Sabato 14 maggio 2011 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Genoa 4-2
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14 maggio 2011 - 3.422 - Campionato di Serie A 2010/11 - XXXVII giornata - inizio ore 18.00
LAZIO: Muslera, Lichtsteiner (61' Scaloni), Biava, Stendardo, Garrido, Ledesma, Matuzalem (64' Gonzalez), Mauri, Hernanes, Zarate, Rocchi (82' Floccari). A disposizione: Berni, Foggia, Bresciano, Sculli. Allenatore: Reja.
GENOA: Eduardo, Rafinha, Dainelli (62' Moretti), Criscito, Antonelli, M.Rossi, Kucka (67' Destro), Milanetto (64' Veloso), Floro Flores, Palacio, Boselli. A disposizione: Perin, Polenta, Jelenic. Paloschi. Allenatore: Ballardini.
Arbitro: Sig. Damato (Barletta) - Assistenti Sigg. Niccolai e Papi - Quarto uomo Sig. Brighi.
Marcatori: 7' Biava, 12' Palacio, 52' Rocchi, 56' Hernanes, 66' Hernanes, 88' Floro Flores.
Note: ammonito all'86' Destro per comportamento non regolamentare. Angoli: 3-6. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 35.000 circa con 14.301 paganti e 12.877 abbonati.
La Gazzetta dello Sport titola: "Super Rocchi, poi Hernanes. Champions: la Lazio ci spera. Lazio-Genoa 4-2 nell'anticipo della 37/a giornata. La squadra di Reja vince e "guarda" ancora al quarto posto che vale il preliminare di Champions. Apre Biava, pareggia Palacio. Nella ripresa i padroni di casa dilagano grazie a Rocchi ed alla doppietta di Hernanes. Il 4-2 lo firma Criscito".
Continua la "rosea": Sul maggio laziale si accende una luce. L'interruttore lo schiaccia Tommaso Rocchi, al suo rientro da titolare dopo cinque mesi: in avvio di ripresa, sull'1-1 (prima gol di Biava, poi di Palacio) dopo un pessimo primo tempo, è suo l'aggancio stupendo e poi il gol che spiana la strada verso la vittoria. Hernanes fa il resto, timbrando la doppietta (il primo di testa, il secondo di sinistro) che piega un bel Genoa nella prima metà della gara, ma con la testa al mare nella ripresa. Inutile, naturalmente, il 4-2 di Criscito. Tre punti d'oro per la Lazio, che "guarda" ancora al quarto posto che vale il preliminare di Champions. Tre punti che (dopo le sconfitte con Juventus ed Udinese) trasformano il maggio di Reja e dei laziali in un maggio di speranza. Chiedetevi dove è stata la Lazio per quaranta minuti. Il vantaggio di Biava (al 7' colpo di testa direttamente da calcio d'angolo) coglie, forse, di sorpresa tutti: da Reja, che in panchina iniziava a preoccuparsi per l'atteggiamento "molle" dei suoi, alla difesa genoana (quanto meno ingenua nel lasciare campo libero all'incursione di Biava).
Quello del difensore centrale laziale è un po' fuoco amico: il ricordo dell'esperienza in maglia rossoblu è ancora vivo, e dopo il vantaggio Biava decide di non festeggiare. Rispetto chiama rispetto. Vero, ma piuttosto i quaranta minuti successivi chiamano sonno e stupore. Sonno: perché la Lazio c'è in campo ma non si vede affatto. Legnosa, bloccata, addirittura ipnotizzata dopo che Palacio (al 12') pareggia i conti e punisce Muslera, non incolpevole dopo aver respinto corto su Boselli. Stupore: perché all'Olimpico il resto è niente, nulla, anzi noia. Nonostante che la Lazio sia a caccia di una vittoria per raggiungere il quarto posto. Reja è la maschera di un diavolo, ma non serve a nulla: in campo il Genoa gestisce, controlla, manovra. Insomma, fa tutto a piacimento senza trovare ostacoli. E addirittura viene da credere che il Genoa non voglia nemmeno infierire, perché se solo affondasse un po' il colpo troverebbe facilmente la via del gol. Il sipario di un primo tempo dell'assurdo si chiude tra i fischi dei tifosi della Lazio. Tanti, forti, incessanti: ma tutti meritati. Di questo passo altro che preliminari di Champions per la Lazio di Reja. Quattro minuti non possono cambiarti la vita, ma attaccare la spina della speranza. Questo sì: la Lazio del secondo tempo avrà fatto il pieno di urlatacce di Reja nell'intervallo. Scossa, ma soprattutto rigenerata: si risveglia, e ci mette l'orgoglio.
