Domenica 5 gennaio 1992 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Foggia 5-2

Da LazioWiki.

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

5 gennaio 1992 - 2508 - Campionato di Serie A 1991/92 - XV giornata

LAZIO: Orsi, Bergodi, Sergio, G.Pin, Corino, Soldà, Bacci, Doll, Riedle (78' Neri), Sclosa (46' Stroppa), Sosa. A disp.: Roma, Vertova, Melchiori. All. Zoff.

FOGGIA: F.Mancini, Codispoti, Grandini, Shalimov, Matrecano, Consagra, Kolyvanov (34' T.Napoli), Petrescu (71' Rambaudi), Baiano, Barone, Signori. A disp.: Rosin, Porro (I), Musumeci. All. Zeman.

Arbitro: Sig. Cesari (Genova).

Marcatori: 10' Doll, 12' Shalimov, 16' Riedle, 21' Shalimov, 38' Riedle, 81' Stroppa, 83' Sergio.

Note: ammoniti Bacci e Sclosa. Espulso al 34' Matrecano. Antidoping per Sergio, Stroppa, Signori, Matrecano. Calci d'angolo: 4-3.

Spettatori: 41.502 di cui paganti 20.946 per un incasso di L. 625.725.800 e abbonati 20.556 per una quota di L. 553.524.771.

Doll in azione
Partita senza respiro
Una fase della gara
Shalimov in rete
Riedle in rete
Grandini contrastato da Stroppa e guardato a vista da Soldà, Sergio, Bergodi e Corino

Sette botti e un intreccio di sprechi a ritmo folle. Ma in omaggio al tabellino, che liofilizza la goleada con cui i laziali interrompono quasi otto mesi di domeniche senza vittorie dentro l'Olimpico, non potremo raccontarvi di facili scorribande sulla Zemanlandia. No, il Foggia tutto pressing, "muri" e tattica del fuorigioco, merita applausi pure dopo questa frenetica prestazione ad alto rischio, spavaldamente portata avanti lungo snodi offensivi nonostante 56' d'inferiorità numerica, causa l'espulsione di Matrecano. Rivediamo la scena decisiva che si sovrappone al ping-pong degli opposti rovesciamenti, già impreziositi da quattro realizzazioni d'avvio equamente divise: sì Sosa slalomeggia, cercando l'attimo utile ad infilare l'assist perforante, destinazione Riedle. E parte la palombella scavalcante, e il centrale zonarolo blocca con le mani. Cartellino rosso: addio minuziosa ripartizione di incroci-raddoppi, delle incombenze avanti-dietro, secondo applicazione devota d'una specie di vangelo calcistico boemo. Zoff rifiata o almeno crede, mentre entrato Napoli al posto di Kolivanov per ricomporre un minimo di equilibrio difensivo, Shalimov continua ad offrire una versione indimenticabile del ruolo di moderno centromediano metodista, tanto sventagliando suggerimenti quanto sfrecciando imprendibile quale pauroso tiratore aggiunto, nei varchi aperti dal tandem Baiano-Signori. E un Foggia penalizzato e comunque ancora capace di sviluppare frastornanti aggressioni sui portatori di palla biancazzurri, salvo far schizzare le schegge dei suoi guastatori dietro fulminee azioni di possesso. E un Foggia che fino al 22' ci costringe a scarabocchiare veloci perfino sopra il taccuino: pronti via e Bacci, nonostante Barone, sembra saper indicare ai compagni il sentiero esatto, fuori delle trappole concomitanti dell'offside che fanno scattare là dietro Codispoti-Consagra-Grandini. Eccolo sulla corsia destra il suggerimento aggirante, a scatenare lo sprint di Doll. Sprint che porta il fuoriclasse tedesco a caricare la spettacolare botta apripista. Illusioni accartocciate in centottanta secondi: ignorato da Doll, contrastato sempre in ritardo da Pin che predilige rincorrere Barone insieme a Bacci sui binari esterni, Shalimov usa la sponda Petrescu per aprire lo spazio al suo terrificante sinistro dal limite. Palla piantata all'incrocio e si può comprendere lo stato d'animo di Orsi, sostituto del febbricitante Fiori. Però, ideato allo scopo di divertire nel viluppo di trenta metri di terreno, il Foggia rifiuta perfino qualche istante speculativo. Botte e risposte col cuore in gola, evitando precauzioni di circostanza, evitando di stendere Riedle quando s'invola dietro la solita punizione radiocomandata. Stavolta Mancini ribatte a sghimbescio, giusto per consentire a Bergodi di piombare da destra e di ricostituire il pericolo sotto forma di cross aggancia Riedle. Stacco prepotente: "Kalle" dà la sensazione di restare sospeso in aria. Due a uno e sullo slancio Sosa, innestato da Sclosa, butta egoisticamente via la terza facile segnatura, pretendendo di uccellare il portiere foggiano, mentre Pin gli si offre quale comoda alternativa. Anno nuovo e Lazio vecchia, quanto ad imperdonabili ingenuità ? La maniera con la quale Shalimov, attivato da un'idea Petrescu-Kolivanov, spiana il gracile reparto arretrato, che pende addosso al frastornato rincalzo Corino, lo lascerebbe supporre. Che brani thrilling, pure successivi all'espulsione di Matrecano, mettono a dura prova le coronarie degli innamorati biancocelesti, prima che Riedle, riprendendo l'elicottero, valorizzi un gran numero di Doll chiuso con centrata al bacio. Sì, Orsi, in particolare, deve superarsi per graffiare verso l'angolo una bordata di Barone, e, a parte un rigore non concesso a Doll, verranno altri spaventi firmati Barone o Signori, o Grandini; e Rambaudi subentrato a Petrescu chiuderà malamente un devastante assolo. Football in apnea. Football al rischiatutto, che ingolosisce comunque i funamboli di Calleri. Azzeccata, del resto, la mossa di togliere Sclosa che marcava Petrescu, inserendo il tornante Stroppa, col risultato di bloccare lungo l'out il temibile alimentatore Codispoti. Proprio Stroppa trova il 4-2 con azione di sfondamento. Poi Sergio dai trenta metri. Troppa grazia...

Fonte: Corriere della Sera