Mercoledì 9 aprile 2014 - Firenze, stadio Artemio Franchi - Fiorentina-Lazio 2-4

Da LazioWiki.

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9 aprile 2014 - Coppa Italia Primavera - Finale, gara di ritorno

FIORENTINA: Bertolacci, Zanon, Madrigali, Mancini, Venuti, Capezzi, Petriccione (72' Diakhate), Berardi (85' Peralta), Bangu, Gulin (63' Bandinelli), Gondo. A disposizione: Bardini, Ansini, Dabro, Di Curzio, Gigli. Allenatore: Semplici.

LAZIO: Strakosha, Pollace, Ilari, Filippini, Seck, Elez (77' Oikonomidis), Murgia (57' Pace), Minala, Lombardi (72' Milani), Tounkara, Crecco. A disposizione: Guerrieri, Mattia, Costalunga, Perocchi, Sterpone, Palombi, Steri, Fiore, De Angelis. Allenatore: S. Inzaghi.

ARBITRO: sig. Ros (Pordenone) - Assistenti: Caliari (Legnago) - Raspollini (Livorno) - IV uomo: Pelagatti (Arezzo).

Marcatori: 5' Lombardi, 20' Crecco, 45' Bangu, 53' Minala, 65' Crecco, 89' Bangu.

Note: al 27' Strakosha ha neutralizzato un rigore calciato da Bangu. Ammoniti 28' Gondo, 43' Crecco, 52' Mancini, 78' Pace, 70' Petriccione, 84' Seck. Calci d'angolo: 6-4. Recuperi: 2' p.t. e 4' s.t.

Spettatori: 7.000 circa di cui 5.433 paganti per un incasso di euro 7.835.


La Coppa Italia Primavera 2014 è biancoceleste
La formazione scesca in campo dal 1° minuto di gioco
Cristiano Lombardi sblocca il risultato
Luca Crecco in azione
L'esultanza di Luca Crecco dopo una marcatura
Mamadou Tounkara
Una fase di gioco
Joseph Minala
Cristiano Lombardi
I festeggiamenti a fine gara
Il biglietto della gara
Il titolo del Corriere dello Sport
L'esultanza di Luca Crecco
La grande festa dei ragazzi biancocelesti

La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, poker travolgente. È una Coppa piena di gol".

Continua la "rosea": E’ un 2014 all’insegna della famiglia Inzaghi. Cinquanta giorni dopo il trionfo di Pippo con il Milan al Torneo di Viareggio, Simone conquista il suo primo trofeo da tecnico della Primavera regalando alla Lazio la seconda Coppa Italia Primavera della sua storia, 35 anni dopo il primo successo: 4-2 alla Fiorentina, senza appello. La Lazio sembra ufficialmente aver aperto un ciclo: finale scudetto nel 2012, campione d’Italia nel 2013 e successo in Coppa Italia, con primo posto nel girone C, in questa stagione. Soprattutto, la Primavera biancoceleste continua a fornire elementi importanti alla prima squadra come Onazi, Keita, Crecco oppure Minala, anche ieri in gol e fresco di debutto in A. Da Firenze, dunque, arriva l’ennesimo segnale forte. Da Bollini a Inzaghi, non sono cambiati i programmi e il bis scudetto è un obiettivo reale: "Il primo pensiero a Mirko Fersini, che sarebbe stato qui senz’altro con noi ad alzare questo torneo, sarà contento da lassù. I ragazzi sono stati bravissimi – gioisce Inzaghi-, nel doppio confronto è una vittoria meritatissima. Minala con Reja? Speriamo ne vadano anche altri da qui alla fine...". Firenze ha provato a credere all’impresa e al Franchi sono arrivati in 5mila a spingere i ragazzi di Semplici. In tribuna anche il c.t. Prandelli e una delegazione della Fiorentina con il tecnico Vincenzo Montella in testa, poi Matri, Vargas, Tomovic, Savic e Matos. Ma non è bastato.