L'uomo-simbolo della riscossa laziale è quello giusto, il suo calciatore-bandiera: c'è tutta la classe di Tommaso Rocchi (al 7') quando aggancia il sincronizzato traversone di Ledesma. Freddo, e spietato: Rocchi punisce Eduardo e porta nuovamente avanti la Lazio. E' tutta un'altra Lazio, adesso: autoritaria, determinata, pressa e riparte. Un Genoa senza più ambizioni di classifica tira gli ormeggi ed è netta l'impressione che non ha più voglia di lottare. Così, sul velluto, il risveglio si completa: Ledesma ha il goniometro nei piedi e fa partire un cross con a bordo il pilota automatico per la testa di Hernanes. Tocco sordo, e potente: ed è il 3-1 (siamo all'11 della ripresa). Ma non è ancora finita: c'è il tempo per lo show di Hernanes, che firma la sua doppietta, con un bel sinistro (al 21') su assist di Zarate. E per il 4-2 del Genoa, con Criscito. A 90' dalla fine del campionato la Lazio spera nell'ingresso in Champions. E ora, all'uscita dal campo, i fischi sono diventati applausi.
Il Messaggero titola: "Lazio da Champions, travolto il Genoa. Ora è quarta davanti all'Udinese. Biava, Rocchi e doppietta di Hernanes: 4-2. I tifosi a Lotito: "A Firenze vacce te"."
Continua il quotidiano romano: La Lazio travolge il Genoa 4-2 nell'anticipo della 37a giornata di campionato e sale al quarto posto in classifica scavalcando l'Udinese, in campo domenica contro il Chievo, e lasciandosi dietro anche la Roma, che domani gioca a Catania. I biancocelesti, a una giornata dalla fine del campionato, tengono così ancora vive le speranze di conquistare un posto in Champions. La Lazio passa in vantaggio alla prima occasione: al 7' angolo dalla sinistra di Ledesma, colpo di testa di Biava e gol. Immediata la reazione del Genoa, che all'11' pareggia. Azione insistita di Floro Flores in area, assist per Palacio che di piatto batte Muslera. La Lazio cerca di spingere ma non riesce a trovare spazi, il Genoa controlla di più la palla ma senza affondare. Primo tempo senza emozioni dopo i due gol segnati in avvio, con i portieri delle due formazioni mai più impegnati. Grandi fischi dei tifosi biancocelesti al termine dei primi deludenti 45' di gioco. Nella ripresa padroni di casa subito in avanti e al 7' Rocchi riporta in vantaggio la Lazio. Per il capitano è il 96' gol con la maglia biancoceleste. Al 12' la Lazio ancora in gol: cross dalla destra di Ledesma e colpo di testa vincente di Hernanes. Genoa al tappeto.
Nonostante il vantaggio la Lazio continua a spingere e al 21' va ancora in rete: Zarate sulla sinistra dell'area dribbla un difensore del Genoa e mette al centro. Sul pallone si avventa Hernanes che con un gran sinistro angolato batte ancora Eduardo. Il Genoa tenta di reagire subito, con un tiro di Palacio da lontano alto. Al 27' ci prova Zarate: destro a rientrare dal limite sopra la traversa. Al 38' occasione per Floro Flores ma Muslera si salva. Al 44' il [[Genoa] accorcia le distanze: tiro di Criscito e tocco in rete di Floros Flores. "A Firenze vacce te". Questo il coro che i tifosi laziali della Curva Nord hanno ripetutamente intonato all'inizio del match. Il coro era indirizzato al presidente biancoceleste, Claudio Lotito, che non potendo avere dal Coni (debito di quasi 2 milioni di euro ndr) il via libera per l'uso dello stadio romano, ha indicato l'impianto del Franchi di Firenze per ottenere la licenza Uefa. Oltre ai soliti insulti verso il presidente, i tifosi hanno riservato sonori fischi, al momento della presentazione delle squadre, al tecnico Edy Reja, e dell'ex allenatore biancoceleste, Davide Ballardini, oggi sulla panchina del Genoa.
La Repubblica titola: "Lazio senza fatica. Europa ipotecata. I biancocelesti si liberano del Genoa (4-2) e mettono praticamente in cassaforte almeno la qualificazione in Europa League, tenendo vive le speranze Champions. Biava e Palacio a segno nel primo tempo, poi Rocchi ed Hernanes (doppietta) allungano fino al gol di Floro Flores che fissa il punteggio".
L'articolo così prosegue: Tutto, o quasi, secondo copione. La Lazio si disfa del Genoa, pur dopo un primo tempo per certi versi inspiegabile, e tenta di tenere in piedi le residue speranze di Champions League insediandosi momentaneamente al quarto posto, in attesa dei match di Udinese e Roma in programma domani alle ore 15. Quel che ormai è pressoché certa è la qualificazione in Europa League: sei punti sulla Juventus, in caso di filotto bianconero ai capitolini servirebbe un punto a Lecce nell'ultimo turno. Il Grifone, appagato dopo la sbornia da derby e al termine di un campionato in cui di fatto non ha più stimoli, si è presentato all'Olimpico in formato abbastanza balneare, lasciando ai capitolini la possibilità di allungare nella ripresa. Biancocelesti avanti al 7'. Zarate calcia un corner da sinistra, Criscito si perde Biava che timbra di testa: il centrale non esulta come da prassi dilagante, avendo un passato recente nel Genoa. Passano cinque minuti e gli ospiti trovano il pareggio, sfruttando un doppio errore dell'assistente di Damato che non rileva prima l'offside evidente di Rossi e poi quello meno netto di Boselli: l'eroe della stracittadina gira a rete da posizione favorevole, il riflesso di Muslera è degno di nota ma l'uruguagio deve arrendersi sul comodo tap-in di Palacio.
