Mercoledì 8 settembre 1993 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Parma 2-1

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8 settembre 1993 - 2570 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1993/94 - III giornata

LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli, Di Matteo (70' De Paola), Luzardi, Cravero, Fuser (32' Bacci), Doll, Casiraghi, Di Mauro, Winter. A disp. Orsi, Marcolin, Saurini. All. Zoff.

PARMA: Bucci, Benarrivo (83' Balleri), Di Chiara, Minotti, Apolloni, Grun, Melli, Zoratto (70' Pizzi), Crippa, Zola, Pin. A disp. Ballotta, Matrecano, Mannari. All. Scala.

Arbitro: Pairetto (Nichelino).

Marcatori: 28' Fuser, 40' Zola, 48' Cravero (rig).

Note: ammoniti Chamot, Di Matteo, Fuser, Boksic, Casiraghi, Benarrivo. Esordio in serie A per Balleri. Calci d'angolo: 6-1.

Spettatori: 49.645 con 14.188 paganti e 35.457 abbonati.

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Dopo le trasfusioni miliardarie di un biennio, i sostenitori laziali si sentono finalmente ricchi. Di gioco, di flessibilità tattica, di soluzioni arrembanti, di prospettive. E contro il Parma troppo speculativo, va bene pure questa serata afosa, appiccicaticcia, né serve invocare l'assente Signori o addirittura il fantasma Gascoigne. Semmai sono gli emiliani che vorrebbe utilizzare qui subito Asprilla con Brolin. Difatti un Parma troppo attendista, esce dal guscio soltanto dopo aver accettato quasi per mezz'ora l'abbondante produzione biancazzurra, culminata in una volée e spettacolare di Fuser, su corner timbrato Doll per l'1-0. Sembra l'attimo della svolta, a beneficio di una sorprendente Lazio "by night", piena di fervori nel bloccare in particolare le alternanze Benarrivo-Crippa, Di Chiara-Pin, con gabbie spostate velocemente lungo gli out al fine di aiutare tanto Favalli quanto Fuser. Se il Parma gioca d'attesa, quasi sgorbiando tra Crippa, Zola e Zoratto l'abituale copione caro a Scala, quello che diffonde un senso di compattezza, salvo diventare scarica elettrica quando l'azione discende profonda a valorizzare gli spostamenti di Melli. No, nessuna scarica emiliana, stasera. Solo tanta Lazio sparpagliata grazie all'interditore Di Matteo, all'acume creativo di Winter, alle finte di Di Mauro. Tanta Lazio a supporto di Casiraghi, incapsulato dal trio Minotti Apolloni Grun al punto di innervosirsi e sbagliare il primo assist smarcante di Favalli: il centravanti cerca la via lattea più che l'angolo scomodo di Bucci. Però tale e inattesa esplosione di velocità laziale non evapora e il gioco azzeccato delle sovrapposizioni fa schizzare Fuser, sulla traccia Cravero in posizione occasionale di punta centrale. Botta carogna e Bucci grazia in angolo. Un attimo dopo si capisce che è stata la prova del gol: di fatti quel corner respinto pur che sia da Benarrivo, è in realtà un dono per l'avidità del tornante di Sacchi. E indovina il colpo di laser, laddove nessun tuffo può bastare. Vantaggio ora da gestire, con spavalderia, premendo sull'acceleratore sempre a tavoletta, ma prigioniera di vaghe paure la Lazio smette di insistere, si rannicchia subito nella propria area, disinnescando praticamente l'estro di Zola. Questi impegna Marchegiani nella ribattuta miracolosa: e Favalli in spaccata arriva prima di Melli, impedendo il pareggio. Intanto Fuser si tocca una gamba dolorante, forse allungata di rabbia nella precedente prodezza balistica. Gli subentra Bacci e però non è la stessa musica. Cresce Zoratto, spalanca per Crippa che Di Matteo deve atterrare ai limiti dell'area. Calcio piazzato. Lampeggia lo specialista Zola: lascia di stucco Marchegiani, piantandogli il pallone sotto la traversa. E qui il Parma ricade nell'errore della prima mezz'ora: torna a spendersi con parsimonia, forse ritiene soddisfacente il provvisorio equilibrio ristabilito. Risale così l'onda biancazzurra, che se non altro propizia un'altra situazione di calcio inattiva. Il solito Doll e il solito corner arcuato. Saltano Minotti e Negro: Minotti tocca con la mano, chissà se volontariamente, ma Pairetto da pochi passi non dubita. Rigore e Cravero fissa il 2-1. Prosieguo vibrante, pieno di capovolgimenti di fronte, e senza scorrettezze. Prosieguo che il Parma prova a dominare, spalancandosi con maggiore intensità, chiamando più frequentemente Zola, Crippa e Zoratto a supporto di Melli. Sono tentativi d'orgoglio ritardati: si vuole rappezzare un dignitoso reparto avanzato, aspettando Asprilla, grazie al quale si potrà ridisegnare la squadra ora approssimativa. La Lazio non ne approfitta. La fatica annebbia le idee di Winter, Di Mauro e Di Matteo, i capi cordata di un collettivo logico, più tonico, dove Gascoigne stenterà a reinserirsi. Parma castigato. Parma pieno di rimorsi. Come spinge, la difesa biancazzurra va in tilt e due volte, piantati Luzardi e Favalli, Melli sfiora la realizzazione. Niente da fare. Restano le ultime sequenze affidate ad un contropiede accompagnato dagli applausi dei tifosi: De Paola, subentrato a Di Matteo, imbecca Winter, che riesce soltanto a tormentare le mani protese di Bucci.

