La cessione di Selmosson alla Roma

Da LazioWiki.

Arne Bengt Selmosson
Il titolo del Corriere dello Sport sulla cessione del calciatore
Il titolo de l'Unità
Il Corriere dello Sport del 12 luglio 1958
Il Corriere dello Sport del 14 luglio 1958
Il Corriere dello Sport del 15 luglio 1958
Il Corriere dello Sport del 16 luglio 1958
Il Corriere dello Sport del 17 luglio 1958
Il Corriere dello Sport del 18 luglio 1958
Il Corriere dello Sport del 19 luglio 1958

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La scheda di Arne Selmosson


In questa pagina riportiamo gli articoli di stampa concernenti il trasferimento dell'attaccante biancoceleste Arne Selmosson alla Roma.


Dal Corriere dello Sport dell'11 luglio 1958:

Il più sensazionale ed imprevisto trasferimento. Selmosson per 135 milioni alla Roma. L'accordo è stato raggiunto ieri sera dopo laboriose trattative. Smentiti dal Prof. Siliato l'acquisto di Gustavsson e la cessione del portiere Lovati. Le reazioni nei due ambienti.

L'A.S. Roma comunica: "In data 10 luglio 1958 il giocatore Arne Selmosson è passato dalla S.S. Lazio nelle file dell'A.S. Roma. Con questo ingaggio è conclusa la campagna acquisti dell'A.S. Roma per la stagione 1958-59".

La S.S. Lazio comunica: "La giunta esecutiva della S.S. Lazio, presa in esame la richiesta avanzata dall'A.S. Roma per l'acquisto del giocatore Arne Selmosson, ha deciso, per varie considerazioni, di aderire alla cessione. La S.S. Lazio si riserva di esaminare la possibilità di un ulteriore potenziamento della squadra". Il contratto è stato firmato alle ore 22 circa in un noto ristorante del centro dal dott. Mortari per la Lazio e dal comm. Startari per la Roma. Erano presenti anche i consiglieri Ercoli e Guida della Lazio e Malagò, Ciampini e Pesci per la Roma.

Si tratta, indubbiamente, del più sensazionale e del più imprevisto trasferimento della campagna acquisti 1958-59. Non si sarebbe mai pensato, infatti, che la Roma potesse trovare la soluzione a tutti i suoi problemi proprio con l'ingaggio del più popolare e rappresentativo atleta della "cugina" biancazzurra. Economicamente, non si può negare, la Lazio ha fatto un buon affare. Centrotrentacinque milioni - tale è la cifra che, a conclusione di trattative laboriosissime, la Roma ha versato nelle casse biancazzurre - rappresentano una somma non indifferente, anche considerando l'elevata quotazione del biondo svedese. Il valore psicologico dell'acquisto, però, non ha prezzo per la Roma. Basta esaminare le reazioni nei due ambienti per accorgersi che senz'altro è stata la Roma a fare il colpo. E non si può che elogiare i dirigenti giallorossi, il Presidente Generale Gianni, il Presidente della Sezione Calcio D'Arcangeli e i loro collaboratori, per la sensibilità dimostrata nell'occasione.

E' inutile affermare che la notizia è stata accolta con entusiasmo negli ambienti giallorossi. La sede della Roma è stata tempestata di telefonate durante tutta la giornata di ieri. Ed a tarda serata, non appena la voce della conclusione delle trattative si è sparsa, non sono stati pochi a congratularsi con i dirigenti romanisti. Piuttosto i tifosi della Lazio, in maggioranza, non hanno potuto accettare di buon grado la cessione. Innegabilmente i dirigenti biancazzurri avranno bene esaminato la situazione prima di prendere una decisione di tale portata. Selmosson, David, Zaglio: la campagna acquisti della Roma non poteva davvero risultare più azzeccata. Nell'ambiente laziale, però, la notizia è giunta, incredibile più che sorprendente, paradossale più che sbalorditiva. Da parte dei dirigenti, la cessione è stata sinceramente considerata come un grosso sacrificio. D'altra parte - affermano i dirigenti - la situazione economica della società non consentiva altre soluzioni - essendosi già verificata un'uscita di oltre 200 milioni che i 135 incassati con la partenza del biondo Arne permettono ora di coprire in buona parte.

In un primo tempo era stata affacciata l'ipotesi che alla cessione di Selmosson fosse vincolato l'arrivo alla Lazio di un centromediano straniero già in forza ad una società italiana (Gustavsson). Questa ipotesi è stata seccamente smentita prima da Bernardini e poi anche dal Presidente Siliato. Inoltre altre voci davano per avviate trattative fra Lazio e Inter per uno scambio dei portieri Lovati e Ghezzi, più una contropartita in milioni che il sodalizio milanese avrebbe dovuto versare a quello laziale. Anche questa seconda indiscrezione è stata smentita ufficialmente. Niente risulta in merito ad eventuali trattative della Lazio che avvalorino il "contentino" dell'ulteriore potenziamento che è dato di leggere nel soprariportato comunicato biancazzurro. Comunque, con i prezzi del mercato e il bilancio sociale, sembra il caso di escludere che la partenza di Selmosson possa essere compensata dall'arrivo di un'altra grande firma. Interpellato in merito a così clamorosa cessione, Bernardini ha tenuto a smentire di aver mai sottovalutato la personalità di Selmosson, aggiungendo anzi che avrebbe gradito un anticipato ritorno del giocatore per affrettare i tempi del suo inserimento nel gioco collettivo.

Lo stesso Bernardini ha altresì ammesso di essere stato interpellato e di essere stato posto davanti ad una situazione finanziaria assai pesante. Egli ha infine concluso ribadendo quanto già dichiarato in occasione della conferenza stampa e che cioè, la Lazio è destinata ad un campionato di assestamento da affrontare senza manie di grandezze. Tutta qui la "triste" giornata laziale nella successione dei tempi e delle situazioni. Non crediamo sia il caso di entrare in polemiche, anche perché sarebbe troppo facile ribattere gli argomenti dei dirigenti che, al tempo degli acquisti (oggi chiamati a giustificare la cessione di Selmosson, esclusero assolutamente la partenza di giocatori di prima squadra "come Lovati, Tozzi e Selmosson" (affermazione testuale ripetuta più volte). Non solo, ma al tempo di quegli acquisti, la situazione sociale era altrettanto chiara e quindi tale da far capire a quali conseguenze gli stessi dirigenti sarebbero andati incontro premunendosi per ruoli già abbondantemente coperti. Comunque, ripetiamo, non è ooportuno né delicato insistere sull'argomento, tanto più che il comunicato ufficiale parla di "varie considerazioni" e quindi in questa sede potrebbero sfuggire dei particolari molto più gravi, quelli appunto che avrebbero spinto la Lazio al grande sacrificio. Semmai, per concludere, non rimane che augurare a Bernardini di ottenere dalla realtà del prossimo campionato il compenso dei risultati che meritano la sua inalterata fiducia nella squadra e la sua radicata convinzione di poter lavorare su un terreno fecondo.


