Mercoledì 14 gennaio 2004 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Parma 2-0

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14 gennaio 2004 - 3079 - Coppa Italia 2003/04 - Quarti di finale, gara d'andata

LAZIO: Sereni, Oddo, Stam, Mihajlovic, Favalli, Zauri, Dabo, Liverani, Stankovic (82' Fiore), Corradi (86' Giannichedda), Muzzi (62' C.Lopez). A disposizione: Peruzzi, Fernando Couto, Cesar, Delgado. Allenatore: Mancini.

PARMA: Sicignano (46' Frey), Benarrivo (77' Camara), Ferrari, P.Cannavaro, Seric, Barone, E.Filippini, Rosina, Carbone, Bresciano, Adriano (62' Gilardino). A disposizione: Oyola, Donadel, Bolano, Greco. Allenatore: Prandelli.

Arbitro: Sig. Pellegrino (Barcellona Pozzo di Gotto).

Marcatori: 36' Muzzi, 60' Stankovic.

Note: serata tiepida, terreno in buone condizioni. La partita è stata sospesa per 4 minuti per l'infortunio del portiere del Parma, Sicignano, trasportato d'urgenza in ospedale dopo uno scontro con Corradi. Calci d'angolo: 8 - 7. Recuperi: 4' p.t., 5' s.t.

Spettatori: 9.325 per un incasso di 114.866,00 euro.


Il biglietto della gara


La Gazzetta dello Sport titola: "Brivido Lazio, vittoria con choc. Muzzi e Stankovic affondano il Parma. Ma l'Olimpico semideserto si spaventa per Sicignano. Un gol per tempo, Cannavaro colpisce la traversa prima del 2-0. Poi ci pensa Sereni".

Continua la "rosea": Magari tra pochi giorni giocheranno insieme. Nel frattempo ieri Stankovic ha battuto Adriano in una sfida che potrebbe ripetersi presto nelle partitelle di allenamento ad Appiano Gentile sotto gli occhi e le istruzioni di Alberto Zaccheroni. E sì perché la Lazio ha superato il Parma nella prima sfida dei quarti di coppa Italia (che in uno striscione in Curva Nord è sarcasticamente diventata "Coppa Cayman" con riferimento ai retroscena delle disgrazie finanziarie dei due club nell'ultimo periodo...), in una partita quasi per metà addormentata sotto una nuvola dove c'era scritto: che ci facciamo qui se rischia di arrivare un ciclone? Il riferimento era al consiglio d'amministrazione del Parma, alle prese con l'uragano della crisi Parmalat, e alla sofferta volata verso l'assemblea degli azionisti che dovrebbe garantire l'aumento di capitale in casa Lazio. Dopo una buona mezz'ora, però, l'atmosfera è cambiata: è venuta fuori una partita a viso aperto, con diverse opportunità da una parte e dall'altra, e la Lazio a svegliarsi prima, e a fare e a meritare di più. Il tutto è stato spezzato dalla grande paura per le condizioni del portiere del Parma Sicignano, vittima di un'entrata fuori tempo di Corradi, per fortuna rientrata in fretta, appena il portiere ha effettuato i primi accertamenti in ospedale.

Ma è meglio partire dai due personaggi in bilico. Adriano tornava nella mischia dopo la lunga sosta ai box per l'infortunio. Ha giocato più del preventivato, Prandelli gli ha dato anche un quarto d'ora di ripresa dopo il primo tempo: inizio prudente, poca roba o niente, proprio un assaggio tanto per vedere l'effetto che fa; poi un lampo, un assist al bacio per Carbone, anticipato da Mihajlovic. Stankovic, invece, continua la sua strana vita di separato in casa, di calciatore con un punto interrogativo addosso - andrà, non andrà? O meglio: quando andrà? - condizione a cui il serbo si è (o è stato) abbonato da tempo. Ieri ha cominciato male, un po' sfasato come domenica scorsa, poi anche lui all'inizio della ripresa ha tirato fuori il numero giusto: smarcato da Corradi, si è portato la palla sul sinistro e ha battuto Frey con uno dei pezzi migliori del repertorio. Una di quelle cose che ti convincono che il personaggio deve ancora mostrare tutto il valore che ha nelle gambe e nella testa. E a proposito di testa, quella di Dejan deve essere davvero piena di emozioni contrastanti in questa danza in mezzo al guado in attesa di conoscere il suo futuro: lo si è visto dalla gioia speciale con cui ha festeggiato il gol dedicandolo poi al presidente Longo, prima di beccarsi la solita dose di fischi di quei tifosi che lo considerano ormai già un ex. La Lazio è tornata al 4-4-2 dopo le ultime prestazioni incolori della soluzione a tre punte. In mezzo al campo la torcia di Liverani, sicuramente il più ispirato: è stato lui a innestare con un assist delizioso il bel colpo di testa in cui Muzzi è sgusciato fuori come una fetta di prosciutto dal sandwich Ferrari-Paolo Cannavaro, portando in avanti la Lazio a dieci minuti dalla virata di metà partita.

Il Parma si è presentato con il suo solito modulo del tridente dietro il centravanti boa, ma con un Adriano a metà e la cerniera di centrocampo Barone-Emanuele Filippini un po' sotto tono, ha faticato a produrre gioco. In definitiva la Lazio è sembrata più compatta, anche sulle fasce. E soltanto nella ripresa, la squadra di Prandelli ha chiamato Sereni a una serie di risposte non facili. Proprio nell'azione precedente al 2-0 di Stankovic, Paolo Cannavaro ha colpito il dorso della traversa di testa e il portiere della Lazio ha strillato no anche su un pallone pepato calciato da Barone e soprattutto su una scivolata di Benny Carbone. A quel punto, nel finale, ci sono stati continui capovolgimenti di fronte e pure la Lazio ha avuto le sue occasioni per tagliare il traguardo del terzo gol: prima un pallonetto sbagliato di Zauri da posizione molto favorevole, alla mezz'ora, poi il salvataggio di Paolo Cannavaro su un Lopez lanciato verso la conclusione a tu per tu con Frey. E' finita 2-0 con appuntamento al ritorno del "Tardini". Visti i tempi, c'è da chiedersi tra pochi giorni quanto e come saranno diverse Parma e Lazio...