Domenica 30 ottobre 2005 - Reggio Calabria, stadio Oreste Granillo - Reggina-Lazio 1-0

Da LazioWiki.

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30 ottobre 2005 - 3.163 - Campionato di Serie A 2005/06 - X giornata

REGGINA: Pavarini, Cannarsa (69' I.Franceschini), De Rosa, A.Lucarelli, Mesto, Biondini, Paredes, Modesto, Cozza (76' Carobbio), Vigiani (62' Missiroli), Amoruso. A disposizione: Saviano, Lanzaro, Rigoni, Cavalli. Allenatore: Mazzarri.

LAZIO: Ballotta, Oddo, Stendardo, Cribari, Zauri, Manfredini, Dabo, Liverani (46' Baronio), Cesar (76' Giallombardo), Pandev (52' Tare), Rocchi. A disposizione: De Angelis, Belleri, Firmani, S.Inzaghi. Allenatore: D.Rossi.

Arbitro: Sig. Rocchi (Firenze).

Marcatori: 78' Zauri (aut).

Note: pomeriggio di sole, terreno non in buone condizioni. Ammoniti Cannarsa e Missiroli per gioco scorretto, Liverani, Rocchi, Baronio e Manfredini per gioco scorretto. Angoli 3-4 per la Lazio. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.

Spettatori: paganti 452 per un incasso di 9.284 euro, abbonati 8.900 per una quota di 133.243 euro.

L'autorete di Luciano Zauri
Un fotogramma della gara
Un momento della gara

La Gazzetta dello Sport titola: "Reggina, carambola vincente. Una clamorosa autorete di Zauri nel finale condanna una Lazio rinunciataria".

Continua la "rosea": Qui siamo di fronte all'Etna e la terra trema. Le certezze sono fragili. I giovani sono disoccupati, sette commercianti su dieci pagano il pizzo, ci vuole il superprefetto per arginare la 'ndrangheta. Perfino i Bronzi di Riace hanno un piedistallo antisismico. Tremava fino a ieri anche la panchina di Mazzarri. Ma, a Reggio, la vita regala stupori. Ibischi e buganvillee sono in fiore. Il falco pellegrino rotea in giri sulla riva. Il mare regala ancora la visione, come ai tempi di Scilla e Cariddi. Qui il miracolo fiorisce con l'ostinazione dell'edera. Così la Reggina, sconfitta mercoledì dal Treviso, ieri ha battuto la Lazio, quinta in classifica. Non si è trattato di una prodezza. Ma di un elegante regalo del Fato. Il gol-vittoria, infatti, è arrivato al termine di una carambola irripetibile. Ha premiato, però, la squadra che meno aveva demeritato in una partita di assoluta bruttezza. La Lazio più deludente e arrendevole della stagione si è arresa ad una Reggina ancora incerta, balbuziente nel gioco, perfino poco dinamica. Era davvero una Lazio inguardabile. Le assenze non fornivano una giustificazione credibile. I laziali hanno una qualità tecnica ben superiore a quella dei reggini, ma non l'hanno saputa esprimere in alcun momento. Abbiamo visto uomini spenti, demotivati, errori gravi, strafalcioni da matita rossa.

La Lazio all'Olimpico ha regalato prove di gioco del tutto convincenti. Fuori casa, invece, è un disastro. E ci si deve interrogare su questa doppia vita della squadra biancoceleste, che lontano dall'Olimpico ha conquistato un punto soltanto. La gara di ieri ha visto la Reggina subito all'attacco. Il modulo prevedeva Amoruso come prima punta, con Cozza e Vigiani pronti ad inserirsi. Ma Vigiani era in giornata-no. Mesto pativa la presenza di Cesar e non riusciva così a garantire una buona spinta sulla fascia destra. Inoltre il centrocampo sentiva l'assenza di Tedesco. Contro questa Reggina che soffriva, la Lazio offriva una prestazione stupefacente: interpretava la partita quasi fosse un allenamento. Manfredini e Dabo giocavano sotto ritmo. La capacità offensiva degli ospiti appariva nulla. Per assistere al primo tiro verso la porta di Pavarini bisognava aspettare 38 minuti. E non si è trattato di un'azione, ma di un'iniziativa estemporanea di Rocchi, che ha esploso il tiro prima di affrontare la linea difensiva. Questa era l'unica parata vera di Pavarini. La Reggina, pur soffrendo, nel primo tempo costruiva due buone occasioni, che Cozza però non sapeva trasformare in gol. Dopo un'ora di gioco, con la partita inchiodata sullo 0-0, Mazzarri ha lanciato in campo il giovane Missiroli. Quest'ultimo impegnava subito Ballotta in una grande parata.