Dal Corriere dello Sport del 12 luglio 1958:

Sviluppi della campagna acquisti delle "Capitoline". Acque agitatissime per il caso "Selmosson". I dirigenti della Lazio, intanto, si sarebbero messi alla ricerca di un "sostituto" (si fanno i nomi di Petris, Gratton, Bredesen e Campana), mentre si attende un chiarimento del Consiglio Federale circa il tesseramento del "doppio oriundo".

Quanto era stato facilmente previsto in relazione al trasferimento di Selmosson dalla Lazio alla Roma si è puntualmente verificato ieri, movimentando oltre ogni dire la giornata dei dirigenti laziali e sovreccitando la schiera dei tifosi. Non sono mancate notizie anche gonfiate per certe proporzioni e proprio queste versioni più o meno corrispondenti al vero, hanno scosso lo stesso Presidente Siliato, il quale è arrivato perfino a prospettare le sue dimissioni. Appunto con il prof. Siliato abbiamo parlato ieri pomeriggio ed egli si è detto particolarmente indignato per certe notizie di disordini mai verificatisi. Persone vicine al Presidente laziale hanno fatto opera di persuasione riuscendo a convincerlo a restare al suo posto onde non interrompere l'opera di profondo rinnovamento in atto per la squadra. Sempre nel pomeriggio di ieri, ha avuto un colloquio con il direttore tecnico Bernardini, nel quale si è parlato dell'acquisto di un giocatore che interessi uno dei ruoli centrali dell'attacco. Il Presidente d'accordo con il tecnico avrebbe individuato due prospettive: quella del mercato italiano (si sono fatti i nomi di Petris, Gratton ed, in via subordinata, del vicentino Campana) e quella del mercato sudamericano. La questione è stata anche approfondita. Infatti, risulta che a Petris sia interessata la Fiorentina e quindi la Lazio dovrà fronteggiare questa concorrenza, a meno non trovi un punto di intesa nel senso che Petris si fermi a Firenze e a Roma si trasferisca Gratton. Quanto a Campana, per la verità non ha suscitato eccessivi entusiasmi. Per ciò che riguarda le offerte del Sud America, il primo nome che è stato fatto è quello di Sanfilippo (argentino) per il quale tuttavia Bernardini non avrebbe manifestato molto interesse.

Al riguardo è stato interpellato anche Tozzi, che però sull'istante non ha potuto offrire riferimenti sicuri, pur promettendo immediato e attento interessamento sul fronte brasiliano. Sempre in questa sede si è avuta notizia che la Lazio abbia progettato di ingaggiare il terzino-centromediano della nazionale del Brasile, De Sordi. A questo proposito, però, sono sorte complicazioni per la data di nascita: secondo le disposizioni della nostra Federazione, infatti, De Sordi sarebbe in regola come anno di nascita ma pare che per tre mesi egli sia fuori del limite consentito per il tesseramento. E' una pura questione di date ma determinante. Ad ogni modo, anche ammesso che l'acquisto di De Sordi sia possibile, anche ammesso che la Lazio riesca ad accordarsi con la società cui appartiene il giocatore e con lo stesso De Sordi, resta un altro ostacolo da superare. Com'è noto, le nuove disposizioni federali consentono il tesseramento di un oriundo e di uno straniero (acquistabile se già in forza presso una società italiana) ma non di due oriundi. A questo proposito, alcune società di Serie A, tra le quali la Fiorentina, hanno inoltrato un quesito al Consiglio Federale, tendente appunto ad ottenere il tesseramento di due oriundi in luogo di un solo oriundo e di uno straniero. Detto quesito sarà esaminato dal massimo consesso federale nella riunione in programma a Roma il 24 luglio p.v. Per cui non è da escludere che la Lazio possa ripiegare su di un attaccante "straniero", già residente in Italia (Bredesen, tanto per fare un nome). Per tornare alla cessione di Selmosson, abbiamo appreso un interessante particolare. Nella mattinata di ieri il Presidente del Milan, comm. Rizzoli, avrebbe telefonato al Presidente della Lazio per dirsi dispiaciuto dell'avvenuta cessione di Selmosson senza che il Milan ne fosse informato. Rizzoli avrebbe ricordato di aver chiesto alla Lazio 24 ore di tempo per decidere, avendo in programma proprio per la serata di ieri venerdì, la riunione della giunta esecutiva milanista, alla quale lo stesso comm. Rizzoli avrebbe prospettato l'acquisto dello svedese.

Alle rammaricate espressioni del massimo esponente milanista, il Presidente laziale avrebbe obiettato di avere a sua volta chiesto al Milan per iscritto un'offerta precisa ma di averla aspettata invano, ciò che appunto lo avrebbe autorizzato a procedere nelle trattative con la Roma. Sempre in seguito a questa comunicazione telefonica sarebbe trapelato l'intendimento del Milan di proporre alla Roma lo scambio con Grillo e Schiaffino, ma a questo proposito, interpellato, il Presidente giallorosso commendator D'Arcangeli avrebbe replicato: "Il Milan si tenga i suoi Grillo e Schiaffino, perché noi Selmosson non lo cediamo neanche per Mazzola!". A conclusione del colloquio concessoci, il Presidente della Lazio ha infine precisato di non poter spiegare altri motivi che avrebbero spinto la Lazio al grosso sacrificio di Selmosson. Ad ogni modo il prof. Siliato ha aggiunto che la campagna di potenziamento della Lazio è tutt'altro che esaurita, come non è escluso che altri giocatori possano essere ceduti, ed al riguardo ha accennato alla sovrabbondanza di terzini. Tutta qui la cronaca della giornata di eri riferita esclusivamente all'attività dei dirigenti.