Forte del 3-1 della gara di andata, la Lazio ha lasciato sfogare la viola nei primi 5’ (clamoroso l’errore di Madrigali dopo appena 2’, che svirgola a pochi passi dalla porta) per poi colpirla a morte al primo affondo: angolo di Murgia, serie di deviazione e Lombardi in tuffo fa 1-0. E al 20’ il match è già chiuso: Tounkara trova il corridoio giusto per Crecco, sinistro in diagonale che spegne ogni speranza viola. Al 27’ Bangu ha l’occasione per riaprire almeno la partita. L’arbitro Ros prende un abbaglio colossale, fischiando un rigore alla viola per un tocco di mano di Filippini due metri fuori area. Il 10 viola realizza, Ros fa ripetere e al secondo tentativo Strakosha respinge. Bangu si rifà prima dell’intervallo, girando in rete dopo un palo su punizione di Capezzi. Nella ripresa la Lazio riallunga con Minala e chiude il discorso con una giocata in velocità Lombardi-Tounkara-Crecco: destro in diagonale di quest’ultimo e punto esclamativo sul match. Sui titoli di coda il 4-2 di Bangu, bravo a saltare anche Strakosha in uscita. Doppietta bella ma inutile: ci sarebbero voluti undici Bangu per mettere in crisi questa Lazio.


Il Corriere dello Sport titola: "Un altro show. E’ trionfo Lazio. Fiorentina travolta, rivinta la Coppa dopo 35 anni".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Quattro a due, meglio che all’andata. La Coppa Italia Primavera è della Lazio di Simone Inzaghi. Non c’era stata partita a Formello, ce n’è stata pochissima ieri sera al Franchi, con la tribuna piena e muta per tutto il secondo tempo. Troppo più forte la Lazio, ha chiuso il conto della partita in meno di un’ora, dopo aver già chiuso il conto della qualificazione in 6 minuti. Gli altri 70′ sono serviti ai laziali per trasformare una vittoria in un trionfo con la doppietta di Crecco, il gol di Lombardi e quello di Minala. La Fiorentina ha corso e lottato, ha creduto in una rimonta impossibile anche quando era sotto di due gol, ma la distanza dalla squadra di Inzaghi era troppa, nel punteggio e nel gioco. Era soprattutto diversa la maturità delle due squadre: quella di Semplici difficilmente promuoverà, nel giro di poco tempo, dei ragazzi nel gruppo di Montella; da Inzaghi a Reja, invece, il travaso è già iniziato e sarà in generale più rapido. Dopo 6′ la Lazio ha messo le mani sulla Coppa, dopo un altro quarto d’ora l’ha portata a casa. Più completa, più concreta e più ricca di talento la squadra di Inzaghino, in quei 20 minuti ha avuto tre occasioni e fatto due gol che, sommati al 3-1 dell’andata, hanno tolto ai viola quasi tutte le speranze. Ma nonostante le due reti sulla schiena la Fiorentina non è mai uscita dalla partita e l’ha resa viva fino al 4-1 di Minala. Merito di Petriccione, il regista, di Gulin, l’attaccante più veloce dei viola, di Madrigali, il centrale che faceva partire la manovra con la misura e i tempi giusti, anche se poi, quando c’era da chiudere, aveva qualche difficoltà. Il problema della Fiorentina era tutto racchiuso nell’area laziale, troppe occasioni fallite, troppi tocchi leggeri, poca concretezza soprattutto di Gondo, uno dei più attesi. Il primo gol della Lazio è stato anticipato di due minuti da una doppia occasione da gol dei viola, con l’ultimo tocco di Madrigali perso sul fondo. E otto minuti dopo il raddoppio, Bangu si è fatto respingere un calcio di rigore da Strakosha.

Rigore tre volte controverso: il tocco di mano di Filippini non era netto (la palla ha toccato prima un fianco), probabilmente non era in area e quando Bangu è andato a calciarlo si è fermato durante la rincorsa, ha segnato, ma l’arbitro Ros gliel’ha fatto ribattere. Sulla seconda esecuzione Strakosha ha fatto il suo capolavoro respingendo il tiro. Ai tre attaccanti di Inzaghi sono bastate due azioni per far valere una differenza netta. La prima: angolo da destra, colpo di testa di Crecco dal primo al secondo palo dove era appostato Lombardi, troppo solo per non volare in tuffo e segnare di testa l’1-0. La seconda: regalo contraccambiato di Lombardi a Crecco in fondo a un’azione di contropiede nata dal recupero palla di Tounkara, rifinita da Lombardi per Crecco che ha aspettato Bertolacci in uscita e l’ha battuto sul suo angolo di sinistra. C’era tutto in quel trio: la tecnica, la forza fisica, l’intesa. Ma tutta la Lazio stava mostrando una superiorità evidente. Era più squadra della Fiorentina. A quel punto, i viola avrebbero dovuto segnare 5 gol per conquistare la Coppa Italia. Strakosha ne ha evitato ancora uno su conclusione di Gulin, ma si è piegato nel recupero del primo tempo su mezza girata di Bangu, dopo un palo che Capezzi aveva centrato con una punizione dal limite dell’area. Quattro gol in 45′, un’impresa che forse i viola hanno sognato nell’intervallo, ma a svegliarli ci ha pensato Minala che dopo le polemiche sull’età sta vivendo il suo grande momento. Aveva segnato all’andata, ha debuttato in Serie A domenica scorsa e ieri ha piazzato il colpo finale. Angolo di Murgia, tocco sbagliato di Bangu che ha centrato la sua traversa e mentre la palla cadeva giù di testa Minala l’ha messa in rete, con tanti saluti a qualche stupido buuu arrivato dalla tribuna, dove non era mancata un po’ di tensione. Ma la Lazio non si è accontentata e ancora la coppia Lombardi-Crecco ha fatto pesare la propria qualità sulla difesa viola: altro contropiede, altro assist di Lombardi, altra volata di Crecco, altro gol con Bertolacci in uscita. E’ finita con un trionfo, appena appena annacquato dalla seconda rete di Bangu, segnata mentre la Lazio stava già festeggiando.


