Sabato 10 aprile 2004 - Torino, stadio Delle Alpi - Juventus-Lazio 1-0

Da LazioWiki.

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10 aprile 2004 - 3095 - Campionato di Serie A 2003/04 - XXIX giornata -

JUVENTUS: Buffon, Thuram, Legrottaglie, Iuliano (70' Tudor), Pessotto (78' Miccoli), Camoranesi, Tacchinardi, Appiah, Zambrotta, Nedved, Trezeguet. A disposizione: Mirante, A.Masiello, A.Conte, Chiumiento, Di Vaio. Allenatore: Lippi.

LAZIO: Sereni, Stam (46' Oddo), Couto, Mihajlovic, Favalli (90' C.Lopez), Fiore, Giannichedda, Liverani, Cesar, S.Inzaghi (46' Muzzi), Corradi. A disposizione: Peruzzi, Zauri, Albertini, Dabo. Allenatore: Mancini.

Arbitro: Sig. Bertini (Arezzo).

Marcatori: 88' Trezeguet.

Note: Ammoniti Favalli per proteste, Mihajlovic per comportamento non regolamentare e Giannichedda per gioco falloso. Recuperi: 2' pt e 3' st.

Spettatori: Paganti 2.518, incasso euro 88.840; abbonati 28.672, quota euro 445.301,68.


Gol vittoria di Trezeguet
Cesar Rodriguez Aparecido in azione
Bernardo Corradi in azione
Stefano Fiore in azione
Corradi contrastato da 2 bianconeri

La Gazzetta dello Sport titola: "Juve, addio al complesso Lazio. Decide Trezeguet contro una rivale che quest'anno ha sempre fatto soffrire i bianconeri. Successo meritato, ma non esaltante, contro una Lazio deludente".

Continua la "rosea": Stavolta la regola del "tre" non ha funzionato. Dopo due vittorie su due incontri ufficiali nella stagione, la Lazio ha dovuto inchinarsi alla Juve che rompe un sortilegio e si toglie la soddisfazione di far suo almeno uno scontro diretto. Che poi questo successo sia incoraggiante in vista della finale di ritorno della coppa Italia, ci sembra al momento un azzardo. La partita non è stata per nulla esaltante e la squadra di Lippi l'ha fatta sua proprio all'ultimo assalto con il redivivo Trezeguet, grazie ad un bel colpo di testa su traversone impeccabile di Camoranesi. Vittoria senza dubbio meritata ma non irresistibile e per ribaltare lo 0-2 dell'Olimpico ci vuole una prestazione dei bianconeri di ben altro spessore. Ieri sera si è vista una Juve volenterosa, fisicamente abbastanza tonica, ma che non ha saputo esprimere grandi idee a centrocampo penalizzando quindi un attacco che non ha mai avuto chiare occasioni da rete. Considerando poi che tutto l'attacco juventino si riduceva al solo Trezeguet, si capirà quali sono state le difficoltà nel cercare e trovare il modo d'inquadrare la porta di Sereni. Parecchi tiri son finiti fuori, scagliati in qualche modo da lontano, e solo alcuni, sempre ad opera del francese, hanno creato allarme nell'area piccola della Lazio. In realtà Lippi ha presentato uno schieramento molto prudente con un 4-4-2 nel quale solo Nedved cercava di dare una mano a Trezeguet, ma siccome il ceko neanche ieri sera ha brillato, le possibilità di far gol si esaurivano in uno schema fin troppo scontato: galoppate sulle fasce di Camoranesi a destra e Zambrotta a sinistra che si concludevano con cross avventurosi in mezzo dove Couto (specialmente) e Mihajlovic chiudevano gli spazi per l'unica punta avversaria.

Per il resto una serie di tentativi infruttuosi con palloni sparecchiati verso la porta di Sereni quasi mai inquadrata. Solo al 43' della ripresa la difesa della Lazio si è fatta scavalcare dal pallone preciso di Camoranesi e Trezeguet ha fatto fino in fondo il suo dovere. Il che conferma ancora una volta le capacità realizzatrici del francese, ma nello stesso tempo la scarsa incisività del gioco offensivo dei bianconeri. In tal senso si avverte la mancanza di un Del Piero, che dovrebbe essere sostituito dalla verve di Miccoli (fatto entrare troppo tardi in campo), specie se Nedved continua a latitare. Ma se la Juve di questi tempi non può fare di più, è la Lazio che al Delle Alpi è clamorosamente mancata. Davvero irriconoscibile la squadra di Mancini come gioco d'assieme e come singoli. Fiore, sempre a segno ultimamente contro la Juve e sempre protagonista delle belle imprese della sua squadra in questo girone di ritorno, non è mai entrato in partita. Forse Mancini non lo ha aiutato, riproponendolo sulla fascia destra in una posizione troppo defilata che il giocatore non gradisce. Mai un tiro in porta, mai un taglio al centro per sorprendere una difesa che non brilla per sicurezza e automatismi. Anche sull'altro versante le cose non hanno funzionato nella Lazio, perché anche Cesar non ha mai dato l'impressione di poter prendere d'infilata Thuram per quelle incursioni in velocità che sono la caratteristica precipua del brasiliano. Quindi bloccate le due "ali" la Lazio si è arenata anche al centro dove Corradi e Inzaghi non formano una coppia d'attacco bene assortita finendo spesso con il pestarsi i piedi. Se a ciò si aggiunge anche la serata di scarsa vena di Liverani molto impreciso e poco creativo, si capirà come mai Buffon non abbia mai corso seri pericoli. Una brutta battuta d'arresto per una Lazio impegnata al massimo nella corsa al 4° posto Uefa, proprio nella giornata in cui il Parma ha piazzato un altro colpo vincente staccandosi dai rivali. E oggi l'Inter, vincendo a Perugia, potrebbe dare un altro dispiacere a Mancini.

Non è stata per nulla una bella partita. A tratti noiosa, molto confusa, con il pallone che rimbalzava da un fronte all'altro senza alcun costrutto. E se dalla Juve non ci si poteva aspettare molto, bisogna concludere che è la Lazio ad aver davvero deluso le aspettative. Forse ci volevano Lopez o Muzzi con la loro velocità a creare maggiori problemi contro difensori come Iuliano e Legrottaglie notoriamente non dotati di grande mobilità. Invece la tattica con le due torri centrali ha finito per fare il gioco degli avversari. Nella Juve la notizia più importante è che la difesa non ha preso gol. Squalificato Montero, con Ferrara fuori uso, Lippi non aveva altre scelte e alla fine con qualche brivido, specie nel primo tempo, i difensori hanno retto, anche quando è dovuto uscire Iuliano ed è entrato Tudor. Comunque quella juventina è una vittoria importante per la classifica e il morale. È chiaro che per chi ha vinto due scudetti di seguito ed è arrivato ad una finale di Champions League, non è il massimo delle motivazioni battersi per un secondo posto. Ma a questo punto restare aggrappati alla Roma e cercare di approfittare di un suo eventuale scivolone è un dovere. Se non altro per rispetto nei confronti dei tifosi.