Venerdì 6 agosto 1999 - Cadiz, Estadio Ramón de Carranza - Cadice-Lazio 0-2

Da LazioWiki.

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6 agosto 1999 - 6^ Amichevole Precampionato 1999/00 - Trofeo Carranza

CADICE: Rojas, Merino, Dani, Cortijo Raul, Lopez (90' Amando), Sastre, Carcel (73' Palacios), Benito (73' Javi), Barla, Loreto, Borge (60' Zafra). A disp. Dacosta, Jorge Sanchez, Ricardo, Josè Luis, Victor e Juanma Cruz. All. Chico Linares.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic (46’ Pancaro), Favalli, Stankovic, Sensini, Veron (46’ Lombardo), Nedved, S.Inzaghi, Mancini (63’ Andersson). A disp. Ballotta, Gottardi, Couto, Marcolin, Pinzi. All. Eriksson.

Arbitro: Marmolejo Martinez (Spagna).

Marcatori: 20’ Mihajlovic, 80' S.Inzaghi.

Note: assenti Conceição e Boksic per infortunio, Almeyda, Simeone e Salas non ancora a disposizione. Ammoniti Negro, Stankovic, Cortijo, Carcel e Merino per gioco falloso, Mihajlovic e Loreto per falli di reazione. Espulso al 90' Rojas per un intervento con le mani fuori dell’area di rigore.

La formazione del primo tempo
Un'altra foto della formazione
Una terza foto della formazione

Il Corriere dello Sport riporta: La squadra di Eriksson batte il Cadice (2-0) grazie ai gol di Mihajlovic e del giovane centravanti. Lazio, festa con Inzaghi. Oggi la finale del torneo con il Betis Siviglia. Gara nervosa: biancocelesti in finale senza brillare. Mihajlovic-Inzaghi, due perle. Solita punizione-gol del serbo e raddoppio dell’attaccante tra botte e risse! È stata la partita meno brillante e più dura di questo avvio di stagione, ma il tecnico è comunque soddisfatto. Meglio la Lazio della ripresa. Eriksson: “Abbiamo sofferto il loro ritmo, ma nel finale siamo riemersi. Bravi Inzaghi, un gol splendido, e Stankovic. Siamo stati penalizzati dai pochi cambi”.


Il Messaggero titola: "I biancocelesti conquistano la finale del trofeo Carranza. Partita sospesa, raffica di ammoniti. Due gol e una rissa. La Lazio batte il Cadice: Sinisa più Inzaghi".

L'articolo così prosegue: Lazio in finale nel trofeo Carranza (stasera alle 22,30 contro il Betis Siviglia) dopo una battaglia con momenti di altissima tensione nel primo tempo, quando l’incontro rischia di essere sospeso. Non inganni comunque il 2-0 perché i biancocelesti vincono soffrendo molto più del previsto contro i modesti avversari ma, fatto più importante, riescono a salvare le gambe. Privo di Boksic, il tecnico svedese affianca ad Inzaghi il rientrante Mancini, costretto a saltare per un infortunio muscolare il quadrangolare di Amsterdam. Per il resto è la squadra base in attesa di poter contare anche su Salas, Almeyda, Simeone e Conceicao. E’ una Lazio che collauda soprattutto il centrocampo, il reparto dove sono state apportate le novità più importanti. Eriksson è alla ricerca della miglior posizione tattica dove collocare Sebastian Veron, il "fosforo" della formazione, l’elemento attorno al quale impostare gran parte delle manovre. Rispetto alle ultime decisioni, l’argentino agisce più avanzato senza rubare spazi e palloni a Mihajlovic, il primo distributore di gioco. Veron non predilige giostrare dietro le punte, né ama compiti tattici rigidi. Deve poter liberare la propria fantasia ed il proprio talento da mettere comunque al servizio degli attaccanti. E la prestazione dell’argentino rappresenta una delle poche note positive di un primo tempo nervoso, più combattuto che giocato.

Veron regala qualche numero d’alta scuola, illumina la scena con aperture esemplari e sfiora il gol con una velenosa punizione che schiaffeggia la traversa. Il Cadice — compagine della B2 spagnola — sapendo di dover pagare un dazio tecnico elevato affronta la gara con massima determinazione, mettendola sull’agonismo, sulla grinta e sulla corsa. Interventi decisi, alcuni molto duri al limite della censura e proprio un’entrata pesantissima di Dani ai danni di Mancini scatena una rissa collettiva al 33’. Colpi proibiti, spintoni, manate: succede di tutto in pochi metri di campo. Dopo quattro minuti di vergognoso parapiglia generale l’arbitro si limita a tre cartellini gialli ma fortunatamente riesce a riportare la calma ed a chiudere un primo tempo che resta comunque condizionato dalla tensione. Il vantaggio dei biancocelesti era stato firmato da Mihajlovic con la solita punizione, non potente ma di precisione, complice un’amnesia del portiere Rojas, in netto ritardo sulla traiettoria del serbo. Una rete amministrata senza grandi patemi dopo un inizio sofferto al cospetto di un avversario pronto al pressing e agli inserimenti rapidi sulle fasce. Nella ripresa Eriksson toglie dalla mischia Veron e Mihajlovic, inserisce Pancaro e Lombardo sulla fascia destra, sposta Negro al centro della difesa e Stankovic al fianco di Sensini a centrocampo. Il serbo smarca Inzaghi in piena area: la conclusione è potente ed immediata ma la palla incoccia il palo. Favalli scodella un perfetto cross per la testa di Andersson ma questa volta Rojas è bravo neutralizzando in volo la conclusione dello svedese. L’incontro — rientrato nei canoni calcistici — diventa divertente e giocato a buon ritmo. E’ comunque soprattutto il Cadice a fare la partita, sospinto dal pubblico ed animato da una condizione fisico-atletica ammirevole.

