Domenica 29 marzo 1992 - Torino, stadio Delle Alpi - Juventus-Lazio 1-1

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29 marzo 1992 - 2519 - Campionato di Serie A 1991/92 - XXVI giornata

JUVENTUS: Tacconi, Reuter, De Agostini, Conte (54' Di Canio), Carrera, Julio Cesar, Alessio, Galia, Schillaci, R.Baggio, Casiraghi. A disp.: Peruzzi, Luppi, Ragagnin. All. Trapattoni.

LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Gregucci, Soldà, Neri, Bacci, Riedle, Sclosa (67' Melchiori), Sosa. A disp.: Orsi, Vertova, Verga, Stroppa. All. Zoff.

Arbitro: Sig. Collina (Viareggio).

Marcatori: 83' Riedle, 90' Schillaci.

Note: ammonito Sergio. Calci d'angolo: 11-4.

Spettatori: 40.000 circa, di cui quattrocento al seguito della Lazio.

Panoramica dello stadio
Il pareggio di Schillaci
Il biglietto della gara
Riedle marcato stretto
Una fase della gara

Poco di tutto. Poca Lazio, che un gol l'ha fatto, pochissima Juve che un gol l'ha rimediato e qualcuno ne ha sbagliato. Niente calcio naturalmente, se si pensa che il calcio sia spigolare, esitare, controgiocare. Ha perso la Juve anche se un punto l'ha preso, ha vinto la Lazio anche se un punto l'ha buttato via, perché farsi raggiungere a tempo scaduto e sette minuti dopo il proprio vantaggio lascia sempre un po' tramortiti. Ma per un punto la Lazio era venuta e con un punto riparte. Doveva essere, forse, più smaliziato Zoff a inserire Verga negli spiccioli finali di partita, un metodo probabilmente troppo ostruzionistico per un "uomo di sport" come si definisce l'ex portiere senza alcun sospetto di civetteria. La Juve, invece, ha perso perché ha ceduto il secondo punto dall'inizio del campionato in casa, cioè dove ha costruito la rimonta sul Milan, da ieri più lontano che mai, visto che ha guadagnato un altro punto in media inglese. I bianconeri non sono riusciti a segnare in almeno tre occasioni limpide: al 33' del primo tempo, quando De Agostini ha liberato a sinistra con un cross piroettato Alessio, a due passi da Fiori. Sul tiro secco e sottomisura, il portiere ha opposto tutto se stesso. La seconda opportunità l'ha accartocciata Schillaci al 7' della ripresa, tentennando su un invito illuminante di Galia: di almeno due soluzioni possibili (tiro forte o tiro piazzato purché immediato) Schillaci ha optato per la non decisione, permettendo il recupero a Bergodi. Il terzo momento stava nascendo, al 36', sui piedi di Di Canio, subentrato a Conte: un dribbling secco in area, un altro e, al posto del tiro, la tentazione di eccedere con un terzo scarto, spezzato da un difensore. Mancavano dieci minuti alla fine e la Juve schiumava rabbiosa come il mare cattivo solo perché la radio, il tabellone dello stadio e l'urlo eccitato del pubblico avevano avvisato che il Milan era stato raggiunto dalla Roma. In realtà, ingabbiato Baggio con Bacci, la manovra era un tumultuoso cozzare contro il munitissimo centrocampo laziale. Era comunque il momento di accorciare il distacco senza indugi e senza economie. Invece sul rovesciamento di fronte la Lazio segnava sfruttando non un'azione ma una punizione (fallo di Carrera su Sosa): l'uruguaiano la batteva di astuzia in mezzo all'area, radente, Riedle ci si avventava girando d'anticipo su Carrera e sorprendendo di netto Tacconi. Il gol della Lazio ci stava perché al 21' un intervento di Julio Cesar su Riedle, azionato da Neri, faceva pensare al rigore; invece l'ottimo arbitro Collina arretrava giustamente il luogo del fallo al limite dell'area. Ma ci stava anche il pareggio di Schillaci (Corini, Casiraghi di testa, Totè di piatto) al 91' e dopo che Fiori era volato a deviare una punizione di Baggio. Solo che a Zoff il punto serve, alla Juve pesa.

Nonostante il risultato di parità la Lazio è fiduciosa. Lo si avverte dalle parole, sempre posate, di Dino Zoff: "Dispiace perdere al 91', anche perché non è la prima volta che accade. Segno che qualche apprensione continuiamo ad averla. Anche in occasioni come questa, quando la partita è praticamente incanalata verso la nostra vittoria. Ma sono cose che nel calcio succedono: non facciamone un dramma. Un punto conquistato a Torino è sempre un buon risultato e, nella globalità della gara, mi sembra anche giusto. Certo, dispiace...". Dino Zoff elogia la Juve, naturalmente: "Ha disputato una buona partita, soprattutto nel primo tempo quando ha avuto delle buone occasioni. Il pari se l'è meritato tutto. Sotto il profilo del gioco, però, permettetemi di dire che la mia Lazio non è stata inferiore ai più quotati bianconeri. Li abbiamo controllati bene in contropiede. I miei giocatori parlano di tre rigori: non entro in questi particolari, non l'ho mai fatto da giocatore e non lo farò ora da allenatore. La zona Uefa ? Conserviamo le stesse possibilità, nonostante qualche punto di svantaggio dalle concorrenti. Saranno molto importanti le prossime due gare all'Olimpico". Dalla tranquillità (apparente) di Zoff alla rabbia dei giocatori. Soprattutto il tedesco Riedle: "Su di me c'erano due falli nettissimi. Sul primo stavo stoppando la palla di petto quando Galia è arrivato da dietro e mi ha messo a terra. Non ho potuto nemmeno protestare perché l'arbitro Collina ha subito fischiato la fine del primo tempo. Nella ripresa invece è stato Julio Cesar ad atterrarmi: l'arbitro se l'è cavata decretando una punizione da fuori area, ma vi posso assicurare che il fallo è stato commesso dentro l'area del rigore. Sono andato dal guardalinee. E l'ho invitato a segnalare il fatto. Non c'è stato proprio niente da fare". Anche Sosa non si dà pace: "Volevo superare Julio Cesar in velocità, gli ho fatto un tunnel riuscito, poi c'è stato un contatto. Intervento falloso ? Certo, ma non per l'arbitro". Insomma la Lazio non si rassegna. Come non si rassegna il portiere Fiori, che ancora non riesce a capacitarsi per il gol preso: "Il pallone colpito da Casiraghi stava andando fuori, pareva innocuo, poi dal fondo è spuntato Schillaci che l'ha messo dentro. Roba da non crederci".

Fonte: Corriere della Sera