Domenica 1 novembre 1992 - Udine, stadio Friuli - Udinese-Lazio 0-0
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1 novembre 1992 - 2539 - Campionato di Serie A 1992/93 - VIII giornata - calcio d'inizio ore 15.00
UDINESE: Di Sarno, Pellegrini, Kozminski, Sensini, Calori, Mandorlini, Mattei, Rossitto, Balbo, Dell'Anno (33' Manicone), Branca. A disp.: Di Leo, Mauro, Contratto, Marronaro. All. Bigon.
LAZIO: Fiori, Bonomi, Favalli (46' Bergodi), Sclosa, Gregucci (4' Corino), Cravero, Fuser, Doll, Riedle, Gascoigne, Bacci. A disp.: Orsi, Stroppa, Neri. All. Zoff.
Arbitro: Sig. Boggi (Salerno).
Note: ammoniti Riedle, Calori, Rossitto, Sclosa, Bonomi. Antidoping: Kozminski, Mauro, Sclosa, Cravero. Calci d'angolo: 7-4.
Spettatori: paganti 4.789, incasso L. 151.985.000, abbonati 11.814, quota L. 370.320.000.
Ecco una domenica friulana da "Come eravamo": i randelli delle sentinelle difensive ad ammaccare quanti si avventurano dentro le rispettive aree. Ne discende quel football spezzettato, causa di frequenti scorrettezze o paurosi scontri, che fa sobbalzare il personale medico in servizio. Comincia subito Gregucci, sfortunato rientrante, che vorrebbe arrampicarsi sui bastioni dell'Udinese, più su di Mandorlini, dietro una punizione timbrata Gascoigne. Impatto terribile: il laziale rimane tramortito, prova a stare su, ma s'accascia. Stato confusionale. Accorre il dottor Bartolini, scortando malinconicamente la prima barella di questo match pieno di spigoli. Match, dove ad esempio il regista Dell'Anno intenderebbe mostrare anche dei sottintesi stilistici. Però, prima di finire ko (distorsione caviglia sinistra e sospetta infrazione del perone), uscendo zoppo da un contrasto con Riedle, riesce soltanto a piazzare l'affondo, tiro che Cravero devia maldestramente, costringendo Fiori a una rettifica contromano, cioè al tuffo-smanacciata comunque insufficiente se Corino (sostituto di Gregucci), ostacolato l'accorrente Balbo, non fiondasse via. Udinese-Lazio tradisce così l'annunciato copione farcito di gol e contrapposte emozioni, proponendo altri squarci di gioco duro, appeso ai quali finisce Favalli (distorsione ginocchio destro con piccolo stiramento collaterale interno), coraggioso controllore di Mattei, lungo la corsia mancina. Pertanto, riflettendo anche sul vuoto lasciato dal capocannoniere Signori e sui timori che forse chiudono lo stomaco tanto a Riedle quanto alla seconda punta Doll, scuserete l'evaporare del collettivo di Zoff, partito per spaccare il mondo. Difatti non v'è dubbio che, condensata nelle intuizioni del suo animatore Gascoigne sempre in grado di saltare Sensini, la Lazio si presenti più incisiva e meglio organizzata, elaborando comunque fino al dischetto il proprio giro di palla per trovare sbocchi. E quando ci riesce, scambio Doll-Gascoigne-Doll, la buona sorte assiste Mattei, che s'è catapultato in provvidenziale recupero. No, è soltanto uno spavento, che semmai accresce la determinazione agonistica di Fuser, Sclosa, Bacci per incrementare i ritmi. E Gascoigne, raccogliendo il meglio dei rifornimenti, si fa ancora stendere e calcia un piazzato per Riedle. Sarà l'unica occasione del tedesco (fuori di poco) che poi Calori e Sensini incapsuleranno fino a fargli ammettere negli spogliatoi: "Non mi sono piaciuto, non mi sono divertito, ma è brutto tirare avanti con l'incubo di finire ogni domenica in tribuna. Vedrete che tra una settimana rientrerà Winter". Il quale Winter, bravo a ricucire e a conservare la squadra corta, si fa rimpiangere nel prosieguo: una Lazio intermittente e stracciata avanti incoraggia le fregole dell'incursore Pellegrini, snobbato da Doll. Corridoio spalancato e Balbo sbatte fuori. Meglio dovrebbe andare al centravanti dell'Udinese nella significativa sequenza successiva: da Rossitto al convergente Mattei, il cui lancio scavalca Corino. E Corino, ultimo uomo in causa, abbranca da dietro come può Balbo, evitando chissà perché l'espulsione. La Lazio ringrazia. La Lazio, superate certe amnesie, attiva Fuser, abile nel concludere l'assolo esterno imbeccando Gascoigne per la volée e da applausi. E un pezzo di bravura sommerso inevitabilmente dalle botte susseguenti, in mischia e un po' ovunque, che lasciano contusi nell'ordine Sclosa, Bonomi, Fuser, Rossitto. Prevalgono gli esasperati accorgimenti difensivi. Accorgimenti che consentono ancora una scorribanda a Balbo (Bonomi ci mette la scarpa e Fiori si disimpegna di testa sul retropassaggio) e un'accelerazione contropiedistica di Doll (base di lancio il solito Gascoigne) che Di Sarno blocca improvvisandosi libero di complemento. Ma l'accidentato 0-0, dimenticati i caduti sul campo, trova soddisfatti Bigon e Zoff. Basta muovere la classifica, recita un vecchio adagio.
Fonte: Corriere della Sera