Venerdì 3 gennaio 2003 - Il Cairo, Stad El-Qahira El-Dawly - Zamalek-Lazio 2-1

Da LazioWiki.

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3 gennaio 2003 - Tournée in Africa

ZAMALEK: Sahed (52' Munsef, 89' Sengha), Saleh, El Kabani, Menem (84' Sadik), El Tabei (87' Mahmud), El Said (73' Gandur), Walid (32' Abdulahed), Emam (46' Sabri), Tamer (85' Sika), Gamal, Aly (83' Nabih). Allenatore: Carlos Alberto.

LAZIO: Peruzzi (46' Concetti), Oddo (46' Negro), Colonnese, Stam (46' Couto), Pancaro (46' Sorin), Castroman (46' Gottardi), Liverani (46' Giannichedda), Stankovic (46' Baggio), Manfredini, Corradi (46' Fiore), Chiesa (46' Claudio Lopez). A disposizione: S.Inzaghi. Allenatore: Mancini.

Arbitro: Sig. El Beltagi (Egitto).

Marcatori: 42' El-Sayed, 56' Gamal, 83' Sorin.

Note:

Spettatori:

Stefano Fiore rincorre il numero 3 dello Zamalek

Lazio battuta (2-1) dallo Zamalek mentre a Roma si decideva il futuro della Lazio. Mancini in questa due giorni egiziana ha cercato di allentare la tensione, evidente, all'interno del gruppo per le vicende societarie, ed allo stesso tempo di motivare la squadra per l'amichevole molto attesa al Cairo contro i campioni d'Africa. Dopo un buon avvio biancoceleste, sul finire di primo tempo è arrivato il vantaggio dello Zamalek con un diagonale di Al Sahid. La Lazio andava vicino al pareggio ad inizio ripresa con Fiore, che si vedeva respingere sulla linea di porta una sua conclusione, e nel suo momento migliore giungeva il raddoppio africano con Gamal che depositava in rete una corta respinta di Concetti su tiro di Alì. Sul finire di gara il gol della bandiera lo realizzava Sorin. "Non abbiamo giocato benissimo - ha commentato Mancini - anche se abbiamo tenuto bene il campo ed alla fine potevamo anche pareggiare. È stata comunque una bella esperienza. Era importante allenarsi e non avere infortuni". Una ripresa dopo le vacanze natalizie con una sconfitta: "Meglio perdere questa prima gara di gennaio che quella di Brescia alla ripresa del campionato". Un contrattempo a fine partita quando la squadra ha trovato l'amara sorpresa degli spogliatoi privi di acqua calda ed è stata costretta a una corsa in albergo per fare la doccia prima della visita notturna alle Piramidi. Oggi pomeriggio partenza per Tripoli dove domani la Lazio giocherà (ore 18 italiane) contro la squadra di Saadi Gheddafi. Il ritorno a Roma è previsto subito dopo l'incontro.


Dalla Gazzetta dello Sport: Erano da poco rientrati in albergo dall'escursione serale alle Piramidi, dopo l'amichevole del pomeriggio con l'El Zamalek. I giocatori della Lazio sono venuti così a conoscenza delle dimissioni di Sergio Cragnotti. Una notizia che era nell'aria, ma che ha comunque suscitato grande emozione all'interno del clan biancoceleste. E nelle reazioni dei giocatori la ovvia e comprensibile solidarietà al patron per un atto che suona come una resa si sposa anche ad una speranza - chiaramente espressa sotto voce - che questo passo per quanto doloroso possa rappresentare la classica uscita dal tunnel per la loro società. "Difficile commentare un avvenimento del genere - dice Roberto Mancini -. Non possiamo che ringraziare Cragnotti per quello che ha fatto. Credo sia stato il più grande presidente della storia laziale. Personalmente gli sono riconoscente sia come ex calciatore che come allenatore. Dispiace che abbia dovuto fare questa scelta, ma l'ha fatto per il bene della Lazio". Il nuovo corso dirigenziale, molto probabilmente, vedrà il tecnico impegnato in prima persona, con un posto riservato a lui nel nuovo cda. "Discorsi prematuri" taglia corto il Mancio. La posizione della squadra viene riassunta da Paolo Negro: "Ci farà uno stranissimo effetto non vedere più Cragnotti a Formello, sarà dura abituarcisi. Dispiace che abbia dovuto dimettersi, anche perché uno come lui avrebbe meritato di abbandonare da vincitore. Così, invece, sembra quasi che sia stato costretto a scappare. Con lui abbiamo vinto tantissimo ed io, in particolare, devo essergli grato perché sono alla Lazio da dieci anni e se ho potuto togliermi certe soddisfazioni lo devo unicamente a lui".

Negro, però, non nasconde che la decisione di Cragnotti sia l'atto che serviva in questo momento. "Speriamo sia la mossa giusta per uscire dalla crisi. Questo passaggio, per quanto doloroso, potrebbe alla fine rivelarsi come una liberazione, senza nulla togliere al presidente. Certo, adesso bisognerà vedere che piega prenderanno gli avvenimenti. Chi, insomma, sarà il nuovo padrone". E, anche se Negro non lo dice esplicitamente, se arriveranno i soldi degli stipendi arretrati, per ottenere i quali i giocatori hanno deciso di mettere in mora la società. Nell'attesa, però, nessun problema sulla professionalità della squadra. "L'impegno e la serenità da parte nostra non è mai mancata e sarà ancora così", garantisce Simone Inzaghi.





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