Il Messaggero titola: "Super Primavera, vinta anche la Coppa Italia".

Prosegue il quotidiano romano: Minala e Crecco stendono la Fiorentina, la Lazio trionfa 4-2 al Franchi e conquista la seconda coppa Italia della sua storia. Dopo trentacinque anni dal successo di un giovanissimo Tassotti, i biancocelesti campioni d’Italia in carica riescono a riprendersi un trofeo che mancava da tanto tempo. Un successo che fa capire quanto sia diventata forte la giovane Lazio, con Lotito che gongola pure per il futuro. E non potrebbe essere altrimenti con ragazzi come Minala, Crecco, Tounkara e Lombardi pronti per salire in prima squadra. Partita divertente, con continui capovolgimenti di fronte, quasi non sembra una finale. La Fiorentina deve rimontare i due gol di scarto dell’andata e comincia subito all’attacco. Appena due minuti di gioco e la palla arriva pericolosa dentro l’area della Lazio, con Gulin che tira a botta sicura, ma la conclusione va fuori di poco. Una partenza incoraggiante per i padroni di casa e da brividi per la formazione laziale che, invece, di intimorirsi tira fuori gli artigli, trovando subito il gol. E’ Lombardi, quattordicesimo gol stagionale, che di testa su calcio d’angolo beffa Bertolacci e apre le marcature. La Fiorentina prova a rispondere al 16’ ma la rete di Berardi viene annullata per fuorigioco. Pizzicata ancora una volta, la squadra di Inzaghi risponde da grande e con Crecco al ventesimo raddoppia con un preciso rasoterra. Un uno-due micidiale. La Fiorentina ha l’occasione di riaprire la gara dopo sette minuti con un rigore (il fallo di mano di Filippini era fuori area), ma Strakosha si oppone a Bangu. La rete della speranza viola arriva allo scadere del primo tempo sempre con il fantasista congolese. Nella ripresa i padroni di casa tentano l’assalto, ma vengono puniti all’ottavo da Minala che di testa batte il portiere toscano e realizza la terza rete in questa doppia finale. La Fiorentina si perde e la Lazio dilaga con Crecco al 21’ che, lanciato da Lombardi, batte Bertolacci per la seconda volta. Nel finale la seconda rete dei viola, ancora con Bangu.


Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

I campioni sono loro, sempre loro. Sporchi di coriandoli, ubriachi di gioia, bagnati dai gavettoni, stritolati dagli abbracci. Hanno alzato al cielo la Coppa Italia, hanno lanciato in cielo Simone Inzaghi, hanno fatto la foto ricordo con Lotito, hanno urlato, hanno cantato "chi non salta della Roma è", hanno festeggiato tutta la notte. Luca Crecco, due gol, e il futuro in tasca: "E’ una serata speciale, abbiamo centrato una vittoria che non arrivava da tanti anni, sono davvero contento di questa prestazione. Siamo un gruppo favoloso, tutti lottiamo per lo stesso risultato. Grazie a Simone Inzaghi e anche a mister Bollini, in due anni ci ha fatto crescere moltissimo. Chi temiamo per la parte finale del campionato? Nessuno, siamo sicuri che possiamo far bene. Puntiamo a ripetere il cammino dell’anno scorso, puntiamo a rivincere lo scudetto". Cristiano Lombardi, un gol e due assist, una storia difficile alle spalle, merita grandi onori: "E’ stata la rete più importante del mio ultimo periodo, sono felice che il gol abbia reso la partita più semplice. Sono soddisfazioni grandi, la dedica speciale è per mio fratello che è venuto a mancare lo scorso anno, a lui ho chiesto una mano prima di scendere in campo".

