Sabato 24 novembre 2001 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 1-0

Da LazioWiki.

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24 novembre 2001 - 2974 - Campionato di Serie A 2001/02 - XII giornata

LAZIO: Peruzzi, Negro, Nesta, Fernando Couto, Favalli, Poborsky, Giannichedda, Liverani (82' D.Baggio), Stankovic (90' Fiore), Crespo, S.Inzaghi (82' C.Lopez). A disposizione: Marchegiani, Mihajlovic, Mendieta, Kovacevic. Allenatore: Zaccheroni.

JUVENTUS: Buffon, Thuram, Tudor, Iuliano, C.Zenoni (60' Maresca), Tacchinardi (78' Paramatti), Davids, Zambrotta, Nedved, Del Piero (68' Amoruso), Trezeguet. A disposizione: Rampulla, Birindelli, Pessotto, Zalayeta. Allenatore: Lippi.

Arbitro: Sig. Collina (Viareggio).

Marcatori: 49' Liverani.

Note: ammoniti Trezeguet, Davids, Giannichedda, Poborsky, S.Inzaghi. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 65.000 circa.

Il biglietto della gara
La rete di Fabio Liverani
La "rosea" del giorno dopo
Liverani festeggiato dopo la rete
La gioia dei giocatori laziali

Lazio, presente. Zidane, assente. Il freddo dell'Olimpico dà due indicazioni. La prima: quella che un mese fa sembrava un'armata Brancaleone, ora è diventata una squadra. Chi vorrà lo scudetto dovrà fare i conti anche con Zaccheroni, che ha costruito sulla solida base della meritocrazia: tre vittorie in fila con Mendieta, Fiore e Lopez in panchina. Il gruppo ha capito che solo il lavoro avrebbe pagato. La seconda: i bianconeri vivranno ancora a lungo con il fantasma di Zizou. Tre scontri diretti: 0-2 in casa contro la Roma, 0-0 in casa contro l'Inter, 0-1 all'Olimpico contro la Lazio. Un punto su nove disponibili. E' vero che spesso lo scudetto si vince contro le "piccole", ma qualcosa bisogna fare anche contro le "grandi". La Juve, per ora, non ci è mai riuscita. Proprio in quelle occasioni si è sentita più che mai la mancanza di leadership. Quando il gioco passa troppo dai lanci lunghi di Tudor o dalle percussioni di Davids, la qualità resta di grana grossa. La Lazio ha meritato di vincere anche perché ha colpito due clamorosi pali. Uno con Simone Inzaghi al 43' del primo tempo, sullo 0-0: perfetto e sfortunato l'anticipo di testa su Thuram. L'altro con Hernan Crespo al 10' della ripresa, quando i biancocelesti erano già in vantaggio. Bellissimo il passaggio filtrante di Poborsky, jellato il destro che poteva chiudere in anticipo la gara. Il gol decisivo (4' della ripresa) è venuto da un episodio, ma in questo calcio molto atletico e poco tecnico capita spesso. L'errore di Tacchinardi è stato grossolano (palla indietro a Buffon, costretto al rinvio di testa nella sua area sull'accorrere di Inzaghino), fulminante l'esterno sinistro di Liverani che ha colto il portiere ancora fuori porta. Non c'era altra soluzione. Liverani ha avuto la prontezza di pensare l'idea e la classe di realizzarla. La partita del centrocampista non è finita lì: passaggi di prima, ordine in campo, copertura quando la Juve si è buttata sotto alla cieca.

A Torino avranno pensato in molti che, per surrogare quanto possibile Zidane, forse sarebbe servito proprio lui. La Lazio ha vinto la gara anche sulla fasce. Poborsky è cresciuto tantissimo nel secondo tempo, travolgendo il timido Zenoni. Stankovic ha fatto pari con Zambrotta, ma a sinistra ha giocato un'altra gara convincente Favalli. La Juve ha avuto troppo poco dalle sue stelle. Del Piero ha vagato per un'ora come un'anima in pena, fino alla sostituzione inevitabile. Nedved non ha dato segni di risveglio e ha, anzi, sparato sulla valanga-Peruzzi l'occasione migliore della Juve (al 12' della ripresa). Trezeguet è stato addirittura di danno, in una delle tre occasioni da moviola (la prima: contatto Nesta-Trezeguet al 10', la seconda: rigore prima fischiato da Collina per contatto Thuram-Inzaghi ma poi non concesso per precedente fuorigioco dello stesso Inzaghi; la terza: testata proprio di Trezeguet a Inzaghi in attesa di una punizione nell'area della Juve). Trezeguet si era distinto anche a Lecce, in un'altra rissa. Allora era stato graziato dalla prova Tv, adesso potrebbe andargli meno bene. Anche Lippi non è sembrato in sintonia con la gara. Strano cambiare prima un esterno (Zenoni) con un centrale (Maresca) e dieci minuti dopo fare l'esperimento opposto (Paramatti per Tacchinardi). Come in quasi tutte le presunte grandi sfide di questo campionato, l'agonismo è stato di gran lunga prevalente sul buon calcio. Ma a Zaccheroni è sembrata una serata meravigliosa. Alla fine, i giocatori della Lazio si sono abbracciati in mezzo al campo con una gioia traboccante. Per primi avevano capito che non era stata una vittoria come le altre. La Juve è stata raggiunta a quota 17 e così, almeno per una sera, anche la Roma che oggi dovrà giocare a Bologna. E se i giallorossi senza Totti dovessero cadere, i tifosi biancocelesti potranno festeggiare quello che, dopo il derby, sembrava impossibile.

Fonte: Corriere della Sera