Sempre dal Corriere dello Sport un altro articolo racconta la giornata dei soci e dirigenti:

Mentre i dirigenti hanno trascorso un'intensa giornata, i soci ed i dirigenti laziali non sono rimasti certo calmi ed inoperosi. Non sappiamo per non averne avuto notizia né conferma, quali e di quali proporzioni siano state le eventuali manifestazioni di disapprovare nei pressi della sede o, tanto più, in altri luoghi frequentati da dirigenti della Lazio. Sappiamo, per avervi assistito, ciò che ha avuto luogo ieri sera nella sede di Via Frattina, dove era stata convocata l'assemblea straordinaria dei circoli biancazzurri. Non crediamo necessario rilevare né l'atmosfera eccitata che ha governato la riunione né la compatta partecipazione dei convocati, i quali anzi erano scortati da nugoli di tifosi che hanno fatto assembramento nella via Frattina, per altro controllata da alcuni carabinieri. La riunione può essere condensata nell'ordine del giorno approvato all'unanimità, ordine del giorno che riportiamo fedelmente: "I Circoli biancazzurri, soci e tifosi, riunitisi in assemblea straordinaria, preso atto della cessione del giocatore Arne Selmosson alla Associazione Sportiva Roma, cessione che ritengono lesiva agli interessi della Società Sportiva Lazio, interpreti della indignazione di tutta la tifoseria laziale, chiedono le immediate dimissioni di tutti i responsabili della cessione sopracitata". In apertura di riunione aveva preso la parola il Presidente Flamini, il quale aggiornava i presenti riferendo i termini del colloquio precedentemente avuto nello studio del prof. Siliato, ribadendo i principi che avevano provocato il loro risentimento. Essi, hanno dichiarato a più riprese, avevano la parola del Presidente che aveva spesso dichiarato intoccabili Selmosson, Tozzi e Lovati e neanche potevano credere ora a situazioni pesanti di bilancio, quando lo stesso Presidente aveva dichiarato alla conferenza stampa ed in altro successive occasioni che la "la Lazio aveva raggiunto la tranquillità economica".

Non sono mancati altri rilievi, dei quali riassumiamo gli essenziali: 1) la cessione di Selmosson non doveva mai essere neanche "pensata", poiché i dirigenti sanno che il giocatore è considerato il beniamino della folla e tanto meno poi questa cessione avrebbe dovuto essere fatta alla Roma, se non altro ricordando cià che accadde l'anno scorso quando fu ventilata la possibilità che Da Costa partecipasse amichevolmente alla tournée brasiliana della Lazio; 2) se sono stati spesi 200 milioni, vuol dire che la situazione non era così tragica come si dice oggi; altrimenti non era necessario acquistare elementi per ruoli già coperti da grandi giocatori, ma sarebbe stato sufficiente l'acquisto di uno o due uomini di retroguardia; 3) se la situazione è così pesante, perché la sezione calcio ha affrontato spese superiori alle sue possibilità (nuova sede separata, personale in soprannumero, ecc.)? 4) perché non è stata accettata l'offerta del Milan, invece di indebolire i propri ranghi per rinforzare quelli della squadra concittadina? Inoltre, sempre all'unanimità, i convenuti hanno chiesto la restituzione della cifra a suo tempo raccolta per la sottoscrizione a favore della conferma di Selmosson, cifra che sarà destinata al conio di una targa d'oro da offrire allo stesso Selmosson.

Al quale Selmosson soci e tifosi hanno deciso di spedire un telegramma di "ingenua conferma", nello stesso tempo comunicandone il testo ai giornali svedesi. Infine, alcuni soci hanno deciso di invalidare la cessione in quanto essa sarebbe stata decisa dalla commissione acquisti e cessioni e non dalla giunta esecutiva. Gli stessi soci hanno anche aggiunto di voler mettersi al lavoro per raccogliere le firme necessarie alla convocazione dell'assemblea straordinaria della città. Questa la sintesi dell'affollatissima e clamorosa riunioni dei sostenitori biancazzurri dei quali naturalmente i meno sdegnati si sono mostrati addolorati per quanto si è verificato, mentre i più infiammati non si sono limitati alle osservazioni, ma hanno minacciato ulteriori reazioni. Davanti a simili passionali prese di posizione, non crediamo sia il caso di perdersi in commenti. Noi auspichiamo soltanto che i dirigenti e sostenitori ritrovino la concordia, quell'unità di intenti che sola può giovare alla società. La data della chiusura delle liste di trasferimento è ancora lontana: i dirigenti hanno già dimostrato di non volersi limitare a "liquidazioni", ma di voler rinnovare con giudizio i quadri atletici. Lo scopo è questo e non dovrà essere perduto di vista. Il dissenso di oggi valga come esperienza perché altri errori non vengano compiuti e, nei limiti delle disponibilità economiche e offerte dal bilancio sociale, ci si adoperi per conservare alla Lazio le prerogative tecniche e di prestigio che l'anno sempre accompagnata in mezzo secolo di onorata vita sportiva.


Dal Corriere dello Sport del 14 luglio 1958:

I tifosi biancazzurri aspettano le promesse novità. Il "caso Selmosson" argomento del giorno.

La giornata festiva non ha portato novità in merito agli sviluppi del "caso Selmosson, peraltro sempre di grande e palpitante attualità nell'ambiente calcistico romano. Alle vivaci reazioni verificatesi negli ultimissiomi giorni si sono aggiunti anche commenti e impressioni suggeriti dall'ultima partita della fase eliminatoria della Coppa Italia che ha visto opposte proprio Roma e Lazio. In verità, nell'ambiente laziale il risultato ed altre considerazioni inerenti sono passati in sott'ordine, perché anzi la prestazione tutt'altro che convincente della squadra ha riproposto in tutta la sua evidenza l'importanza del trasferimento dello svedese. Naturalmente, il punto di vista dei dirigenti, peraltro ben fissato dalla intervista concessaci dal presidente Siliato e pubblicata ieri, è indubbiamente inattaccabile se osservato sul piano squisitamente finanziario; esso tuttavia presenta dei punti deboli se esaminato dalla parte dei tifosi che fanno questione di prestigio e di orgoglio, nello stesso tempo ribadendo il principio che la squadra, oggi come oggi, necessita di effettivo "ulteriore potenziamento". Ad ogni modo, esiste ormai una promessa dei dirigenti e noi crediamo che questo sia il modo migliore per restituire alla famiglia laziale quella concordia che negli ultimi giorni è stata insidiata da una opposta interpretazione degli interessi della comune società avendo per obbiettivo immediato il bilancio, senza con questo voler minare le basi tecniche della squadra; invece i tifosi (come del resto tutti i tifosi del mondo) al bilancio pensano in via subordinata, avendo innanzitutto e soprattutto a cuore le sorti della squadra.