Gli spagnoli — irriducibili sotto il profilo caratteriale — sorprendono per freschezza e vivacità di iniziativa, tengono bene il campo e procurano qualche problema a Marchegiani, salvato dal palo su colpo di testa di Loreto. Ancora il centravanti protagonista con una rovesciata ben parata dal portiere. La Lazio — sicuramente appesantita dall’allenamento mattutino — è sulle gambe, soffre soprattutto a centrocampo dove il Cadice è aggressivo e sempre pronto al raddoppio di marcatura dove il solo Stankovic riesce a tenere botta. Il giovane serbo serve ancora un perfetto assist a Inzaghi e questa volta l’attaccante non sbaglia: ottimo controllo e preciso diagonale per il 2-0 che scaccia le paure e mette fine alle sofferenze. La Lazio conquista così la finale. Avversaria da battere sarà il Betis che nell’altra partita ha sconfitto il Vasco de Gama 2 a 1.


La Gazzetta dello Sport titola: "Una Lazio a effetti speciali. Punizione furba di Mihajlovic e bel gol di Inzaghi: continua la serie di successi. La squadra di Eriksson non brilla e si affida agli spunti individuali. Il serbo centra la porta da 25 metri, Veron sfiora la stessa prodezza e Inzaghi chiude il conto con un bel diagonale".

Continua la "rosea": Sara' la piacevole brezza dell'Atlantico, sara' che il campo somiglia piu' ad una spiaggia per via delle abbondanti infiltrazioni di sabbia, fatto sta che questa partita del torneo Carranza e' stata giocata in maniera un po' approssimativa da una Lazio che evidentemente accusa un po' di stanchezza. In queste condizioni e con tutte le attenuanti del caso la Lazio ha badato al sodo, cioe' superare la semifinale per giocarsi oggi il trofeo Carranza e salvare le caviglie dagli irruenti interventi dei padroni di casa. Si', perché per chi non e' pratico di queste parti va detto che per il Cadice di terza serie spagnola questo torneo Carranza, prestigioso a livello internazionale, rappresenta l' avvenimento dell' anno. Basta dire che nella stessa situazione, un paio d' anni fa, il Cadice batte' niente di meno che il Real Madrid. La Lazio costruisce qualcosa di pericoloso sui calci piazzati, come quando Inzaghi alza di testa da buona posizione un angolo battuto da Mihajlovic, il quale dopo 20 minuti decide di far gol su punizione. La posizione, 25 metri di poco spostata sulla destra, e' quella ideale per lui. Sinisa, con grande furbizia, finta il tiro e si ferma con la scusa di un uomo che avanza anzitempo dalla barriera. La cosa gli serve per valutare il movimento del portiere Rojas, troppo preoccupato a buttarsi sul palo coperto. Ed ecco che quando Mihajlovic scocca il tiro la palla si infila sul primo palo, col portiere beffato e colpevole.

E il povero Rojas passa un brutto quarto d'ora, visto che poco dopo e' Veron prima a colpire la traversa e poi a impegnarlo nella sua parata piu' difficile, sempre sui soliti micidiali calci piazzati della Lazio. Prima della fine del tempo c' e' modo di formare un bel mischione a centrocampo. Tutto parte da una brutta entrata su Mancini che non ci sta e reagisce. Spingi tu che spingo io, nessuno si tira indietro e si sfiora la rissa. Dopo qualche minuto l' arbitro riprende in mano la situazione sbandierando una serie di cartellini gialli che stridono in una cosiddetta amichevole. Nella ripresa Eriksson lascia a riposo Mihajlovic e Veron inserendo il ritrovato Pancaro (Negro spostato in mezzo) e Lombardo che si mette sulla corsia di destra con Stankovic spostato in una posizione centrale che gli e' piu' congeniale. E proprio il serbo serve un assist delizioso a Inzaghi, che da buona posizione colpisce il palo interno. Gli indiavolati andalusi pero' rispondono, palo su palo, e cinque minuti dopo e' Loreto con un bel colpo di testa su cross di Sastre a colpire la base del legno con Marchegiani battuto. La Lazio capisce che non si possono concedere metri in eccesso ad una squadra così aggressiva e sposta piu' in avanti il proprio baricentro. Al 22' Andersson ha sulla testa la palla buona per chiudere l' incontro, servitagli con un preciso cross da Favalli, ma la deviazione e' morbida ed il portiere si salva.

