Domenica 27 ottobre 1940 - Novara, stadio Littorio - Novara-Lazio 0-0

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27 ottobre 1940 - 619 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1940/41 - IV giornata

NOVARA: Fregosi, Mazucco, Galimberti, Galli, Mornese, Vale, Pasinati, Romano, Muci, Versaldi, Barberis - All. Rigotti.

LAZIO: Gradella, Romagnoli (II), Monza (II), Gualtieri, Ramella, Baldo, Zironi (I), Dagianti, Piola, Flamini, Vettraino - All. Kertesz.

Arbitro: sig. Scorzoni di Bologna

Note: assente Pisa (I) per infortunio.

Spettatori: 12.000 circa tra cui alcune centinaia di vercellesi venuti a tifare Lazio.


Il Littoriale
del 28 Ottobre 1940
Il Messaggero
del 28 Ottobre 1940
La Stampa
del 28 Ottobre 1940

Il 27 ottobre viene presentato da parte del ministro italiano Emanuele Grazzi l'ultimatum alla Grecia. Il primo ministro Ioannis Metaxas considera l'ultimatum come una vera e propria dichiarazione di guerra, perciò lo respinge e afferma che la Grecia resisterà con tutte le sue forze. Il giorno seguente il Regio Esercito lancia attacchi in Grecia dall'Albania italiana; Hitler si sente irritato dalle iniziative del suo alleato. Le truppe italiane dislocate in Albania (complessivamente 105 000 uomini, raggruppati in sei divisioni di fanteria, una corazzata e una alpina) varcano la frontiera greca e penetrano per vari punti in territorio nemico. Le forze attaccanti puntano alla conca di Giannina, al passo di Metsovo per tagliare i collegamenti dei greci tra l'Epiro e la Macedonia, ma le condizioni atmosferiche favoriscono i difensori.



Luigi Grassi sulla Gazzetta dello Sport scrive: La Lazio è una gran squadra, ma il Novara s’è meritato il pareggio. Sfumature di superiorità. Vigile difesa novarese. Gualtieri, un asso. Mazzone e Galimberti imbrigliano Vettraino e Piola.

Quarto pareggio nelle prime quattro giornate di campionato: la Lazio della stagione 1940/41, pur non perdendo mai, non riesce ancora a vincere. Di certo non era il campo del Novara – capolista assieme a Fiorentina e Juventus – quello più adatto per cercare i due punti, ma la squadra biancoceleste ha mostrato dei netti miglioramenti rispetto alla scialba partita col Napoli. Lo stadio del Novara è gremito per l’arrivo dei capitolini, anche grazie ad alcune centinaia di Vercellesi che, visto che la loro squadra è nella serie cadetta, sono venuti a tifare “contro” i loro cugini e per Piola che, come scrive la Stampa, non ha un pubblico amico a Novara (e pensare che il grande attaccante campione del mondo ci avrebbe poi chiuso la carriera…). La partita ha uno schema tattico preciso: il sistema della Lazio contro il metodo del Novara: modulo di gioco che è ideale per i piemontesi, che puntano più sulla grinta e sull’agonismo che sulla tecnica, mentre la Lazio, assente Pisa, si affida al giovane Dagianti come mezz’ala, bravino, ma non ancora pronto per questi livelli di agonismo. La partita è molto chiusa e dominata dalle difese, con Ramella sugli scudi (e le cronache, soprattutto quella del Messaggero, riportano di nuovo la stranezza di questo giocatore che in trasferta è quasi sempre tra i migliori mentre fallisce quasi sempre tra le mura amiche).

Piola più che il centrattacco fa lo smistatore di palloni, a favore di Vettraino e Zironi, quest’ultimo che però non è piaciuto ai cronisti dell’epoca. Troppo lezioso, viene detto. Di certo, la partita non è bella, molto bloccata a centrocampo e con i portieri poco impegnati. Anzi, Gradella non viene impegnato per niente, mentre Fregosi deve comunque impegnarsi anche se, come riporta la Stampa che però potrebbe essere “di parte”, mai “in condizioni disperate”. Il primo tempo scorre quindi tranquillo, mentre nel secondo la Lazio prende in mano la partita, complice anche la stanchezza del Novara, ed ha tre occasioni per passare in 5’, dal 22’ al 27’, ma vengono annullate da Fregosi e dalla non precisione di Zironi e Vettraino.

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Fonti:

Il Messaggero del 28 ottobre 1940
La Stampa del 28 ottobre 1940
Il Littoriale del 28 ottobre 1940