Magnani Anna
Nata a Roma il 7 marzo 1908 ed ivi deceduta il 26 settembre 1973. Nonostante alcune fonti la facciano nascere ad Alessandria d'Egitto, Anna Magnani ha sempre sostenuto di esser nata a Roma, città dalla quale ha preso tutta la sua grande passionalità e la sua smisurata forza d'animo. Cresciuta dalla nonna materna in condizioni di estrema povertà, Anna Magnani comincia molto presto a cantare nei cabaret e nei night-club romani e contemporaneamente studia all'Accademia d'Arte Drammatica. Tra il 1929 e il 1932 lavora nella compagnia teatrale diretta da Dario Niccodemi e nel 1934 passa alla rivista. Diviene ben presto uno dei nomi più richiesti del teatro leggero italiano. Lavora con Vittorio De Sica e con Totò, con il quale recita in numerose riviste. In seguito interpreterà alcune commedie leggere ("Campo de' Fiori", 1943; "L'ultima carrozzella", 1944; "Quartetto pazzo", 1945, fino a quando arriva la sua completa rivelazione nel film neorealista "Roma città aperta" 1945 di Roberto Rossellini, con il quale avrà una burrascosa ma intensa relazione amorosa. In quest'ultimo film Anna Magnani si rivela interprete dotata di una notevole quanto sofferta sensibilità, nella parte di Pina, popolana romana che viene uccisa mentre tenta di raggiungere il camion sul quale il suo uomo sta per essere deportato dai nazisti. Accanto ad uno straordinario Aldo Fabrizi, la Magnani rappresenta la redenzione di un popolo, attraverso le sue grandi qualità umane e morali, tanto che la sua interpretazione le farà meritare il primo dei suoi cinque Nastri d'argento. Nel trionfo neorealistico è d'obbligo tratteggiare per lei la figura della popolana sfacciata, volitiva, sempre sicura e persino violenta nella difesa dei giusti valori, attraverso la sua bonaria veemenza. L'apoteosi di questa caratterizzazione è "L'onorevole Angelina" 1947 di Luigi Zampa, nel quale interpreta una donna di borgata "chiamata" a far politica, per rappresentare gli interessi della povera gente come lei. In una scena del film, girato a Pietralata, sulla Via Tiburtina l'attrice si rivolge ad un ragazzino che gioca a pallone con la frase: mica sarai Piola! Nel 1951 un altro grande ruolo: quello della donna frustrata che trasmette le sue illusioni ed i suoi sogni infranti nell'impossibile carriera cinematografica della figlia, a costo anche di mettere in crisi il suo matrimonio, nell'amaro "Bellissima" 1951 di Luchino Visconti. Anche questo film le vale un meritatissimo Nastro d'argento. Il 1955 è l'anno in cui Anna Magnani vince addirittura il premio Oscar per la sua interpretazione nel film di Daniel Mann, "La rosa tatuata", con Burt Lancaster, tratto dal romanzo di Tennessee Williams. In seguito sarà interprete di pellicole di media-alta qualità, come "Suor Letizia" (1956), "Nella città dell'inferno" (1958) e "Risate di gioia" (1960), il primo e unico film che la vede accanto al suo vecchio compagno di palcoscenico Totò. Nel 1962 la Magnani prende parte al film "Mamma Roma" di Pier Paolo Pasolini, un film poco riuscito, che la costringe entro i termini di una trasognata e brechtiana rappresentazione da guitto esasperato. Gli anni '60 non le offrono quindi molto a livello cinematografico, così Anna Magnani si rituffa nel teatro, interpretando "La lupa" di Verga, diretta da Franco Zeffirelli, e "Medea" di Anhouil, diretta da Giancarlo Menotti, che la vedono trionfare su tutti i più grandi palcoscenici d'Europa. Ma ecco che negli ultimi anni Anna Magnani vive un'altra stupenda esperienza artistica, quella della televisione. Tra il 1971 e il 1973 interpreta quattro stupendi film-tv scritti e diretti da Alfredo Riannetti, quali "La sciantosa", "1943: un incontro", "L'automobile" e "...correva l'anno di grazia 1870". La sua ultima, breve, apparizione sugli schermi è stata nel film "Roma" (1972) di Federico Fellini, nella parte di se stessa. L'attrice, durante la sua intensa vita, ha sempre professato di essere tifosa della Lazio, e spesso si faceva fotografare con i giocatori biancazzurri per scopi benefici. La grande Anna Magnani muore di cancro a Roma il 26 settembre 1973, all'età di sessantacinque anni, assistita fino all'ultimo dall'adorato figlio Luca.
Recenti acquisizioni di LazioWiki sembrerebbero smentire il tifo di Anna Magnani per la Lazio. Infatti in un libro edito nel 1956 "L'aquila e i lupi", scritto da Golfiero Colonna, si evidenzia l'appartenenza di "Nannarella" al tifo giallorosso. L'autore era un produttore cinematografico e scrittore, attivo negli anni '50, molto addentro nel mondo dello spettacolo.