Martedì 22 novembre 1994 - Trabzon - Trabzonspor-Lazio 1-2

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22 novembre 1994 - 2626 - Coppa UEFA 1994/95 - Ottavi di finale - gara d'andata

TRABZONSPOR: Grishko, Lemi, Hamdi, Kemal, Tolunay, Abdullah, Osman, Unal, Soner, Hami, K.Orhan (83' Ender). A disp.: Nihat, Semavi, Mehmet, Zafer. All. Senol Gunes.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Chamot, Di Matteo (85' Venturin), Bergodi, Cravero, Rambaudi, Fuser (88' Bacci), Casiraghi, Winter, Signori. A disp.: Orsi, De Sio, Di Vaio. All. Zeman.

Arbitro: Lopez Nieto (Spagna).

Marcatori: 60' Rambaudi, 62' Negro, 68' Unal.

Note: Ammoniti Chamot, Bergodi, Di Matteo, Osman. Calci d'angolo: 7-5.

Spettatori: 25.000 circa.

La rete annullata ai turchi per fuorigioco

Blitz laziale come antipasto al derby e primi gol in trasferta in Europa. E l'1-2 non da applausi è comunque un'impresa per una trasferta a rischio. Qui parecchi club illustri hanno lasciato le penne, qui in 15 anni hanno vinto solo l'Hajduk, il Kaiserslautern, l'Atletico Madrid. Adesso, i turchi sbigottiti non si danno pace. Erano stati sorprendenti, almeno fino all'intervallo, nell'esproprio delle qualità laziali. Ma lo stadio "Avni Aker" sembra dapprima penitenziario per gli "zemaniani", intimoriti al punto di perdere troppi duelli, quindi compressi a lungo in una rappresentazione innaturale, con saltuari sbocchi d'alleggerimento, con appena due ribaltamenti autorevoli verso il portiere Grishko fino all'intervallo. E aspettando l'ormai abituale trasformazione dei biancoazzurri, che stavolta frutterà l'uno due firmato Rambaudi Negro in una manciata d'attimi, risulta malamente presidiata la corsia destra, passerella per le incursioni di Lemi o per gli scatti sovrapposti del propositore Hamdi, mentre tanto Negro quanto Winter arrancano tagliati fuori. Molesto imbottigliamento, come se il 4 3 3 tanto collaudato diventasse improvvisamente paccottiglia, accartocciato dalle ammirevoli intese e dalla maggiore rapidità dei turchi, schierati giusto con un paio di marcatori fissi, Hamdi e Kemal, ad attendere gli incroci Casiraghi Signori. Tuttavia spesso il football, così ingannevole, così mutevole, castiga chi domina senza mettere nulla in cassaforte. In quale maniera spiegare diversamente la sconfitta degli assalitori di Trebisonda, arrivata ineluttabile in avvio di ripresa, quando stanno esagerando negli sprechi e sopravalutando le energie? La Lazio di stasera, obbligata a tenere i nervi saldi, ricorda quei pugili alle corde, forse ammaccati, però sempre sufficientemente lucidi per piazzare il colpo del k.o. al momento opportuno. Riassumiamo: quattro occasioni memorizzano i turchi, con quel loro football avvolgente, con varietà di temi sparsi nell'aria da corrida. Comincia Osman ad innestare la marcia in più lungo l'autostrada sguarnita d'appartenenza; ne cava fuori un cross che plana accanto ad una scivolata di Marchegiani nel fango: occorre chiudere gli occhi...Invece no. Invece l'inzuccata sull'uscio sguarnito dell'irrompente Lemi ottiene una traiettoria sbilenca, uno zig zag indolore. Prosegue alla carica ancora Hamdi: stesso ricamo di scambi intersecati, stessa apertura improvvisa per innestarlo ancora di là dove Cravero e Bergodi tardano ad allungarsi nei recuperi. Il fruitore di circostanza, scellerato, è la prima punta K.Orhan, che rifilò due bastonate decisive, andata e ritorno, all'Aston Villa. Qui ciabatta trasognato. Come Osman, di lì a poco, invitato invano a festeggiarsi dal solito imprendibile Hamdi. Troppa grazia sperperata! L'orgoglio laziale affiora. E' un'azione di rimessa, praticamente la prova del secondo gol laziale che arriverà dopo il tè ristoratore. Si scatena Negro, viene chiuso in corner e lo batte corto per favorire uno slalom Rambaudi con tiro sul primo palo deviato dal ginocchio del portiere. I turchi ritengono pura casualità quell'atto d'insubordinazione e riprendono a cercare applausi, ma non l'arrosto. La Lazio non c'è o almeno così pare. La Lazio è un'ombra destinata a materializzarsi, dopo che Hami ha ingoiato la quarta opportunità, mirando sugli automezzi in uscita. Ecco, cambia tutto, la Lazio pressa e incrementa i ritmi. Pressa addirittura Casiraghi il guardiano Grishko e questi altro non sa fare che respingere lontano proprio sul piede buono di Rambaudi. Decisione fulminea: spostato dietro il vertice di destra dell'area grande, diciamo trenta metri, "Rambo" disegna il pallonetto carogna dello 0-1 e saluti allo sventato saltimbanco pescato fuori stanza. Il caos della gente si placa. Il frastuono diventa silenzio eloquente. Trascorreranno altri sessanta secondi e entreremo in un clima da rassegnazione. Merito del trascinatore Fuser che moltiplica gli sforzi e attiva chiunque. Nella circostanza ottiene l'angolo, cioè la maniera per far lampeggiare Winter in una sequenza da giocoliere negli spazi intasati. Tre segugi messi a sedere e vai Negro, addirittura pescato a centro area. Botta imparabile come un cecchino di professione. Ora la Lazio intenderebbe gestire, ma lo O-2 è punizione inaccettabile per questi agonisti nati. Sprizzano rabbia, costringono Chamot a rischiare l'espulsione, costringono Marchegiani a sfoderare alcune prodezze e inalberano finalmente un marcatore. Attacco e botta dell'avanzante Tolunay, respinta, riprende Onal e fa centro. Troppo poco. La Lazio ha già l'anima nei quarti Uefa.

Fonte: Corriere della Sera