Domenica 29 ottobre 1978 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-L.R.Vicenza 4-3
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29 ottobre 1978 - 1978 - Campionato di Serie A 1978/79 - V giornata
LAZIO: Cacciatori, Ammoniaci, Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli, Giordano, A.Lopez, D'Amico (75' Ferretti). A disp.: Fantini, Ghedin. All. Lovati.
L.R. VICENZA: E.Galli, Secondini, Callioni, Guidetti, Prestanti, Miani, Cerilli, Salvi, Rossi, Faloppa, Briaschi (20' Rosi). A disp.: Bianchi, Simionato. All. G.B. Fabbri.
Arbitro: Prati (Parma).
Marcatori: 3' Giordano, 18' Rossi (rig), 21' Giordano, 40' Guidetti, 41' Rossi, 47' Garlaschelli, 87' Giordano (rig).
Note: giornata calda, terreno in ottime condizioni. Espulso Cerilli per insulti all'arbitro. Angoli 12-2 per la Lazio. Antidoping per Manfredonia, Giordano, Lopez, Cerilli, Callioni e Rossi. Esordio in serie A per Stefano Ferretti classe 1960.
Spettatori: 40.000 circa (20.041 paganti).
La Lazio e il Lanerossi Vicenza, probabilmente spinti più dalle circostanze che dalla loro volontà, hanno fornito una eccellente, quanto rara dimostrazione di calcio totale, dando l'impressione di aver completamente dimenticato, per un pomeriggio, le esasperate regole che impone il campionato italiano. Sette gol, tanti altri sfiorati d'un soffio, un espulso (Cerilli), l'emozionante altalena delle marcature, due calci di rigore, di cui uno ha consentito ai biancocelesti romani di acciuffare il successo pieno a tre minuti dalla fine, hanno costituito l'inconsueto cocktail che ha messo in pericolo tante coronarie della vasta platea dell'Olimpico.
E' stata una gara atipica, si è giocato all'insegna della spensieratezza tattica. Ha vinto la Lazio, ma poteva imporsi anche il Lanerossi, oppure la contesa avrebbe potuto concludersi con il risultato di 7-7. I critici severi, che spesso concepiscono in termini matematici i canoni del football studiati a tavolino e applicati rigorosamente sul campo, storceranno la bocca. Purtroppo una partita come quella vista ieri all'Olimpico, difficilmente si ripeterà. Ed è un vero peccato perché il pubblico ha potuto ammirare anche l'altra faccia del calcio, allegra e divertente, non oppressa dal grigiore tecnico che finisce spesso per imporsi sul «risultato a tutti i costi»; da raggiungere. Il Lanerossi, con il suo tipico gioco a tutto campo, che pone praticamente sullo stesso piano le caratteristiche di difensori, attaccanti e centrocampisti, ha trovato nella Lazio un partner ideale.
Le marcature rigide, di sapore tradizionale, sono state soltanto quattro: Manfredonia su Rossi, Ammoniaci su Briaschi mentre Secondini tentava di fermare Garlaschelli e Prestanti veniva opposto allo scatenato Giordano. Gli altri ingaggiavano duelli con avversari quasi sempre occasionali. Nella difficile scala dei meriti, vanno tuttavia sottolineate le prove di Paolo Rossi, tornato quasi completamente sul suo standard abituale; il «sostanzioso» Guidetti, l'inesorabile cannoniere Bruno Giordano e Garlaschelli. La partita si accendeva fin dal terzo minuto di gioco pur non lasciando prevedere quanti fuochi di artificio sarebbero venuti in seguito: Lopez pescava di precisione Giordano il quale, approfittando anche della approssimativa marcatura del suo diretto avversario, insaccava con un tiro preciso il pallone del primo gol laziale. Il Lanerossi non accusava minimamente il colpo. La squadra di Fabbri continuava a muoversi secondo i suoi schemi abituali, ma non riusciva a nascondere un certo disagio in difesa, apparso il reparto nettamente più vulnerabile. Al 15', Giordano, sorpreso da un cross mancato da avversari e compagni, falliva di poco il raddoppio. Forse la gara avrebbe assunto un'altra fisionomia. Invece tre minuti più tardi i veneti ristabilivano l'equilibrio con un legittimo calcio di rigore siglato da Rossi.
Le squadre ripartivano a viso aperto, come due pugili decisi a picchiarsi con la guardia abbassata. Al 22' ancora la Lazio in vantaggio: D'Amico pescava con un lungo e preciso pallone Giordano lanciato verso la porta veneta. Il centravanti dribblava da campione Prestanti e nonostante si trovasse in posizione difficile, azzeccava un diabolico diagonale. Una strepitosa parata del portiere veneto, su tentativo di Cordova, alcuni accentuati sbandamenti nella difesa del Lanerossi, davano l'impressione che la compagine di Fabbri non solo avrebbe faticato a rimontare, ma rischiava di subire altre marcature. In una partita così «pazza» ogni supposizione doveva rivelarsi sballata. Nello spazio di due minuti (39' e 40') la situazione si rovesciava completamente a favore dei veneti. Paolo Rossi si esibiva nello «show» più applaudito della gara, che lasciava di stucco come statuine ammirate, gli stessi avversari. Il centravanti faceva «fuori» due o tre avversari, allungava a Miani che crossava rapidamente verso Guidetti. Per Cacciatori niente da fare.
Trascorrevano appena 60 secondi e il Lanerossi si portava in vantaggio: Cerilli superava di slancio Lopez, passava rasoterra verso Rossi che ribadiva di essere il miglior attaccante in circolazione beffando Cacciatori con il preciso pallone del terzo gol. La Lazio, che astutamente aveva cercato di infrangere la ragnatela veneta giocando sull'anticipo, veniva improvvisamente a trovarsi in difficoltà. Ma c'era ancora un tempo da disputare e puntualmente si ripeteva quanto accaduto nei primi minuti della gara: al 47' Agostinelli crossava per D'Amico, palla a Giordano che la smistava prontamente a Garlaschelli che infilava da corta distanza. I veneti reclamavano per il fuori gioco dell'ala laziale, ma l'arbitro convalidava. Al 55' la partita si ravvivava ancora per l'espulsione di Cerilli, decretata per una frase ingiuriosa che il direttore di gara aveva ritenuto diretta verso di lui. Ridotto in 10, il Vicenza si vedeva gradatamente costretto a rinserrare le fila. La Lazio si produceva in un pressing disperato. In un paio di occasioni, l'arbitro chiudeva un occhio su falli che forse andavano puniti con il calcio di rigore. A tre minuti dalla fine, il direttore di gara, applicando la discutibile regola della compensazione, ravvisava in una spinta di Secondini nei confronti di Wilson, gli estremi per la massima punizione. Il tiro dal dischetto veniva ovviamente affidato all'«eroe» Giordano.
Fonte: La Stampa
Nota: Franco Cerilli intervistato sulla sua espulsione da LazioWiki il 28/6/2015 ha dichiarato: Fui espulso perché dissi all'arbitro...MA VAI IN MONA !!! Per noi veneti non è un'ingiuria ma lui non capì...mi scusai...ma nulla lo fece desistere... Applausi alla Lazio che ebbe la meglio su di noi.