Domenica 29 aprile 2007 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 0-0

Da LazioWiki.

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29 aprile 2007 - 3.232 - Campionato di Serie A 2006/07 - XXXIV giornata

ROMA: Doni, Panucci II, Mexes, Chivu, Tonetto (54' Wilhelmsson), Pizarro, De Rossi, Taddei, Perrotta, Mancini (87' Tavano), Totti (73' Vucinic). A disposizione: Curci, Aquilani, Defendi, Rosi. Allenatore: Spalletti.

LAZIO: Peruzzi, Behrami (78' Bonetto), Cribari, Siviglia, Zauri, Mudingayi, Ledesma, Jimenez, Mutarelli (76' Manfredini), Pandev (62' Makinwa), Rocchi. A disposizione: Ballotta, Firmani, Diakite, S.Inzaghi. Allenatore: D.Rossi

Arbitro: Sig. Rizzoli (Bologna) - Assistenti di linea Sigg. Stagnoli e Copelli - Quarto uomo Sig. Gava.

Note: ammonito al 10' Mutarelli, al 28' Mudingayi entrambi per gioco scorretto, al 32' Mexes per proteste, al 43' De Rossi per gioco scorretto, al 65' Behrami e Wilhelmsson per comportamento non regolamentare, al 94' Zauri per gioco scorretto. Calci d'angolo: 5-2. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.

Spettatori: paganti 35.611 per un incasso di euro 1.046.785,00, abbonati 25.681 per una quota di euro 505.263,00.


Il biglietto della gara
Totti marcato stretto
Una fase di gioco
Massimo Mutarelli entra duro su Totti
Un intervento di Angelo Peruzzi
Tommaso Rocchi in azione
Un altro intervento del portiere biancoceleste
Luis Jimenez in un momento del'incontro
Cristian Ledesma in un intervento
Schermaglie in campo
Una fase dell'incontro

La Gazzetta dello Sport titola: "Spalletti meglio solo ai punti. Il derby finisce tra i fischi. Cinque palle gol per la Roma contro le tre costruite dalla Lazio, ma Totti non incide. Prima della gara incidenti vicino all'Olimpico fra ultrà alleati e polizia con lanci di lacrimogeni".

Continua la "rosea": Al tirar delle somme il momento più "emozionante" è stato quello vissuto tre quarti d'ora prima dell'inizio: l'attraversamento, abbastanza complicato, della "zona lacrimogeni", tra Ponte Duca d'Aosta e Ponte Milvio, poche centinaia di metri dall'Olimpico, dove polizia e frange estreme (riunite?) del tifo si stavano scontrando. Ma poiché il prefetto Serra raccomanda di non enfatizzare l'accaduto, lo assecondiamo volentieri: un bilancio di quattro "soli" accoltellati va infatti salutato come "altamente positivo". Dentro allo stadio, tutto tra Roma e Lazio è invece filato via tranquillo: fin troppo, a guardare lo 0-0 conclusivo, la mancanza di parate da parte di Doni, le occasioni col contagocce sull'uno e sull'altro fronte. A cinque giornate dalla fine del campionato e con una classifica ormai consolidata (anche se la Lazio deve difendere il suo quarto posto dal ritorno di Palermo e Fiorentina) forse era impossibile chiedere di più, anche se alla fine i fischi (ma per i giallorossi) si sono sprecati. Di un derby comunque vero si è trattato. La Roma, che doveva cancellare il clamoroso 0-3 dell'andata, lo ha vinto ai punti ma di strettissima misura, cinque palle-gol contro le tre della Lazio, ma di veramente clamorosa solo quella che Taddei sul finire del primo tempo ha spedito fuori a porta vuota. La parata più difficile di Peruzzi, che stavolta sembra proprio deciso a chiudere con la carriera, c'è stata su De Rossi mentre il guardalinee Stagnoli segnalava un fuorigioco che non c'era. Meglio non sia stato gol, altrimenti le polemiche sarebbero andate avanti per giorni. Non è stata una brutta partita, ma un match di fine stagione sì.

Molta buona volontà, questo dal primo all'ultimo minuto, visto come Vucinic ha impegnato Peruzzi anche in pieno recupero, ma troppe tossine in giro per assistere a uno spettacolo di qualità. Totti con la schiena dolorante è stato in campo settantacinque minuti ma togliendolo prima si sarebbe fatto il bene suo e anche della Roma. Strada facendo, guai muscolari di varia natura hanno colpito Tonetto, Pandev, Mutarelli e Behrami, usciti tutti anzitempo, e il resto lo ha fatto il gran caldo, capace di tagliare le gambe anche ai più intraprendenti. Promossi Mancini, Panucci e Mexes da una parte, Ledesma e Mutarelli, oltre a Peruzzi, dall'altra. La Lazio è stata più brava e concentrata nella prima metà dei due tempi, mentre le seconde metà sono state sempre della Roma, capace così alla fine di rubare maggiormente l'occhio. Con l'eccezione di Mauri, assente causa infortunio, l'aspetto curioso di questo derby è che, sia pure assai usurate, si sono affrontate le due formazioni-tipo: Behrami, leve lunghe e inadatte alla marcatura di Mancini, lo ha sofferto da morire, ma i maggiori pericoli per la Lazio sono arrivati dai cross dalla parte opposta di Panucci. La priorità di Delio Rossi deve essere infatti stata quella di spegnere De Rossi, operazione riuscita con Jimenez sui suoi piedi e con Mutarelli pronto ad aspettarlo, a costo di trascurare un po' Panucci. Che ha finito col salire spesso indisturbato, tanto che dai suoi tre cross sono arrivati con Mancini, Perrotta e Taddei i tre maggiori rischi per la Lazio nel primo tempo.