Conciliare queste contrastanti correnti è possibile, perché appunto l'infaticabile e benemerito presidente Siliato abbia l'abilità e la tempestività di tradurre in affare anche tecnico quello che fino ad oggi si può considerare soltanto un "colpo" economico. I nomi dei giocatori che interessano, tanto per scendere ai particolari, sono i soliti: Vavà, Gratton e, secondariamente, qualche altro (Julinho sembra che abbia già giocato in Brasile in gare ufficiali e quindi sarebbe impossibile il suo tesseramento in Italia, figurando egli come straniero proveniente da Federazione estera), ma è evidente che neanche sarebbe da accantonare la possibilità di rinsaldare altri ruoli meno provvisti (al riguardo, si può dire tutt'altro che accantonato il progetto De Sordi). In tutti i modi, si può dire che l'opinione pubblica (e non soltanto quella di parte laziale) segua oggi passo per passo e ora per ora l'opera dei principali esponenti della Lazio, sicché c'è da sperare realmente che l'efficace opera di rinnovamento dei ranghi biancazzurri non soltanto sia esaurita ma venga intensificata perché il prossimo campionato possa essere affrontato con maggiori probabilità di riscattare quello penosissimo e non certo dimenticato dell'anno scorso. Nella mattinata di oggi, intanto, ci risulta che il Presidente della Sezione calcio avrà un incontro con la presidenza dei circoli biancazzurri, ma si ignorano gli argomenti della riunione.


Dal Corriere dello Sport del 15 luglio 1958:

Impreviste complicazioni del "caso Selmosson". La Lazio ha respinto gli "effetti" della Roma. Il contratto di trasferimento - che riportiamo integralmente - sembrerebbe inoppugnabile. Proseguono le trattative per il brasiliano Vavà. Rassegnate le dimissioni della giunta esecutiva della Lazio.

Alle ore 17 di ieri, il dottor Carpi si è recato presso la sede della Lazio per consegnare il pacchetto degli effetti cambiari riguardanti la cessione di Selmosson. La Lazio non li ha accettati, invitando la Roma ad inviarli per raccomandata e sostenendo che la presentazione degli effetti era avvenuta in ritardo rispetto agli accordi preventivi. Negli ambienti laziali si sostiene addirittura che si tenti una manovra di "sganciamento" per presunta inadempienza contrattuale, mentre la Roma si mostra assolutamente tranquilla poiché nel contratto non si parla di termini fissi per che riguarda l'inoltro degli effetti cambiari. Cosa succederà? Lo sapremo nei prossimi giorni. Arriveremo ad un annullamento del contratto oppure si tratta di un'azione tendente ad arrivare ad un rapido perfezionamento dell'accordo preliminare, onde permettere alla Lazio di provvedere immediatamente alla sostituzione del giocatore? La seconda ipotesi viene suffragata dal fatto che da Rio de Janeiro si conferma che la Lazio ha avviato con il Vasco de Gama trattative, con favorevoli prospettive, per l'acquisto del centravanti, mezz'ala od ala destra della Nazionale del Brasile, Edvaldo Neto (meglio conosciuto come Vavà). A questo proposito ci risulta che la Lazio ha inoltrato alla Presidenza della FIGC una richiesta di chiarimento in merito alla possabilità di tesserare o meno al posto di Selmosson un giocatore oriundo, naturalmente fermo restando Tozzi. La vertenza, insomma, fra Roma e Lazio è aperta e riguarda per il momento le modalità di pagamento. Soltanto i prossimi giorni potranno precisarne gli sviluppi e chiarirne gli effettivi scopi. Ad ogni modo il contratto sottoscritto dalle due società in data 11 luglio 1958 è testualmente il seguente:


CONTRATTO
Art. 5 e 6 Regolamento di Lega Nazionale.

Società cedente SS. Lazio - Sezione Calcio Roma. Società cessionaria A.S. Roma - Roma.

Giocatore trasferito: Selmosson Arne.
La S.S. Lazio cede a titolo definitivo all'A.S. Roma il proprio giocatore Selmosson Arne impegnandosi di iscriverlo nelle liste di trasferimento del 1958 a favore della predetta società. L'A.S. Roma pagherà alla S.S. Lazio per questo trasferimento la somma di lire 135.000.000 (centotrentacinquemilioni), comprensiva del premio d'ingaggio di L. 11.500.00 spettante al giocatore per la stagione 1958-59, che pertanto sarà corrisposto al giocatore stesso dalla S.S. Lazio. L'importo di lire 135.000.000 sarà corrisposto dall'A.S. Roma nella seguente maniera:

a) lire 30.000.000 (trentamilioni) in contanti alla firma del presente contratto;
b) lire 15.000.000 (quindicimilioni) in contanti entro il 10 agosto 1958;
c) lire 90.000.000 (novantamilioni) con rilascio di effetti cambiari le cui scadenze mensili di lire 5.000.000 (cinquemilioni) ciascuna inizieranno il 31 agosto 1958.

L'imposta I.G.E. verrà corrisposta dalla società cessionaria tramite la Lega Nazionale. Il presente contratto è subordinato all'esito della visita medica alla quale il giocatore Selmosson sarà sottoposto a cura dell'A.S. Roma entro il 10 agosto 1958.

Fatto - letto - sottoscritto
A.S. Roma
f.to dott. Vincenzo Malagò

S.S. Lazio
p. prof. Leonardo Siliato
f.to dott. Giorgio Mortari


Perlomeno in apparenza, perciò, poiché la Roma ha puntualmente rispettato le clausole contemplate, il contratto sembra inoppugnabile. Nessuna delle due parti dovrebbe poterlo sciogliere unilateralmente. L'opposizone biancazzurra, sosterrebbe peraltro che gli effetti cambiari avrebbero dovuto essere versati con i trenta milioni alla firma del contratto. La Roma, però, è di parere contrario; e - le dichiarazioni possono essere considerate ufficiali - "non si preoccupa affatto delle voci fatte circolare evidentemente da elementi irresponsabili. La Roma" - la dichiarazione è di un altro esponente giallorosso - oltre a conoscere l'onestà e la sportività della Lazio, conosce bene anche l'accordo intervenuto con la società biancazzurra; accordo per il quale il giocatore Selmosson è passato definitivamente ed irrevocabilmente alla società giallorossa. Il contratto, infatti, è quello che è, e nessuno, anche se dovessero cambiare gli attuali dirigenti, potrà mai impugnarlo senza il consenso della Roma. E la Roma, si sa, ormai vuol tenersi il giocatore". Inoltre, ci risulta che nel tardo pomeriggio la Roma ha inviato una lettera al Presidente della Lazio per invitarlo amichevolmente a depositare alla Lega il contratto di cessione di Selmosson e quindi ha provveduto a spedire alla stessa Lega copia del contratto e la ricevuta del versamento dei 30 milioni. Un'altra raccomandata è stata pure spedita dalla Lazio alla Roma, ma se ne ignora il contenuto. Secondo attendibili ipotesi, potrebbe trattarsi della comunicazione che i 30 milioni sarebbero stati accantonati presso un notaio a disposizione della Roma. Un'altra ipotesi, più elementare, propende invece per una semplice comunicazione da parte della Lazio dei passi che intende o sta per compiere.

