Sabato 13 settembre 2003 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Sampdoria-Lazio 1-2

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13 settembre 2003 - 3054 - Campionato di Serie A 2003/04 - II giornata - inizio ore 18.00

SAMPDORIA: Antonioli, Diana, Falcone (69' Bettarini), Grandoni, Domizzi, Pedone (59' Yanagisawa), Volpi, Palombo, Doni, Bazzani, Marazzina (59' Flachi). A disposizione: Turci, Sacchetti, C.Zenoni, Donati. Allenatore: Novellino.

LAZIO: Peruzzi, Zauri, Stam, Mihajlovic (55' Negro), Favalli, Fiore, Albertini, Giannichedda, Stankovic, S.Inzaghi (63' Corradi), Muzzi (87' Oddo). A disposizione: Sereni, Couto, Dabo, Liverani. Allenatore: Mancini.

Arbitro: Sig. Messina (Bergamo).

Marcatori: 8' S.Inzaghi, 19' Albertini (rig), 73' Bazzani.

Note: ammoniti Mihajlovic, Doni, Domizzi, Stankovic. Calci d'angolo: 7-2. Recuperi 1' p.t., 5' s.t. Doni ha fallito un calcio di rigore per la Sampdoria.

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Il biglietto della partita
L'accoglienza a Roberto Mancini
Un'azione della gara
Angelo Peruzzi para il rigore calciato da Doni
Roberto Muzzi in azione

Il Corriere della Sera titola: "Mancini non si commuove: Samp battuta. La Lazio passa a Genova con il gol di Inzaghi e il rigore di Albertini. Non basta Bazzani".

Continua il quotidiano: Non invitate Fabio Bazzani e Jaap Stam alla partita del cuore, perché non è nel loro patrimonio genetico, ma prendeteli pure per tutte le altre partite del mondo. Specialmente quelle che contano. Il loro duello, di un agonismo ai confini con la cattiveria, è stato il succo e il senso di Sampdoria-Lazio, che altrimenti avrebbe rischiato di impantanarsi nella melassa del ritorno a casa di Roberto Mancini, con il suo carico di buoni sentimenti. Ha vinto la Lazio (e cioè Stam), ma Bazzani è stato il migliore in campo e ha segnato il gol dell'1-2 che è stato inutile per la classifica, ma sarà molto importante per il futuro dei blucerchiati. La sconfitta contro la Lazio deve lasciare due insegnamenti. Il primo: in serie A si paga caro e si paga tutto. Il secondo: la squadra ha qualità e, con un po' di attenzione in più, può diventare la sorpresa di un campionato che sembra già spaccato tra "grandi" e "piccole".

Roberto Mancini ha fatto il pieno di applausi, di ricordi e di punti. Molto di più non poteva ottenere. Con il turnover (Zauri al posto di Oddo, Inzaghino e Muzzi di punta con Corradi e Lopez in panchina, Cesar in tribuna, acciaccato) è anche riuscito a risparmiare qualche energia in vista del debutto di Champions League, martedì a Istanbul, contro il Besiktas. Tra campionato e preliminare europeo, la Lazio ha ottenuto quattro vittorie su quattro, ha segnato 10 gol e ne ha subìti 3. Se qualcuno non è soddisfatto, come direbbe il Trap, c'è sempre il cinema... La Lazio è un gruppo solido e affiatato, capace di arrivare al risultato in molti modi. Quello che più piace a Mancini è il calcio-champagne, ma è altrettanto importante sapere anche soffrire. Ieri è successo nel quarto d'ora finale, dopo che Bazzani (di testa) aveva riaperto una partita chiusa dal tocco sottoporta di Inzaghi all'8' (in sospetto fuorigioco), dal rigore fallito dal disastroso Doni e parato da Peruzzi al 15', dal penalty segnato da Albertini (Corradi cinturato in area) al 18' della ripresa. Molti i motivi di soddisfazione per la Lazio: Albertini già padrone dei ritmi, Peruzzi sempre decisivo, una buona panchina dove pescare. Pochi i difetti. Quello più evidente, ieri, è stata l'avarizia nello sfruttare il contropiede, con l'esordiente Muzzi che ha fatto rimpiangere Lopez.

La Sampdoria ha dato tutto. In campo e fuori. Ha pagato la giornataccia di Doni (oltre al rigore ha sbagliato tutto), la poca reattività in area di Marazzina, una difesa un po' troppo morbida per la A. È migliorata con i cambi (Flachi e Yanagisawa), che hanno lasciato meno solo Bazzani. La love story del centroboa con Elisabetta Canalis potrebbe anche essere una leggenda metropolitana, ma che sia un Bobo Vieri di provincia l'abbiamo visto in campo. Straordinari i tifosi, per tifo verso la loro squadra (dopo 10' di silenzio contro il calcio "moderno") e per gratitudine a quel "Bobby gol" Mancini che li ha ringraziati così: "Quindici anni non si cancellano". La vittoria della Lazio è doppiamente importante. Perché è bello essere in cima alla classifica, anche se il campionato è tenero tenero. E perché venire a prendere tre punti a Marassi non sarà facile per nessuno.