Domenica 29 aprile 1979 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Napoli 1-2

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29 aprile 1979 - 2002 - Campionato di Serie A 1978/79 - XXVIII giornata

LAZIO: Cacciatori, Pighin, Ammoniaci (75' Agostinelli), Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Lopez, Giordano, Nicoli, D'Amico. A disp.: Fantini, Badiani. All. Lovati.

NAPOLI: Castellini, Bruscolotti, Tesser, Caporale, Ferrario, Vinazzani, C.Pellegrini, Caso (58' Valente), Savoldi (I), Majo, Filippi. A disp.: Fiore, Catellani. All. Vinicio.

Arbitro: Redini (Pisa).

Marcatori: 15' Caso, 22' Giordano, 88' C.Pellegrini.

Note: ammoniti Savoldi, Filippi, D'Amico e Manfredonia. Angoli: 9-5 per la Lazio.

Spettatori: 35.000 circa con 18.740 paganti e 13.785 abbonati per un incasso di £. 70.000.000 circa.

Dal Guerin Sportivo: la rete di Caso
Dal Guerin Sportivo: la rete di Caso
La rete di Giordano
Lovati e Vinicio si salutano
La rete di Giordano (gent.conc. Francesco Di Salvo)
Cacciatori ascolta le direttive di Morrone
Dal Guerin Sportivo: Cacciatori e Morrone
Vinazzani fermato fallosamente da Ammoniaci e Manfredonia (gent.conc. Francesco Di Salvo)

Sconfitta dal Napoli per 2-1 la Lazio ha conosciuto il primo insuccesso della stagione sul terreno di casa. La compagine biancazzurra ha inoltre seriamente compromesso l'ingresso nella zona di Coppa Uefa. A completamento della sua giornata negativa, la Lazio ha disputato una delle sue peggiori partite del campionato. Se si considera che il Napoli è stato di poco inferiore agli avversari sul piano della mediocrità, è facile intuire che di spettacolo se ne è visto ben poco allo Stadio Olimpico. Per lunghi tratti le due squadre si sono affrontate affidandosi più alla casualità che alla manovra, almeno approssimativa.

La Lazio, in particolare, è scesa in campo con una strana formazione che ha avuto il suo punto debole a centrocampo. Lopez, D'Amico, Nicoli, si sono limitati a «camminare»; Ammoniaci, difensore puro, è stato mandato allo sbaraglio, rimediando solo brutte figure contro un avversario come Filippi, che l'ha portato a spasso, per tutto il campo. Tutto questo accadeva mentre gli uomini adatti - Viola e Martini - rimanevano in tribuna. Agostinelli (mandato in campo a 15 minuti dalla fine) e il corridore Badiani in panchina. Manfredonia, approfittando di un Savoldi inesistente, si portava spesso in avanti ad aiutare Cordova, con l'inevitabile risultato di favorire i partenopei.

Il capitano Wilson, premiato prima della partita dal Presidente Lenzini per le 300 partite disputate con la maglia della Lazio, ha lottato con la consueta generosità, ma da solo non poteva certo risolvere i tanti problemi affiorati ieri nella compagine biancoazzurra. Le premesse tattiche hanno finito ovviamente per ripercuotersi sul gioco delle punte Giordano e Garlaschelli totalmente privati di rifornimenti. Nel complesso, il Napoli e apparso più equilibrato. La squadra di Vinicio non ha brillato: però è riuscita a costruire qualche azione rispettando in parte i canoni del football.

Filippi è stato il migliore in campo, un motorino in costante movimento, da cui sono partite quasi sempre le iniziative azzurre. Gli altri, con l'eccezione di Bruscolotti, preciso e autoritario sul diretto avversario Garlaschelli. si sono guadagnati una striminzita sufficienza Il grigiore generale è stato infranto dalle tre marcature che hanno costituito gli unici episodi assai belli di una partita da dimenticare. Dopo 15 minuti di gioco caotico, che si sviluppava fra un batti e ribatti sconcertante a centrocampo, il Napoli si portava inaspettatamente in vantaggio: Bruscolotti, avanzato, crossava un pallone che sorvolava l'affollata area laziale, giungendo sui piedi di Caso. La mezz'ala partenopea avanzava di qualche passo e insaccava con un preciso diagonale scagliato da corta distanza. L'esultanza di un centinaio di tifosi napoletani assiepati sulla curva nord, durava appena sette minuti.

Al 22' infatti, D'Amico, usando finalmente il suo «piede buono», lanciava alla perfezione Giordano che si scagliava in area con uno scatto tempestivo. II centravanti, con un piccolo capolavoro, stoppava in corsa la palla e mentre Castellini usciva dai pali, lo beffava scavalcandolo con un preciso pallonetto. Un pezzo di autentica bravura che consente a Giordano di meritare il titolo di capocannoniere. Ancora al 53' il centravanti laziale si faceva applaudire, scagliando un bolide verso Castellini che si salvava in volo mandando la sfera in angolo.

La partita scadeva su toni ancora più deprimenti. Si uniformava anche l'arbitro Redini che ammoniva più o meno legittimamente Savoldi, D'Amico, Filippi e Manfredonia. A ravvivare la fisionomia della contesa al 77' si inseriva un episodio che lasciava perplessi gli spettatori dell'Olimpico, i napoletani e lo stesso direttore di gara. Giordano e D'Amico si contendevano piuttosto vivacemente un calcio di punizione spintonandosi a vicenda. L'arbitro era costretto ad intervenire per dividere i due atleti che stavano per venire alle mani. La scena ha fatto ricordare per un momento quando Chinaglia, ai tempi della Lazio dello scudetto, prese a calci nel sedere D'Amico a S.Siro.

Nonostante la nervosa parentesi la Lazio, anche perché finalmente Lovati si era deciso a sostituire Ammoniaci con Agostinelli, riusciva ad organizzare negli ultimi minuti una discreta offensiva. Ma commetteva l'errore di sbilanciarsi troppo in avanti e veniva beffata Filippi, in azione di rapido contropiede, pescava bene Savoldi che attirava su di se gli unici due difensori laziali rimasti indietro. Il centravanti napoletano aspettava l'inserimento di Pellegrini sulla sinistra per smistargli la palla. L'attaccante partenopeo scaricava con tutta la sua forza un bolide che andava ad insaccarsi sotto la traversa. Era il 43'. Alla Lazio non rimaneva più il tempo per ristabilire le sorti della gara.

Fonte: La Stampa