Non è finita. Alle ore 18 di ieri ci è stato trasmesso il seguente comunicato ufficiale dalla Lazio: "La Giunta Esecutiva della Società Sportiva Lazio - Sezione Calcio, convocata oggi alle ore 15 dal Presidente in via d'urgenza ed in seduta straordinaria, presenti i signori Andreani, Ercoli, Fava, Guida, Magliocchetti, Mortari e Sartorelli; udita la relazione del Presidente; esaminato lo sviluppo dei recenti avvenimenti che hanno profondamente turbato il normale svolgersi dell'attività sociale; ha deliberato all'unanimità di rassegnare nelle mani del Presidente le proprie dimissioni. Il Presidente della Sezione Calcio, prof. Siliato, preso atto con rammarico della decisione provvederà per quanto necessario". Come si è giunti a questa clamorosa decisione? Le ragioni ufficiali sono spiegate nello stesso comunicato, sebbene i successivi avvenimenti abbiano avvalorato altre versioni. Comunque risaliamo alla mattinata di ieri. Alle ore 11, nell'ufficio del prof. Siliato, si sono recati i membri della Presidenza dei Circoli biancazzurri. L'incontro si è potratto per oltre due ore ed in realtà pare che non si sia trattato dei vari argomenti finanziari, tecnici, ecc. ma solo e semplicemente della cessione di Selmosson. Gli esponenti dei tifosi si sono liberamente e sinceramente sfogati col Presidente ed anche questi, mostrando di comprendere lo stato d'animo dei sostenitori, non ha potuto non rilevare alcuni particolari essenziali della clamorosa cessione. Gli umori e le speranza dei tifosi sono stati così confessati al Presidente il quale, sullo stesso piano confidenziale, avrebbe anche assicurato il suo massimo interessamento per la migliore sistemazione della scabrosissima questione. Nella riunione si sarebbe evitato ogni minimo accenno a rinforzi, a fatti tecnici, a questioni varie insomma, mentre i tifosi avrebbero anche fatto intendere che le loro reazioni non debbono assolutamente riferirsi né all'allenatore né tanto meno agli altri giocatori. Ripetiamo che si è soltanto svolto il "tema Selmosson". Tutto questo dalle ore 11 alle ore 13. Successivamente si aveva notizia di una improvvisa e straordinaria riunione della Giunta Esecutiva (la riunione che secondo voci avrebbe dovuto svolgersi nella serata di domenica). L'attesa della conclusione e la curiosità di conoscere l'esito sono durate, come già detto, pochissimo, poiché alle ore 18 circa veniva diramato alla stampa l'inatteso comunicato delle dimissioni rassegnate all'unanimità.

Fin qui, i fatti ufficiali. Naturalmente non sono mancate interpretazioni più o meno attendibili, fra le quali, quella più diffusa ha fatto intendere che le dimissioni sarebbero state provocate da divergenze sostanziali di vedute fra tutti i membri della stessa Giunta e il Presidente. Poi nel tardo pomeriggio, la successione degli altri episodi, dei quali quello più importante della "missione Carpi" è stato sopra riferito con maggiori dettagli. Naturalmente è continuato anche il fermento dei tifosi, di volta in volta sollecitati da "voci" di telegrammi di Selmosson, Nordahl, ecc. tutti regolarmente smentiti o comunque non "confermati".


Dal Corriere dello Sport del 16 luglio 1958:

Intervistato ieri al suo rientro nella capitale. Per Selmosson alla Roma virtuale conferma del Presidente Siliato. Confermato il proposito di trovare un degno sostituto allo svedese. Convocato per venerdì il Consiglio Direttivo della Lazio e per oggi quello della Roma.

Dopo la tempesta di voci, indiscrezioni, versioni, interpretazioni succedutasi a ritmo incredibile per tutto il pomeriggio di lunedì, un accenno di schiarita si è avuto ieri, con il ritorno in sede del presidente della Sezione Calcio della S.S. Lazio, prof. Siliato. Appunto con il maggiore esponente bianco-azzurro abbiamo avuto un colloquio telefonico in merito alle varie questioni che hanno agitato in questi giorni il mondo calcistico romano, sicché ora crediamo più logico, pratico ed opportuno, raccogliere e riferire i termini della conversazione. - Per il fermento già in atto e che le dimissioni della Giunta Esecutiva della Lazio hanno inasprito, creando interpretazioni più o meno attendibili da parte dell'opinione pubblica, la preghiamo di precisare la posizione della Lazio in merito all'"affare Selmosson". Innanzi tutto debbo deplorare quanto parte della stampa ha riferito in merito alla riunione straordinaria della Giunta che sarebbe stata addirittura "minacciata" non soltanto a parole. Niente è accaduto ieri, come niente era accaduto quando si giunse a raccontare di vetri rotti, invasione di sede, ecc. Passando quindi alle dimissioni dei miei più vicini collaboratori, posso dire che esse sono state motivate dalla disapprovazione della piazza. D'altro canto, le dimissioni si riferiscono alla Giunta, e non al Consiglio Direttivo. - La cessione di Selmosson in che termini va oggi considerata? Io ho approvato il contratto dopo aver lungamente discusso con il dott. Mortari. Capisco perfettamente il risentimento dei tifosi poiché il giocatore è passato alla società concittadina, ma d'altro canto la maggiore offerta è venuta da quella parte e lo stesso Milan è stato sempre lontanissimo da quella cifra. - Ma i fatti nuovi verificatisi nel pomeriggio di lunedì che valore e che fine hanno? Potrebbero non interessare noi, ma la Roma, che potrebbe trovare una nuova intesa con il Milan, perché, come ben si ricorda, alla Roma interessavano Grillo e Schiaffino per i quali il Milan pretendeva 200 milioni. Ad ogni modo, io i soldi ottenuti con la cessione di Selmosson non li butto via! Centotrentacinque milioni, mi creda, sono un'enormità per una società come la Lazio. E' vero, infatti, che io ho sempre parlato di raggiunta tranquillità economica, ma sempre in riferimento al miliardo di deficit dal quale siamo partiti. Oggi, per quotazione patrimoniale, la Lazio è la terza società di Serie A e non credo sia cosa da poco. Però c'è anche da rilevare che una cosa è la quotazione patrimoniale ed un'altra la finanza che permette di fronteggiare sull'istante qualsiasi evenienza. Lo sa che solo quest'anno abbiamo dovuto pagare 165 milioni di debiti arretrati?

