Sabato 27 ottobre 2001 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 2-0

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27 ottobre 2001 - 2969 - Campionato di Serie A 2001/02 - IX giornata

ROMA: Antonioli, Zebina, Samuel, Zago, Cafu, Tommasi, Emerson, Lima, Candela, Totti, Batistuta (46' Delvecchio). A disposizione: Pelizzoli, Aldair, Assunção, Panucci, Cassano, Guigou. Allenatore: Capello.

LAZIO: Peruzzi, Stam, Nesta, Favalli, Negro (65' Castroman), Giannichedda, Liverani, Cesar, Mendieta (61' Stankovic), Crespo, C.Lopez (76' S.Inzaghi). A disposizione: Concetti, D.Baggio, Fiore, Fernando Couto. Allenatore: Zaccheroni.

Arbitro: Sig. Cesari (Genova).

Marcatori: 49' Delvecchio, 90' Totti.

Note: ammoniti Lima e Giannichedda. Recuperi: 0' p.t., 3' s.t. Prima dell'incontro, all'interno della Curva Nord dello Stadio Olimpico, e' stato portato a termine in modo definitivo con una breve cerimonia il progetto di affissione della targa in memoria di Vincenzo Paparelli, deceduto poco prima del derby del 28 Ottobre 1979, 22 anni prima.

Spettatori: 80.000 circa.

La coreografia laziale
La targa affissa in memoria di Vincenzo Paparelli
La rete di Delvecchio
Un momento toccante durante la cerimonia
La rete di Totti
Mendieta contro Candela

Perché ci sono leggi dettate dalla tradizione: Marco Delvecchio, 8 gol nelle stracittadine con quello di ieri sera, è uomo-derby. Perché ci sono leggi dettate da come giochi: la Lazio quest'anno è andata in svantaggio tre volte e ha perso tutte e tre le partite (Milan-Lazio 2-0; Psv-Lazio 1-0; Roma-Lazio 2-0), manifestando tutti i suoi limiti. Perché ci sono leggi dettate dal destino personale: Francesco Totti, che prolunga il suo momento magico con un altro gol sotto la curva Sud, a tempo scaduto, per suggellare la partita. Perché ci sono leggi dettate dal calciomercato: la lista dei gol della Lazio nel derby degli ultimi tre anni dice Castroman, 2 Nedved, Veron, Mihajlovic, Vieri, 2 Mancini, Salas e di tutti questi ieri sera ha giocato 25' soltanto il più piccolo di tutti, Castroman. Perché ci sono leggi semplicemente dettate dal calcio: la Roma è più forte della Lazio, ora ha sette punti di vantaggio sulla squadra di Zaccheroni, ha raggiunto l'Inter al secondo posto in classifica e staccato la Juve, dà l'impressione che scucirle lo scudetto dal petto non sarà un'impresa facile. Alla Lazio resta l'impresa da compiere in Champions League, martedì sera, a Nantes: serve soltanto una vittoria per salvare la stagione. Ci sono molte chiavi per il successo, netto, della Roma nel derby. Il possesso palla nel primo tempo (61% a 39%, clamoroso in una partita teoricamente da equilibrio) e la cifra di gioco nella ripresa, quando ha stretto l'avversario con il gol di Delvecchio al 4' (lancio lungo di Emerson, Delvecchio si beve Nesta rientrando di sinistro e piazzando di destro sull'uscita di Peruzzi) e l'ha poi messo alle corde nel finale. La Lazio ha avuto una fiammata, tra l'11' e il 12' della ripresa: Crespo si è fatto ipnotizzare da Antonioli, che gli ha respinto una volée che poteva e doveva essere tirata meglio, Lopez è scivolato mentre poteva servire al centro un pallone che avrebbe trovato la porta sguarnita. Poco, troppo poco, ma certi numeri non vengono per caso: la Lazio ha segnato tre gol in otto partite di campionato. Ha il peggior attacco della serie A non avendo certo i peggiori attaccanti. Un fatto che fa riflettere.

Nella Roma è stato sontuoso Zago in difesa, inesauribile Lima a centrocampo, Totti è stato Totti. Nella Lazio i migliori sono stati i difensori (Stam e Favalli meglio di Nesta) e i gregari, come Giannichedda, che ha lottato fino all'ultimo rischiando anche l'espulsione per eccesso di agonismo. Crespo è ancora molto indietro, dopo l'infortunio muscolare patito a San Siro, Mendieta impalpabile (soprattutto se si pensa a quanto è costato), Liverani è stato strangolato dalla tensione di un derby in cui doveva dimostrate troppe cose. Capello non ha mai perso quando ha schierato il centrocampo a cinque: 3 vittorie, compresa quella di ieri, e 5 pareggi tra campionato e Champions League. Ha lasciato in panchina Delvecchio e riproposto la squadra di Madrid, ma poi Delvecchio è stato il match winner. Potenza di una "rosa" che può sopportare gli infortuni di Montella (out per due mesi) e il guaio di Batistuta dopo 45' (contrattura alla coscia destra, oggi l'ecografia). Zaccheroni non ha trovato pepite nella panchina dove aveva confinato Fiore e ha pagato anche per il tenero Cesar, che nel secondo tempo è stato messo in crisi da Cafu. Facile pensare che per il brasiliano ex São Caetano sia stato un peso psicologico non da poco affrontare nel confronto diretto il capitano della Seleçao. La Roma ha attaccato sistematicamente in due modi: 1) la manovra avvolgente sulle fasce, più a destra che a sinistra; 2) il lancio lungo dalla difesa, soprattutto Samuel ed Emerson, cercando di attaccare la respinta avversaria o di sorprenderla uno contro uno come avvenuto nel gol di Delvecchio. La Lazio non ha trovato mai la verticalizzazione che doveva portarla in porta. Lo schieramento difensivo a tre poteva saltare solo se Lopez avesse messo in crisi con la velocità il suo avversario diretto. Non è mai successo. Quando alla ragione si è aggiunto l'episodio, il derby si è deciso. Batistuta si è toccato la coscia destra e si è capito che nella ripresa non sarebbe tornato in campo. Quello che non si sapeva ancora è che Delvecchio avrebbe cambiato la partita. Ma per capirlo sono bastati 4 minuti.

Fonte: Corriere della Sera