Sabato 12 agosto 2000 - La Coruña, Estadio Riazor - Deportivo-Lazio 2-2 (6-5 d.c.r.)

Da LazioWiki.

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12 agosto 2000 - Amichevole pre-campionato 2000/01 - Torneo Teresa Herrera

DEPORTIVO LA CORUNA: Songo'o (58’ Molina), Manuel Pablo, Donato, Helder, Romero, Victor, Jokanovic (46’ Duscher), Mauro Silva (58’ Diego Tristan), Fran, Pauleta (73' Pandiani), Turu Flores (58' Naybet). A disposizione: Scaloni, Fernando. All. Irureta.

LAZIO: Marchegiani, Negro (46’ Gottardi), Nesta, Mihajlovic, Pesaresi (77’ Colonnese), Stankovic, De la Peña (58' Couto), Baronio, Nedved (46' Lombardo), Ravanelli, Claudio Lopez. A disposizione: Scotti, Luciani, Berrettoni. All. Eriksson.

Arbitro: Sig. Puentes Lleira (Spagna).

Marcatori: 42' Claudio Lopez, 46' Víctor, 50' Stankovic, 93' Pandiani.

Sequenza rigori: Donato gol, Couto gol, Victor gol, Mihajlovic gol; Fran gol, Claudio Lopez parato, Pandiani gol, Baronio gol, Tristan parato, Ravanelli fuori.

Note: ammoniti Baronio, Lombardo e Mihajlovic. Calci d'angolo 5-4 per il Deportivo.

Spettatori: 15.000 circa.

La formazione iniziale della Lazio: Nesta, Negro, Mihajlovic, Ravanelli, Marchegiani; Stankovic, Pesaresi, De la Peña, Baronio, Nedved, Lopez
La pagina de "El Mundo Deportivo"


La Gazzetta dello Sport titola: "Lopez, sono colpi di classe. L'attaccante segna un gran gol ed entusiasma in ogni zona del campo. La prova dell'argentino è stata la nota più lieta di una serata che ha visto una Lazio non brillante, ma comunque positiva sul piano della tattica e della mentalità. Nei 90' in gol anche Stankovic, ma il Deportivo trova il pari nel finale e vince dal dischetto". Continua così la rosea:

La Lazio camaleonte che Eriksson sta plasmando comincia a dare i suoi frutti. Lo stadio Riazor, dove la gente galiziana viene per applaudire i campioni di Spagna, ammutolisce davanti ai grandi numeri di Claudio Lopez: inizialmente schierato da seconda punta, poi da esterno sinistro, il piccolo argentino fa la differenza imperversando su tutto il fronte d'attacco e facendo ammattire una difesa esperta e forte come quella del Deportivo. Non è una Lazio particolarmente brillante, e del resto non è questo che ci si attende a metà agosto, con il campionato che ancora non si intravede nemmeno all'orizzonte. Però le risposte che Eriksson chiede arrivano puntuali. Il tecnico vuole innanzitutto massimo impegno e la giusta mentalità, e la Lazio gioca una partita di contenimento, senza concedere molto a un avversario più veloce e più avanti nella preparazione, visto che in Spagna la "liga" inizia il 10 settembre. Poi è sul piano tattico che Eriksson chiede un'applicazione particolare per passare in corsa dal 4-4-2 al 4-5-1, e la squadra risponde benissimo. Si parte con due attaccanti: Ravanelli centrale e Claudio Lopez che sguscia da ogni parte.

