Domenica 8 febbraio 2004 - Parma, Stadio Ennio Tardini - Parma-Lazio 0-3

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8 febbraio 2004 - 3085 - Campionato di Serie A 2003/04 - XX giornata

PARMA: Frey, Benarrivo (63' Potenza), Castellini, Cannavaro, Seric, Barone, Bresciano, Marchionni, Morfeo (46' Cammarata), Carbone (63' Degano), Gilardino. A disposizione: Amelia, Camara, Rosina, Zicu. Allenatore: Prandelli.

LAZIO: Peruzzi, Oddo, Stam, Couto, Favalli, Fiore, Dabo (46' Albertini), Liverani (58' Giannichedda), Zauri, Corradi (71' S.Inzaghi), C.Lopez. A disposizione: Sereni, Cesar, Mihajlovic, Muzzi. Allenatore: Mancini.

Arbitro: Sig. Dattilo (Locri).

Marcatori: 40' Lopez (rig), 57' Lopez, 65' Corradi.

Note: espulso Cannavaro all'85' per proteste (doppia ammonizione). Ammoniti Morfeo e Castellini per proteste, Zauri, Dabo e Stam per gioco falloso. Calci da'ngolo: 4 - 6. Recuperi: 1' p.t., 2' s.t.

Spettatori: 3.769 paganti per un incasso di euro 48.800,00 e 10.439 abbonati per una quota partita di 229.409,00.


Il rigore centrale di Lopez
Luciano Zauri in azione
Claudio Lopez in azione

La Gazzetta dello Sport titola: "Gli assi passano ma la Lazio resta. Lopez mattatore, i Mancio-boys travolgono il Parma".

Continua la "rosea": Che malinconia quando al 28' del primo tempo Fiore va incontro a un corner e cerca di girarlo in rete di tacco, come Roberto Mancini quel giorno. Il ricordo dell'antica magia suona nostalgico come un disco degli anni Sessanta. Stessa spiaggia, stesso mare: Parma-Lazio. Ma gli amori migliori (Adriano, Stankovic) se ne sono andati insieme ai cartelloni della Parmalat. Arrigo Sacchi ha messo in mora gli ombrelloni. Malinconie da fine stagione. Il mare d'inverno. Poi però, a fine partita, i sentimenti cambiano. A pensarci bene, questa Lazio che aggancia l'Inter di Stankovic in zona Champions, tre giorni dopo aver inflitto al Milan la prima sconfitta dell'anno, non è meno spettacolosa di quel tacco. Anzi, molto di più. Perché quel colpo fu una magia dell'istinto e dal talento, mentre questa squadra che da due anni convive con stipendi virtuali e fuoriclasse messi in vetrina col prezzo al collo, e nonostante tutto vince e rimane in alto, ha la bellezza della dignità e del sacrificio, ha il fascino di un bastione che resta in pedi nonostante la furia degli elementi. Non un amore da spiaggia, ma la passione di uomini adulti. E' roba da uomini adulti e responsabili anche l'applauso del Tardini a una squadra che ha appena perso 3-0. Sanno che questo Parma spolpato dalle partenze, dalle squalifiche (Blasi, Donadel, Ferrari), dagli infortuni (Cardone, Bonera) e debilitato dagli acciacchi e dall'influenza (8 vittime), oggi non poteva fare di più.

Prandelli ci ha provato col debutto in campionato di Benarrivo, arretrando Bresciano e inserendo Carbone nel tridente a sostegno di Gilardino. Purtroppo per lui, Benarrivo ha pagato le ruggine e i 36 anni. Bresciano, più utile nelle ripartenze che nel contenimento, non ha saputo sostenere Barone, quando la Lazio muoveva le truppe all'attacco. La giornata nera del tridente creativo (Morfeo in testa) ha condannato Gilardino alla solitudine. Mancini, che ha cambiato sei uomini rispetto San Siro, ha tenuto alto a destra un atipico Zauri, in linea con gli attaccanti Corradi e Lopez; ha infilzato Dabo a centrocampo, tra Fiore e Liverani; e rilanciato Oddo, con Stam centrale. Sei minuti e Fiore, imbeccato da Corradi, ha sul piede (purtroppo il sinistro) la prima, limpidissima palla gol: il diagonale è largo di pochissimo. Il Parma risponde con un tiro debole di Barone (14'), ma Benarrivo che rincorre e abbatte in area Lopez, quattro minuti dopo, spiega bene l'affanno di una squadra già in sofferenza. Il respiro di sollievo per il mancato fischio da rigore, dura fino al 38', quando Corradi, sullo spiovente di un calcio d'angolo, viene cinturato e abbattuto da Castellini. Dattilo non ha dubbi, il Tardini, al contrario, ne ha molti e per il giovane arbitro (a dispetto del cognome preistorico) inizia una partita difficile, a tratti isterica. Lopez stronca le discussioni con una bordata centrale: 0-1, al 40'. Due lampi di bellezza al 47'. Lo splendido contropiede che allunga la Lazio (Zauri da destra, velo di Lopez, botta a colpo sicuro di Fiore) e la prodigiosa risposta di Frey. Il Parma resta in piedi. Prandelli nell'intervallo ridisegna la squadra nel 4-4-2: fuori Morfeo, dentro Cammarata per spezzare la solitudine di Gilardino. Mancini inserisce Albertini per Dabo, toccato duro. Il bel diagonale di Marchionni al 6' sembra premiare la mossa di Prandelli.

E' un'illusione. Lopez se ne va tutto solo al 9', ma il pallonetto con cui scavalca Frey, rimbalza a terra e supera la traversa. Benarrivo sta a guardare, come al 12', quando si fa tagliare fuori dal bel passaggio filtrante di Corradi: Lopez ringrazia e fa il 2-0. Forse, invertire i difensori esterni e opporre Benarrivo al meno devastante Zauri poteva essere un'idea. Troppo tardi. E comunque, quando entra un ragazzino (Potenza) di 18 anni più giovane di Benarrivo, la situazione non cambia: Lopez scappa e mette sulla fronte di Corradi il 3-0, minuto 20'. Un nuovo miracolo di Frey sullo stesso Corradi (24') impedisce al risultato di farsi impietoso. Non ha pietà invece Dattilo, che registra fiscalmente gli insulti di Cannavaro, ricambiando con due gialli consecutivi. E' la scintilla che accende l'ultima rabbia del Tardini, poi solo applausi per la banda Prandelli, che comunque ha 2 punti in più in classifica e una squadra in meno davanti, rispetto a un anno fa, pur non avendo Adriano e Mutu che alla ventesima avevano già segnato 20 volte. Rispetto a un anno fa, il Parma conta anche tre vittorie in più in trasferta, spia di maturazione e di accresciuta personalità. Sono numeri, questi, che meritano riconoscenza. Che dovrebbe essere un atto dovuto. Quasi come la messa in mora.