Domenica 17 gennaio 1993 - Napoli, stadio San Paolo - Napoli-Lazio 3-1

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17 gennaio 1993 - 2547 - Campionato di Serie A 1992/93 - XVI giornata - calcio d'inizio ore 15.00

NAPOLI: Galli, Ferrara, Francini (72' Cornacchia), Crippa, Tarantino, Corradini, Policano, Thern, Careca, Zola, Fonseca (67' Carbone). A disp.: Sansonetti, Ziliani, G.Bresciani. All. O.Bianchi.

LAZIO: Orsi, Bergodi, Favalli (76' Sclosa), Bacci, Luzardi, Cravero, Fuser, Doll, Winter, Gascoigne (46' Stroppa), Signori. A disp.: Fiori, Gregucci, Neri. All. Zoff.

Arbitro: Sig. Baldas (Trieste).

Marcatori: 29' Crippa, 59' Fonseca, 70' Careca, 78' Signori.

Note: ammoniti Bacci e Francini. Antidoping: Crippa, Francini, Bergodi e Cravero.

Spettatori: paganti 25.868, incasso L. 715.060.000; abbonati 41.186, quota di L. 780.201.000.

Crippa, Fonseca e Winter
Il gol di Crippa
Il gol di Fonseca
Duello Gascoigne-Thern
Il biglietto (rosso) in "Tribuna Centrale Inferiore"
Il biglietto (beige) in "Tribuna Ospiti"

L'altro Napoli, questo Napoli, è proprio una gran bella squadra, della quale, se non ci fossero indelebili cronache della prima parte del campionato, verrebbe da dire che ha residenza in quartieri tanto poco nobili della classifica solo perché qualcuno ha provveduto a farla partire ad handicap. Ma anche per la Lazio che s'è vista ieri al San Paolo bisognerebbe fare, uguale e contraria, una premessa del genere. Non c'è stata partita. Già dalle prime battute, con una partenza vertiginosa, la risorta brigata di Ottavio Bianchi ha messo alle corde gli avversari e li ha convinti all'inutile atteggiamento remissivo di chi avverte l'aria che tira. Ma il vento napoletano tirava forte ieri, troppo forte anche per chi aveva avuto la premura di rinforzare gli ormeggi. Si prendevano il lusso i padroni di casa di non finalizzare nelle primissime battute due occasioni d'oro capitate a Fonseca e Careca (grave lo svarione del primo), di consumare sul piano del pressing e del forcing la resistenza biancoceleste. Troppo solo, accompagnato giusto dalla sua meritata fama, era Signori là davanti per giustificare complessi meccanismi di sicurezza dalle parti di Galli; troppo evanescente Doll; irrilevante Gascoigne. Il Napoli poteva così fare il suo gioco, poco curandosi di quello degli altri. Zola era il miglior Zola, incisivo e tignoso in ogni iniziativa, Crippa consumava la fascia destra con le sue volate, Policano faceva il pendolo sul fronte mancino, Thern scavallava in ogni direzione, prodigioso nel non perdere un contrasto che fosse uno e nel distribuire senza sbavature. Ed era proprio lo svedese in versione Odino che alla mezz'ora infrangeva il precario equilibrio, sgusciando via a sinistra sul filo dell'offside, sbilanciando sul fondo Cravero con la finta di un tocco a rientrare ed acchitando davanti ad Orsi un pallone sul quale Crippa riusciva ad essere più lesto di compagni ed avversari. La reazione della Lazio era poca cosa e soprattutto non sapeva mai passare per i piedi benedetti di Signori. Era per Doll, al 38', la palla buona, ma il tedesco la sciupava con un inguardabile destraccio. Folgorante era invece la sua zampata all'8' della ripresa (con la Lazio ripresentatasi senza Gascoigne, per - ma probabilmente non solo - una contusione alla schiena) a baciare fulmineamente un assist da lontano di Signori, ma Galli gli si sapeva opporre in acrobazia. E non ci sarebbe stato altro nel passare dall'1-0 al 3-0, con venti minuti di Napoli milionaria. Fonseca faceva due al 14', Careca faceva tre al 26' partendo sul filo dell'ultimo avversario, ma guadagnandosi sicuri meriti per la lunga volata e per la sicurezza nella battuta. Senza tener conto di altre "mance" lasciate da Zola (impossibile colpevolizzarlo per questo) e da Policano alla sbilenca guardia abbassata dei laziali, che salvavano la faccia al 31' con Signori che folgorava con il suo piedino sinistro, "trentotto, collo alto alla Pelé", una punizione diagonale dal limite. Poco e niente per una "quasi grande", anche a volerci mettere il sospetto, a dieci minuti dalla fine, di un rigore per una strattonata di Cornacchia e Corradini sul bombardino laziale.

Fonte: Corriere della Sera