Molto bello il gesto tecnico, poco dopo, del centravanti Loreto che con una rovesciata impegna Marchegiani nell' intervento piu' difficile. La squadra biancoceleste e' pero' spietata e chiude l' incontro grazie ad un altro bell' assist di Stankovic, sulla sinistra per Inzaghi che si coordina bene e con un bel diagonale fissa il 2-0. In una serata dove costruire bel calcio era difficile la Lazio ha mostrato una volta in piu' grande personalita' ed esperienza internazionale e così sale a cinque la serie di vittorie consecutive della squadra di Eriksson, dalla Svezia alla Spagna.


Tratte dal quotidiano sportivo, alcune dichiarazioni post-gara:

Alla fine Sven Goran Eriksson tira un sospiro di sollievo, i suoi ragazzi hanno salvato le caviglie nella battaglia giocata contro il Cadice: "Mi meraviglia sia solo in terza serie una squadra così ben organizzata. Specialmente nel primo tempo hanno corso molto mettendoci in difficolta' . Poi nella ripresa abbiamo ragionato di piu' vincendo meritatamente. Mi sarebbe servito qualche altro cambio, ma non capisco perché il regolamento del torneo ne preveda solo tre, quando si giocano due partite in 24 ore. La rissa sfiorata? Dovevamo stare piu' calmi, perché sapevamo che questa per loro era la partita della vita". Eriksson esprime anche dei pareri su alcuni singoli: "Mancini si vede che non ha ancora il ritmo partita sulle gambe. Inzaghi mi piace perché lotta e riesce a migliorare il suo rendimento nell' arco della stessa partita. E' un giovane che sta maturando bene. Stankovic? Si', e' vero, da centrale Dehan rende meglio, perché sfrutta tutta la sua notevole potenza". Intanto l' ecografia fatta ieri a Roma ha evidenziato una distrazione al sartorio della coscia sinistra di Boksic. Un infortunio non grave ma che costringera' l' attaccante croato a saltare la prossima partita con la nazionale in programma il 18 a Belgrado contro la Jugoslavia. Boksic si allenera' a Fiuggi con la squadra svolgendo un lavoro differenziato. CADICE - Battendo i padroni di casa del Cadice la Lazio si e' qualificata per la finale del 45o trofeo Carranza che si disputera' stasera alle 22.30 contro la vincente dell' altra semifinale, Betis Siviglia-Vasco da Gama conclusasi a notte fonda. Per l' aggiudicazione del trofeo sono previsti i tempi supplementari, in caso di parita' al novantesimo, e successivamente i calci di rigore.


Da Il Messaggero:

La Lazio potrebbe essere la prima squadra italiana ad iscrivere il proprio nome nel prestigioso albo d’oro del trofeo Carranza, giunto alla quarantacinquesima edizione. Le prestazioni di Veron, quella di Stankovic nel secondo tempo (quando ha giocato nella sua posizione naturale di centrocampista centrale) ed i guizzi di Inzaghi nella ripresa, vanno registrati come gli spunti più interessanti della serata biancoceleste. L’attaccante ha segnato il suo quarto gol di queste amichevoli di agosto, sicuramente un impatto positivo con la grande realtà del calcio. «Ho motivo di ritenermi soddisfatto per la bella rete, però gran parte del merito è di Stankovic che mi ha servito un pallone invitante in piena area di rigore. Mi dispiace molto per il palo». Sven Goran Eriksson entra più nel dettaglio della durissima gara. E’ stata una partita difficile perché abbiamo incontrato un avversario che ci teneva tantissimo a fare bella figura e che si è dimostrato molto preparato atleticamente. Dopo la rissa siamo stati bravi a conservare la calma senza accettare lo scontro fisico, del resto il nostro obiettivo era quello di arrivare in finale perché ci teniamo tanto a vincere questo ambito torneo».

Anche per questo motivo il tecnico svedese ha risparmiato Veron e Mihajlovic nel secondo tempo. «Purtroppo il regolamento prevedeva soltanto tre sostituzioni, altrimenti avrei effettuato qualche altro cambio anche per meglio distribuire i carichi di lavoro in questi giorni. Ad ogni modo l’incontro è servito pure per migliorare la tenuta». L’allenatore elogia la prestazione di Stankovic. «Nella ripresa — quando ha giocato da centrale — è stato particolarmente bravo ma tutta la squadra ha tenuto bene fino in fondo». Distrazione di primo grado: questa la diagnosi sull’infortunio riportato da Boksic al "sartorio" della coscia sinistra. Il croato dovrà star fermo qualche giorno e tornerà a lavorare da martedì a Fiuggi. Comunque certo di rivederlo in campo nell’amichevole contro il River Plate all’Olimpico in programma il 20 agosto e, soprattutto, contro il Manchester nella finale di Supercoppa Europea a Montecarlo. Almeyda dovrà tornare ad allenarsi a ritmo differenziato perché ancora alle prese con i postumi della pubalgia e lo farà insieme al preparatore Di Salvo che da ieri ha preso in consegna anche Simeone, rientrato dalle vacanze.