Il vecchio portiere sembrava riuscire a trattenere la Lazio al di là della sconfitta. Ma Missiroli, di testa, ha offerto l'assist memorabile ad Amoruso, solo davanti alla porta. Ballotta riusciva ad intuirne la stoccata e respingeva, ma veniva poi battuto da una carambola micidiale. La Lazio, passata in svantaggio, ha avuto 17 minuti per riagguantare il pareggio. Ma è riuscita ad offrire solo una conclusione oscena di Oddo, ampiamente fuori bersaglio. Così Reggio esulta non per il gioco, ma per l'aritmetica. Ed è bello che questo avvenga nella terra che due millenni e mezzo fa ha conosciuto le impronte nobili dei passi di Pitagora.


La Repubblica titola: "Prevalenza territoriale degli amaranto che alla fine vincono grazie a un autogol. La Lazio ridimensionata in Calabria. Reggina più lontana dalla zona calda".

Continua il quotidiano: La Reggina non conosce vie di mezzo: o vince o perde. Ed oggi al Granillo si è lasciata alle spalle la sconfitta interna subita con il Treviso, ridimensionando le ambizioni di una Lazio che dopo tre risultati utili cercava conferme lontano dall'Olimpico. E' stata una sfortunata autorete di Zauri al 32' della ripresa a decretare la terza vittoria in campionato per gli amaranto (terzo ko per i laziali): pur rimanendo nella parte bassa della graduatoria, la Reggina ha comunque allungato il vantaggio sulle ultime tre. La cronaca. Mazzarri scioglie i dubbi optando per il cambio degli uomini rispetto alla sconfitta di mercoledì contro il Treviso: rientrano Paredes e De Rosa (fuori Rigoni e Lanzaro), Cannarsa è preferito a Franceschini, Amoruso a Cavalli. Non cambia però il modulo, un 3-4-2-1 elastico con Mesto sulla destra a proporsi in fase offensiva ma anche a contrastare Cesar. Delio Rossi, invece, riesce a recuperare in extremis Liverani (la sua partita dura solo un tempo, poi entra l'ex Baronio), e deve mettere in campo una squadra priva di Peruzzi, Siviglia, Behrami e Di Canio. Gli amaranto fanno vedere subito che l'approccio contro i biancazzurri è diverso rispetto a quello contro i trevigiani: c'è aggressività ma anche molta attenzione soprattutto in difesa: Cannarsa, De Rosa e Lucarelli arrivano sempre in anticipo rispetto a Pandev e Rocchi.

Anche la difesa della Lazio non fa meno bene e dunque avvicinarsi dalla parte dei portieri riesce davvero difficile. Lo fa la Reggina al 17' ed al 24' del primo tempo con Cozza e Paredes ma in entrambe le occasioni Ballotta si disimpegna senza patemi. La Lazio cerca di pungere nel finale di tempo con Rocchi e Pandev ma senza successo. Nella ripresa, Delio Rossi mette in campo Tare per un Pandev claudicante ma la gara sembra addormentarsi ancora di più. Mazzarri fa capire le sue reali intenzioni mettendo il giovane Missiroli al posto di Vigiani. Questa mossa cambia il match. Proprio il neo entrato arriva vicinissimo al gol al 21' e nella stessa azione ci prova anche Mesto ma entrambi si trovano davanti uno strepitoso Ballotta che nega loro la gioia del gol. Dall'altra parte Pavarini esce a vuoto su una svirgolata difensiva ma Rocchi non colpisce bene la palla e Lucarelli può respingere agevolmente ma al 32' la Reggina passa in vantaggio: Modesto scodella al centro, Missiroli spizzica di testa, palla ad Amoruso che tira a colpo sicuro ma Ballotta respinge addosso a Zauri e la palla ritorna verso la rete superandolo. Il gol (anzi l'autogol) sveglia la Lazio che nel finale cerca di rimediare ma senza successo.