Tre chiarimenti vanno estrapolati dall'incontro di Sergio Cragnotti con i giornalisti, ieri, alla casina Valadier. Il primo, serve forse per rimuovere, in questi tempi d'austerity, l'immagine d'una Lazio controcorrente, disposta pure a spese folli pur di diventare competitiva nella lotta scudetto. "E invece - puntualizza il presidente biancoazzurro - vi assicuro che abbiamo chiuso la campagna trasferimenti senza sbilanci, pareggiando i conti, nonostante certe esagerazioni lette o ascoltate". Secondo argomento: l'assurdo silenzio stampa di Gascoigne, peraltro inalberato solo nei confronti dei giornalisti italiani. Cragnotti è risoluto: "Situazione inammissibile e, quindi, al suo ritorno, "Gazza" dovrà spiegarmi i motivi di tale atteggiamento. Siamo una società che vuole affermare, presso i propri giocatori, il diritto di mantenere contatti corretti con i mass media, nel nostro stesso interesse. Che Gazza si sia offeso, quando è stato scritto che s'era presentato con cinque chili di troppo? Ma eravamo noi a doverci offendere e dunque gli ripeterò che i cronisti fanno giustamente il loro mestiere. Non accetterò più le sue stravaganze e soprattutto si deve mettere in testa che ha gli stessi doveri di qualsiasi altro nostro tesserato. Sa quanto ci aspettiamo da lui e in futuro non avrà più attenuanti per giustificare certe pause in campo". Terzo argomento: Boksic. Arriverà in anticipo? Cragnotti risponde: "Se il Marsiglia lo lasciasse subito, alle condizioni stabilite per il prossimo anno (15 miliardi, senza nessuna maggiorazione, n.d.r.) ne saremmo felici, acquisiremmo un altro campione...Lui verrebbe già adesso di corsa, però noi non possiamo appesantire un investimento programmato a partire dalla stagione '94-'95. Noi non corriamo dietro a nessuno. Mi sono incontrato con Tapie tantissime volte durante l'estate e non ho mai accettato il suo gioco al rialzo, anche quando c'era il pericolo di rimanere senza centravanti".

Fonte: Corriere della Sera