Mercoledì 6 gennaio 1999 - Bologna, stadio Renato Dall'Ara - Bologna-Lazio 0-1

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Stagione

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6 gennaio 1999 - 1804. Campionato di Serie A 1998/99 - XV giornata

BOLOGNA: Antonioli, Rinaldi, Bia (70' Boselli), Mangone, Tarantino, Binotto (63' Maini), Ingesson, Marocchi, Fontolan (63' Kolyvanov), Andersson, Signori. A disp. Brunner, Paganin, Magoni, Simutenkov. All. Mazzone.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic, Favalli (46' Pancaro), Stankovic, R.Mancini, Almeyda, Sergio Conceicao, Salas, Vieri (88' Venturin). A disp. Ballotta, Iannuzzi, Lombardi, Fernando Couto, Gottardi. All. Spinosi - DT Eriksson.

Arbitro: Ceccarini (Livorno).

Marcatori: 78' Vieri.

Note: ammoniti R.Mancini e Nesta (proteste), Negro (fallo) Fontolan e Mangone (falli) Espulso: Mazzone (per proteste) al 33'. Angoli: 8-5 per il Bologna.

Spettatori: circa 32.000, di cui 22.740 abbonati (quota L. 699.969.659) e 8.420 paganti per un incasso di L. 397.205.000.

La rete di Vieri
Il titolo del Messaggero

Che carini. Tutti quanti. Vediamo lacrime e turbamenti per Signori, nostalgico "core" laziale. Applausi riconoscenti per Mancini, in ricordo del bambino precoce che fu da queste parti. Baci e abbracci tra Mazzone e Mihajlovic, generale e soldato di avventure giallorosse. Ma alla fine è Christian Vieri, proprio lui, dopo tre mesi e mezzo di oblio per un ginocchio (e un carattere) bricconcello, a radunare quelle belle pillole di poesia spicciola e a infilarle nel cestino della spazzatura. Lui che s'era appena visto, in quell'affannoso andirivieni a caccia di spazi e di spunti, di un'intesa con Salas mai nemmeno accennata, di una sintonia con Mancini per la prima volta schierato come uno dei quattro di centrocampo. Una zuccata maligna a meno di un quarto d'ora dalla fine, sulla fiondata secca, da fondo campo di Pancaro. Vieri ha timbrato la partita alla sua maniera, rinfrancando Rocca, il vice di Zoff venuto apposta per seguirlo al rientro lungamente atteso e lasciando al Bologna una fortissima sensazione di amarezza. Quella zuccata pesa per tanti motivi. Per Vieri, indubitabilmente. Ma soprattutto per la Lazio, ora proiettata più vicino al vertice, nella sua zona di competenza. Lazio che può riassegnare spessore e significato precisi alle sue ambizioni di partenza, a quel progetto-scudetto che aveva subito rallentamenti pericolosi nello scorcio iniziale della stagione, mentre adesso riprende a marciare con un senso logico. Pesa anche, quella zuccata, perché arriva nel turno di campionato da sempre più indecifrabile, quello della ripresa dopo la doppia sosta natalizia. E che non a caso, appunto ieri, ha seminato lungo la strada la testa dell'Inter, sconfitta a Parma, e in parte quella della Roma, bloccata in casa sul pareggio dal Piacenza. Così la Lazio può brindare a voce alta, nonostante i brividi che le ha fatto provare Signori nel primo tempo, e nonostante la direzione di Ceccarini (per non parlare dei suoi degni collaboratori), il quale non perde l'occasione di confermarsi arbitro da mani nei capelli. Con i tre punti sottobraccio, si può dire che ha avuto ragione Eriksson. Perché è stato il tecnico a insistere con Vieri, che invece preferiva un rientro più soft, meno sparato. Eriksson lo ha voluto in campo subito, appena disponibile. Rimodellando per questo una buona parte della struttura della squadra, che ha visto Mancini agire in un ruolo assolutamente insolito, Stankovic confinato sulla fascia destra e Conceicao scalpitante su quella opposta. Seppure stralunato e macchinoso per lunghi tratti, Vieri è andato per la prima volta al tiro dopo 17 minuti (parata sicura di Antonioli) e si è visto bloccare al 23' la botta di sinistro in area da un braccio di Mangone sulla linea di porta. I laziali in quell'occasione hanno protestato vigorosamente invocando il rigore, ma il "particolare" è sfuggito sia a Ceccarini che al suo guardalinee (Capovilla) più vicino all'azione. Infine l'attaccante azzurro ha mancato di destro lo specchio della porta (38') dopo un pregevole stop di petto in area. Il suo predecessore Signori, dall'altra parte, nel frattempo aveva colpito il palo su punizione (16', deviazione determinante di Marchegiani) e aveva costretto il suo vecchio compagno a una parata strepitosa tre minuti più tardi su un sinistro dal limite. Signori si è ripetuto in avvio di ripresa (6'), trovando ancora un Marchegiani superbo in uscita, prima che la Lazio cominciasse a spingere con più convinzione. Il gol vincente (che ha scatenato le proteste del Bologna e di Mazzone, poi espulso, per un fallo subito da Andersson a centrocampo non fischiato da Ceccarini) ha liberato Vieri da un incubo: "Un rientro così non me l'aspettavo - ha detto l'attaccante -. Non capita a tutti, infatti, di rigiocare dopo tre mesi e mezzo e di andare subito in rete, decidendo pure la partita. Non segnavo dal 5 settembre, a Liverpool contro il Galles, ma sono felice anche perché il ginocchio ha retto benissimo per ottanta minuti, non mi ha dato alcun fastidio. Ciò vuol dire che ho fatto bene a non operarmi. Questa vittoria ci rilancia al vertice e ci ripropone per la corsa allo scudetto. Le cose con Salas sono andate benissimo, considerato che era la terza volta che facevamo coppia. Ci siamo cercati parecchio, e specialmente nel secondo tempo ci siamo trovati. Ora, non possiamo che migliorare". Già. Così dovrebbe essere.

Fonte: Corriere della Sera