Mercoledì 27 gennaio 1999 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Inter-Lazio 5-2

Da LazioWiki.

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27 gennaio 1999 Coppa Italia 1998/99

INTER: Pagliuca, Colonnese, Bergomi, Simic, Zanetti, Milanese (46' Silvestre), Cauet (76' Zé Elias), Simeone, Djorkaeff, Ventola (64' Moriero), R.Baggio. A disp. Frey, Winter, Camara, Pirlo. All. Lucescu.

LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Fernando Couto, Favalli, Lombardo (69' Gottardi), De La Peña (80' R.Mancini), Almeyda, Sergio Conceicao, Salas, Vieri. A disp. Ballotta, Lombardi, Okon, Baronio, Crovari. All. Eriksson.

Arbitro: Ceccarini (Livorno).

Marcatori: 10' Vieri, 12' Cauet, 26' Djorkaeff, 34' Lombardo, 70' Djorkaeff, 84' Zé Elias, 93' Moriero.

Note: ammoniti Almeyda per comportamento non regolamentare, Favalli e Couto e Bergomi e Silvestre (I) per gioco falloso. Espulso Nesta al 42' s.t. per proteste. Calci d'angolo: 4-9.

Spettatori: paganti 17.007 per un incasso di 464.870.000 lire.

Il biglietto della gara
Cristian Vieri sblocca il risultato
Il bomber biancoceleste festeggiato da Giuseppe Pancaro
Il tocco vincente per il pareggio nerazzurro
La rete del 2-1 a favore dell'Inter
Attilio Lombardo riporta in pareggio le sorti dell'incontro
L'esultanza del calciatore biancoceleste
Il 3-2 nerazzurro
La quarta rete interista
Il definitivo 5-2

Dalla Gazzetta dello Sport:

L'Inter fa valere la legge di San Siro. Ancora una goleada che stavolta significa la qualificazione in Coppa Italia a spese di una Lazio punita oltre i suoi demeriti. Che fondamentalmente si riducono nell'aver creduto troppo presto nel passaggio del turno. Quando Lombardo ha messo a segno la rete del 2-2, la squadra di Eriksson ha giocato con troppa sufficienza, non ha piazzato il gol del definitivo k.o. con Conceicao e ha dato fiato alla reazione di un avversario che non ha mai smesso di lottare. Il gol "decisivo" di Zé Elias al 39' per la verità non è stato molto limpido perché Moriero, iniziando l'azione, ha spinto Almeyda a terra prima del cross e anche perché Marchegiani si è trovato con due avversari davanti al momento in cui il pallone è partito dal piede del brasiliano. Ceccarini, per colmo di sfortuna, ha pure deviato un po' il pallone. Dunque un gran pastrocchio, che ha innescato polemiche a non finire. Ceccarini fino a quel momento aveva arbitrato benissimo e non è detto che sia da condannare per l'accaduto. Ad ogni modo la squadra di Lucescu ha meritato di passare il turno perché ha "cercato" la qualificazione più dell'avversario. Basta un dato: in campo per tutto l'incontro c'è stato un Baggio che ha dato l'animo e l'estro al servizio della sua squadra, mentre Mancini è stato tenuto in panchina per 80 minuti. La gente nerazzurra non ci ha creduto. Pochissimi spettatori a san Siro per una sfida di alto livello. Quando le due squadre scendono in campo non ci saranno neppure ventimila tifosi sugli spalti. Formazione dell'Inter confermata in pieno, mentre nella Lazio Mihajlovic non ce la fa a giocare, così Eriksson schiera Couto al suo posto.