Ci si aspetterebbe una Lazio d'assalto a caccia del nuovo vantaggio ma il pubblico rimane suo malgrado sorpreso: i padroni di casa si appiattiscono e dagli spalti piovono fischi e cori che inneggiano a Diego Pablo Simeone, uno degli eroi dello scudetto conquistato esattamente undici anni fa. L'intervallo fa bene agli uomini di Reja, con Rocchi che prima va vicino al gol al 2' e poi centra l'obiettivo al 7', raccogliendo alla perfezione uno splendido lancio di Ledesma. Il mestrino aggancia con l'esterno destro in corsa e arrivato a tu per tu con Eduardo non trema, beffando il portoghese in uscita con un tocco preciso. Ritmi lenti, sale in cattedra Hernanes. Il brasiliano al 10' firma il 3-1 con un imperioso colpo di testa su cross ancora di Ledesma - sporcato da Milanetto - e al 21' finalizza al meglio un gran lavoro di Zarate. L'argentino punta e salta Rafinha mettendo in mezzo dal fondo, mancino di prima intenzione del "Profeta" che vola a quota 11 reti in campionato. Nel finale c'è gloria per Floro Flores, lesto nel correggere in porta una conclusione di Criscito arrivata sugli sviluppi di un corner.
Sempre tratte da La Repubblica, alcune dichiarazioni post-gara:
Reja sogna la Champions. "Ci crediamo fino alla fine". Il tecnico biancoceleste dopo il 4-2 al Genoa: "Non mi piace gufare ma ci servono risultati a nostro favore da Catania e Verona. Rocchi? Ci è mancato nel momento clou". Hernanes, autore di una doppietta, vuole rimanere: "Sono felice in questa città e con questa squadra".
Due gol oggi, undici in campionato con tanto di aggancio a Nedved, primatista biancoceleste per reti in una sola stagione da centrocampista: Hernanes è indubbiamente l'uomo in più del campionato della Lazio. "Noi abbiamo perso tre gare di fila e a volte è facile crollare, con la tristezza che prende il sopravvento e non ti permette di dare il 100%. Siamo usciti da questa situazione parlando tra di noi e nel secondo tempo la squadra è cresciuta. Abbiamo fatto il nostro dovere, ora aspettiamo le partite di domani e dopo penseremo a cosa potremo fare". Il brasiliano non si immagina lontano da Roma nell'immediato futuro. "Rimarrò anche in caso di mancata Champions, ho un contratto di cinque anni e sono felice in questa città e con questa maglia".
"La squadra era contratta, non davamo profondità facendo un possesso palla privo di significato. Ho chiesto ai ragazzi più ritmo, giocando così si rischiava di buttare via una stagione". Edy Reja ha saputo scuotere il suo gruppo dopo un primo tempo deludente: l'allenatore goriziano traccia la strada verso l'Europa. "La delusione maturata in settimana la comprendevo, avevamo paura di non centrare alcun obiettivo: la squadra è stata brava nel reagire. Ci crediamo fino in fondo, adesso aspettiamo. Domenica avremo una partita difficilissima, lotteranno per rimanere in A e sarà uno scontro durissimo. Mi auguro che questo successo possa galvanizzarci, dobbiamo ripartire dal secondo tempo".
Il tecnico biancoceleste oggi ha schierato Rocchi titolare dopo ben cinque mesi: il capitano ha risposto con un gran gol. "Non ho avuto a disposizione Tommaso per tre mesi e mezzo a causa di problemi fisici, il ginocchio non gli dava tregua. Abbiamo dovuto aspettare molto tempo per averlo al meglio. Spesso mi è capitato di cambiare sei-sette elementi a partita, mi sarebbe tornato utile. Purtroppo in questo periodo gli episodi non sono mai stati a nostro favore, ora abbiamo 63 punti e dobbiamo augurarci la soddisfazione di ottenere almeno l'Europa League. Non mi piace gufare ma domani ovviamente se dovessero arrivare risultati positivi da Verona ed eventualmente Catania sarei contento, sono sicuro che domani saranno partite vere, ho totale fiducia nello sport".
All'annuncio delle formazioni il pubblico ha rumoreggiato quando lo speaker si è soffermato sul nome del tecnico: Reja cerca di non pensarci. "I fischi non influenzeranno la mia decisione, parlerò con Lotito a fine stagione per il rinnovo. Ogni volta che mi è capitato di parlare di prolungamento - afferma scherzando verso l'intervistatore - sono stato sfortunato ed anche quest'anno è andata così, volevo evitare questi discorsi ma alla fine la stampa continuava a farli e la tradizione si è confermata".