Bilanciati da una punizione di Ledesma che ha fatto gridare al gol mezzo stadio, ma era solo esterno rete. Wilhelmsson ha preso il posto di Tonetto, con Taddei scalato terzino, poco dopo un inizio di ripresa nel quale due volte Jimenez e una Mutarelli sono andati vicini al gol. Poi la Lazio si è affievolita e c'è stata solo Roma, anche perché il cambio tra Pandev (il peggiore in assoluto) e Makinwa (suo degno compare) non ha sortito effetto alcuno. Peruzzi è stato chiamato agli straordinari, a Mancini e Vucinic insieme Spalletti ha riservato solo quattordici minuti. Fossero stati il doppio, chissà.


Il Corriere della Sera così racconta la gara:


Nessun tuffo nel Fontanone e nessuna vendetta sportiva. Il derby di ritorno finisce 0-0, tra una Roma che ha dominato nel possesso palla e una Lazio che ha avuto in contropiede le occasioni per il clamoroso bis della vittoria all'andata. Non sarebbe stato giusto, per quello che si è visto in campo, ma è ormai certificato che la squadra di Delio Rossi "sa" come giocare contro la Roma. La notizia sportivamente peggiore - il male civile della violenza becera è altro e purtroppo irraggiungibile: anche ieri due ore di disordini, quattro tifosi accoltellati e quattro poliziotti feriti - è l'addio al calcio di Angelo Peruzzi, a 37 anni. Il portierone della Lazio, anche ieri tra i protagonisti, il migliore in campo insieme al romanista Chivu, ne ha dato l'annuncio a fine gara: "L'anno prossimo? No. E penso anche che questa sia stata la mia ultima partita, perché ho un dito rotto e non posso giocare ogni volta con un'iniezione. Ne ho fatte già tre. Dico basta. È da due mesi che lo dico, anzi è da gennaio che ho deciso". Questo numero sintetizza la sua carriera: 477 partite in serie A (16 con la Roma, dove esordì contro il Milan il 13 dicembre 1987; 29 con il Verona; 208 con la Juve; 33 con l'Inter; 191 con la Lazio). E questo è il suo palmarès: un titolo mondiale con l'Italia nel 2006; una Coppa dei Campioni; una Coppa Intercontinentale; una Supercoppa europea; una Coppa Uefa; tre scudetti; tre Supercoppe italiane; due Coppe Italia. Paradossalmente, le parole più dolci a fine gara gli sono arrivate dai romanisti, ma questa è la prova di quale spessore umano abbia avuto Peruzzi in tutta la sua carriera. Francesco Totti: "Spero che Angelo possa ripensarci. Oltre ad essere un buon amico, è anche un grande campione. Il calcio ha ancora bisogno di persone come lui".

Daniele De Rossi: "È quello che mi è stato vicino più di tutti durante l'avventura del Mondiale, che per un mesetto è stata abbastanza triste per me, sapete tutti perché (l'espulsione contro gli Usa e le quattro giornate di squalifica, ndr). Invece lui mi è stato vicino in una maniera impressionante. A livello umano è un campione, così come lo è a livello calcistico". Un po' di sorpresa e un pizzico di irritazione, invece, ai piani alti della Lazio. Il presidente Claudio Lotito: "L'annuncio di Peruzzi? Non sapevo nulla. Mi dispiacerebbe perché è un grande professionista, un grande uomo, una persona seria. Dopodiché la Lazio è una squadra che punta al gruppo". L'allenatore Delio Rossi: "L'addio di Peruzzi? Sono comunicazioni che dovrebbe dare prima alla società e poi alle televisioni. Io sono sempre l'ultimo a sapere le cose". Parlare così tanto di Peruzzi ci permette di ridurre al minimo un derby non pessimo, ma descritto bene dallo 0-0 finale. La Roma ha avuto la palla nei piedi per 7 minuti più della Lazio - in una sfida tra seconda e quarta in campionato è una differenza clamorosa - e ha avuto con Taddei, nel finale di primo tempo, la palla gol più clamorosa: uscita di Peruzzi su Mancini, cross di Panucci e Taddei non trova la deviazione nella porta vuota. La Lazio ha avuto il meglio nell'inizio dei due tempi: contropiede 5 contro 3 sprecato al 2' del primo tempo; tiro a botta quasi sicura di Jimenez respinto da Tonetto dopo 30 secondi della ripresa e sforbiciata fuori di Mutarelli al 5'. Incomprensibili i fischi del pubblico romanista a fine gara. A Manchester la Roma ha perso 7-1, ma non si è venduta la gara, nessun suo giocatore è stato trovato positivo all'antidoping e non ha cercato di corrompere l'arbitro. Quelli sono gli scandali.

