Domenica 8 aprile 1979 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Catanzaro 3-1

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8 aprile 1979 - 1999 - Campionato di Serie A 1978/79 - XXV giornata

LAZIO: Cacciatori, Ammoniaci, Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Viola, Giordano, Nicoli, D'Amico. A disp.: Fantini, Agostinelli, Cantarutti. All. Lovati.

CATANZARO: Mattolini, Sabadini, Ranieri, Menichini, Groppi, Zanini, Nicolini, Orazi, R.Rossi, Braglia (63' Banelli), Palanca. A disp.: Casari, Turone. All. Mazzone.

Arbitro: Mascia (Milano).

Marcatori: 40' D'Amico, 47' Palanca, 49' Giordano, 85' Garlaschelli.

Note: pomeriggio primaverile, leggermente ventilato. Terreno in buone condizioni. Ammoniti Braglia, Rossi ed Ammoniaci per proteste. Calci d'angolo: 9-7.

Spettatori: 45.000 circa con 25.080 paganti e 13.780 abbonati per un incasso di £. 143.677.700.

Giordano in azione

Scrive La Gazzetta dello Sport:

Contro lo spauracchio Catanzaro, che aveva battuto i biancocelesti all'andata con un sonoro 3-1, mister Lovati può finalmente contare di nuovo su Garlaschelli assente dai campi di gioco da quattro mesi. Non è stata una gara facile come il risultato potrebbe far apparire, anzi i calabresi hanno messo molte volte in difficoltà i padroni di casa, pur mancando del suo giocatore più importante: Improta, stiratosi nella rifinitura di sabato. I laziali sono motivati a vincere per rimanere in zona Uefa ed iniziano la gara all'attacco, ma sono i giallorossi a sfiorare la rete per primi con un cross di Zanini che l'ex Renzo Rossi manca di un soffio. Quindi è Garlaschelli a mancare due buone occasioni, mentre uno stop al volo con conseguente tiro di Giordano strappa applausi, ma non impensierisce Mattolini.

C'è animonsità in campo e più volte si sfiora la rissa, anche a causa della mancanza di polso da parte dell'arbitro Mascia, mentre Palanca cerca di impensierire Cacciatori con i suoi tiri infidi ma senza successo. Poco più tardi è Giordano, su bell'invito di Cordova, a vedersi stoppato il tiro in extremis. Al 40' la Lazio passa in vantaggio grazie a una punizione magistralmente eseguita da D'Amico che batte Mattolini che, seppur riuscendo a toccare la palla, non può impedire alla stessa di insaccarsi in rete.

La ripresa inizia col pareggio dei calabresi, sempre su calcio di punizione dal limite, che lascia di stucco Cacciatori, immobile. Fortunatamente al 49' un gran tiro di Cordova viene respinto malamente da Mattolini sui piedi di Giordano che, colpendo al volo, infila sotto il palo. I giallorossi però protestano per un presunto fuorigioco di Garlaschelli ritenuto ininfluente dall'arbitro. Sulle ali dell'entusiasmo i biancazzurri vanno per altre due volte a rete con Martini e D'Amico, ma l'arbitro annulla per fuorigioco. I calabresi provano a spingersi in avanti con voga ed impegnano Cacciatori in qualche occasione, finché un lancio di Cordova serve Martini che passa al centro con Giordano che finta e serve Garlaschelli il quale, dopo un dribbling su Groppi, realizza la terza rete. La Lazio porta a termine la gara e conquistava i due punti preziosi per la corsa in Europa, con merito.

Scrive La Stampa:

La Lazio è tornata al successo, dopo l'inatteso passo falso di Verona e le burrascose polemiche che sono seguite, battendo all'Olimpico un bel Catanzaro decisamente punito dal risultato di 3-1. apparso eccessivo nelle proporzioni numeriche rispetto alla fisionomia del confronto. Ai calabresi è mancato un pizzico di furbizia nel momento cruciale del confronto, quando all'inizio del secondo tempo erano riusciti a pareggiare, e anche un po' di fortuna. Le sorti della partita si sono praticamente decise nello spazio di otto minuti, a cavallo fra la fine del primo tempo e i primi minuti del secondo. In precedenza, gioco e occasioni si erano equivalse. Al 40', per un fallo su Giordano, l'arbitro concedeva un calcio di punizione poco oltre il limite dell'area D'Amico prendeva la rincorsa e fiondava un preciso pallone a fil di palo nella rete di Mattolini.

