Domenica 4 giugno 1989 – Roma, stadio Olimpico – Lazio-Inter 1-3

Da LazioWiki.

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4 giugno 1989 - 2414. Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1988/89 - XXXI giornata - Inizio ore 16:30.

LAZIO: Fiori, Monti, Beruatto, Acerbis, Gregucci, Piscedda, Di Canio, Dezotti, Rizzolo (85' Greco), Sclosa, Sosa. A disp. Martina, Delucca, Di Loreto, Di Biagio. All. Materazzi.

INTER: Zenga, Bergomi, Brehme, Matteoli, Ferri II, Mandorlini, A.Bianchi, Berti, Diaz, Matthaus, Fanna (63' Morello). A disp. Malgioglio, Galvani, Verdelli, Baresi I. All. Trapattoni.

Arbitro: Amendolia (Messina).

Marcatori: 53' Dezotti, 68' Bergomi, 79' Diaz, 84' Diaz.

Note: ammoniti Berti e Zenga.

Spettatori: 55.000.

La rete di Bergomi
Di Canio contro Brehme
Dezotti cerca di smarcarsi da Ferri
Piscedda contro Diaz e Berti
Il biglietto della partita

In una domenica funestata da notizie luttuose (morte di Khomeini, uccisione di oltre 7.000 rivoltosi in Cina dopo i fatti di Tienamen e l'uccisione di un giovane tifoso romanista) dallo Stadio Olimpico si irradia un piccolo messaggio di luce: nella giornata che ha visto trionfare in Cina come a Milano, gli istinti più bestiali, c'è una squadra di calcio che cerca di ricordarci come in questo strano animale chiamato uomo convivano anche nobili sentimenti, quali la pulizia morale, la correttezza, la lealtà di cui i neo-campioni d'Italia dell'Inter han dato prova nella partita che li opponeva a una Lazio coinvolta nella lotta per la retrocessione. Nel campionato del sospetti e delle malizie, l'Inter avrebbe potuto essere facilmente additata al pubblico ludibrio se solo avesse concesso una boccata di ossigeno all'asfittica classifica del suoi avversari. Il rischio stava per assumere la forma di una certezza quando, al 7' della ripresa. il miglior Dezotti della stagione ha infilzato Zenga con un colpo di testa, raccogliendo un cross dalla bandierina di Ruben Sosa. Nessuno, a quel punto, era più disposto a scommettere una lira sulla voglia di reazione di un Inter ubriaca di feste, appagata. In lotta ormai solo più con sé stessa e con i mille ricordi da inseguire per trasformare in leggenda uno scudetto già entrato nella storia. Gli stessi laziali erano i primi a non credere ad una rimonta e si disponevano con diligenza davanti alla loro porta per presidiare un vantaggio che devono aver sentito come definitivo. Ed è allora che si è visto quanto orgoglio Trapattoni sia riuscito a iniettare nel cuore dei suoi uomini. Senza altri stimoli che l'onestà professionale.

L'Inter si è gettata in avanti, trovando in capitan Bergomi l'Interprete straordinario di uno stato d'animo che andava impossessandosi di tutta la squadra. Nel giro di 150", fra il 22' e il 24' della ripresa, il terzino nerazzurro ha cercato il gol per ben tre volte, centrandolo infine con un tiro dal limite che ha gonfiato come uno squalo la rete di Fiori, interrompendo l'imbattibilità del portiere laziale appena 2' prima che fosse superato il record di Zenga: 540 a 542. Anziché reagire, la Lazio ripiegava sempre più, senza per questo rinforzare una difesa che appariva perforabile da ogni lato. Sulla destra.

La Lazio resisteva fino a 10' dalla fine, quando il povero Rizzolo completava la sua sciagurata prestazione cercando Fiori con un cervellotico e inatteso retropassaggio. Il giovane portiere laziale, colto alla sprovvista, non riusciva a bloccare la palla, facendola danzare pericolosamente per un attimo davanti a sé. Leggerezza imperdonabile quando nel paraggi c'è un tipo come Diaz: il tempo di battere le ciglia e quel pallone galeotto era già in fondo alla rete, sancendo il ritorno della Lazio nelle sabbie mobili della classifica. E non era finita. Ancora Ramon, l'uomo che a fine stagione dovrà lasciare l'Inter, offriva ai suoi tifosi un altro gol da rimpiangere, facendolo precedere da una prova generale: galoppata di Berti e cross. Diaz a porta vuota calcia alto. Passa un minuto e stavolta il tocco è quello giusto: Berti ripete la fuga. Insinuandosi in una difesa ridotta alla consistenza di una mozzarella, e scorge Diaz in splendida solitudine (se avete notizie di Gregucci telefonate al programma di Raitre -Chi l'ha visto ?-). Il gringo argentino allungava la testa ed era 3-1! Adesso per la Lazio si spalancano scenari di paura che sembravano ormai scongiurati. Da qui al termine del campionato servono almeno due punti, ma Juve. Sampdoria e Ascoli sembrano le squadre meno adatte per ottenerli. Già domenica prossima, in caso di sconfitta, la Lazio potrebbe precipitare nel quartetto destinato alla retrocessione. L'Inter, invece, continua a correre verso traguardi che diventano sempre più incredibili, promettendo a questa squadra di lottatori un posto d'onore nell'Olimpo del foot-ball italiano.

Fonte: La Stampa