Ma, allora, come spiega l'episodio delle cambiali non accettate? - Questo è un argomento troppo delicato e la prego di dispensarmi dal rispondere. Ripeto, è un argomento che non posso neanche sfiorare. Si tratta di un fatto di interna amministrazione ed io ho preso fermo impegno con la Giunta di non farne parola con alcuno. - E allora, professore, può confermare la notizia secondo la quale i trenta milioni della Roma sarebbero stati accantonati presso un notaio? - Non è vero. Comunque non posso dire nulla. - Scusi, professore. Siccome le voci e le smentite si rincorrono a ritmo forsennato, vorremmo da lei una risposta quanto più chiara su questo preciso quesito: è vero che la Lazio intende impugnare il contratto di cessione di Arne Selmosson? - Non posso rispondere. - Ci perdoni l'insistenza: dica almeno la versione possibile. - Lei riferisca che per ragioni di opportunità il presidente della Lazio non può pronunciarsi. - Abbiamo avuto notizia che per le ore 20 di venerdì 18 corrente è stato convocato il Consiglio Direttivo della Sezione calcio. Quali i motivi e quale ordine del giorno? - E' presto detto: esame della situazione ordinaria, dimissioni della Giunta e situazione conseguenziale. D'altro canto, con le dimissioni della Giunta si è creato un altro problema e lei capisce che ho bisogno di tempo perché tutto possa normalizzarsi. - Secondo lei, come possono essere anticipati gli sviluppi della attuale situazione, sociale e tecnica? - Non posso dirlo. Comunque sono necessari dei giorni perché non è uno soltanto il problema da risolvere. - Anche quello dell'ulteriore potenziamento della squadra? - Certo. Comunque, io non ho intenzione di spendere la somma avuta per Selmosson, altrimenti la cessione non avrebbe avuto motivo di essere fatta. Da questa somma si possono distrarre, diciamo, trenta milioni ai quali aggiungere i trenta-quaranta ricavabili da cessione di altri giocatori (potrebbero essere Lucentini, Di Veroli, Orlandi, Chiricallo). Noi vogliamo rinforzarci con il minimo sacrificio.

Ma siete già orientati, avete qualcosa di concreto tra le mani? Non a caso sembra sia stato fatto il nome di Vavà e di altri giocatori. - Io ho notizie di vari giocatori sudamericani. Siamo al lavoro. Del resto non posso dire particolari perché lei ha visto come è andata a finire per Mazzola. Certo, abbiamo la porta aperta. Ripeto, è questione di giorni, giorni necessari per sistemare la faccenda sotto i suoi molteplici e scabrosi aspetti. Ad ogni modo Bernardini, che è partito ieri per le vacanze, mi ha parlato della squadra. Noi siamo qui per operare nell'interesse della Lazio, abbiamo superato momenti ben pià difficili e non vedo perché non si debba riuscire ora. E' vero che dei tifosi, i più scalmanati, hanno mostrato vivo disappunto ed in questo mi permetto di rilevare anche lo sbaglio della Roma di aver cantato vittoria come se avesse avuto il giocatore gratis; ma è anche vero che io ho ricevuto e continuo a ricevere lettere e telegrammi di stima e di fiducia, di incoraggiamento e di approvazione. Ascolti, le leggo una lettera a caso, inviatami da un gruppo di tifosi (le firme sono tutte leggibili della Borgata Tufello... Come queste, mi creda, ne sono giunte a centinaia. E sono queste manifestazioni che ci spingono a seguire la strada che crediamo più vantaggiosa per la società, anche se nessuno, in coscienza, può ignorare che è stato fatto un grosso e doloroso sacrificio. Questa, la conversazione avuta con il prof. Siliato. Non crediamo necessario rilevare i brani salienti che peraltro affiorano con evidenza pure attraverso un tentativo di non sbottonarsi troppo. La base a queste dichiarazioni più o meno aperte del Presidente della Lazio, non dovrebbe sussistere ormai il minimo dubbio sul fatto che il contratto di cessione di Selmosson alla Roma seguirà regolarmente il suo corso. Adesso non resta che attendere un altro "corso", quello del promesso potenziamento a proposito del quale negli ambienti ufficiosi si insiste a parlare di un "grosso nome". Dovrebbe trattarsi di Edvaldo Neto (Vavà), ma c'è anche da non dimenticare che l'acquisto da parte della Lazio del prestigioso attaccante della Nazionale brasiliana dovrà passare sotto le forche caudine della riunione del Consiglio Federale (24 luglio p.v.) in cui dovrà essere sanzionata la possibilità di tesserare un secondo oriundo in luogo di uno straniero (già in forza a società italiane).

Data la portata della cessione di Selmosson, considerate le dichiarazioni del presidente (60-70 milioni eventualmente disponibili), ricordato il prezzo d'offerta del mercato calcistico brasiliano, riconosciuto il prestigio dello stesso Edvaldo Neto, tutto lascia pensare che è questo l'obiettivo della Lazio. A meno che non si pensi ad altro ruolo di retroguardia ed in questo caso di dovrebbe parlare di De Sordi (non di Bellini, ormai ventottenne e quindi non tesserabile) o di qualche elemento italiano (Bernasconi, Cardarelli?). Ad ogni modo, il prof. Siliato ha chiesto tempo e tempo gli va senz'altro concesso, anche da parte di tutti i tifosi laziali. Affinché e purché sia mantenuta ogni promessa e la Lazio risulti effettivamente potenziata sul piano tecnico, dopo essere stata rinvigorita sul piano finanziario. Secondo indiscrezioni, domenica prossima dovrebbe aver luogo a Bologna un incontro tra il presidente Siliato e Bernardini. Pare anche che l'argomento dovrebbe essere l'eventuale viaggio in Brasile del direttore tecnico allo scopo di visionare il giovane attaccante segnalato al presidente laziale. Ma se si tratta di Vavà, c'è forse bisogno di visionarlo?!...


