Domenica 7 gennaio 1973 - Verona, stadio Marc'Antonio Bentegodi - H. Verona-Lazio 1-1

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Stagione

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1754. Campionato di Serie A 1972/73 - XIV giornata

H. VERONA: Pizzaballa, Nanni F., Sirena, Busatta, Cozzi, Mascalaito, Bergamaschi, Mascetti, Jacomuzzi (66' Zigoni), Ciccolo, Luppi. (12 Colombo A.) All. Cadè.

LAZIO: Pulici F., Facco, Martini L., Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, Manservisi. (12 Chini, 13 Petrelli). All. Maestrelli.

Arbitro: sig. Monti di Ancona.

Marcatori: 53' Chinaglia, 68' Mascetti (rig).

Note: giornata di sole all'inizio e poi nebbia nel secondo tempo, con visibilità notevolmente ridotta. Ammoniti: Jacomuzzi, Oddi e Cozzi, Garlaschelli. Angoli 6-6.

Spettatori: 27.000 circa. Incasso £. 40.932.000.

Re Cecconi sfiora la rete di testa
Dall'Unità: la cronaca della gara
La gioia di Maestrelli trattenuto a stento da Ziaco (Gent. conc. Famiglia Ziaco)

Chinaglia si dibatte come un pesce in una rete a maglie fittissime, per tutto il primo tempo, e rimedia anche qualche fischio: poi, però, inventa un gol, in sospetta posizione di fuorigioco, e sembra che la Lazio si avvii verso una vittoria che, tutto sommato, non merita. Ma Luppi — facendo anche un po' di scena — convince l'arbitro ad assegnargli un calcio di rigore, Mascetti lo realizza e tutto torna come prima. Cioè, tutto secondo copione: la Lazio conserva la sua imbattibilità, il Verona continua a non vincere in casa. E le due squadre, andate entrambe vicine alla sconfitta, sono talmente soddisfatte del pareggio che nessuno si sogna di chiedere la sospensione, anche se negli ultimi cinque minuti la nebbia impedisce agli spettatori di vedere la partita e ai giocatori di vedersi tra di loro. Nel primo tempo la Lazio sembra frastornata, impacciata a parte un salvataggio di Cozzi su un preciso cross di Manservisi al 5', la squadra di Maestrelli non riesce a indirizzare neppure un tiro nello specchio della porta. Chinaglia sembra l'ombra di se stesso: Nanni lo anticipa come e quando vuole, a tratti addirittura lo ridicolizza. Frustalupi e Re Cecconi sprecano decine di passaggi, Manservisi — ala tattica — non riesce a trovare la posizione giusta e corre a vuoto. Garlaschelli cerca di mettere ordine, ma all'attacco regna l'anarchia. La Lazio sembra una barca sul punto di affondare. Però passano i minuti e il gol del Verona non arriva. Non arriva perché Pulici si batte come un leone e para tutto (al 25' è anche fortunato: su un tiro di Luppi è spiazzato, ma Re Cecconi respinge davanti la linea). E anche perché il Verona crea molto gioco, ma in area i suoi attaccanti si innervosiscono: si fanno soffiare la palla, oppure se ne liberano con precipitazione, tirando come capita.

Vogliono segnare a tutti i costi, in campionato non vincono in casa da nove mesi: ma la voglia di sbloccare subito il risultato finisce col rivelarsi un handicap psicologico, perché davanti alla porta non riescono a ragionare. La Lazio è assediata, ma resiste. Comincia la ripresa e le parti, all'improvviso, si invertono. Chinaglia, anziché stazionare in avanti completamente isolato, va a cercarsi i palloni, portandosi a spasso per il campo Nanni (che comunque continua a seguirlo come un'ombra, o come un mastino). Frustalupi è, sempre apatico, ma Manservisi cerca e trova spazi liberi per impostare azioni a largo raggio; e Garlaschelli è prontissimo a smarcarsi. Dopo solo due minuti. Re Cecconi colpisce un palo a portiere battuto. Al 5', il gol. Garlaschelli trattiene Cozzi per la maglia, ma l'arbitro lascia correre: poi passa a Chinaglia. che — dal nostro punto di osservazione — sembra in netta posizione di fuorigioco. « Long John » ferma la palla di testa, Pizzaballa gli esce incontro senza troppa convinzione, aspettando il fischio dell'arbitro, ma il centravanti laziale di piatto mette in rete. Secondo Monti il gol è regolarissimo, le proteste non servono a nulla. A questo punto, la Lazio non insiste. Se lo facesse, forse segnerebbe ancora, perché il Verona, colto di sorpresa, tarda a riorganizzarsi: il colpo è stato duro, forse perfino Maestrelli era convinto che il gol non venisse convalidato.

La Lazio, dopo aver gettato il sasso, nasconde la mano, come per scusarsi, e Monti, che forse si è reso contro dell'errore, magari pensa già inconsciamente al modo, per rimediare. L'occasione arriva al 22'. Oddi commette fallo su Luppi, che cade sul pallone in area. Monti ha un attimo di incertezza, mentre tutti lo guardano: allora Luppi si rialza, finisce addosso a Manservisi. La prima scorrettezza, a parer nostro, c'era, la seconda, invece, era perlomeno molto dubbia: ma Monti, questa volta, fischia il calcio di rigore e Mascetti realizza. E la partita, praticamente, finisce qui: un po' perché ora la paura di perdere è più forte della volontà di vincere, sia da una parte che dall'altra; e un po' perché negli ultimi minuti non si riesce a vedere assolutamente nulla. Chinaglia voleva regalare un gol a Valcareggi e, bene o male, c'è riuscito, anche se Nanni, per almeno i quattro quinti della partita, ha fatto contro di lui la figura del gigante. Il Verona non ha raggiunto l'obiettivo, che era la prima vittoria in casa: ma, dopo quel gol a sorpresa di Chinaglia, il pareggio valeva davvero la vittoria. In classifica, la Lazio è sempre seconda con l'Inter a 21 punti mentre la Juventus passa in testa con 22.

Maestrelli comincia a sentire l'influenza di riciclico. Poche settimane fa diceva che l'obiettivo della Lazio era e restava la salvezza (ed esagerava in modestia); adesso forse pecca di presunzione: « Chi ci critica - dice - è in cattiva fede. Possiamo competere, a me pare, con qualsiasi squadra: ora puntiamo in alto. Oggi meritavamo di vincere. il rigore? Io non l'ho visto... ». Manservisi aggiunge: « Io non ho toccato Luppi, si è gettato a terra da solo. Credevo che l'arbitro fischiasse un fallo di simulazione ». Cadè, dal canto suo. protesta per il gol convalidato a Chinaglia: « L'azione — dice — doveva essere fermata subito, perché Garlaschelli ha afferrato Cozzi per la maglia. Comunque, il fuorigioco c'era: io non ero abbastanza vicino per poter giudicare con sicurezza, ma Bergamaschi si trovava a due passi e mi ha assicurato che l'arbitro ha commesso un grosso errore ». Chinaglia pensa di aver vinto il duello a distanza con Boninsegna: « Ho segnato — dice — ed è questo che conta. La maglia azzurra dovrebbe essere mia. Oltre al gol non ho fatto molto, è vero: ma ormai mi trovo sempre di fronte due o tre avversari contemporaneamente, quindi devo approfittarne per creare spazi per gli altri. Lo scudetto? Andrà alla Juventus: dopo quanto ha fatto oggi, non ho più dubbi. Con Altafini i bianconeri arriveranno veramente in alto ».