Fischi e urla all'indirizzo di Ceccarini fin da quando l'altoparlante ne annuncia il nome. Si parte con 5 minuti di ritardo e la gara si muove su ritmi vertiginosi. Naturalmente è l'Inter che prende l'iniziativa e costringe l'avversario nella sua metà campo. La Lazio se ne sta a guardare come volesse fare sfogare l'avversario per poi piazzare la botta. Che giunge implacabile e devastante al 10', grazie a un Vieri che Colonnese non può proprio arginare, specie se il cross da sinistra di Favalli è in realtà pennellato sotto la porta di un Pagliuca che rimane interdetto. Lo stacco della punta laziale è sontuoso e la schiacciata di testa non ammette repliche. Alla prima azione offensiva la Lazio ha messo una grossa ipoteca per la qualificazione. Che però Marchegiani tre minuti dopo rimette in discussione con una uscita dall'area sconclusionata. Ventola si era gettato su un pallone fiondato dal centrocampo e la difesa biancazzurra aveva lasciato aperto un varco, ma il portiere, invece di scagliare lontano il pallone, ha cercato di passarlo a un compagno. Pastrocchio che permette a Cauet da 25 metri di tentare il pallonetto nella porta sguarnita: obiettivo centrato. Nuovamente in parità i nerazzurri possono ora cercare con più calma il raddoppio che li porterebbe a colmare completamente lo svantaggio della gara di Roma. Lucescu ha piazzato Colonnese su Vieri e Simic su Salas, lasciando a Bergomi il compito di proteggere loro le spalle. A metà campo Cauet si prende cura di De la Peña, mentre Zanetti a destra cerca di mettere sulla difensiva Conceicao, Milanese a sinistra tiene a bada Lombardo. Lo scontro Simeone-Almeyda al centro fa scintille. Ostruzione di Almeyda su Baggio e Ceccarini alza il primo cartellino giallo, non per il fallo, ma per la palla scagliata lontano con rabbia dall'argentino dopo il fischio.

Al 25' Baggio scarta Pancaro e Nesta sulla fascia sinistra, si accentra e serve in verticale un ottimo pallone a Ventola, che però tarda a tirare e Favalli riesce a salvarsi in angolo. Ma il gol dell'Inter è solo rimandato di un minuto. Zanetti scende sulla destra e serve Djorkaeff che è al limite dell'area di rigore laziale. Pallone forte, che il francese doma con il petto e poi a volo di destro gira magnificamente alle spalle di Marchegiani, stavolta incolpevole. Se mai è Couto a non chiudere lo specchio della porta all'avversario. Ora la qualificazione è apertissima. La Lazio reagisce e va ancora in gol, un gol pesante perché è il secondo dei biancazzurri in trasferta contro uno solo dei neroazzurri all'Olimpico. Punizione al 34' di De la Peña sulla "tre quarti" un po' spostata a sinistra, il pallone supera tutti e viene sospinto di testa in rete da un rapidissimo Lombardo che, appena rientrato in Italia ha subito ripagato la fiducia di Cragnotti e di...Mancini. L'Inter riesce a rispondere solo con un tiro fiacco di Ventola da buona posizione con un colpo di testa fuori di Djorkaeff. Si chiude qui il primo tempo. L'Inter si presenta con Silvestre al posto di Milanese a inizio ripresa. Non ci sembra un cambio determinante. Subito un angolo per i nerazzurri e subito un gol gettato al vento dai biancazzurri: "sfuggono" al fuorigioco sia Vieri sia Conceicao. Il primo è solo davanti a Pagliuca, potrebbe tirare e invece, per maggiore sicurezza, passa la palla al compagno che sull'uscita del portiere mette a lato. Ancora beffato il fuorigioco nerazzurro al 5' con Vieri che stavolta non riesce a centrare il pallone sotto la porta ottenendo soltanto un angolo. L' Inter deve segnare due gol per passare il turno e la cosa non è semplice specie se la spinta della squadra non è più quella del primo tempo. Ventola non sembra in serata felice quando al 18' viene spinto a terra al limite dell'area laziale da Couto, Ceccarini non gli accorda la punizione. Al 19' Lucescu lo toglie dal campo e gioca la carta Moriero. Anche Eriksson decide che Lombardo ha fatto abbastanza e al 23' lo sostituisce con Gottardi.

Al culmine di questi cambi Djorkaeff trova il tempo e la mira per un gran gol al 24' che riapre le speranze nerazzurre. Moriero conquista palla e si accentra, poi allunga in verticale al francese che stoppa e si gira fulmineamente colpendo il palo alla destra di Marchegiani, da qui la palla si adagia in rete. La reazione della Lazio è immediata. Prima Pancaro costringe Pagliuca a una respinta non facile, poi sono De la Peña e Conceicao a impegnare il portiere. Dopo l'ultima sostituzione interista (Cauet-Zé Elias), Eriksson pensa che sia necessaria la presenza di Mancini in campo e al 35' fa rientrare De la Peña. Ma è Zé Elias che riesce con un tiro da fuori, dopo una confusa mischia in area laziale, a pescare l'angolino e la qualificazione al 39'. Il pallone sfiora anche l'arbitro, mentre davanti a Marchegiani ci sono due nerazzurri. Prima del cross Moriero aveva commesso un fallo su Almeyda. C'è molta tensione in campo e quando l'arbitro va ad ammonire Favalli su segnalazione del guardalinee, le proteste di Nesta sono veementi e inducono Ceccarini all'espulsione. Un brutto finale che sciupa una bella partita. L'Inter, sulle ali dell'entusiasmo e grazie ad un avversario tutto proteso in avanti, va in gol ancora con Moriero. Il merito, però, è di Baggio che gli serve un pallone soltanto da sospingere in rete.


