Domenica 5 marzo 1995 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 8-2
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5 marzo 1995 - 2642 - Campionato di Serie A 1994/95 - XXII giornata
LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Di Matteo, Bergodi, Cravero, Rambaudi, Fuser, Boksic (62' Di Vaio), Winter (62' Venturin), Casiraghi. A disp. Orsi, Bacci, De Sio. All. Zeman.
FIORENTINA: Toldo, Sottil (46' Flachi), Luppi, Cois (46' Amerini), Pioli, Malusci, Carbone, Tedesco, Batistuta, Rui Costa, Baiano. A disp.: Scalabrelli, Innocenti, Campolo. All. Ranieri.
Arbitro: Treossi (Forlì).
Marcatori: 4' Casiraghi, 30' Negro, 35' Cravero (rig), 49' Casiraghi, 57' Boksic, 60' Rui Costa, 74' Batistuta (rig), 82' Casiraghi, 86' Di Vaio, 89' Casiraghi (rig).
Note: ammoniti Nesta per la Lazio, Malusci e Cois per la Fiorentina. Espulso al 76' Pioli. In tribuna Giorgia fresca vincitrice al Festival di Sanremo.
Spettatori: 43.000 circa.
Con una ventina d'occasioni staccate nella vigna del povero Toldo, i laziali fissano il punteggio diseducativo, otto a due, tipo pallanuoto o calciobalilla dentro l'oratorio. E adesso, frantumata questa Fiorentina in 35', diventa arduo stabilire quale gioco s'è giocato; quale tattica prediligessero gli impallinati oppositori; quale frenesia motoria abbia mai pagato altrettanto nelle storie biancoazzurre. Per Giorgia, ultima vincitrice "sanremese", soprattutto Casiraghi, quattro reti, appare "fichissimo" mentre travolge quasi sempre in fotocopia (palleggio centrocampistico preparatorio, sventagliata verso Rambaudi, verso Boksic, fuga e cross rientrante) l'accoppiata Pioli Malusci. Per suor Paola, seduta poco più sopra, dipende dall'assimilato vangelo secondo Zeman, che srotola simultanei voli d'angeli vendicatori, dopo troppe stroncature. Per noi, Claudio Ranieri presenta semplicemente l'albero della cuccagna, sopra cui il vice Signori s'arrampica subito: Rambo, tornante destro, riceve e ondeggia, poi taglia il campo per scatenare Boksic dall'altra parte. Sì, tale Sottil, esterno zonarolo, viene piantato sullo scatto croato, ribadito al punto da provocare una voragine. Allora vai Casiraghi! Le vie laziali percorribili sembrano illimitate e s'accorpa tanto football come negli allenamenti di Tor di Quinto, come quando gli "zemaniani" gorgheggiano tonici ai posti giusti, lungo incroci predisposti, senza occlusioni estranee. La Fiorentina, rattoppata dietro, e priva dell'equilibratore Di Mauro, è uno scendiletto da pestare, avvolgere, strapazzare, nel delirio podistico. Chi teme i calligrafi Carbone, Cois, Tedesco, Rui Costa? Le geometrie griffate Di Matteo li elidono, scaraventano Fuser e Winter fuori dall'ingorgo d'un 4 4 2 puntualmente sventrato, per accumulare soddisfazioni. Serve ricordare due regali viola (dilapidatori Batistuta e Carbone, propositore Rui Costa grazie ad improvvisi sbilanciamenti dei dominatori) lasciati fra le mani di Marchegiani? Toldo non resta tranquillo nemmeno con la difesa schierata e ha validi motivi. Corner Fuser, Winter incorna all'indietro, Negro trafigge. Ci avevano annunciato la sagra del gol, ma qui vengono pestati esclusivamente gli ospiti, prescindendo da una punizione siluro di Batistuta per far applaudire il portiere laziale. Svenevole Fiorentina, di colore viola liturgico: basta innestare ancora Boksic e addio Sottil. Malusci gli frana addosso per ostruire, salvo portare al proscenio l'arbitro Treossi. Cravero apre il festival dei rigori (due per parte) e la partita muore. No, Ranieri dissente. Toglie gli impresentabili Cois e Sottil, divulgando l'utopia del 3-0 rimontabile presso i sostituti Amerini e Flachi. Flachi attacca sparato, scomoda Batistuta con l'assist filtrante per stanare Marchegiani. Dribbling riuscito e conclusione storta. La Lazio insiste di rimessa: Di Matteo, sventagliata pro Bergodi, difesa in tilt mentre Casiraghi non sbaglia. Ingannevole rappresentazione: Rambaudi, grazie a Luppi, evoca Garrincha; Boksic gigioneggia; Casiraghi s'abbuffa pure di sprechi, le cautele vengono ripudiate su entrambi i fronti. Così si riempiono i taccuini. Così rischia di finire 10-0 e invece Boksic (centrata Rambaudi, correzione Casiraghi) sigla il 5-0, fronte protesa in tuffo. Esiste l'orgoglio dei dipendenti di Cecchi Gori? Esiste, anche se si tratta d'una finzione cinematografica, in coda ad una vicenda ormai senza significato. Tedesco scarica, Marchegiani ribatte e serve Rui Costa, che proprio non può esimersi. E Casiraghi spara a salve. E, espulso Pioli causa doppia ammonizione, il ping pong adesso prevede che Batistuta (lanciatore Tedesco) venga sbattuto via da Marchegiani, per non fallire il suo secondo penalty. Detto fatto. Riparte la cavalleria zemaniana, instancabile, inappagabile. Ogni azione equivale ad un brivido. Congiunzione esatta Rambaudi Di Matteo Casiraghi per il 6-2. Avanti il baby Di Vaio (è uscito Boksic) per arrivare al settimo sigillo. Suor Paola prega per i fiorentini tritati. Suor Paola esulta dopo un "mani" in area di Luppi. Segue Casiraghi di rigore nell'Olimpico ubriacato dagli sfizi interminabili. Troppa grazia per i nostri "zemaniani", che passano indifferentemente dalle stalle alle stelle. Sempre esagerati, sempre spericolati.
Fonte: Corriere della Sera