Dal Corriere dello Sport del 17 luglio 1958:

Una indiscrezione tornata d'attualità. Smentito da Siliato il cambio Cardarelli-Pinardi. Molto attesa la riunione del C.D. della Lazio in programma per domani sera.

Nessuna novità di rilievo è maturata nella giornata di ieri negli ambienti laziali. Quel che è certo, però, è che il Presidente Siliato è impegnatissimo a fronteggiare ogni questione, da quella sociale aperta dalle dimissioni della Giunta Esecutiva, a quella tecnica creata dalla cessione di Selmosson. Le opinioni del maggiore esponente della Lazio sono ormai note per essere state già riportate in questa sede. Esso possono essere completate da alcune ulteriori dichiarazioni fatte ieri dallo stesso prof. Siliato. Praticamente egli ha più o meno confermato le precedenti affermazioni e si è ripetuto anche in certe ambiguità sempre relative al "caso Selmosson" ("ammetto che il giocatore non sia più nostro, perché sul campo della "teoria" non è più nostro...". Ad ogni modo, su due questioni abbiamo fissato le maggiori attenzioni, quelle cioè relative alle prospettive della imminente riunione del Consiglio Direttivo della Sezione (in programma per le ore 20 di domani nella sede di Viale Rossini) e quelle riguardanti il potenziamento della squadra. Per questo secondo argomento il prof. Siliato ha detto: "E' fuori di dubbio che noi stiamo muovendo dei passi, indipendentemente dalla questione di Selmosson. D'altro canto, se normalmente si procede con la massima cautela, lascio immaginare quanta prudenza sia necessaria in frangenti assai confusi come i nostri attuali. Comunque tengo a dichiarare sulla mia parola che qualcosa certamente dovrà avvenire. Naturalmente nomi non posso farne e per evidentissime ragioni. Far nomi vuol dire alzare i prezzi, vuol dire creare concorrenza ed invece lo scopo nostro è di procedere con segretezza, anzi, distogliere le attenzioni se possibile. La situazione in termini esatti è questa: esiste per noi una possibilità di esaminare la posizione di giocatori oriundi ed è una possibilità molto importante; esiste però anche un'altra possibilità relativa a giocatori non oriundi ed è non meno importante. Ripeto che prima della riunione del Consiglio Federale del prossimo 24 tutto è in sospeso per gli oriundi sebbene dichiarazioni di esponenti federali mi facciano bene sperare. Può darsi che domenica io incontri Bernardini a Bologna. Ma non sarà quella la sede per importanti argomenti. Io piuttosto conto di raggiungere Bernardini nel luogo dov'egli è in vacanza, trattenermi un paio di giorni, vagliare profondamente tutta la situazione sotto i più impensati aspetti e quindi, se necessario, ricorrere anche all'aereo per concludere. Questo potrebbe accadere il 24 o il 25 di questo mese".

Sulla riunione del Consiglio Direttivo, il prof. Siliato ha dichiarato: "Se il Consiglio deciderà di lasciarmi solo resterò solo; se mi affiancherà un'altra Giunta Esecutiva accetterò la nuova Giunta; se non mi vorrà più, io me ne andrò. Il Consiglio insomma sarà l'unico vero padrone della situazione. Per questo non posso prevedere gli sviluppi e la conclusione della riunione, anche perché ho pregato chi mi ha chiesto lumi di regolarsi secondo coscienza. Non vorrei oltretutto che poi saltasse fuori qualcuno a rimproverarmi di aver "ammaestrato" il Consiglio. Penso che sia da escludere che i membri dimissionari della Giunta possano ricomporre la eventuale nuova G.E., ad eccezione di casi bene individuati come quello dell'avv. Sartorelli e del dott. Bolognese. Non posso sapere peraltro se le dimissioni dei membri della giunta avranno un seguito in sede di consiglio, nel senso cioè che quei signori vogliano dimettersi anche da consiglieri. Questo è tutto e del resto non c'è neanche da attendere molto per accertare le conclusioni". Successivamente, un'indiscrezione di origine udinese tornava a diffondere la possibilità di un trasferimento alla Lazio di Cardarelli, in cambio di Pinardi, Molino e qualche milione. Lo stesso presidente Siliato pregava di smentire la notizia, definendola "una balla grossa come la mole Antonelliana".


Dal Corriere dello Sport del 18 luglio 1958:

Convocato per questa sera nella sede sociale. Attese importanti decisioni dalla riunione del C.D. della Lazio.

Negli ambienti laziali si è diffusa una atmosfera di consapevole e fiduciosa attesa. Com'è noto, le attenzioni sono tutte indirizzate sul doppio itinerario del potenziamento della squadra e della migliore soluzione della crisi direttiva conseguente al "caso Selmosson". In ordine di tempo, la precedenza è toccata alla seconda questione che sarà appunto al centro dei lavori del Consiglio Direttivo della Sezione Calcio convocato nella sede di viale Rossini per questa sera alle ore 20. In base agli umori diffusi, sembra improbabile che possano verificarsi clamorosi colpi di scena. Tuttavia è indiscutibile che importanti decisioni debbano maturare questa sera sul tavolo dei dirigenti laziali. A questi auguriamo di non perdere di vista gli scopi essenziali che hanno promosso la riunione, affinché l'opera radicale intrapresa negli ultimi tempi non subisca intralci pericolosi o, peggio, più dannose interruzioni. Ad ogni modo, per meglio inquadrare l'importanza, il significato e gli scopi della riunione del Consiglio Direttivo della Lazio, crediamo doveroso riportare delle precisazioni. Abbiamo infatti avvicinato il prof. Siliato il quale nolto chiaramente ha tenuto a puntualizzare la situazione della Giunta e del Consiglio per la riunione di questa sera, anche in relazione a quanto il nostro giornale ha pubblicato ieri mattina, chiarendo erronee interpretazioni.

