Domenica 28 ottobre 2007 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Udinese 0-1

Da LazioWiki.

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28 ottobre 2007 - 3.250 - Campionato di Serie A 2007/08 - IX giornata - inizio ore 15.00

LAZIO: Ballotta, Scaloni (65' De Silvestri), Stendardo, Cribari, Kolarov, Mudingayi, Baronio, Mutarelli, Manfredini (78' Vignaroli), Pandev (65' Makinwa), Rocchi. A disposizione: Muslera, Meghni, Tare, Artipoli. Allenatore: D.Rossi.

UDINESE: Handanovic, Zapata (27' Zapotocny), Felipe, Lukovic, Mesto, D'Agostino, Inler, Dossena, Quagliarella (81' Floro Flores), Asamoah (79' Pepe), Di Natale. A disposizione: Chimenti, Coda, Boudianski, Sivok. Allenatore: Marino.

Arbitro: Sig. Pierpaoli (Firenze).

Marcatori: 77' Asamoah.

Note: pomeriggio soleggiato, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Asamoah, Kolarov, Baronio, Lukovic. Angoli: 10-4 per l'Udinese. Recuperi: 1' p.t., 5' s.t'.

Spettatori: paganti 2.898 per un incasso di euro 58.317, abbonati 14.638 per una quota di euro 187.815,83.


Emilson Cribari in azione
Marco Ballotta
Lionel Scaloni
Gaby Mudingayi
Roberto Baronio in azione

La Lazio, costretta a un ampio turn-over per l'assenza di sei titolari, reduce dal ko in Champions League, è stata poco concreta e troppo leziosa nella manovra d'attacco, con Pandev e Rocchi decisamente sottotono. Delio Rossi, in silenzio stampa dopo il deferimento, schiera la squadra con il 4-3-1-2: l'esperto Ballotta tra i pali; Scaloni, in extremis al posto dell'infortunato Behrami, Stendardo, Cribari e Kolarov a formare la linea difensiva; a centrocampo Mudingayi e Mutarelli sulle fasce, Baronio centrale; Manfredini nel ruolo di trequartista generalmente occupato da Mauri oggi infortunato, alle spalle di Pandev e Rocchi. In panchina i giovani De Silvestri e Artipoli. Marino risponde con il 3-4-3: in porta lo sloveno ex biancoceleste Handanovic; difesa a tre con Zapata, Felipe e Lukovic; a centrocampo Mesto, D'Agostino, Inler e Dossena; in avanti il tridente composto da Quagliarella, Asamoah e Di Natale con Pepe e Floro Flores alternative in panchina. Entrambe le squadre cercano punti con motivazioni diverse: la Lazio per dimenticare il passo falso in Europa e ricaricarsi in vista del derby, l'Udinese per trovare la vittoria lontano da casa. Gli ospiti sono più efficaci in fase offensiva: buon ritmo e all'8' Asamoah non si accorge dello smarcato Di Natale, permettendo alla difesa laziale di recuperare. Al 18' l'Udinese spreca una ghiotta occasione: Asamoah sulla fascia sinistra si accentra e calcia verso la porta di Ballotta sfiorando il palo ma ignorando Quagliarella completamente smarcato in area. Un minuto dopo Ballotta è chiamato in causa da un gran tiro dalla distanza di Quagliarella. Al 24' rasoterra molto insidioso di Manfredini con palla che finisce a lato. Rocchi al 25' manca d'un soffio la deviazione vincente su splendido assist di Manfredini.

Marino è costretto al primo cambio: entra Zapotocny per Zapata, infortunatosi alla caviglia. Al 35' ci prova dalla distanza Mudingayi: il tiro è potente ma non inquadra lo specchio della porta. Brivido per la Lazio al 39': cross perfetto dalla destra e colpo di testa di Quagliarella con Ballotta pronto alla respinta. Al 41' D'Agostino chiama ancora l'esperto portiere della Lazio ad un grande intervento. All'inizio del secondo tempo l'Udinese va subito vicinissima al vantaggio: al 6' colpo di testa di Di Natale e splendida respinta d'istinto di Ballotta, aiutato del palo. Al 12' Pandev sulla destra si libera di due difensori, serve al centro ma nessun compagno accorre a deviare verso la porta di Handanovic. Al 19' Rossi toglie lo stesso attaccante macedone, dopo che questi aveva manifestato un problema al piede sinistro, e al suo posto inserisce il nigeriano Makinwa. Un minuto dopo gran tiro di Baronio da fuori area ma Handanovic è attento. Al 31' secondo cambio per la Lazio: De Silvestri per uno stanco Scaloni. Al 32' i friulani, dopo tanti tentativi, si portano in vantaggio: cross dalla destra di Di Natale e deviazione vincente di Asamoah. La Lazio prova a reagire al 34' con Rocchi che dal limite dell'area calcia con forza ma manda la palla alta sopra la traversa. Non si registrano altre azioni degne di nota fino alla fine della partita. L'Udinese porta a casa i tre punti mentre la Lazio esce dal campo con qualche fischio dalla tifoseria e con la testa già al derby.