Forse in tanti si sono già dimenticati che due anni fa, il 15 maggio, in un altro derby pomeridiano finito 0-0 e quello sì non giocato ai limiti della truffa, la Roma era quattordicesima e rischiava la serie B. Ha ragione Spalletti quando dice che la Roma non doveva dimostrare nulla: "Noi abbiamo già costruito in due anni fatti bene, superando tante difficoltà societarie, di squadra. Ci tenevamo a vincere ma avrebbe solo rafforzato ciò che abbiamo fatto. E secondo me è tanta roba". Per la cronaca, tanta di quella "roba", come la chiama Spalletti, l'ha fatta Francesco Totti, che ieri è stato quasi uno spettatore in campo. Non aveva le "gambe", dopo tanti giorni con la schiena a pezzi. Poteva non giocare, come si chiedono in tanti? Forse sì, ma chi ha fatto 366 partite e 146 gol sempre con la stessa maglia non è uno qualunque. E non ha debiti con nessuno.


In un altro articolo, concernente l'annuncio dell'addio al calcio da parte di Angelo Peruzzi è riportato:


È stata, dice, la sua ultima partita con la Lazio. E non ci poteva essere miglior palcoscenico del derby. Angelo Peruzzi ha gettato la spugna. Una decisione presa da tempo ed ufficializzata ieri pomeriggio, dopo la sfida con la Roma. A fine stagione lascerà il calcio. "Forse questa è l'ultima partita perché ho un dito rotto e non posso fare in ogni gara una puntura sul dito. Ne ho già fatte tre. Ho deciso due mesi fa, anzi a gennaio". Compagni e tifosi gli hanno tributato a fine gara un lungo applauso ed un coro caloroso. "Li ringrazio di cuore. Ho sempre ammirato i tifosi biancocelesti e la curva, per me è stata una grande gioia essere stato qui per sette anni. Sono un poco emozionato". Sulla partita. "Nel complesso è un risultato giusto. Nel primo tempo ci siamo affrontati a viso aperto e creato anche qualche occasione. Poi a tratti la Roma ci è stata superiore. Per centrare l'obiettivo del preliminare di Champions bisogna ancora lottare perché le altre sono tutte lì: Palermo, Fiorentina ed Empoli". Delio Rossi è soddisfatto del risultato e sorpreso per la decisione di Peruzzi. "Come tutti i capifamiglia sono l'ultimo a sapere le cose. Esiste la possibilità che smetta, ma mi farebbe piacere saperlo da lui prima che lo sappiano le televisioni. La partita? Ci è mancato il guizzo. La Roma ha qualcosa in più tecnicamente, ma noi abbiamo costruito le occasioni più nitide con Jimenez e Mutarelli. Eravamo partiti per salvarci, ora parliamo di un traguardo prestigioso. Noi abbiamo sempre fatto corsa sulla Lazio e continueremo così. Non ci interessa chi è all'inseguimento".

Rientrava dopo due mesi di assenza e ha cercato di limitare al massimo i danni. Per Emilson Cribari è stato un buon derby. "Ho giocato una partita più di testa che di gambe. Del risultato siamo soddisfatti sia noi giocatori che i tifosi, soprattutto per quanto abbiamo fatto nel secondo tempo. Siamo calati fisicamente, ma abbiamo dimostrato carattere e stretto i denti fino alla fine. Peruzzi lascia? Abbiamo tre mesi per convincerlo. Senza di lui qualsiasi difesa al mondo perderebbe in qualità e sicurezza". Sei i punti di vantaggio sulla quinta. "È un margine che ci lascia ancora tranquilli ma dobbiamo rimanere concentrati. Abbiamo ancora due partite in casa e non bisogna sbagliarle". Tommaso Rocchi ha mancato l'appuntamento con il gol. "Abbiamo giocato un buon primo tempo ed un inizio di ripresa soddisfacente. Poi siamo calati fisicamente e faticato nelle ripartenze. In compenso, ci siamo difesi bene. La Roma? L'ho vista in difficoltà nella prima parte, poi effettivamente è cresciuta. Il risultato, comunque, alla fine è giusto. Adesso cancelliamo il derby e cerchiamo di finire bene il campionato perché siamo ad un passo dal preliminare di Champions League". Chiude con una riflessione su Peruzzi. "Bisogna rispettare le scelte. Mi dispiace perché lui è un grande campione, che ha fatto una grande carriera". Anche il presidente della Lazio Claudio Lotito, come Delio Rossi, si è detto sorpreso per l'annuncio dell'addio del portiere. "Non ne ero a conoscenza. Mi auguro che resti, perché oltre a essere un campione, Peruzzi è anche un punto di riferimento per i compagni. Poi, tutti sono utili e nessuno è indispensabile". Lotito ha aggiunto che comunque rispetterà la decisione: "Faremo di tutto per trovare una soluzione, ma quella di lasciare il calcio è una scelta che attiene alla sfera personale".