Domenica 22 aprile 2001 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Vicenza 2-1
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22 aprile 2001 - 2947 - Campionato di Serie A 2000/01 - XXVII giornata
LAZIO: Peruzzi (34' Marchegiani), Pancaro (75' Negro), Nesta, Fernando Couto, Favalli, Poborsky, Baronio, Veron, Simeone, Nedved (46' C.Lopez), Crespo. A disposizione: Colonnese, Baggio, Castroman, Ravanelli. Allenatore: Zoff.
VICENZA: Sterchele, Cardone, Marco Aurelio, Tomas, Sommese (64' Maggio), Dabo, Crovari, Firmani (56' Jeda), Comotto (90' Esposito), Zauli, Toni. A disposizione: Santarelli, Faisca, Beghetto, Bernardini. Allenatore: Reja.
Arbitro: Sig. Tombolini di Ancona.
Marcatori: 35' Simeone, 86' Crespo, 89' Jeda.
Note: ammoniti Cardone e Comotto. Recuperi: 3' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 45.000 circa.
A fine campionato, la classifica cannonieri sarà falsata. Mancherà un marcatore, che ieri pomeriggio, all'Olimpico, ha segnato due gol. Si chiama Sergio Cragnotti. Il presidente della Lazio in questa settimana ha esaurito tutto il repertorio dei luoghi comuni rispetto al calcio: è stato arcigno come uno stopper, decisivo come un portiere, utile come un mediano, implacabile come un centravanti. Ha giocato in prima persona contro la Federcalcio argentina, che voleva far partire Crespo, Lopez, Simeone e Veron prima di Lazio-Vicenza, e ha vinto. Due volte. Nel primo tempo, in verità, Veron e Crespo sembravano essere partiti ugualmente per Buenos Aires, lasciando a Roma due sosia perfetti nell'aspetto ma non nella sostanza calcistica. Senza il loro apporto, la Lazio aveva sbattuto contro l'organizzazione del Vicenza, rischiando più di andare sotto che in vantaggio (palo di Dabo su calcio di punizione, al 28'). Era una Lazio che sembrava già vittima del fuso orario, fatta eccezione per Nesta, sempre impeccabile, e per Baronio, preferito da Zoff a Dino Baggio. Ma poiché il calcio è fatto anche di episodi - e il calcio della Lazio lo è più spesso di quello di altre squadre, anche perché è una squadra imbottita di campioni - la partita cambiava faccia e spartito al 35'.
Invenzione di Poborsky al limite dell'area, che faceva scorrere la palla e si guadagnava lo spazio per mirare il "sette" con un tiro di esterno destro liftato come un colpo di tennis. Pallone sull'incrocio dei pali e poi sulla fronte di Simeone, che a porta vuota non poteva mancare il più semplice dei tap-in. Meno preciso, nei minuti di recupero, era invece Luca Toni, che metteva a lato di testa un pallone a Marchegiani battuto (il portiere di riserva era entrato dopo il k.o. di Peruzzi in uscita: testata con Toni, una Tac di controllo ha tolto subito ogni preoccupazione). E la differenza nel primo tempo stava tutta lì: nel cinismo laziale nello sfruttare l'unica vera occasione da gol e nella poca fortuna del Vicenza. A smorzare l'entusiasmo della Lazio ci si era messo anche il gol di Montella a Udine, segnalato dal tabellone dello stadio giusto 30 secondi dopo il gol di Simeone. Una notizia che aveva portato anche alla "squalifica dal campo" di un fotografo romanista che si produceva in un aeroplanino di gioia che provocava la rivolta dei tifosi che lo avevano visto esultare sotto la loro curva. Altra era la Lazio del secondo tempo, capace di creare almeno sei nitide palle gol, la metà delle quali sprecate da un Claudio Lopez (entrato al posto di Nedved, azzoppato da un'entrata di Cardone) ancora molto indietro di condizione. Sterchele parava tutto quello che i laziali tiravano tra i pali, Zauli era troppo solo nel cercare di fare una grande partita da romano e romanista. Al termine della lunga serie di regali biancocelesti, il gol del 2-0 arrivava grazie a una cortesia degli ospiti.
Un passaggio di Cardone che infrangeva la prima legge del calcio da oratorio (mai passare un pallone dalla fascia al centro in fase difensiva) lanciava Hernan Crespo per il gol numero 19 della stagione. Il gol del 2-1 di Jeda, era poco più che folklore. La curva Nord finiva la partita come l'aveva iniziata, dopo 5 minuti di sciopero del tifo e lo striscione "stufi di essere colpevolizzati": inneggiando cioè a Fernando Couto, atteso da una battaglia contro la procura antidoping che vedrà ancora il presidente Cragnotti protagonista. Dopo aver cambiato le regole delle convocazioni internazionali, proverà a far modificare anche quelle sul doping. Gli avvocati della società faranno leva sulla distinzione giuridica tra dolo e colpa, dato che ora il doping non è più solo un reato sportivo ma anche penale. La società biancoceleste, che oggi terrà una conferenza stampa, ha già sottoposto il giocatore a una serie di esami: tra gli altri, un esame per il calcolo della massa grassa corporea e un doppio prelievo prima e dopo Reggina-Lazio. Niente nazionale per Alessandro Nesta: il difensore della Lazio ha riportato una contusione alla caviglia destra e dopo la partita con il Vicenza il dottor Andrea Campi, responsabile del settore sanitario del club campione d'Italia, ha contattato il collega Andrea Ferretti, medico azzurro. "È gonfia e nera, non ce la faccio proprio", il commento di Nesta, che, saltato il Sudafrica (mercoledì ore 20.40 Rai1), sarà in ogni caso disponibile per il derby di domenica sera.
Partiti i quattro argentini (Crespo, Veron, Lopez e Simeone): mercoledì giocheranno ai 3.672 metri di La Paz contro la Bolivia una gara valida per le qualificazioni ai Mondiali 2002. Venerdì prossimo faranno il rientro a Roma. Zoff ha archiviato così la vittoria sul Vicenza: "Successo meritato, peccato aver chiuso tardi il discorso. Bravo Sterchele a parare tutto". Il Vicenza contesta Tombolini: negato, secondo i veneti, un rigore per fallo commesso su Toni alla fine del primo tempo. Lazio già con la testa al derby. Simeone: "Se vinciamo, li riprendiamo. Se vince la Roma, per lei è scudetto".
Fonte: Corriere della Sera