"Ritengo mio dovere, prima della riunione del Consiglio, non anticipare alcun giudizio. Per riguardo a tutti i componenti il Consiglio io non ho avuto incontri con alcuno di essi, onde evitare ogni e qualsiasi influenza sulle loro idee e decisioni, lasciando quindi la più ampia libertà di giudizio a tutti e ciascuno. Io non so cosa avverrà. Certo è che, malgrado il vivo attaccamento alla Lazio, alcuni di noi appaiono sfiduciati, altri non vogliono più interessarsi ed altri non intendono assumere nuove responsabilità. Essendo cessata la Giunta, io mi valgo dell'opera di coloro che sostanzialmente costituiscono la continuità del lavoro e cioè dell'avv. Sartorelli per la parte legale, del dott. Bolognese per il settore medico e del dott. Andreani per la tesoreria con la collaborazione dell'economo commendador Magliocchetti. La Società ha funzioni che non possono mai essere interrotte. In questi giorni poi il lavoro è più intenso sia per tutto quanto segue la fine del campionato, sia per quanto precede il nuovo, visto sotto le varie esigenze finanziarie, tecniche ed amministrative. Molti ritengono che il lavoro della Lazio si riduca allo svolgimento delle partite, ignorando quanti e quali sono i serii problemi che quotidianamente interessano la vita sociale".


Dal Corriere dello Sport del 19 luglio 1958:

Nella riunione di ieri sera. Respinte dal Consiglio della Lazio le dimissioni della Giunta Esecutiva. Esaminata con compiacimento la campagna acquisti e vendite. Ribadito il progetto di "integrare la formazione".

A conclusione della riunione svolta ieri sera nella sede sociale e protratta per due ore circa, il Consiglio Direttivo della Sezione Calcio della Lazio ha diramato il seguente comunicato ufficiale: "Sotto la presidenza del prof. Siliato si è riunito questa sera il Consiglio Direttivo della Lazio. Il prof. Siliato, dopo aver ricordato quale fosse la situazione della Società all'epoca in cui ne assunse la Presidenza, ha fornito i più ampi dati sulla situazione attuale. Il Consiglio, udita la dettagliata relazione del Presidente e preso atto dei risultati soddisfacenti e conformi a quei criteri di rigorosa amministrazione da questo Consiglio suggeriti, è passato a prendere in esame con compiacimento la campagna acquisti e vendite, che è concretata con la cessione di tre giocatori e l'acquisto finora di sedici giovani elementi con i quali ultimi si va realizzando il programma di svecchiamento della squadra. In ordine alle dimissioni della Giunta, il Consiglio ha deliberato all'unanimità di respingerle, invitando i colleghi a rimanere al loro posto. Infine il Consiglio, sempre all'unanimità, ha espresso al prof. Siliato la sua solidarietà e la sua riconoscenza". Naturalmente crediamo superfluo rilevare che il fatto più importante e, sotto certi aspetti sorprendente, è stata la conferma della Giunta Esecutiva. Nel respingere le dimissioni dei "colleghi", il Consiglio Direttivo ha indubbiamente offerto il migliore esempio pratico dell'identità di vedute in merito a tutte le recenti decisioni da quegli stessi "colleghi" adottate, con particolare riferimento alla cessione di Selmosson.

Del resto non poteva essere altrimenti, se non altro per un elementare pricipio di coerenza, cioè in omaggio ai "criteri di rigorosa amministrazione" professati e realizzati. Infatti, il Consiglio constatato come gli sforzi compiuti attivamente con una saggia amministrazione abbiano consentito l'efficace consolidamento della società, che dalla catastrofica situazione in cui si trovava nel 1956 è risalita fino ad allinearsi con i più robusti sodalizi. Sempre sul piano amministrativo, il prof. Siliato ha anche parlato circa le provvidenze in atto che dovranno essere risolte dalla Lega, in collaborazione con il Totocalcio e il CONI, presumibilmente entro il prossimo dicembre. Tali provvidenze saranno estese soltanto alle società che hanno dimostrato un effettivo risanamento del bilancio. Naturalmente il Presidente non ha trascurato di illustrare gli argomenti più strettamente inerenti il rinnovamento dei quadri atletici ed a questo riguardo, dopo aver ricordat che sono stati acquistati sedici giocatori per le iniziative intraprese con il direttore tecnico dott. Bernardini, ha pregato di attendere ancora qualche giorno prima che si abbia notizia del nuovo elemento o dei nuovi elementi che potranno integrare la formazione. Al termine della riunione, il prof. Siliato ci ha molto cortesemente confermato che è intendimento della Lazio di addivenire all'acquisto di un "oriundo", sempre che il Consiglio Federale, nella sua prossima riunione del 24 corrente, decida in senso favorevole. Ecco, fondamentalmente, la ragione per cui è necessario attendere ancora qualche giorno.

Interpellato di proposito, il Presidente laziale ha escluso qualsiasi interessamento per il terzino fiorentino Magnini, mentre ha pure smentito le notizie di un cambio di Orlandi e Chiricallo con il mediano Sellani, notizie che proprio ieri sono giunte da Messina e che riportiamo in altra parte del giornale. Per concludere non resta che augurare che l'esempio di compattenza fornito ieri dai componenti il Consiglio Direttivo si estenda anche alle schiere di tifosi. L'opera attiva e fattiva del Presidente Siliato è in pieno svolgimento e la promessa di una "integrazione della squadra" sarà certamente mantenuta. L'oriundo (potrebbe essere Vavà oppure un altro giocatore brasiliano di primo piano) è alle porte, nella fiduciosa attesa che così si esprima anche il Consiglio Federale, ed oltre all'oriundo non è da escludere qualcos'altro di interessante. Dopo la cessione di Selmosson che ha provocato diffusi malumori fra le schiere di tifosi (e che i tifosi contino è confermato dal cassiere...) il Consiglio ha mostrato di condividere le responsabilità della Giunta. Soltanto alla data di chiusura delle liste di trasferimento si potrà giudicare l'esito della riunione di ieri sera; soltanto a quella data si potrà stabilire se, facendo sue le decisioni della Giunta, il Consiglio avrà conquistato un grande, innegabile merito.

Per la cronaca, la riunione di ieri ha fatto rilevare due sole assenze giustificate: quelle del dott. Bolognese e del comm. Giuliani. Sono quindi intervenuti, oltre il Presidente Siliato, il Vice presidente Fava e i consiglieri Andreani, Casoni, Canestri, Ercoli, Flamment, Guida, Magliocchetti, Marsicola, Morichetti, Mortari, Pitigliani, Mario Riva, Romagnani, Sabbatini, Sartorelli, Spadazzi e il gen. Vaccaro. Presenti infine i "revisori" Giannelli, Ciarlanti, Pesaro e Messina.



Il comunicato della Società sul giornale "l'Unità" del 15 luglio 1958



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