La prima parte delle ostilità si chiudeva con Mazzone e Wilson che stavano per azzuffarsi. « Vecchia ruggine — ha spiegato più tardi l'allenatore giallorosso — c'è stato un battibecco, mi era sembrato che l'arbitro avesse sorvolato affrettatamente su un fallo da rigore a nostro favore. Ma poi, con il capitano laziale, ci siamo stretti la mano. Meglio così, la faccenda stava trascinandosi da vano tempo». Alla ripresa del gioco, esattamente al 2'. il solito Palanca «gelava» l'Olimpico con un diabolico pallonetto, su calcio di punizione che si infilava in rete con Cacciatori fermo come una statua. Considerato il tono della gara, il pareggio calabrese era apparso come la più logica conclusione. Invece passava solo un minuto (troppo poco per potersi riorganizzare e riacquistare la necessaria concentrazione) e la Lazio si portava di nuovo in vantaggio; Cordova si destreggiava in area, poi faceva partire un tiro molto forte che Mattolini non tratteneva, si lanciava sulla sfera Giordano e con freddo opportunismo infilava di precisione.

I calabresi reclamavano per un fuori gioco passivo di Garlaschelli. Ma lo stesso Mazzone ammetteva negli spogliatoi, con ammirevole sportività, che il direttore di gara aveva agito correttamente assegnando la rete. Da quel momento il Catanzaro prendeva decisamente in mano le redini del confronto impegnandosi in un forcing ordinato che metteva ripetutamente in difficoltà gli avversari. Orazi, Nicolini, Palanca, Zanini, Sabadini con le sue veloci sgroppate, il puntiglioso «ex» laziale Renzo Rossi, riuscivano a costruire validissime premesse per un nuovo pareggio. Tuttavia anche i biancoazzurri, con D'Amico in gran vena, con il «maratoneta» Martini, con Wilson sempre puntuale nel turare le falle, con un Cordova in crescendo, non si lasciavano sfuggire l'occasione di poter sfruttare il contropiede affondando colpi assai pericolosi. Ma per rendere meglio l'idea della consistente offensiva calabrese, va sottolineato che il portiere Cacciatori ha finito per imporsi nel ruolo di migliore in campo: al 79' il numero uno laziale «metteva» le ali per deviare un colpo di testa di Banelli, si ripeteva tre minuti più tardi sventando una fucilata dello stesso Banelli e uscendo alla disperata sui piedi di Rossi.

Nel frattempo era stato aiutato da D'Amico che aveva salvato un tiro di Sabadini sulla linea di porta. Quando sembrava che il Catanzaro potesse raccogliere da un momento all'altro quanto stava faticosamente seminando, giungeva la terza rete biancoazzurra siglata da Garlaschelli che tornava in squadra dopo tre mesi di assenza: l'azione era impeccabile. Martini-Giordano allungo preciso verso l'ala biancoceleste che entrava in area, e con Mattolini in uscita, centrava il bersaglio. A parte il gol, il ritorno di Garlaschelli è stato uno degli eventi più positivi della giornata laziale. Giordano, pur esibendosi in qualche numero del suo repertorio in felicissimo progresso, ha dato l'impressione di aver esaurito il suo momento magico. Ma nello stesso tempo si è intravisto che Garlaschelli costituisce la spalla ideale per restituire fiducia al centravanti in lotta per la classifica dei cannonieri. Nel complesso si è vista una Lazio abbastanza vicina allo standard di gioco che riesce a produrre all'Olimpico (nella ripresa si è vista annullare due gol, uno di Martini e l'altro di D'Amico, viziati da fuori gioco dei compagni). L'annotazione contribuisce a far aumentare i meriti del Catanzaro il quale non è stato affatto inferiore all'avversaria.





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