Il Messaggero titola: "Biancocelesti eliminati per le sviste del direttore di gara. Nel quarto gol dei nerazzurri due erano in posizione irregolare. L'arbitro fa fuori la Lazio. Ceccarini disastroso: devia in rete il tiro di Zé Elias e non vede il fuorigioco".

L'articolo così prosegue: Un bel regalo, con tanto di fiocchetto, all'Inter rivale di ieri e di oggi. Cinque gol sul groppone e addio coppa Italia, la Lazio abdica. Si arrende infine all'arbitro Ceccarini, che addirittura di persona ha deviato in porta il quarto pallone, quello alla fine decisivo di Zé Elias. Dopo aver fatto di tutto, unitamente al suo guardalinee Mitro (alla fine circondato e insultato dai biancocelesti), per farsi perdonare da San Siro, dove tornava per la prima volta, il pasticcio-Ronaldo. Siamo alle solite, compensazioni postume e sviste di giornata, errori marchiani che segnano la stagione. Perché si era visto, al di là di molti eccessi di confidenza che non dovranno ricapitare, che la Lazio voleva onorare il suo trofeo. Si è trovata prima in vantaggio e poi sul due pari, ha sfiorato a più riprese il terzo gol per poi concederne altri tre, un'enormità, all'affannoso ma vincente finale interista, complici un doppio fuorigioco di posizione e la citata deviazione di Ceccarini, arbitro che sa pure far gol oltre che scempi. Resta il fatto che la Lazio si è vista rovinare la serata quando aveva ampiamente in mano le operazioni, ma ha pure lasciato passare gli avversari al ritmo di ogni tiro un gol. Ha fallito De la Peña, che ha all'attivo solo la punizione del pareggio, hanno sofferto troppo tutti i difensori, con tanto di espulsione di Nesta nel convulso finale. Benino l'esordiente Lombardo, subito a segno, grande solo la prova di Vieri autentico trascinatore, mal assistito in zona gol dai compagni. I due attacchi migliori del campionato (il terzo è quello zemaniano) hanno confezionato subito quattro gol, complici le tenere dormite delle preoccupatissime difese.

La combinazione del vantaggio laziale è stata fra le più apprezzabili della serata: De la Peña, Salas e Favalli hanno scambiato bene a sinistra e sul cross arcuato del terzino Vieri è svettato come un monumento, infilando l'angolo. Lucescu lo aveva affidato alle cure di Colonnese, lasciando il cileno a Simic, ma Christian ha un'elevazione davvero possente. Sulle spalle del loro centravanti, i detentori del trofeo avrebbero potuto costruire con serenità la qualificazione, ma in tre minuti si è materializzata la frittata clamorosa: a sbattere le uova ci ha pensato un De la Peña troppo etereo, depositando sul piede di Cauet un pallone a porta sguarnita, per la precedente, prolungata uscita di Marchegiani al limite dell'area. Inconcepibile l'errore difensivo, nato proprio nella zona abitualmente presieduta da Mihajlovic, ieri sera tenuto precauzionalmente a riposo e sostituito da Fernando Couto. E' lì che l'Inter ha insistito, arrivando, dopo un salvataggio disperato di Favalli su Ventola (errore di Pancaro in disimpegno), al raddoppio facile, sullo scatto di Zanetti all'ala e conseguente cross basso, che Djorkaeff ha ammansito girando imparabilmente il pallone all'angolino. Ma sulla lunghezza d'onda del nuovo cinismo laziale si è perfettamente inserito il nuovo acquisto Lombardo, astuto a sfiorare con la pelata nell'area piccola di Pagliuca la parabola tesa su punizione di De la Peña. L'Inter ha pagato le proprie sbandate perdendo in convinzione, anche se spesso la rapidità del tocco di Baggio e Djorkaeff ha regalato giocate propizie. Ma l'avvio di ripresa ha visto una Lazio decisamente più autoritaria. I lanci dalle retrovie hanno trovato Vieri e Salas sempre pronti al contropiede e Sergio Conceicao ha ripagato malissimo una generosità di Christian.