La dimostrazione concreta arriva dopo soli 5 minuti. Con l'argentino prima pronto a scattare sulla destra, su lancio di Negro, fermato in malo modo da Donato, per poi farsi trovare - nel proseguimento della stessa azione - a sinistra a raccogliere un suggerimento di Nedved e crossare teso per Ravanelli. In particolare è l'intesa Nedved-Lopez a funzionare molto bene, sia quando i due agiscono prevalentemente a sinistra, sia quando il ceco (dopo 25 minuti) viene spostato a mezzo destro con Lopez arretrato sulla linea dei centrocampisti. Proprio dalla nuova posizione, quasi allo scadere del tempo, Pavel lascia partire uno splendido assist per un taglio da sinistra a destra di Lopez che apre la difesa: a conclusione di un'azione così bella, appare troppo semplice per Claudio appoggiare di destro il suo primo gol da laziale, festeggiato con grande gioia dal protagonista e dai compagni. In mezzo un Deportivo brillante e quasi sempre in possesso di palla, capace di creare diverse occasioni da gol, alcune mancate dai suoi attaccanti, altre ben sventate da Marchegiani, bravissimo anche di piede a salvare su Pauleta. E così quando all'inizio della ripresa lo sgusciante Manuel Pablo, fresco di convocazione nella nazionale spagnola, supera ancora una volta in velocità Pesaresi e crossa basso per la correzione in gol di Victor (altro uomo del C.T. Camacho), sembra che il Deportivo debba prendere il sopravvento. Invece in un paio di minuti la Lazio dà una risposta di carattere, come riesce solo alle grandi squadre. Prima Lombardo, su azione Lopez-Ravanelli, costringe il camerunense Songo'o a una complicata deviazione. E sullo stesso angolo seguente, lo stesso Attila colpisce di testa con Fran che salva sulla linea. Ancora un minuto e Lazio di nuovo in vantaggio: Pesaresi, proiettato in avanti, guadagna una punizione a due in area.

Stankovic la realizza con una botta sotto la traversa imprendibile. Nonostante cambino diversi protagonisti specie a centrocampo, con la linea inedita Lombardo-Stankovic-Couto-Baronio-Lopez, la Lazio regge bene l'urto dei campioni di Spagna che fanno esordire il portiere Molina e soprattutto l'astro nascente Tristan, il sivigliano comprato nei giorni scorsi dal Maiorca per 28 miliardi e che ha siglato proprio venerdì il suo nuovo contratto. Tristan fallisce subito una buona occasione, confezionata dal solito Manuel Pablo, poi nel finale un'altra clamorosa. Ma la Lazio tiene il campo autoritaria. Quando Mihajlovic con i suoi lanci siderali innesca Speedy-Gonzales-Lopez in contropiede, il Riazor resta ammirato. Peccato che dopo 94 minuti l'ultimo entrato Pandiani trovi di testa il gol del pari sul calcio d'angolo. Poco male, il Deportivo non si rovina la festa e ai rigori sono i padroni di casa ad aggiudicarsi il prestigioso trofeo.


Il Messaggero titola: "I biancocelesti sciupano una grande occasione contro i campioni di Spagna: bene l’argentino e Lombardo".

L'articolo prosegue: Una Lazio di ferro, con un Lopez da applausi. I biancocelesti perdono ai rigori (6-5) il "Teresa Herrera" dopo essere stati raggiunti, sul 2-2, nel corso del quinto minuto di recupero! Un pareggio che luccica e che allo stesso tempo fa anche rabbia in quanto maturato al termine di una sfida intensa, vibrante condotta con autorevolezza dalla Lazio ed in bilico fino all'ultimo secondo quando Pandiani trova il gol del pari. Si è comunque trattato di una prova generale di Champions League per una Lazio ancora in cantiere. Eriksson deve soprattutto disegnare il centrocampo-base della nuova squadra anche se il tecnico continuerà ad alternare i moduli tattici a lui cari: dal 4-4-2 al 4-5-1 e viceversa. Vuole una formazione versatile, in grado di cambiare pelle anche a partita in corso. Lo svedese continua ad aspettare l'ultimo regalo: un esterno di fascia destra. Intanto prosegue nella ricerca delle soluzioni interne, quelle che auspica Cragnotti convinto che l'organico possa offrire all'allenatore valide alternative. Veron, Crespo, Simeone e Salas arriveranno a settembre e soltanto allora Eriksson potrà presentare il vero volto della nuova formazione.

