Domenica 30 ottobre 1994 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cremonese 1-0

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30 ottobre 1994 - 2622 - Campionato di Serie A 1994/95 - VIII giornata

LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli (23' Bergodi), Venturin, Cravero, Chamot, Rambaudi (63' Casiraghi), Fuser, Boksic, Winter, Signori. A disp.: Orsi, Bacci, Di Matteo. All. Zeman.

CREMONESE: Turci, Garzya, Milanese, Pedroni, Gualco, Verdelli, Giandebiaggi, Ferraroni (85' Pirri (II)), Chiesa (62' Florijancic), Sclosa, Tentoni. A disp.: Razzetti, Cristiani, De Agostini. All. Simoni.

Arbitro: Dinelli (Lucca).

Marcatori: 73' Casiraghi.

Note: ammoniti Chamot e Winter per la Lazio, Gualco e Garzya per la Cremonese. Calci d'angolo: 12-3.

Spettatori: 44.000 circa con 11.026 paganti con un incasso di £. 339.464.000 e 33.149 abbonati per una quota di £. 1.038.976.000.

Boskic in azione
Signori fermato con le maniere forti
La rete di Casiraghi

Quasi settantacinque minuti sotto ritmo, non "zemaniani", spesso irrespirabili, ma poi ecco il solito finale redditizio, come se questa Lazio avesse sempre qualcosa più degli antagonisti, pure nelle prestazioni meno ispirate. La determinazione, che ne sorregge gli slanci oltre qualsiasi avversità. L'idea individuale, che forse scintilla soprattutto quando l'opposizione arranca in debito d'ossigeno, pregustando docce ristoratrici. Certo, sopportati sei dispiaceri consecutivi, tra campionato e Coppa Italia, i cremonesi preferiscono ritenersi sfortunati o addirittura qui danneggiati dall'arbitro Dinelli. Serve lottare, chiudere ogni spazio, osare, oscurare Signori grazie all'implacabile ex romanista Garzya? Gigi Simoni, azzeccate le contromisure per impedire la sinfonia biancoazzurra, vede crollare tutto quando Venturin, fin lì emarginato, propone lo sfondamento esterno, attivando via cross il saltatore Boksic. E' l'unico schema, piuttosto banale, accordato dall'organizzazione dei lombardi, cioè da un apparente 4 4 2 che riporta Chiesa a supporto di Giandebiaggi, Sclosa, Ferraroni, Milanese, nei prevalenti momenti del contenimento. Però stavolta, fiondato oltre Verdelli Gualco, l'asso croato, gomiti larghi, anticipa lassù perfino le mani protese di Turci. Che, forse un po' spostato o forse no (nemmeno la moviola sa chiarire), atterra senza nulla, mentre Casiraghi, subentrato dieci minuti prima a Rambaudi, inzucca dentro quel pallone così litigato. Tombola laziale da tre punti sonanti, che fa dimenticare precedenti spaventi e galvanizza perfino lo smemorato Signori, alcuni istanti più tardi. Rituale soluzione contropiedistica piazzata sopra l'arrembaggio al "rischiatutto" dei provinciali beffati: sbaglia l'inserimento Tentoni, Chamot lo infila, e quindi Fuser lascia proseguire Beppe gol nella prateria abbandonata. Abbandonata? Garzya, in affannato recupero, dà netta la sensazione di sgambettare dentro l'area il fuggitivo, che sbraita. Come Rambaudi, spintonato da Pedroni, mentre pretenderebbe di chiudere un guizzo Boksic, dopo le schermaglie iniziali. Vero, signor Dinelli? Dinelli è un direttore di gara approssimativo, lontano dalle poche azioni veloci e malamente consigliato dai guardalinee. Però la Lazio, metabolizzata l'ingiustizia d'apertura, evapora, gira palla per vie laterali, andando all'intervallo con il misero ricordo di appena quattro conclusioni. Merito della Cremonese che sa ostruire tanto l'interno campo quanto le corsie laterali, inalberando la sapienza distributiva di Sclosa e i cambi di marcia d'un certo Milanese, preferito appoggio per qualsiasi ribaltamento. E colpito proprio da una sua centrata violenta, Favalli s'accascia, dopo venti minuti. Trauma cranico cervicale: viene ricoverato nella clinica villa Margherita e dovrà restare dodici ore sotto osservazione. Intanto la Lazio, richiamato Bergodi accanto al centrale Cravero, spedisce Chamot sul versante sinistro senza prendere quota. Pare una squadra stralunata, che, lasciato Di Matteo a rifiatare in panchina, rimastica football senza soluzioni verticalizzanti. Venturin porta palla; Winter e Fuser faticano a imporsi negli interscambi; Boksic deve scalare per tentare ripartenze isolate. Meno macchinosa la Cremonese quando si spalanca con tre quattro passaggi trapassanti. E Tentoni, supportato da Chiesa, pianta Bergodi, salvo ritrovarsi intralciato causa una spaccata provvidenziale di Negro, mentre sta caricando la botta blitz. Ancora Tentoni sceglie tutto solo il pallonetto scavalcante fuori di centimetri. Dove s'è cacciata la Lazio avvolgente, travolgente? Impalpabile Rambaudi, incapsulato fra Pedroni e Milanese, manca il consueto equilibratore. Tridente dunque inceppato, e dopo un altro spreco in mischia di Chiesa, su corner Sclosa, Zeman decide d'usare il grimaldello Casiraghi. Mossa azzeccata. Se ne avvantaggia in particolare Signori, che, favorito dall'apripista, può finalmente svegliarsi e svariare pericoloso. Garzya, trascinato dall'altra parte, va un attimo in tilt: suggerimento pennellato per Boksic, che controlla, sparando però sul piede protesi d'un portiere già rassegnato. Tuttavia, a dispetto dei perduranti difetti realizzativi, il croato dilaga incontenibile ovunque, abbattendo sentinelle, procurandosi calci d'angolo e punizioni. Che Signori esegue senza sorprendere Turci e allora tocca a Negro tentare la sortita dietro un corner, ma il portiere smanaccia via. E' il preludio alla rapinosa elevazione di Boksic per Casiraghi in agguato. Avviliti, i cremonesi puntano negli ultimi minuti sulla freschezza del panchinaro Florjancic, smarcato ancora da un'incursione di Milanese. Lo stinco di Chamot disinnesca il pericolo. E la Lazio, con il minimo sforzo, vola.

Fonte: Corriere della Sera