Sfila Minala davanti ai microfoni di Lazio Style Radio. Questa è la vittoria di ragazzi forti, di piccoli grandi uomini, hanno vinto sfide vere nella vita ecco perché trionfano nel calcio. Minala ricorderà per sempre lo sbarco a Roma, quel giorno in cui si sentì abbandonato e beffato: "Una settimana incredibile? Sì, lo era già per l’esordio in A con la Sampdoria. Ora è arrivata la Coppa, siamo molto felici per noi e per tutto il popolo laziale, la vittoria è per i tifosi. Una dedica speciale? Per una persona che mi è stata sempre vicina oltre che per tutti i ragazzi. Puntiamo a tutto, non abbiamo limiti. Questa vittoria è solo un passo in avanti, non vogliamo fermarci, puntiamo allo scudetto". Tounkara balla e non smette: "I festeggiamenti con i tifosi sono stati la cosa più bella. Si vede che siamo un gruppo. All’andata non c’ero. Nel ritorno ci sono stato e non potevamo perdere" (risata – n.d.i.). Ilari urla: "Essere capitano e alzare la Coppa con Serpieri è stata un’emozione grandissima. Siamo troppo forti, a Firenze abbiamo giocato per vincere, non per difendere il 3-1. Dedico la vittoria ai miei e alla mia ragazza. La maglia pesa con tutti questi trofei!".


La Coppa Italia, 35 anni dopo. La Coppa Italia dopo lo scudetto del 2013, una doppietta venerabile. E’ la Primavera più forte di sempre, un modello italiano, in campo e fuori. Lotito e Tare, Bollini e Inzaghi l’hanno issata sul tetto del mondo giovanile. La Coppa Italia, l’ultimo sfizio di una cavalcata continua, può portare alla conquista del secondo tricolore di fila. Vince la Cantera della Lazio, la storia dice e ridice gloria, lancia in orbita un nuovo gruppo di ragazzi, un mix tra i vincitori del tricolore di giugno e quelli promossi dagli Allievi Nazionali. Ballate, campioncini. Festeggiate tra i coriandoli che esplodono in aria, brindate al vostro successo, alla vostra crescita, al vostro futuro, ai vostri gol. Ora comanda la Lazio e chi cerca di contrastarne la scalata scivola nel vuoto. La Primavera è diventata insuperabile perché vincono l’organizzazione e il talento. Perché Simone Inzaghi è l’uomo giusto al posto giusto, l’ideale continuatore del lavoro costruito da Alberto Bollini. Musica, maestro. Storia, leggenda e mito, di tutto ciò si parla, di un successo che mancava da 35 anni, dal 1979, in campo quel giorno c’era un certo Mauro Tassotti. Oggi ci sono Lombardi e Crecco, due frecce, due schegge, gli uomini del futuro. E Lotito gongola, contrasta la contestazione proiettando la Lazio nel futuro. Nel pomeriggio aveva incassato l’assist della Figc (niente decadenza), in serata ha trionfato con i suoi baby d’oro, togliendosi qualche sassolino, non tutti saranno felici: "La decadenza? Io sono sempre rimasto tranquillo, si deve preoccupare chi si è mosso nei miei confronti. Quella della Primavera è una vittoria che fa felice me e chi lavora ogni giorno, non credo tutto l’ambiente...". E’ piombato in campo ieri sera, il patron. Lo aveva fatto anche a Gubbio: "Ci sono tutte le premesse affinché il nostro settore esploda e dimostri il proprio lavoro, tutto ciò che siamo siamo riusciti a creare. Inizia a prendere corpo il progetto che abbiamo messo in campo da qualche anno – ha detto il presidente a Lazio Style Radiosiamo primi in classifica, abbiamo vinto una Coppa Italia storica dopo tempo immemore. La Primavera della Lazio aveva solo una Coppa in bacheca, penso che il nostro settore giovanile sia diventato il fiore all’occhiello del sistema calcio. Il progetto sta dando i suoi frutti e il prossimo anno cinque giovani andranno molto probabilmente in prima squadra. Questo successo dimostra che con la programmazione e la capacità progettuale si possono ottenere grandi risultati".