La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio spompata. Ballotta non basta. L'Udinese è quinta. Per la terza volta i biancocelesti perdono dopo la Champions. Il portiere fa miracoli, ma alla fine si piega al gol di Asamoah".

Continua la "rosea": Per farvi capire che tipo di partita è stata, vi basti sapere che a un certo momento è sembrato che una nuova disciplina sportiva si stesse affermando sul prato dell'Olimpico: il tiro al Ballotta. Che le ha prese proprio tutte, fino al minuto 33' del s.t.. Lì, sul colpo di testa da due passi di Asamoah dopo l'ennesimo affondo di Di Natale, non c'è stato nulla da fare. E così l'Udinese delle occasioni perdute si è presa una partita che fosse finita 0-0 avrebbe riservato ai friulani infiniti rimorsi. La Lazio? Inesistente, fatto salvo il suo venerabile portiere. Colpa dei ben noti motivi che hanno restituito voce alla curva Nord: la contestazione è stata tutta riservata al presidente Lotito. E mercoledì c'è il derby. Rosa ristretta e inadeguata per un doppio impegno come campionato e Champions, più infortuni e squalifiche. La somma di questi tre fattori produce una Lazio con vista sulla zona retrocessione. Ledesma, Mauri, Siviglia e Behrami (influenzato dell'ultim'ora) indisponibili insieme agli squalificati Zauri e Firmani. E' già abbastanza per andare in difficoltà. E poi la Champions. La Lazio ha perso le 3 partite dopo il turno infrasettimanale in Europa. Con l'Atalanta a Bergamo, col Milan e con l'Udinese. Che l'ha fatta da padrone in modo perfino imbarazzante, confezionando almeno 5 limpide palle-gol prima di quella buona, cogliendo un palo, trovando in Ballotta un baluardo quasi insuperabile. La Lazio ha cercato di pungere per lo più con tiri da fuori, ma solo Baronio e nel finale Makinwa hanno inquadrato la porta, difesa da un Handanovic attento.

La Champions costa energie fisiche e psichiche, tanto più complicate da digerire se non ci si è abituati. Vedere Pandev e Rocchi latitare per il campo è un tutt'uno. Delio Rossi, che ha altri problemi per la testa, è partito con Manfredini alle spalle delle due punte e con Baronio vertice basso del rombo. Un Baronio libero da marcatura per via del doppio stopper (Stendardo e Cribari) su Asamoah e l'accentrato Quagliarella e di Kolarov alto su Mesto. Tutto inutile. Dopo essere stato preso a pallate per un tempo il tecnico ha cambiato strada, passando al 4-4-2 con Manfredini largo a sinistra. La Lazio ha subito un po' meno, ma il cambio Makinwa per Pandev ha prodotto poco e quello tra il combattivo Scaloni (che dice però di averlo richiesto) e De Silvestri si è rivelato un autogol. C'era Kolarov sfinito dall'altra parte e nella fase difensiva De Silvestri ha ancora molto da imparare. Basta guardare il gol-partita. Capitolo Udinese. E' un quinto posto per niente occasionale. Calcolando la capacità di fuoco della squadra è incredibile che i friulani abbiano fin qui realizzato solo 10 gol in 9 partite. Il giorno in cui i tre attaccanti più due (già, ci sono anche Floro Flores e Pepe) concretizzeranno anche solo il 50% delle palle-gol che la squadra produce, saranno dolori per tutti e quella classifica finirà in cassaforte.

Marino ha messo su un 3-4-3 bello e coraggioso e anche se Quagliarella non è ancora quello vero, Asamoah e Di Natale (il tecnico lo ha cambiato di fascia nella ripresa vedendo le crescenti difficoltà di Kolarov) sono spesso irresistibili. E' una squadra cui mancano ancora i lungodegenti Pinzi e Obodo, segno che a centrocampo si può migliorare. Quanto alla difesa, che senza lo 0-5 beccato in casa dal Napoli sarebbe la seconda del campionato dietro l'Inter, ieri ha assorbito senza patemi l'infortunio dopo mezzora di Zapata. Zapotocny, il suo sostituto, è anche entrato con un pre-assist nell'azione del gol.