Mercoledì 27 febbraio 2008 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Reggina 1-0

Da LazioWiki.

Stagione

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27 febbraio 2008 - 3.273 - Campionato di Serie A 2007/08 - XXV giornata - inizio ore 20.30

LAZIO: Ballotta, De Silvestri, Siviglia, Cribari, Radu, Dabo (61' Mudingayi), Ledesma, Manfredini, Meghni (57' Mauri), Pandev, Bianchi (75' Rocchi). A disposizione: Muslera, Rozehnal, Kolarov, Tare. Allenatore: D.Rossi.

REGGINA: Campagnolo, Cirillo, Valdez, Aronica, Alvarez (46' Barreto), Cascione, Halfredsson, Costa (74' Cozza), Vigiani (56' Brienza), Missiroli, Makinwa. A disposizione: Novakovic, Tognozzi, Joelson, Stuani. Allenatore: Ulivieri.

Arbitro: Sig. Saccani (Mantova) - Assistenti Sigg. G.Rubino e Altomare - Quarto uomo Sig. Pinzani.

Marcatori: 45' Bianchi (rig).

Note: ammonito al 32' Vigiani per comportamento non regolamentare, al 68' Bianchi, 76' Mauri, 81' Mudingayi, tutti per comportamento scorretto. Angoli: 6-6. Falli: 24-20. Tiri in porta: 4-2. Tiri fuor:i 9-4. Fuorigioco: 3-2. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.

Spettatori: paganti 2.772 per un incasso di 51.062 euro, abbonati 14.891 per una quota di 188.294,26.


Il calcio di rigore battuto da Rolando Bianchi
L'abbraccio dei compagni all'attaccante biancoceleste
Stefan Radu in azione
Mourad Meghni in un momento dell'incontro
Un'azione della gara
Tommaso Rocchi in un momento della partita
Stefano Mauri
Rolando Bianchi tenta la via della rete
L'esutanza di Rolando Bianchi dopo la trasformazione del penalty

Il Corriere dello Sport titola: Lazio, Bianchi d'oro. Segna su rigore il suo primo gol in biancoceleste contro la sua vecchia Reggina".

Ed ancora: "Bianchi risolleva la Lazio"; "Scelte vincenti, Rossi premiato:" con Meghni e Dabo è cresciuta la qualità a centrocampo, il tecnico ha avuto coraggio nella fase più delicata della stagione, scossa che ha prodotto segnali positivi dopo il crollo con il Cagliari. "Lazio, ritrovata l'umiltà". "Zauri sogna un grande rientro nel derby". "Il riscatto di Bianchi" dalla crescita atletica all'inserimento tattico: la svolta giusta. "Meghni da applausi". Dabo incide, De Silvestri spinge, Ledesma cresce, Manfredini fatica. "Makinwa non dimentica: sono abituato ai fischi dei tifosi laziali".

Il gol dell'ex, quello di Rolando Bianchi su rigore, fa vincere lo spareggio salvezza alla Lazio contro la Reggina. Alla sua prima partita da titolare, Bianchi ha così messo la sua preziosa firma su una vittoria che ricaccia la crisi dei biancocelesti. Una gara giocata sui nervi e in un clima ostile nei confronti dei giocatori biancocelesti dopo le contestazioni di inizio settimana. La Reggina solo nel secondo tempo ha rinunciato all'impostazione difensiva voluta dal tecnico Ulivieri che si sarebbe accontentato di un pareggio all'Olimpico, risultato prezioso dopo il successo interno sulla Juventus. La vittoria invece serve alla Lazio per riprendere fiato in classifica, mentre i calabresi vedono di nuovo complicarsi i loro tentativi di risalita.


La Gazzetta dello Sport titola: "Bianchi si prende la Lazio. Reggina colpita al cuore. All'esordio da titolare il bergamasco segna il primo gol dopo il ritorno in Italia. Con un rigore stende la squadra che un anno fa portò alla salvezza con 18 reti".

Continua la "rosea": Chi di rigore ferisce di rigore perisce. Succede alla Reggina, che passa da Dondarini a Saccani o meglio al suo collaboratore Rubino. E' lui che alla fine di un primo tempo inguardabile (il secondo sarà appena meglio) segnala all'arbitro la spinta ingenua e galeotta di Aronica a Pandev, dopo cross di Dabo e torre importante di Bianchi. Il macedone si lascia cadere, ma il fallo c'è e non è davvero la Reggina, graziata tre volte sabato contro la Juventus, a poter alzare la voce. E' il rigore col quale Bianchi (18 gol la scorsa stagione coi calabresi) bagna il suo debutto da titolare con la maglia della Lazio, e vale un 1-0 tanto brutto quanto prezioso. La B torna a essere lontana 6 punti e 8 squadre, Rossi respira. Non può fare altrettanto Ulivieri, sempre più penultimo. Ma chi è causa, almeno in parte, del suo male... Non si sa bene perché, ma il presidente degli allenatori decide di venire a Roma a far catenaccio, rinunciando in partenza ai suoi piedi migliori, Brienza e Cozza. Della Lazio che ha perso male a Cagliari, e della rischiosa rivoluzione attuata da Rossi che punta sul cavallo sbagliato, Meghni, Ulivieri sembra non volersi curare.

Una colpevole rinuncia al gioco che produce un primo tempo a senso unico senza che peraltro la spenta Lazio di questi tempi riesca a costruire un'autentica occasione da rete. Finché, dai e dai, con la Reggina sempre più asserragliata davanti a Campagnolo, ecco il pasticcio in area di rigore e il gol-partita. Nel secondo tempo, quello in cui finalmente Ulivieri se la gioca buttando via via nella mischia Barreto, Brienza e Cozza, la Reggina costruirà quattro limpide palle gol contro l'una... e mezza (faccia superiore della traversa di Radu) della Lazio, che messa sotto di brutto sarà salvata dal temperamento di un altro panchinaro, Mudingayi. Morale spicciola: se la Reggina la partita se la fosse giocata tutta, chissà. Rossi sbaglia di grosso con Meghni, un giocatore ormai perso per la causa laziale, meglio al suo posto il Mauri dell'ultima mezzora. Ma è tutta la squadra a non funzionare, da Ledesma in giù, nonostante un massiccio turnover (cinque undicesimi). L'inserimento di Bianchi è complicato, anche se il giovanotto, rigore procurato e poi trasformato (ma calciando maluccio al centro della porta) fa il suo. Il problema è che senza la coppia Pandev-Rocchi (che gli subentrerà nel finale creando subito sconquassi), la Lazio perde quella agilità offensiva che è il suo marchio di fabbrica. Un calcio da ripensare, insomma. Magari per la prossima stagione.

Capitolo Reggina. Privo di Amoruso e Lanzaro squalificati e degli infortunati Modesto e Ceravolo, Ulivieri apparecchia un 3-4-2-1 che qualche buontempone in tribuna battezza molto presto come un 9-0-1. L'ex Makinwa abbandonato in avanti, un trequartista, Hallfredsson, a uomo su Ledesma, un altro centrocampista, Cascione, con le stesse (superflue) mansioni su Meghni. Obiettivo, spegnere i presunti piedi buoni della Lazio, conservando i propri in panchina. Visto il secondo tempo, la bella Reggina dei subentrati Barreto, Brienza e (relativamente) Cozza, le tre occasioni fallite da Cascione e la quarta da Makinwa, resta la sensazione di un occasione buttata via. Non solo dalla spinta di Aronica a Pandev.