Quella contro i galiziani è un altro antipasti di Champions League dove potrebbe proprio ritrovare il Deportivo. E' una sfida vera, quella fra i campioni di Spagna ed i campioni d'Italia con in palio il "Teresa Herrera", il trofeo iberico più prestigioso, giunto alla cinquantacinquesima edizione. Ed è subito spettacolo con il Deportivo che prende in mano la partita: prima una conclusione di Pauleta, neutralizzata da Marchegiani, quindi un tiro filante di Jokanovic che si stampa sul palo. La Lazio è raccolta, lascia metri di campo però è sempre pronta a colpire in contropiede. Eriksson ripresenta Stankovic nella posizione di esterno destro, ma tiene Nedved centrale con De la Peña a sinistra, mentre Baronio si piazza davanti alla difesa. Lopez comincia come seconda punta al fianco di Ravanelli ma subito dopo va a posizionarsi sulla corsia di sinistra, pronto a sostenere il centrocampo: un 4-5-1 elastico che diventa 4-4-2 quando Lopez riesce a calamitare i lanci lungi di Mihajlovic, Nedved e Baronio per affondare i colpi. E quando l'argentino sgomma, sono problemi per la difesa galiziana perché accomuna ad una velocità di base straordinaria, una tecnica di tutto rispetto con la quale controlla la palla e salta l'avversario.

Deportivo all'attacco, Lazio votata al contropiede: questo il canovaccio tattico dell'incontro. Gli spagnoli creano ancora un paio di buone opportunità con Pauleta che prima (28') impegna Marchegiani, quindi (40') grazie il portiere che commette, in uscita, l'unico errore dell'incontro. Il Deportivo si scopre e viene puntualmente colpito di rimessa: intuizione di Nedved che smarca Lopez pronto a scattare, dribblare Songo'o in uscita ed a depositare in rete. E' il primo gol di Lopez in maglia biancoceleste, siglata con una prodezza tipica del suo repertorio. Pirotecnico avvio di ripresa. Subito il pareggio di Victor, lesto a sorprendere una difesa laziale troppo ferma, qunidi l'immediata reazione biancoceleste, davvero degna di una grande squadra. Nel giro di 60 secondi Lombardo (grande protagonista) prima chiama ad un perentorio intervento Songo'o, quindi Fran al salvataggio sulla riga. Al 5' la Lazio torna in vantaggio sugli sviluppi di una punizione a due in area, toccata da Mihajlovic per il destro potente e filtrante di Stankovic. Eriksson ridisegna l'assetto tattico della squadra: Lombardo a destra, Stankovic centrale, con Couto inserito al posto di De la Peña come centrocampista a sostegno di Baronio. Pendolo sulla fascia sinistra opera Lopez, che tiene costamentente in apprensione la retroguardia galiziana con i suoi guizzi. Ogni qualvolta che la Lazio affonda il contropiede riesce a creare situazioni di pericolo per la porta di Molina.

Nel Deportivo debutta Diego Tristan, il fiore all'occhiello della campagna acquisti, che sballa l'occasione del pareggio dopo appena trenta secondi. Ma ancora più solare l'errore che l'attaccante commette all'86' quando getta alle ortiche la palla del due pari a pochi passi dalla porta. Il pareggio arriva invece nel quinto minuto di recupero e lo firma Pandiani, di testa, sfruttando un corner di Victor. Fatali alla Lazio gli errori dal dischetto di Lopez e Ravanelli.


Tratte dal quotidiano sportivo milanese, alcune dichiarazioni post-gara:

