Giovedì 10 gennaio 2002 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Milan-Lazio 2-1

Da LazioWiki.

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

10 gennaio 2002 - 2981 - Coppa Italia 2001/02 - Quarti di finale - gara d'andata

MILAN: Rossi, Helveg (30' Chamot), Laursen, Roque Junior, Kaladze, Contra, Donati, Albertini, Serginho (82' Brocchi), Shevchenko (57' Javi Moreno), Simone. A disposizione: Fiori, Gattuso, Umit, Pirlo. Allenatore: Ancelotti.

LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Negro (16' Favalli), Fernando Couto, Cesar, Gottardi (58' Poborsky), D.Baggio, Mendieta, Stankovic (82' Giannichedda), Fiore, Crespo. A disposizione: Peruzzi, Colonnese, C.Lopez, Liverani. Allenatore: Zaccheroni.

Arbitro: Sig. Messina (Bergamo).

Marcatori: 22' Simone, 45' Cesar, 90' Javi Moreno.

Note: ammoniti Albertini e Pancaro per comportamneto non regolamentare, Contra e Favalli per gioco scorretto. Angoli 6-4 pe il Milan. Osservato un minuto di raccoglimento per la scomparsa della giornalista Cinzia Maltese.

Spettatori: paganti 5.391 per un incasso di 60.675,42 euro.

Il Milan acciuffa in fotofinish (92') il 2-1 sulla Lazio. E se da un lato lo premia in maniera eccessiva per quanto prodotto in una gara meglio giocata nel primo tempo, dall'altro non gli garantisce condizioni di sicurezza in vista del ritorno di mercoledì all'Olimpico. Per i rossoneri decidono gli attaccanti di scorta, Simone (una sorta di ritorno al futuro, il suo: primo gol nel Milan esattamente 12 anni fa, il 10 gennaio '90, sempre in Coppa Italia, ultima rete prima di questa seconda vita in rossonero il 6 aprile '97, 6-1 della Juve a San Siro) e Javi Moreno, in virtù di una punizione tutt'altro che limpida nella genesi (il fallo di mano di Pancaro è chiaramente involontario) e nell'esecuzione (Albertini prima di toccare per lo spagnolo si ferma). Alla Lazio restano la rete di Cesar ed i pali colpiti da Fiore e Poborsky. E, ancora una volta, Zaccheroni s'è visto costretto a pagare il dazio a San Siro: dopo una manciata di minuti dal via, Negro ha infatti denunciato problemi alla schiena tanto da richiedere la sostituzione (con Favalli) poco oltre il quarto d'ora. Peraltro al Milan non spira aria migliore. Vero è che, poco dopo Negro, pure Helveg si è arreso a problemi muscolari, costringendo Ancelotti a precettare Chamot. La gara s'è comunque mantenuta su livelli di dignitosa godibilità, proponendo ricami offensivi soprattutto in virtù della buona vena milanista. E in particolare all'interno dell'orchestra rossonera è parsa deliziosamente intonata la partecipazione di Marco Simone, ispirato tanto in fase conclusiva (esemplare la rete che ha rotto l'equilibrio al 22': diagonale sinistro su lancio lungo di Serginho con movenze eleganti su Couto e Favalli in affannoso recupero) quanto (e soprattutto) in sede di assistenza.

In proposito segnaliamo gli smarcamenti per Serginho (sinistro ad accarezzare il palo più lontano al 31' e sinistro centrale parato al 44' ) e Contra (destro sciaguratamente fuori bersaglio da ottima angolazione al 43'). Più sorniona, la Lazio ha invece subito per lunghi tratti nella fase ascendente della gara, salvo capovolgere lo scenario con rapide trame in cui Mendieta, opposto ad Albertini in mezzo al campo, ha tradito incoraggianti sintomi di miglioramento. Una manovra inizialmente forse più stringata, ma non per questo meno efficace di quella rossonera se è vero, come è vero, che, dopo il palo colpito in apertura da Fiore (sinistro lento ma angolato su tocco di Stankovic all'11') ed il pareggio giunto in occasione del minuto di recupero del primo tempo (Cesar sull'artistico tocco smarcante di Fiore), i romani hanno avuto sul destro di Poborsky (palo esterno scheggiato al 25' della ripresa) la possibilità del sorpasso a corredo di una manovra che, con il dipanarsi dell'incontro, era andata lievitando. Così, come spesso gli è accaduto nel corso della stagione, i rossoneri hanno trovato il colpo a sorpresa in pieno recupero, in virtù di una secca punizione di Javi Moreno (subentrato a Shevchenko) su appoggio ravvicinato di Albertini. Troppo folta la barriera della Lazio, decisamente sorpreso Marchegiani, dubbia la decisione di Messina. Era il 92'. A Lisbona, contro lo Sporting, il Milan aveva agguantato il pareggio al 94' (ancora con lo spagnolo) e, sempre al 94', aveva colpito con Contra nella sfida con il Verona. Coincidenze? Forse non più. Carlo Ancelotti ringrazia Javi Moreno e aspetta il ritorno di mercoledì a Roma con maggiori speranze: "L'1-1 ci avrebbe obbligato a vincere all'Olimpico; così invece, potremo fare una partita attenta, con buone possibilità di qualificazione, ma sono il primo a sapere di non poter essere tranquillo; il passaggio del turno è tutt'altro che sicuro. La gara è stata bella ed equilibrata, fra due squadre in buona condizione".

Scuro in volto Zaccheroni, che non ha condiviso la scelta di Messina di fischiare la punizione e di ammonire Pancaro per il "mani", giudicato volontario: "Quello che ho visto io è stata l'intenzione del giocatore di togliere la mano mentre sta correndo. Sulla non volontarietà mi pare non ci siano dubbi. Ci sarebbe da dire qualcosa anche sulla rincorsa di Albertini, ma non mi voglio soffermare troppo su questi episodi. La squadra ha giocato bene, purtroppo non riusciamo a chiudere le partite". Al suo terzo viaggio a Milano in questa stagione la squadra di Cragnotti conta il sesto infortunato. Alla Lazio, San Siro sembra portare proprio male: nel quarto viaggio a Milano (uno inutile per neve, quello del 13 dicembre) ha perso Negro, uscito dopo un quarto d'ora per una contrattura para-vertebrale-lombare: domenica scorsa, aveva perso Nesta (menisco) e il 23 settembre in Milan-Lazio 2-0 di campionato, all'esordio sulla panchina biancazzurra, Zaccheroni aveva perso Nesta, Crespo, Favalli e Dino Baggio.