L'arbitro Ceccarini ha fatto il suo pieno di fischi non concedendo il rigore a Ventola, spintonato da Couto al limite dell'area. Ma è stata la Lazio a raccogliere i cocci quando Djorkaeff, con prodezza solitaria, ha pescato di nuovo l'angolo basso dal limite: l'azione era viziata da un fallo di Colonnese su Vieri nei pressi dell'area opposta. Una bella beffa e nuovo vigore invece per l'Inter, con Moriero al posto di Ventola. Su Pagliuca una conclusione a botta sicura di Pancaro da pochi metri. Lucescu ha giocato le carte della disperazione accentrando Baggio e cercando l'estro di Zé Elias. Che ha centrato l'arbitro e il gol al primo tiro, dopo un'azione sulla destra di Moriero viziata da fallo e con almeno due interisti in fuorigioco di posizione. Lo stesso Moriero, a tempo scaduto, ha restituito alla Lazio la cinquina del campionato: a porta vuota su invito di Baggio, Che si è fatto male ed è uscito in barella.


Tratte dal quotidiano romano, alcune dichiarazioni post-gara:

Rimpianti e proteste nello spogliatoio biancoceleste sia per la qualificazione gettata via, che per il clamoroso caso di Ceccarini-goleador. L'analisi di Eriksson parte proprio dal singolare episodio. «L'azione che ha portato alla rete dell'arbitro era viziata da un netto fallo di Moriero ai danni di Almeyda. Non solo Ceccarini non ha fischiato la punizione a nostro favore, ma ha deviato in porta il pallone del quattro a due calciato da Zé Elias. Nella mia lunga carriera di allenatore non avevo mai visto una situazione simile e quando scriverò il libro sulla mia vita dedicherò a questo episodio un capitolo a parte. Ad un quarto d'ora dalla fine avrei scommesso sulla nostra qualificazione poi, invece, è arrivato il finale caotico nel quale abbiamo perso la testa. Dopo il quarto gol nerazzurro avevamo ancora una decina di minuti nei quali avremmo sicuramente costruito un paio di occasioni, la squadra ha sbagliato ad innervosirsi facilitando l'Inter». Anche il capitano Nesta ha perso le staffe evidenziando un preoccupante nervosismo. «Capisco la protesta anche se la condanno perché in questi frangenti bisogna cambiare atteggiamento e serve una maggiore maturità. Nel primo tempo ho visto meglio l'Inter anche se mai abbiamo rinunciato ad attaccare, nella ripresa la Lazio ha dominato creando numerose opportunità per chiudere il conto. Peccato per quegli errori nel finale che hanno rivitalizzato i nostri avversari e compromesso una qualificazione che sembrava a portata di mano. Mi dispiace perché ci tenevo a proseguire il cammino in Coppa Italia, però adesso dobbiamo risolvere i problemi interni e puntare decisi sul campionato, sempre consapevoli di essere una formazione molto attrezzata».

Roberto Mancini, entrato quando mancavano pochi minuti, giudica positiva la prestazione della Lazio ma punge un po' i compagni. «Nel secondo tempo la squadra ha dato un'altra dimostrazione di forza però, sul due pari, ha scherzato troppo. In certi momenti bisogna affondare i colpi e raccogliere i frutti della superiorità e delle occasioni create. L'eccessiva leggerezza e gli errori negli ultimi minuti hanno portato ad un risultato pesante che, comunque, ritengo bugiardo». Mancini ha faticato parecchio per riportare alcuni compagni alla calma anche dopo il fischio di chiusura. «La reazione è stata forte perché ci tenevamo molto a superare il turno, invece siamo stati beffati da Ceccarini che - oltre a non fischiare il fallo di Moriero - ha segnato pure il gol. Evidentemente non era serata...Di sicuro la sconfitta, seppur pesante, non intacca le nostre convinzioni». Lucescu parla di qualificazione meritata. «Nei due confronti l'Inter ha fatto meglio. Battere la Lazio è stata la più bella soddisfazione da quando sono in Italia, i miei hanno interpretato la partita come una sfida personale contro l'invincibile formazione biancoceleste».