Sven Goran Eriksson è particolarmente soddisfatto dalla prestazione della sua Lazio. Da buon psicologo (presto in libreria un suo libro), sa benissimo che dopo oltre 20 giorni di ritiro all'estero, lontano da casa, i giocatori fanno fatica a trovare la giusta concentrazione: «Invece i ragazzi sono stati bravissimi a tenere il campo per novanta minuti molto intensi, contro un avversario che ha dimostrato di meritare il titolo di campione di Spagna. Il Deportivo sarà un avversario durissimo nella prossima Champions League e credo che questa partita sia stata all'altezza del prestigio di questi due club emergenti». Il tecnico svedese ha avuto le risposte che si attendeva: «Sul piano della mentalità la squadra ha mostrato tutto il suo valore, ripetendo l' ottima prova vista già ad Amsterdam contro il Barcellona». E anche sul piano tattico i biancocelesti hanno seguito le indicazioni del loro tecnico, che in panchina scambia continuamente opinioni col suo nuovo collaboratore Roberto Mancini: «Sì, diventa facile quando in squadra hai tanti campioni. Claudio Lopez sta cominciando a dimostrare il suo valore. L' argentino è molto bravo a muoversi in posizioni diverse e sarà un problema per le difese avversarie fermarlo». Peccato che proprio per l' errore dal dischetto di Lopez (premiato miglior giocatore della partita) e Ravanelli la Lazio non abbia portato a casa il trofeo Herrera, già vinto negli anni Ottanta da Eriksson, allora alla guida della Roma. Angelo Peruzzi, spettatore forzato in tribuna («volevo giocare, ma mi hanno consigliato di rimanere fermo»), fa i complimenti ai compagni per la buona prestazione: «Non era facile giocare con un Deportivo così motivato e molto più avanti di noi nella preparazione. Invece la squadra si è disimpegnata bene. Al resto ci ha pensato Marchegiani che si è fatto trovare sempre pronto sui tanti tiri degli spagnoli. Poi, quando hai grandi campioni, ti riescono giocate particolari, come quella del gol di Lopez. E questo fa la differenza».


Da Il Messaggero:

C'è un pizzico di delusione nello spogliatoio biancoceleste per un trofeo svanito all'ultimo secondo quando sembrava che il monumentale "Teresa Herrera" potesse arricchire la bacheca della Lazio. Sven Goran Eriksson parla chiaro. «Mi dispiace aver perso il trofeo, ormai sembrava nostro. D'accordo che non conta molto però i ragazzi avrebbero meritato di uscire vincitori invece siamo stati penalizzati dal dischetto. No, proprio non mi è piaciuto l'esito dei rigori. Un peccato». Il tecnico, comunque, si dice soddisfatto per l'andamento della partita. «Ho ammirato ed apprezzato ancora il carattere evidenziato dalla squadra in questa nuova partita di cartello. Non ci dimentichiamo che avevamo davanti i campioni di Spagna, una delle formazioni meglio attrezzate d'Europa. E' vero, loro haanno avuto l'iniziativa per lunghi tratti, però noi abbiamo segnato due reti ed abbiamo condotto per molto tempo la sfida. Quando poi il pareggio arriva nel corso del quinto minuto di recupero, non puoi che restarci male, è normale che accada».

La Lazio ha scelto di affrontare tutti avversari di valore in questa fase del ritiro: dall'Ajax al Barcellona, al Deportivo. «Non abbiamo mai vinto, però neanche perso. Eppoi contro gli spagnoli la vittoria è stata proprio vicina. Nel complesso comunque mi ritengo soddisfatto della prestazione perché la mentalità dei ragazzi, in queste sfide importanti, è sempre state quella giusta, coì pure l'atteggiamento. Quando giochiamo contro formazioni di valore gli stimoli non mancano mai. Abbiamo lavorato bene in questi venticinque giorni, seguendo i programmi preparati, adesso ci sarà una pausa di qualche giorno per poi riprendere in Svezia mercoledì prossimo. Per vedere la Lazio vera, però, bisognerà aspettare il mese di settembre quando avrò a disposizione tutta la rosa, argentini compresi».

Nessun problema particolare per gli infortunati. Peruzzi ha saltato la partita con il Deportivo per un leggero dolore alla coscia sinistra. «Niente di grave, in Svezia riprenderò ad allenarmi regolarmente». Stesso problema per Pancaro, anche lui tenuto a riposo. Favalli, infortunatosi il 23 luglio scorso, prosegue nel programma di recupero ed anche lui dovrebbe tornare disponibile nella prossima settimana. In Svezia tornerò pure Simone Inzaghi che a Roma ha effettuato la visita di controllo alla mandibola fratturata nella gara di Vaduz contro il Bayer. Per l'attaccante, però, i tempi di recupero sono più lunghi: dovrebbe tornare in campo ad ottobre.