Lotito e Tare hanno puntato su Inzaghi per proseguire la missione di Bollini, la scelta s’è rivelata azzeccata: "Noi abbiamo creato delle sinergie, non a caso abbiamo catapultato Bollini accanto a Reja, vogliamo creare continuità e collegamento perenne, quotidiano, tra Primavera e prima squadra. Quando decisi di inserire in organico Inzaghi come allenatore lo feci in prospettiva, pensavo potesse dare grandi risultati e lo sta facendo, nel tempo dimostrerà che potrà ricoprire ruoli più importanti". Tare, felicissimo, ha invitato a credere nella Lazio: "E’ una grande soddisfazione, il frutto di un lavoro e di un ciclo aperti quattro anni fa. Le cose più importanti sono il lavoro, le idee e la visione che abbiamo per questa società, i frutti si vedranno nei prossimi anni, la Lazio avrà un futuro con questi giocatori. Queste nuove promesse apriranno un nuovo ciclo. Spero che la situazione cambi, spero che la gente apprezzerà il lavoro fatto dal presidente Lotito e da questo club". Lotito in tribuna e poi in campo. Accanto a lui, sugli spalti del "Franchi", c’era tutto lo stato maggiore biancoceleste. Igli Tare, il diesse. Alberto Bollini, il primo papà di questa Primavera, il vice di Edy Reja. Bollini ha iniziato una strada gloriosa e il cammino lo sta portando avanti Simone Inzaghi. Alberto s’è goduto il successo: "Speriamo che questo ciclo non sia terminato, l’auspicio è che i successi siano continui, che portino sempre alla valorizzazione dei singoli. Sono orgoglioso di questo gruppo, continuare a vincere non era semplice".


C’è una bella dedica sotto il trofeo che Inzaghi ha accarezzato e baciato sul campo. E’ per Mirko Fersini, il ragazzo che giocava con gli Allievi della Lazio di Simone, morto due anni fa. "Era uno dei miei giovani. Insieme a Lombardi, Filippini e Pollace sarebbe qui a festeggiare con loro. Il mio primo pensiero va a lui". Gli Inzaghi hanno sempre avuto una bella sensibilità e questo ricordo rende il trionfo della Lazio ancora più giusto, più vero e più bello. Sette gol in due partite alla Fiorentina, la Coppa che ieri notte è arrivata a Formello. Inzaghino spiega: "I ragazzi sono stati bravissimi, hanno interpretato molto bene la partita, anche se dopo il primo gol di Lombardi è andata in discesa. Sono stati tutti bravi, dal primo all’ultimo, abbiamo vinto su un campo difficile con una grandissima maturità". Inzaghi allena una squadra fortissima. E’ Campione d'Italia, ha appena vinto la Coppa, è in testa al suo girone e con tre turni d’anticipo si è già qualificata per le finali. "In questo momento siamo la più forte d’Italia. Io l’ho presa a gennaio, ma conoscevo già molti di questi ragazzi. Stiamo facendo bene, bene, bene e a me personalmente questa Coppa ha dato tanto". Tanto ha pure dato la Fiorentina ai fratelli Inzaghi: Pippo l’ha eliminata al Viareggio, Simone l’ha battuta in questa finale. "Speriamo, un giorno, di arrivare insieme fra i professionisti, per ora mio fratello ed io stiamo facendo il nostro percorso con i giovani, cercando di crescere. Lo scudetto me lo giocherò con lui". Come devono crescere i suoi giocatori per arrivare in Serie A? "Keita è già in prima squadra in pianta stabile, Minala ha appena esordito, Crecco ha debuttato un anno fa, poi Elez, Ilari, Lombardi e Serpieri per me sono già pronti". C’erano più di 7.000 spettatori ieri sera, 5.443 paganti. "E’ un dato bellissimo. A tutti i ragazzi auguro di tornare in questo stadio con una squadra di Serie A, anche se so che sarà impossibile".

Era l’obiettivo di Leonardo Semplici, allenatore dei ragazzi della Fiorentina. Voleva giocare una partita completamente diversa. "Dobbiamo ringraziare i tifosi perché ci stavano dando la spinta per giocare la partita perfetta. Invece abbiamo sbagliato subito un gol clamoroso e due minuti dopo, appena hanno superato il centrocampo, ci hanno fatto gol. La Lazio è una squadra esperta che ci ha punito al primo errore. Dopo il 3-1 dell’andata potevamo perdere la Coppa Italia, ma dovevamo giocare un altro tipo di partita". Tutta la delusione racchiusa nello spogliatoio dei viola. "Erano dispiaciuti, qualcuno piangeva: non aver dimostrato il nostro valore ci fa male. Ci voleva più cattiveria". La consolazione è nella crescita della squadra: "Siamo andati bene al "Viareggio", siamo arrivati alla finale di Coppa Italia e puntiamo alle finali in campionato, in questo momento l’amarezza è grande, ma la crescita c’è stata. Adesso dobbiamo eliminare i nostri difetti e crescere più velocemente possibile".




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