Domenica 9 dicembre 2001 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 3-0

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9 dicembre 2001 - 2977 - Campionato di Serie A 2001/02 - XIV giornata

LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Fernando Couto, Cesar, Poborsky (41' Mendieta), Giannichedda, Liverani (81' Fiore), Stankovic, S.Inzaghi, Crespo (81' C.Lopez). A disposizione: Concetti, Mihajlovic, D.Baggio, Kovacevic. Allenatore: Zaccheroni.

FIORENTINA: Manninger, Ceccarelli, Torricelli, Moretti, Vanoli, Tarozzi (65' M.Rossi), Di Livio, Baronio, Amoroso (73' Benin), Nuno Gomes, Ganz (65' Vakouftis). A disposizione: Taglialatela, Agostini, Amaral, Ficagna. Allenatore: Mancini.

Arbitro: Sig. Bertini (Arezzo).

Marcatori: 12' Poborsky, 59' Crespo, 86' C.Lopez.

Note: espulso Baronio al 62'. Ammoniti Nesta, Liverani, Nuno Gomes, Ceccarelli, Amoroso. Calci d'angolo: 6 - 4. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 45.000 circa con un incasso di £.1.347.445.785.


La rete di Karel Poborsky
Corrsport del giorno dopo
La rete di Hernan Crespo
Il biglietto della gara
La rete di Claudio Lopez
La rete di Crespo da altra angolazione

Un gol dopo 12' su palla persa a 30 metri dalla propria porta (bravo Stankovic a darle la caccia, sventurato Amoroso a farsela strappare). Il raddoppio al 14' della ripresa, con una prodezza di Hernan Crespo (collo esterno sinistro al volo, tenendo basso un pallone che nove calciatori su dieci avrebbero sparato in curva). Il raptus di Baronio che, due minuti dopo, protesta e strattona l'arbitro Bertini per un'espulsione meritata quanto stupida. Se queste sono le colpe di Roberto Mancini, è giusto che la Fiorentina chieda le sue dimissioni. Altrimenti, è persino banale archiviare la quinta vittoria consecutiva della Lazio targata Zaccheroni come un'inevitabile conseguenza delle forze in campo, del fattore psicologico e della logica. La Lazio doveva approfittare del turno di campionato che sembrava disegnato su misura per lei. Ha fatto il suo dovere e non è colpa sua se Inter e Roma sono andate a vincere su campi difficili come Brescia e Parma. Il futuro prossimo dirà di più sulle reali possibilità della Lazio di fare la voce grossa per lo scudetto: i biancocelesti sono attesi da quattro trasferte su cinque partite (Verona, Chievo, Inter e Piacenza, in mezzo l'anticipo di sabato 22 dicembre all'Olimpico contro il Bologna). La prima di queste trasferte, domenica prossima contro il Malesani Group, la dovrà affrontare senza Alessandro Nesta, diffidato, che ieri è incappato in un'ammonizione già nel primo tempo.

La partita contro la squadra più in crisi del campionato ha ribadito alcuni punti fermi della Lazio di Zaccheroni. 1) La difesa non prende gol e questa è sempre una solida base sulla quale costruire. La Lazio, in campionato, non subisce gol all'Olimpico da 569 minuti, cioè dalla prima giornata (Lazio-Piacenza 1-1, Matuzalem al 16' della ripresa). I biancocelesti hanno la migliore difesa: 7 reti subite in 13 giornate. 2) Giuliano Giannichedda è un centrocampista completo, da nazionale. Sua la riconquista del pallone in occasione del primo gol, suo il salvataggio alla disperata al 42', con la partita ancora aperta, su tiro di Baronio a portiere battuto. 3) Poborsky è diventato fondamentale nel 4-4-2 per quantità e qualità. Qualcosa in più da dire, invece, sulla Fiorentina. La squadra ha giocato un calcio discreto tra l'1-0 e il 2-0, ma non ha mai dato l'impressione di poter cambiare il suo destino. Difficile, se non impossibile, trovare sul campo l'armonia che manca fuori dal campo. Il dopopartita di ieri ha segnato un'altra puntata della guerra ormai aperta tra Roberto Mancini e il plenipotenziario viola Luciano Luna. Luna vorrebbe le dimissioni dell'allenatore per risparmiare un miliardo di ingaggio e, magari, usarlo per portare a Firenze lo svedese Kennet Andersson. Mancini non ci pensa neppure e contrattacca: "Io non mollo, vado avanti. Mi dimetterei solo se vedessi che la squadra è contro di me. Sabato, durante il ritiro, ho avuto un lungo colloquio con Vittorio Cecchi Gori. Ci siamo detti parecchie cose e l'ho messo al corrente di alcune situazioni: quello che più mi ha stupito è che lui non ne sapeva nulla. Ho dovuto dire a Repka che doveva andarsene per il bene della Fiorentina e il presidente lo voleva tenere. Avevo comprato Stankovic, Mihajlovic e Simone Inzaghi] ma qualcuno ha detto che non erano da Fiorentina. Io con Luna non ho mai litigato, ma non mi sembra che abbia fatto molto per la società. Credo che solo Cecchi Gori può tirarci fuori da questa situazione".

Fonte: Corriere della Sera