Sabato 19 aprile 2003 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Piacenza 2-1

Da LazioWiki.

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19 aprile 2003 - 3046 - Campionato di Serie A 2002/03 - XXIX giornata

LAZIO: Marchegiani, Oddo, Fernando Couto, Mihajlovic, Favalli, Fiore (57' C.Lopez), Giannichedda (59' Liverani), Stankovic, Cesar, Corradi, S.Inzaghi (81' Lazetic). A disposizione: Concetti, Negro, Simeone, Chiesa. Allenatore: Mancini.

PIACENZA: Orlandoni, Campagnano, Mangone, Abbate (80' Ferrarese), Cristante, Gurenko, Maresca (59' Patrascu), Baiocco, Di Francesco, Marchionni (85' Zerbini), De Cesare. A disposizione: Franzone, Rinaldi, Cois, Obolo. Allenatore: Cagni.

Arbitro: Sig. Dondarini (Finale Emilia).

Marcatori: 45' De Cesare, 60' S.Inzaghi, 74' Corradi.

Note: ammoniti Mihajlovic per proteste, Favalli, Mangone e Cristante per gioco scorretto. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.

Spettatori: paganti 3.845 per un incasso di euro 88.122,00, abbonati 28.435 per una quota di euro 514.807,49.


Inzaghi festeggia per il pareggio
Stankovic superato dal portiere
Corradi sigla il 2-1
Corrsport del giorno dopo
Un'azione della gara

La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio diventa arbitro. La squadra di Mancini nella ripresa ribalta la gara col Piacenza: in due settimane affronterà l'Inter e la Juve."

Continua la "rosea": Il quarto posto uso Champions League ancora ben saldo nelle mani, dopo un pomeriggio quasi da stranguglioni, e la Lazio si scopre arbitro dello scudetto. Domenica prossima l'Inter a San Siro, quella successiva la Juventus all'Olimpico. Nell'attesa di questo duplice evento, l'assai improbabile rincorsa alla finale di coppa Uefa, col Porto che giovedì a Roma partirà con ben tre gol di vantaggio. Ha insomma il suo daffare, la Lazio, anche perché Parma e Chievo non mollano ed è per ora magra la consolazione di vedere avvicinarsi il Milan e con esso il terzo posto. Col Piacenza ormai condannato ma per niente rassegnato, la Lazio è andata sotto alla fine del primo tempo ribaltando le sorti del match (2-1) nella ripresa, grazie alle felici intuizioni di Roberto Mancini che ha mosso la panchina nel modo più giusto dopo avere sperimentato in avvio, lì per lì senza fortuna, nuove soluzioni d'attacco. La coppia schierata davanti, infatti, era pressoché inedita: Corradi e Inzaghi, che con un gol a testa passeranno agli archivi come i risolutori della partita, non avevano mai giocato in coppia dall'inizio. Di più: insieme s'erano visti solo in otto frammenti di partite per un totale di 96 minuti. Davvero troppo poco per trovare l'intesa, il tempo giusto, piuttosto, per camminare spesso l'uno sui piedi dell'altro.

Questo non aveva peraltro impedito a Inzaghi, di gran lunga il più fresco della compagnia biancoceleste, di dare bella e inutile mostra di sé anche come uomo assist di un bomber mancato come Stankovic, che scaricava sul corpo di Orlandoni l'unica limpida occasione del primo tempo. Squadra incapace di prendere velocità e dunque padrona della altrui metà campo ma senza incidere, la banda Mancini si è fatta sorprendere in contropiede proprio nell'unico minuto di recupero concesso da Dondarini, arbitro dal rigore facile in un lontano Brescia-Roma ma qui poco incline a trasformare in penalty le eccessive affettuosità di qualche difensore emiliano. Molti colpevoli nella verticale che ha portato Di Francesco al cross dal fondo e De Cesare alla chiusura sottomisura. Su tutti Couto, quasi disinteressato al passaggio del similpendolino Di Francesco, ma anche Favalli ha fatto male la diagonale. L'intervallo ha restituito alla partita una Lazio piena di nerbo. Il resto lo ha fatto Mancini, pescando prima Lopez (12') e subito dopo Liverani (14') dalla panchina, inserendoli al posto di uno spento Fiore e di Giannichedda. Se il primo cambio era quasi obbligato, visto l'andamento del match, il secondo, corredato dai soliti fischi all'indirizzo del povero Liverani, è stato particolarmente ispirato. Mettere infatti accanto a Stankovic un altro piedi buoni (per giunta non veloce) come Liverani poteva rappresentare un grosso azzardo, ma i fatti avrebbero dato ragione a Mancini nel giro di soli quindici minuti. I due gol sono venuti da altrettante verticalizzazioni sviluppatesi sul fronte destro dell'attacco della Lazio, quello appunto di Lopez e Liverani.

Prima l'argentino ha servito Inzaghi nel corridoio giusto, e questi è stato bravo nel battere Orlandoni sul primo palo. Poi, dopo una traversa colta da Stankovic su nuovo assist di Lopez, l'ex perugino ha dato il "la" all'azione più elaborata, che è passata da Oddo, il cui cross dal fondo è stato impattato dal solito Inzaghi. Sulla respinta di Orlandoni, Corradi è stato lesto a inzuccare da due passi: decima rete stagionale. Il Piacenza, che si era presentato con un 3-4-2-1 nel quale i due supporti dell'unica punta De Cesare, l'involuto Marchionni e l'inossidabile Di Francesco, erano molto più centrocampisti aggiunti che non mezze punte, non è stato più capace di impensierire Marchegiani. E i tentativi di Cagni di rovistare anche lui in panchina non hanno sortito effetto alcuno. Tornando alla Lazio, la freschezza si è un po' persa per strada e l'assenza di Stam (cui si aggiungerà contro l'Inter quella di Mihajlovic, squalificato) hanno reso meno affidabile la fase difensiva. La squadra sa ancora farsi valere quando cambia marcia, ma questo avviene solo se di mezzo c'è Lopez. O, e questa è la piacevole novità di ieri, un tipo non veloce ma che fa viaggiare il pallone come Liverani. Chissà se per l'Inter e la Juventus di questo faticoso finale di stagione potrà bastare.