale prende anche i tipi più sanguigni, ed il gioco si trascina in un susseguirsi di 'prego', 'si accomodi' 'Faccia pure', da consigliare il sonno agli spettatori neutrali. D'Amico è in giornata discreta, ma Giordano latita nella ricerca della « botta » che oggi non gli riesce, Garlaschelli è troppo isolato, Cordova troppo lento. In difesa i laziali non hanno molto lavoro. Lo sbrigano con facilità e senza affanno. E' una Lazio che si accontenta. Si lamenterà alla fine del risultato, ma si lamenterà a torto. Per vincere bisognerebbe fare qualcosa di più.
Le occasioni sono pochine veramente. Potrebbe andare in vantaggio la Roma al 18', ma Di Bartolomei, proprio lui il tiratore scelto romanista, sbaglia la conclusione su un tocco di Sperotto. La partita non diverte. C'è qualche rapido capovolgimento di fronte. Ma non è manovra. Sono azioni individuali subito intuite e facilmente controllate. Qualche uscita strana di Garella crea confusione e difficoltà, ma gli attaccanti romanisti non sono mai puntuali per la conclusione. Nella ripresa D'Amico si ferma. Entra Lopez, tipo strano, ma bravino, tanto da risultare alla fine uno dei migliori. Lopez corre e cerca Giordano, ma il centroavanti sbaglia a porta vuota. Risponde la Roma con un liscio clamoroso di Di Bartolomei. Prima della fine Paolo Conti si esibisce in una parata stupenda su girata di testa di Lopez, ma il laziale era in fuori gioco e la prodezza del portiere risulta inutile. Alla fine la Lazio potrebbe passare. Siamo al 90', c'è ormai rassegnazione. Sempre Lopez azzecca un passaggio per Giordano che tira raso terra. La palla sfiora l'erba, Paolo Conti si tuffa, forse tocca. La sfera batte sulla base del montante e finisce fuori. Agnolin fischia la fine. Senza gol e molte strette di mano fra amici. Ma è un vero derby ? La gente sfolla delusa, e commenta una partita che ha un solo compendio: incontro scialbo, fiacco, piuttosto brutto. Non sono emersi attaccanti non si sono distinti difensori. Il vero calcio è un'altra cosa.
Fonte: La Stampa